MAZZARONE ROCCO

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MAZZARONE ROCCO

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Tricarico, 17agosto 1912 – 28 dicembre 2005

Medico-scienziato, umanista, intellettuale ecclettico scrittore esponente del meridionalismo, che ha fornito un apporto significativo alla medicina e alla storia della medicina in Italia e alla più particolare storia regionale.

Rocco Mazzarone nasce a Tricarico il 17 agosto 1912, primogenito di Giuseppe e Rosa Aragiusto. Nella sua città natale frequenta le scuole elementari. In seguito frequenta le scuole medie e superiori a Nocera Inferiore nel convitto vescovile G. Vico, grazie al quale si avvicina ad un gruppo di insegnanti con idee liberali e antifasciste.

Conseguito il diploma a Salerno, si iscrive alla facoltà di Medicina a Napoli e come studente fuori sede passa diverso tempo nell’Istituto di Istologia generale, nel cui ambito ha l’occasione di conoscere Vincenzo Diamare, medico e studioso del pancreas.

Nel 1936, dopo essersi laureato a Napoli, presta servizio militare prima a Firenze e poi a Novara. Nell’ospedale di Novara conosce Pietro Fornara pediatra ed antifascista. Congedato, prosegue i suoi studi universitari, che concluderà nel 1938, iscrivendosi alla scuola di specializzazione in Tisiologia e Malattie Polmonari dell’Università di Milano, dove conosce padre Agostino Gemelli e mons. Francesco Olgiati, cofondatori dell’università Cattolica del Sacro Cuore.

Nel settembre del 1939 è richiamato alle armi e inviato in Libia. Ormai Mazzarone, ben lontano dagli ideali fascisti, segue con disinteresse i “fatti d’armi”. È mandato a Bardia che, dopo quaranta giorni di assedio e tre di battaglia, cade. Nel gennaio del 1941, nel tentativo di raggiungere Tobruk, viene catturato in Marmarica. Gli inglesi, applicando le convenzioni di Ginevra, lo assegnano, come medico, all’Ospedale generale di guerra inglese sul Canale di Suez per curare i dissenterici e i malati di tifo. Per la sua preparazione risulta utile tale impiego in quanto impara molto patologi inglesi ivi occupati. Grazie ad uno scambio con un altro prigioniero riesce a rientrare in patria.

Il periodo trascorso in prigionia lo aveva portato a contatto con il mondo dei contadini, impegnandosi a battersi per condizioni di vita migliori nella sua terra.

Tra le sue tante attività svolte vi è l’insegnamento di Statistica Medica all’Università di Bari, la direzione del Consorzio e il Dispensario Antitubercolare a Matera e il suo impegno contro la malaria e la tubercolosi, malattie molto frequenti in Basilicata tra gli anni trenta e gli anni cinquanta.

Per il suo impegno contro la malaria e la tubercolosifu premiato dalla Federazione Italiana contro la tubercolosi. Oltre che in Basilicata ha studiato queste malattie endemiche anche in Somalia e nel Belucistan iraniano, conoscendo Dinu Adameșteanu con il quale manterrà un forte rapporto di amicizia.

Amico di Rocco Scotellaro, di Manlio Rossi Doria e di Carlo Levi ha saputo interpretare il pensiero del conterraneo Francesco Saverio Nitti e fu per tutta la vita coinvolto nel riscatto sociale dei lucani. Rocco Mazzarone fu un profondo studioso delle condizioni di vita in Basilicata dopo la Seconda guerra mondiale, creando raccolti tra gli studi etnografici di Ernesto De Martino, i repertori fotografici del fotografo francese Henri Cartier-Bresson e reportage dello storico George Peck.

Ha ricevuto il Premio LucaniaOro (1989) per il Sociale dall’Amministrazione Comunale di Pomarico, la cittadinanza onoraria di Matera e il Premio Lucana Gens.

Malato da diversi anni di diabete muore nella notte tra il 27 e il 28 dicembre 2005, all’età di 93 anni.

