LISANTI FRANCESCO

nuova puglia d'oro_total white

LISANTI FRANCESCO

Lucania_d_oro bianco

Ferrandina, 1° settembre 1942

Docente, operatore culturale, amministratore.

Nasce nel pieno della Seconda Guerra Mondiale (Ferrandina 01.09.1942) e, con il padre in guerra che offre la propria vita per la Patria, rimane orfano all’età di 2 anni.

Seguono anni difficili per la sua crescita.

Riceve una educazione religiosa che lo porterà a frequentare gli studi medi e ginnasiali presso il Seminario di Potenza. Poi 3 anni al liceo classico “E. Duni” di Matera, dove consegue la Maturità Classica.

Ci sono difficoltà economiche per la frequenza dell’Università, superate con borse di studio e con l’impegno da istitutore presso il Convitto Nazionale “Domenico Cirillo” di Bari.

Presso la Facoltà di Lettere e Filosofia, a cui si iscrive, frequenta le lezioni e i corsi di illustri professori, tra cui Mario Sansone, docente di Letteratura Italiana, Virgilio Paladini, docente di Letteratura Latina, Gabriele Pepe, docente di Storia Medievale, Gian Battista Bronzini, docente di Storia delle Tradizioni Popolari.

Maria Stella Calò Mariani, titolare della cattedra di Storia dell’Arte, è relatrice della sua tesi di laurea “Il castello di Uggiano” in Ferrandina, la cui redazione è resa quanto mai difficoltosa dalla quasi totale assenza di fonti e dalla mancanza, fino ad allora, di saggi anche superficiali sul terreno.

Dopo la laurea in Lettere frequenta presso l’Università degli Studi di Urbino un anno di specializzazione in Storia dell’Arte. Segue un decennio come docente di Lettere presso la scuola media di Ferrandina.

L’esperienza di docente, in una scuola a tempo pieno, oltre che all’insegnamento delle materie curriculari, è legata a quella delle libere attività complementari, quali giornalismo e drammatizzazione, in cui si sprigionano risorse umane e intellettuali di tanti ragazzi. Un esempio è lo studente Giovanni Ragone diventato scenografo, direttore della fotografia e collaboratore di illustri registi come Pupi Avati e i fratelli Taviani.

Istituisce con Domenico Bellocchio, poeta, scrittore, poliglotta, la “Compagnia Filodrammatica Bellocchio-Lisanti”, che, attraverso la composizione e la rappresentazione di commedie dialettali dello stesso Bellocchio, dà impulso alla valorizzazione della lingua locale.

Poi lascia la scuola e svolge la sua attività presso la Soprintendenza ai Beni Storici e Artistici della Basilicata in Matera.

E’ componente del Consiglio Nazionale per i Beni Culturali e del comitato di settore dei beni archeologici nel decennio 1985-1995.

La sua passione per l’arte si esprime nell’impegno per la cura e collaborazione di alcune pubblicazioni: Ferrandina ricerca di identità culturale (1987 Congedo editore-Galatina) a cura di Nuccia Barbone e Francesco Lisanti. “È un’iniziativa– dice lo stesso Francesco Lisanti nella prefazione- di riscoperta e valorizzazione dei beni culturali di una comunità, la quale forse non era pienamente consapevole della sua storia letta attraverso i reperti archeologici, le chiese, i palazzi,  le sculture, i dipinti e gli affreschi”.

Collabora al progetto: “Federico II immagine e potere” che si concretizza in una mostra e relativa pubblicazione, a cura di Maria Stella Calò Mariani e Raffaella Cassano (1995 Marsilio editori-Venezia).

Partecipa, come ricercatore di archivio, alla pubblicazione “percorsi d’Arte” (1997 edizione Osanna-Venosa), a cura della Soprintendenza ai Beni Storici e Artistici della Basilicata.

