CORONA FRANCESCO GERARDO

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CORONA FRANCESCO GERARDO

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Melfi 22 agosto 1948

Laureato in Economia e Commercio all’Università di Bari con una tesi in Scienze Statistiche, ha diretto aziende private e pubbliche, ha prestato attività professioanle per imprese e gruppi aziendali anche internazionali. Condirettore con Raffaele Nigro della miscellanea «Augustali» per cui ha pubblicato studi sulla demografia di Melfi e dei comuni della Basilicata tra età normanna e aragonese, ha curato nel 2019 Il Millenario della fortificazione di Melfi 1018-2018. È attualmente dottore commercialista nella città lucana e collabora a “La Nuova del Sud” di Basilicata e al “Roma”.

Nasce a Melfi il 22 agosto 1948 nell’antico quartiere bizantino di San Lorenzo da famiglia di agricoltori e frequenta l’Istituto Tecnico Commerciale Gasparrini della città natale. Si laurea successivamente a Bari in Economia e Commercio e iscritto all’albo dei dottori commercialisti ed esperti contabili di Potenza viene nominato Revisore dei Conti e membro di Sezione della Commissione Tributaria di 1° grado di Melfi e Giudice della Commissione Tributaria Provinciale di Potenza e nel 2000 Arbitro della Camera Arbitrale della Camera di Commercio di Potenza.

Assunto dal 1968 al 1970 come Contabile presso la società Monticchio Gaudianello Spa ne diventa successivamente Direttore Amministrativo.

Nel 1976 viene chiamato come Responsabile amministrativo e Procuratore della società Dabit Spa di Bari, società del gruppo ENI, operante nel settore dei derivati dei prodotti petroliferi sia in Italia che all’estero, con stabilimenti in Bari e Salerno. Due anni più tardi viene nominato Direttore Generale delle Dabit Spa, con l’acquisizione di esperienze importanti nel campo del Commercio marittimo internazionale dei bitumi e derivati.

Una carriera brillante e che lo proietta nel campo dei commerci internazionali, con attività che svolge tra Roma e Bari. Ma nel pieno dell’attività Corona decide di privilegiare la dimensione del privato e rientra a Melfi.

È il 1985 quando apre uno studio di Commercialista e viene nominato Consigliere di Amministrazione dell’AIAS, Associazione Italiana Assistenza Spastici di Melfi.

Viene successivamente nominato presso il Tribunale di Melfi Curatore fallimentare, Consulente tecnico del giudice, Presidente di Collegio arbitrale, Amministratore giudiziario, Esperto per valutazione di aziende, Consulente del Comune di Melfi per condoni tributari e contabilità fiscale, Revisore dei Conti della Comunità Montana del Vulture con funzione di Presidente del Collegio per il triennio 1992- 1995.

Per tutte queste esperienze viene nominato frattanto Consulente amministrativo – contabile del “GAL Sviluppo Vulture” per l’attuazione di Programmi dimostrativi di Sviluppo dell’Unione Europea.

Sono gli anni in cui si scopre presso Monticchio Bagni una nuova sorgente che sarà battezzata come Toka. Corona viene nominato consulente amministrativo della SIIAM Monticchio srl, società per l’imbottigliamento dell’acqua minerale e allorchè si vende lo stabilimento viene chiamato come Consulente delle Terme di Crodo, società del gruppo olandese BOLS.

Intanto ha sposato Anna Maria, una insegnante nelle elementari di Melfi da cui avrà tre figli, Enzo, dottore commercialista, Federico, ingegnere con studio in Milano, Francesca, avvocato in Roma, da cui avrà un nipotino, Riccardo.

Consulente di imprese edilizie in materia di redazione di Piani Economici e Finanziari per la realizzazione di progetti di Housing Sociale, integrati con opere di riqualificazione urbana, per un ammontare complessivo di circa 36 milioni di euro, viene nominato nel 2011 Direttore Generale dell’Azienda Speciale per la gestione del Piano di Zona di Edilizia Economica e Popolare del Comune di Melfi.

La sua passione multiforme lo ha portato dal 2015 a occupare il ruolo di Segretario del Parco Letterario Federico II di Svevia. In questa veste si è interessato alla pubblicazione di alcuni volumi editi dalla Fondazione, scritti di Anita Ferrari, Raffaele Nigro, Pasquale Ciliento.

Ha curato nel 2020 il volume Il millenario della fondazione delle mura di Melfi e  IL viaggio di Nicola Albani da Napoli a San Iacopo di Compostella, un manoscritto del 1746 conservato nella Biblioteca Nazionale di Perugia nel quale il domestico del vescovo Mondilla Orsini decide di farsi pellegrino e mettersi in viaggio. Le avventure diventano rocambolesche e il diario accoglie descrizioni analitiche dei luoghi visitati, delle guerre che si combattono tra austriaci e spagnoli e della pestilenza che affligge l’Italia la Spagna e il Portogallo.