 

 

Opere

Pubblicazioni Mediche

  • Health conditions and problems. Preliminary report. Plan organisation of Iran. Socioeconomic development plan for the south-eastern region, ITALCONSULT, 1959
  • Risultati e prospettive della lotta contro la tubercolosi in provincia di Matera, Matera, 1960
  • Studi su micobatteri isolati da acque di varia natura, 1963
  • Sul reperto di micobatteri saprofiti in acque di rubinetto, di piscine, di fiumi, ecc., Istituto di Igiene dell’Università di Bari, Varallo, 1964
  • Ulteriori ricerche su un micobatterio atipico, M. aquae var. scrofulaceum, isolato da una affezione linfoadenitica umana, Potenza, 1965
  • Il settore sanitario, Bari, 1965
  • Ricerche sulla reattività cutanea alla tubercolina ed a sensitine di varie specie di micobatteri e nocardie in 5000 soggetti di eta scolare, Pisa, 1966

Ricordo di Rocco Mazzarone nel dodicesimo anniversario della sua scomparsa

by ANTONIO-MARTINO on 28 DICEMBRE 2017

 

La prof. Carmela Biscaglia il 6 luglio 2012 pronunciò a Matera la prolusione per la cerimonia di intitolazione al prof. Rocco Mazzarone del Centro diurno per disabili gravi del Comune di Matera con inaugurazione del busto, realizzato dall’artista materano Raffaele Pentasuglia.

Per rinnovare il ricordo di Rocco Mazzarone e onorarne la memoria in questo giorno del dodicesimo anniversario della sua morte, ritengo che l’omaggio più opportuno sia la pubblicazione della suddetta prolusione, che descrive mirabilmente concrete conoscenze della sua vita, che il lento scorrere del tempo – fattosi già lungo – tende a coprire nell’ombra.

Alla cerimonia fu presente l’allora sottosegretario alla pubblica istruzione Marco Rossi-Doria, maestro di strada, figlio del grande economista, direttore dell’istituto di economia agraria di Portici, che è stato uno dei più grandi amici di Mazzarone e fratello-padre di Rocco Scotellaro. Egli improntò il suo intervento alla difesa e al rispetto della Costituzione. Aveva un senso, un senso profondo quell’intervento e voglio attribuirgli concretezza in questo ricordo del dodicesimo anniversario della morte di Rocco Mazzarone. La Costituzione non è semplicemente un testo di legge scritto su un pezzo di carta, che si può strappare o lasciar cadere, come purtroppo da troppo tempo sta accadendo e si tollera che accada. La Costituzione marca l’identità di un popolo nelle generazioni che si susseguono e che vite esemplari vivificano. La fedeltà alla Costituzione ogni uomo e ogni donna l’esprime con una civica coerenza esemplare di vita. Accade sempre più raramente. Ma tale fu la vita di Rocco Mazzarone e lo testimonio come lascito delle nostre lunghe e lente conversazioni telefoniche, che cessarono un giorno del Natale del 2005. Chiamai ed egli non poteva  rispondere.

La prof. Biscaglia ha anche prontamente aderito all’invito di fare il punto su quanto è stato fatto in questi anni per salvaguardare la memoria di Rocco Mazzarone e il suo patrimonio documentario. A 12 anni dalla scomparsa: archivio, biblioteca e opere d’arte di Rocco Mazzarone donate all’Archivio di Stato di Matera e al Museo nazionale d’arte medievale e moderna della Basilicata.

 

1

Cerimonia di intitolazione al dott. Rocco Mazzarone

del Centro diurno per disabili gravi del Comune di Matera

con inaugurazione busto, realizzato dall’artista materano Raffaele Pentasuglia

Matera, 6 luglio 2012, ore 10,30

prolusione

di Carmela Biscaglia

 

1.

È mio gradito compito porgere a nome personale e delle sorelle del dott. Rocco Mazzarone, la prof.ssa Teresa e Filomena, i saluti più cordiali a tutti i presenti: al sindaco di Matera sen. Salvatore Adduce, a Brunella Massenzio (presidente Consiglio comunale), a S. E. l’arcivescovo di Matera Mons. Salvatore Ligorio, ad Antonio Giordano (assessore alle Politiche sociali), a Nunzia Antezza (presidente commissione Politiche sociali), a Rocco Rivelli assessore alla Programmazione economica, al consigliere comunale Saverio Acito, ad Attilio Martorano assessore alla Salute della Regione Basilicata, all’on. Marco Rossi-Doria, sottosegretario al Ministero della Pubblica Istruzione, nonché figlio di uno dei più cari e stimati amici del dott. Mazzarone, il grande economista e meridionalista Manlio Rossi-Doria.