La finalità dell’opera– come sostiene nella presentazione l’Arcivescovo di Acerenza Michele Scandiffio- è di contribuire ad allargare e sollecitare la conoscenza di autentici capolavori d’arte della diocesi di Acerenza”.

Nel 1970 gli viene chiesto di far parte dei candidati della lista della Democrazia Cristiana nelle elezioni amministrative del 1970 in Ferrandina: nel primo quinquennio vicesindaco, nel secondo primo cittadino.

È quella di sindaco un’esperienza forte. Convinto che il Comune è la cellula dello stato più vicina al cittadino, si fa interprete delle necessità della comunità per migliorarne le condizioni socioeconomiche, ma anche culturali.

A tale scopo persegue la finalità di una più approfondita conoscenza del patrimonio umano e culturale della cittadina Aragonese che aveva dato i natali a uomini illustri, come lo scienziato chimico Filippo Cassola, il medico archeologo Domenico Ridola, il veterinario Nicola Lanzillotti Buonsanti.  Promuove, per ricordare quest’ultimo, un convegno nazionale sul tema “Il vecchio e nuovo dei servizi sanitari veterinari dai tempi di Lanzillotti Buonsanti alla riforma sanitaria“. Partecipano docenti universitari da tutte le regioni d’Italia per rendere omaggio ad un insigne lucano nato nella città Aragonese di Ferrandina.

E’ tra i promotori del primo “Raduno Nazionale delle bande da giro”, giunto alla 33a edizione, trasformatosi nelle ultime due in “Fiati Festival”.

Dopo 10 anni di impegno al Comune segue un decennio all’Amministrazione Provinciale; i primi 5 anni come capogruppo consiliare della Democrazia Cristiana, i secondi come Presidente dell’Ente.

Senza voler indicare le tante opere realizzate e le iniziative socioculturali promosse, si evidenzia quella della istituzione della “Orchestra sinfonica filarmonica della provincia di Matera” poi trasformatasi in “Fondazione Orchestra Lucana delle province di Matera e Potenza”. Di entrambe ne è stato presidente, perseguendo la finalità della diffusione dell’arte musicale nel territorio e in Italia. L’orchestra ha al suo attivo numerose esecuzioni di importanti brani appartenenti al patrimonio classico e di musica contemporanea, anche in prima mondiale.

Viene poi eletto al Consiglio Regionale per il quinquennio 1990-1995.

E’ presidente del gruppo consigliare della Democrazia Cristiana; poi nel 1994 viene nominato Assessore all’Agricoltura.

Tanti sono i provvedimenti normativi e legislativi approvati anche nell’espletamento del mandato al Dipartimento dell’Agricoltura, seppur esercitato per un anno e alcuni mesi. È sempre accompagnato, nel suo impegno, dalla convinzione espressa in una intervista rilasciata al giornale locale di Matera “Città Domani” nel novembre 1992: “Nella politica per lo sviluppo un ruolo di primo piano spetta all’agricoltura. Questa vocazione, tipica della nostra gente, deve poter trovare un rilancio che non sia frutto di una miriade di provvedimenti che sanano soltanto situazioni di emergenza, ma non creano strumenti validi per creare fiducia negli agricoltori che sono, insieme con gli artigiani, la parte più sana del nostro tessuto sociale”.

Viene successivamente incaricato dalla Regione di presiedere il consiglio di amministrazione di ” Metapontum Agrobios”, società di ricerca e sperimentazione agrobiotecnologica. In tale veste interviene, con un suo contributo, nella conferenza sulla ricerca scientifica in Basilicata, organizzata dall’Università degli Studi della Basilicata e dalla Regione, nei primi mesi del 1996.

Anche successivamente ai 7 anni di presidenza, dedica il suo impegno per le attività connesse ai progetti “Innovazioni tecnologiche per la valorizzazione dei siti di interesse storico-ambientale, paesaggistico, agrario e produzioni alimentari delle colonie greche di Metaponto” e “Biotecnologie microbiche applicate al risanamento di manufatti artistici dei beni culturali“.