Corona è anche collaboratore del quotidiano “La Nuova della Basilicata”, per la quale scrive interessanti articoli di cronaca e spaccati di storia del territorio.

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Omaggio a Trotula De Ruggiero, non una femminista, ma una donna eccezionale. 

Nella giornata internazionale della donna va celebrata Trotula De Ruggiero, la più famosa tra le dame della Scuola Medica di Salerno.

Nasce a Salerno intorno al 1050, secondo la leggenda, sarebbe della nobile stirpe dei De Ruggiero, famiglia di origine normanna, sodale di Roberto il Guiscardo, radicata in Campania e Daunia. I Ruggiero sono presenti anche a Melfi, dove, proprio in casa di un certo Ruggiero, nel 1197, san Guglielmo da Vercelli trova ospitalità per circa un anno.

Trotula è appassionata dalle storie sulle donne guaritrici e dalla medicina e, data la sua collocazione sociale, è ammessa a frequentare la Scuola Medica seguendo le orme di Sichelgaita, figlia di Guaimaro IV, ultimo principe longobardo di Salerno. Sichelgaita andrà in sposa a Roberto il Guiscardo e si trasferirà a Melfi.

Nella scuola di Salerno, attiva dalla fine dell’VIII secolo, oltre al diritto, si pratica anche la scienza per la cura dei corpi con metodo sperimentale, laico, di origine araba, secondo gli insegnamenti di Avicenna che aveva coniugato i principi filosofici di Aristotele con quelli medici di Ippocrate.

Trotula è affascinata e intenerita da come un bimbo si forma nel grembo materno e poi nasce, dalle sofferenze delle donne fino al trauma del parto e dalle difficoltà del neonato, una volta staccato il cordone ombelicale.

Assiste alle indagini anatomiche sui cadaveri e sui feti, studia e predispone cure per le più note malattie sessuali e scrive il De Passionibus mulierum, un trattato di ginecologia e ostetricia, rimasto famoso per secoli come guida per le patologie concernenti i problemi e i disturbi relativi al parto, al concepimento, alla sterilità.

Trotula è sì medico, ma anche donna consapevole della forza e del fascino femminile e scrive il De Ornatu Mulierum, dedicato alla cosmesi.

Oltre che a guarire da malattie ed a sopravvivere al parto, delle donne vuole migliorare il modo di vivere, scrivendo dell’importanza della cura dell’igiene, della corretta alimentazione e dell’attività fisica quotidiana; suggerisce pozioni e decotti per abbellire le diverse parti del corpo, massaggi e bagni per migliorare lo stato fisico. Vede la donna pienamente valorizzata nella sua identità di genere.

Si sposa con Giovanni Plateario, medico anche lui, avranno due figli, Giovanni e Matteo, i quali seguiranno gli studi dei genitori e diventeranno i Magistri Platearii.

Trotula opera da medico e insegna medicina fino al 1097. Si narra che ai suoi funerali abbia partecipato una moltitudine di persone con un corteo lungo 3 chilometri. Avrà avuto anche l’omaggio della principessa Sichelgaita, che, rimasta vedova di Roberto d’Altavilla nel 1085, era tornata a Salerno da Melfi.

La letteratura si impossessa del personaggio fin dal XIII secolo, centinaia di manoscritti delle sue opere sono distribuiti in tutta Europa. La sua figura diviene leggendaria, i suoi testi sono capisaldi della medicina.

Poi, a partire dal XV secolo, i domenicani tedeschi inventano la figura della strega-ostetrica che viene inclusa nei trattati demonologici, come il Malleus Maleficarum o “martello delle malefiche”, che crea sospetti sull’opera delle levatrici, le quali, secondo loro, danno consigli sulla contraccezione, uccidono bambini per offrirli al diavolo e causano sterilità ed impotenza. La scienza di Trotula diviene scienza proibita.

Tocca ai teologi riformatori ridare vigore e significato scientifico ai trattati di Trotula e Benedetto Arezio, svizzero, nel Cinquecento pubblica i suoi esperimenti presso Johannes Schott di Strasburgo. Così fa nel 1547 Aldus Manutius Pauli di Venezia che pubblica i trattati di Trotula in un catalogo di medici antichi.

Ad oggi sono innumerevoli le pubblicazioni sugli studi di Trotula, una donna fuori dal suo tempo e dentro la storia dell’emancipazione femminile. Non una femminista, come Olympe de Gouges che, per prima, nel settembre del 1791, sulla scia della Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo del 1789, fidandosi delle promesse dell’Illumismo francese, pubblica a Parigi un testo all’avanguardia: la Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina, finendo poi per le sue idee, a 45 anni, sotto la lama della ghigliottina di Robespierre. Trotula è una donna monumento della storia dell’umanità.

Francesco Corona

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