Iniziò l’attività bancaria nel 1906, come dirigente della banca paterna Pietro Alvino e C. di Napoli. Nel 1919, dopo aver fatto parte della Missione aeronautica italiana a Washington, riuscì a interessare la Banca of America di S. Francisco, facente capo ad Amedeo Peter Giannini, al pacchetto azionario della Banca dell’Italia meridionale. Quest’ultima si era da poco costituita a Napoli con un modesto capitale. Fu prima direttore generale e poi amministratore delegato e presidente della banca che cambiò la denominazione in Banca d’America e d’Italia.
Ne favorì così la ristrutturazione potenziandola come banca a carattere regionale e portandola ad assolvere funzioni di larga portata su un piano internazionale. Ne fu mutata la ragione sociale in Banca d’America e d’Italia.
Fu prima direttore generale e poi amministratore delegato e presidente. Fece della Banca un modello di organizzazione, con ben 61 sportelli in 37 città e con un’attiva partecipazione ai problemi economici dell’Italia, specie dell’immediato dopoguerra.
Fu anche consigliere dell’Abi, dell’American Chamber of Commerce for Italo di Milano e della Camera di commercio italiano di Roma.

Onorificenza