Favorisce, in qualità di presidente dell’Associazione Mutilati e Invalidi di Guerra, la pubblicazione del libro di Filomena Laterza sui monumenti ai Caduti di Matera e del territorio ” Agli eroi Caduti una perenne grata memoria” (2019 tipografia Menzella-Ferrandina).

Si vuole dare un contributo alla conoscenza dei monumenti ai caduti della nostra terra: “Questi –sostiene Francesco Lisanti, nella presentazione del volume- raccontano una storia di patimenti, sacrifici, lutti e di famiglie straziate dal dolore, ma sono anche espressione di simboli densi di significato. Occupano le piazze, le mura e i cimiteri di quasi ogni paese di Italia e contribuiscono a creare una coscienza e una memoria collettiva”.

Si attiva, in qualità di orfano di un carabiniere morto in guerra e, in stretta collaborazione con la prefettura di Matera, per iniziative in occasione delle celebrazioni nazionali del 4 novembre, 25 aprile, 21 settembre in ricordo dei Martiri materani trucidati dai nazifascisti. Coinvolge in tali iniziative il mondo della scuola con progetti in cui si cimentano tanti giovani studenti.

Presenta, come presidente dell’A.N.M.I.G. e insieme con l’Arcidiocesi di Matera-Irsina, il volume di Giuseppe Mastromarino “Le maschere e i volti nella Grande Guerra” (2017 ed. Giannatelli-Matera).

Costituisce il comitato provinciale Salvo D’Acquisto, di cui ne è presidente, per promuovere la causa di beatificazione dell’Eroe Nazionale con l’organizzazione di due convegni: il primo, al quale partecipa lo stesso fratello di Salvo D’Acquisto e il secondo convegno per la presentazione del libro su Salvo D’Acquisto  “Il martire in divisa” di Rita Pomponio,  biografa ufficiale della famiglia.

Viene nominato Commissario governativo per l’amministrazione straordinaria dell’Istituto Tecnico Industriale Filippo Cassola di Ferrandina.

Collabora con la preside emerita Gaetana Falcone alla istituzione dell’Università delle Tre Età di Ferrandina, di cui è presidente per alcuni anni.

Ricopre ulteriori incarichi: vicepresidente al centro Carlo Levi di Matera; componente del consiglio di amministrazione della Società Consortile per la promozione e lo sviluppo dell’Università; componente della commissione diocesana dell’arte sacra e i beni culturali in cui promuove la valorizzazione degli organi antichi; presidente onorario della Lega per la lotta contro i tumori.

Collabora con varie testate giornalistiche locali, tra cui il giornale diocesano Logos.

Lisanti: sempre attuali i valori memoria e libertà | Giornalemio.it

LISANTI: SEMPRE ATTUALI I VALORI MEMORIA E LIBERTÀ

FRANCO MARTINA — 6 NOVEMBRE 2021

Poche riflessioni, nella ricorrenza del 4 novembre, in piazza a Matera, per invitare i giovani a ricordare e a ricordarsi di altri giovani che un secolo fa, durante la grande guerra, si immolarono per una Italia di pace, dopo le sofferenze della Seconda guerra mondiale. A ricordarlo il professor Francesco Lisanti, che ha fatto della memoria e della cultura del ricordo una ragione di vita.

L’ invito che viene dalla memoria dei nostri giovani Caduti a ciascuno di noi è quello di un impegno serio e responsabile, per contribuire a migliorare le nostre relazioni che, a volte, si frantumano per motivi futili, rendendo debole il tessuto umano e solidale delle nostre comunità.