Porgo, quindi, i più sentiti ringraziamenti al Comune di Matera, in particolare al sindaco Adduce e alla Giunta Comunale che, su proposta dell’assessore Giordano, ha deliberato l’intitolazione al dott. Rocco Mazzarone del Centro diurno per disabili gravi con l’apposizione di un suo busto, opera dall’artista materano Raffaele Pentasuglia, che parimenti ringrazio a nome della nostra famiglia. Un grazie di cuore all’assessore Rivelli, sempre attento nel sollecitare il ricordo di quelle figure illustri, che tanto si sono spese per il progresso della Basilicata.

Siamo di fronte alla seconda importante attenzione della città di Matera nei riguardi del dott. Mazzarone, dopo il conferimento della cittadinanza onoraria, che gli fu particolarmente gradita.

Questa dedica si affianca a quella dell’Ospedale distrettuale di Tricarico da parte della ASL di Matera e del Comune di Tricarico, che nell’aprile 2009 hanno onorato la figura di Rocco Mazzarone, medico, tisiologo, igienista, epidemiologo (1912-2005).

Tutte iniziative molto importanti, che focalizzano l’essenza prima di Rocco Mazzarone: il suo essere medico, il suo impegno nella sanità.

Anche gli istituti storici regionali hanno già indirizzato i loro studi su questa figura di “medico-scienziato” e di “medico-umanista” e intellettuale ecclettico, mettendo in luce l’apporto significativo da lui fornito alla medicina e alla storia della medicina in Italia e alla più particolare storia regionale. L’Associazione per la storia sociale del Mezzogiorno e dell’area mediterranea ha dedicato a lui e al fratello Angelo un convegno di studio sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, sul tema “Società, politica e religione in Basilicata nel secondo dopoguerra. Il contributo dei fratelli Rocco e Mons. Angelo Mazzarone”, tenuto a Matera e Tricarico nel 2009, col patrocinio della Regione Basilicata, della Provincia di Matera, della Fondazione Zetema di Matera e della Deputazione di Storia Patria per la Lucania. Il volume degli Atti è pronto per la stampa.

Il legame del dott. Mazzarone con la città di Matera è stato sempre fortissimo, per cui è proprio in questa direzione che si motiva la decisione delle sorelle Mazzarone – e per la parte relativa al dott. Rocco anche della nipote Rosangela Rimassa – di donare all’Archivio di Stato di Matera gli archivi privati e le biblioteche di entrambi i fratelli. Resteranno patrimonio di questa città e di questa regione per la quale entrambi hanno dedicato l’esistenza, ne preserveranno la memoria e saranno a disposizione di quanti vorranno studiare la loro esperienza di vita, di studio e di impegno espresso nel contesto lucano, nazionale e internazionale.

2.

Nato a Tricarico nel 1912 e laureatosi in Medicina e Chirurgia a Napoli (1936), dopo un internato nella Clinica Medica di Luigi D’Amato, discepolo dell’insigne clinico Antonio Cardarelli, Mazzarone proseguì la sua formazione in ambienti settentrionali, specializzandosi in Tisiologia e Malattie polmonari all’Università di Milano. A Novara fu assistente presso il Centro Provinciale per lo studio e la lotta contro i tumori maligni e frequentò la Pediatria ospedaliera di uno scienziato d’avanguardia, Pietro Fornara. Da questi illustri clinici, oltre che da Vincenzo Diamare, precursore delle moderne ricerche sull’insulina, Mazzarone apprese quel rigore scientifico che avrebbe poi applicato in ogni analisi degli uomini e delle circostanze.

La singolarità della sua esperienza si sarebbe connotata, infatti, per la capacità di trasformare la competenza scientifica in chiave interpretativa del mondo, al servizio della conoscenza e del cambiamento del Sud, fornendo, attraverso una costante progettualità e l’impostazione da capofila della medicina sociale nel Mezzogiorno, un contributo originale alla questione meridionale, storicamente indagata attraverso i testi classici di Giustino Fortunato, Gaetano Salvemini, Francesco Saverio Nitti ed il sodalizio fraterno con Manlio Rossi-Doria e Carlo Levi.