È necessario ed indispensabile quel tesoro di valori che abbiamo ereditato, non per conservarli in una biblioteca o in uno scrigno, ma per renderli attuali: valori che orientino la vita e diano senso al nostro procedere nella storia. La storia e la memoria di quanti sacrificarono la loro vita per la libertà del nostro Paese possono e devono darci la luce che riscalda la nostra coscienza, rendendola capace di operare e guidare i nostri passi per un cammino di pace e di giustizia sociale. L’avvenire di ogni comunità si costruisce con l’impegno di ciascuno di noi, nessuno escluso, qualunque sia il compito che svolgiamo quotidianamente.

prof Francesco Lisanti

https://giornalemio.it/cultura/se-e-successo-puo-succedere-ancoramemoria-e-ricordo/

Giornalemio.it > Cultura > Se è successo, può succedere ancora…Memoria e Ricordo

SE È SUCCESSO, PUÒ SUCCEDERE ANCORA…MEMORIA E RICORDO


FRANCO MARTINA — 27 GENNAIO 2021

Poche parole, ricordando lo scrittore ebraico Primo Levi, reduce da un campo di sterminio, esperienza che lo segnò per sempre, e due giornate, quelle della Memoria e del Ricordo, per tenere bene a mente pagine buie, macchiate di sangue e di vergogna per l’Umanità. A ricordarcele, con la pacatezza e l’attenta riflessione di sempre, il professor Francesco Lisanti, orfano di guerra e con una visione completa e sentita di concetti ed esperienze legate a libertà, democrazia, tolleranza e solidarietà, con i valori aggiunti della cristianità. Come non ricordare, citando Papa Francesco, l’eccidio degli Armeni e quello che avviene periodicamente in varie parti del mondo di popoli e comunità indifese, discriminate o uccise per motivi religiosi o per interessi economici. Ricordare è anche questo: dai campi di sterminio alle foibe. E vincere, soprattutto, l’indifferenza che è il cancro della libertà.

LE RIFLESSIONI DEL PROFESSOR FRANCESCO LISANTI
Celebriamo oggi la Giornata della Memoria, come tra qualche settimana celebreremo il giorno del Ricordo. Un filo lega le due ricorrenze, un filo di violenza e di crudeltà nei confronti della persona umana, che non ha confini; chiunque le compia e da qualunque parte provengano, la crudeltà e la violenza sono abominevoli e vanno decisamente respinte e condannate senza giustificazione. Queste ricorrenze ci interpellano e non possono ridursi soltanto a momenti commemorativi.

Se il ricordo dello sterminio di milioni di uomini non ci scomoda, se non ci fa stare sulle spine, se non ci sollecita a scelte che costano, diventano solo l’occasione per esternare profonde emozioni. La civiltà attuale è “smemorata”, immersa come è nell’immediato e nella frenesia del futuro. “Chi non ricorda, non vive”, diceva il critico letterario Giorgio Pasquali nel suo saggio “Filologia e storia” del 1920. “Là dove non esiste la memoria, il male tiene aperte le ferite”, affermava Papa Francesco qualche anno fa, commemorando i cento anni dello sterminio dei Cristiani Armeni.

La memoria, tuttavia, non deve essere conservata in uno scrigno o in una biblioteca, ma va ria attualizzata, perché riscaldi sempre il cuore, orienti la vita, dia senso al nostro procedere nella storia; la storia che può e deve darci la luce che riscalda la coscienza morale, rendendola capace di operare e di guidare il faticoso cammino che ci è davanti. Il ricordo delle violenze di ieri deve aiutarci a sconfiggere le violenze di oggi, che ancora si manifestano nel mondo e nelle nostre comunità e che sono fatte anche di ingiustizie quotidiane ai danni dei più deboli, verso i quali non si può rimanere indifferenti. Sosteneva il grande scrittore russo Cechov che “l’indifferenza è la paralisi dell’anima, è una morte prematura”. Ricordiamo oggi l’Olocausto, tenendo presente una considerazione di Primo Levi, sopravvissuto da Auschwitz: “se è successo, vuol dire che può succedere ancora”.

Franco Lisanti, orfano di guerra

POTREBBE INTERESSARTI