Libero docente in Igiene, insegnò Statistica medica e Biometria nella Facoltà di Medicina dell’Università di Bari (1969-1982), dopo avervi tenuto già nel ‘58 dei corsi di perfezionamento sulla tubercolosi. Fu pure docente di Demografia e Statistica medica nelle Scuole di specializzazione in Medicina del Lavoro.

La sua attività scientifica è compendiata in una sessantina di pubblicazioni attinenti la demografia, l’epidemiologia generale e l’organizzazione sanitaria, l’epidemiologia della tubercolosi e della istoplasmosi, la microbiologia applicata all’igiene, l’igiene delle acque e l’anatomia patologica. Si segnalano gli studi sulla mortalità infantile (specie quelli sulla popolazione scolastica di Matera tra il 1939 ed il 1960), indicatore sensibile del livello di vita di una popolazione, che segnò punte elevatissime nella Basilicata del secondo dopoguerra. Importanti pure le indagini degli anni Settanta sull’inquinamento del Basento in conseguenza dei processi di industrializzazione.

Di fondamentale valenza le ricerche sulla tubercolosi: da quelle sperimentali condotte negli anni Quaranta presso l’Istituto di Anatomia patologica della R. Università di Milano, diretto da Alberto Pepere, a quelle sviluppate negli anni Sessanta presso gli Istituti di Igiene delle Università di Pisa e di Bari, diretti l’uno da Daniele Parvis, l’altro da Enea Grosso. Al suo impegno di studioso della tubercolosi, malattia conseguente anche alla miseria e alle condizioni abitative di popolazioni come quelle dei Sassi e di quanti vivevano nelle campagne, affiancò l’azione svolta nel Dispensario Antitubercolare di Matera, che diresse per 25 anni fin dalla fondazione (1947). Per l’impegno scientifico e il ruolo determinante svolto in questo campo, la Federazione Italiana contro la Tubercolosi e le Malattie Polmonari Sociali nell’‛82 conferì al grande tisiologo lucano il Diploma di Medaglia d’oro “Carlo Forlanini” al merito scientifico.

Dobbiamo a lui anche una serie di scritti sulla storia della medicina in Basilicata, tra cui quello fondamentale su Ambiente e malattia, pubblicato nel 2001 nel 4° volume della Storia della Basilicata, curato da Gabriele De Rosa per la Laterza. Si ricorda anche lo scritto su Le origini dell’Ospedale Civile di Tricarico e il denso saggio su La malaria in Basilicata.

Come egli stesso ha più volte testimoniato, era stata la lettura del Cristo si è fermato a Eboli di Levi e di Fontamara di Silone, – e, aggiungiamo noi, quell’insieme di passione civile, di amore dei luoghi e di ricerca scientifica sempre inserita in contesti internazionali, che lo caratterizzò – ad indurlo a concentrarsi nella lotta contro le malattie endemiche in Basilicata e a fornire il suo apporto per migliorare le condizioni igienico-sanitarie della regione, svolgendo, tra l’altro, con Scotellaro parte attivissima nella fondazione dell’Ospedale di Tricarico e seguendo fino ai suoi ultimi giorni di vita le vicende della sanità lucana. Ricordiamo il lavoro svolto in qualità di presidente del Comitato di Soprintendenza del “Progetto pilota” o “Progetto speciale sulla organizzazione regionale dei servizi sanitari”, che nel ‘76 era stato affidato dal Ministero del Bilancio alla Regione Basilicata.

Tante le definizioni attribuite a Rocco Mazzarone, vissuto all’insegna di una mirabile poliedricità intellettuale e di un disinteressato impegno civile, che ne hanno fatto un personaggio unico nella recente storia lucana. Per decenni fu punto di riferimento di studiosi, viaggiatori, fotografi venuti a scoprire la regione e che tanto furono determinanti per diffonderne la conoscenza nel mondo. Pensiamo, ad esempio, al suo rapporto con i geografi francesi Bernard Kayser e Robert Bergeron e a quello col fotografo Henri Cartier-Bresson. Definito uno dei grandi meridionalisti dell’ultima generazione, è stato, nel contempo, cittadino del mondo per le sue vedute sempre globali. Contrassegnato dalla cultura del dubbio e della riflessione permanente rispetto a qualsiasi dogmatismo, è vissuto all’insegna del rigore morale nelle battaglie culturali e civili.

Dotato di «grande umanità e profonda conoscenza della regione», mostrava sempre una serena e pacata curiosità, una sincera disposizione all’ascolto. Al centro dell’attenzione per lui c’era l’uomo in quanto tale, con i travagli della mente e le sofferenze fisiche da alleviare, sia che si trattasse degli abitanti dei Sassi di Matera, che delle popolazioni del lontano Balucistan iraniano, dove tra il ’48 e ’49 aveva operato all’interno della Commissione per il Piano di sviluppo della Regione Sud-Orientale dell’Iran o di quell’Africa che gli era rimasta nel cuore, dopo gli anni della guerra combattuta in Libia e il tempo trascorso in Somalia, insegnando Epidemiologia nella Scuola di Specializzazione in Medicina di Comunità nella Facoltà di Medicina dell’Università di Mogadiscio (1984).

I primi anni Cinquanta, carichi di speranze e di intensi sentimenti, lo avevano coinvolto negli studi preliminari per il primo Piano regionale di sviluppo della Basilicata (1950), coordinato per la Svimez da Manlio Rossi-Doria, e furono pure gli stessi che trasformarono la Lucania in un territorio sperimentale di studi sul campo e di progetti di riscatto urbanistico e sociale, incentrati su Matera con diramazioni importanti a Tricarico e Grassano.

Essi videro Mazzarone in prima fila con Rocco Scotellaro, Leonardo Sacco, Carlo Levi, Manlio Rossi-Doria e molti altri studiosi italiani e stranieri, che giungevano in regione per condurre indagini sociologiche e antropologico-culturali sul mondo contadino, secondo le metodologie proprie degli “studi di comunità”, largamente applicate negli Stati Uniti; ma seguì anche la contemporanea esplosione di studi demoetnoantropologici, condotti secondo i nuovi orientamenti italiani dal materano Giovanni Battista Bronzini e da Ernesto De Martino. Mazzarone fu punto di riferimento di questi studiosi, i quali giungevano in Lucania tramite la mediazione di Levi, nel cui studio romano, proprio in quegli anni, artisti ed intellettuali italiani dibattevano il tema dell’apporto veniente dagli incorrotti valori primordiali alle trasformazioni della società.

Il quel contesto egli partecipò alle grandi inchieste a carattere comunitario condotte per la prima volta in Basilicata, tra il 1951 e il 1954, nelle quali curò i settori della sanità, dell’igiene e della demografia con metodologie d’avanguardia e felici intuizioni.

Fondamentali i risultati da lui conseguiti sia all’interno dell’Inchiesta parlamentare sulla miseria in Italia e sui mezzi per combatterla, che ricadde su Grassano. Sia nell’altra indagine, condotta dalla Commissione per lo studio della città e dell’agro di Matera da studiosi del calibro di Friedrich Friedmann, Giuseppe Isnardi, Eleonora Bracco, Tullio Tentori, Lidia De Rita, Gilberto Marselli, Ludovico Quaroni, finalizzata anche alla stesura del piano regolatore di Matera e della progettazione dei nuovi insediamenti – tra cui il borgo rurale La Martella – per le famiglie che, in seguito alle leggi per il risanamento dei Sassi, avrebbero dovuto lasciare quelle abitazioni in grotta. Il contributo fornito da Mazzarone, entusiasta dell’impostazione interdisciplinare del lavoro in équipe che, indagava in modo integrale una comunità meridionale, riguardò il rapporto tra l’habitat di Matera e le condizioni igieniche dei due grandi rioni in cui si articolava la città, il Piano e i Sassi, le variegate tipologie assunte dall’abitare rupestre, il loro indice di affollamento, il rifornimento idrico, la raccolta e rimozione dei rifiuti, la convivenza uomo-animali, per soffermarsi poi sulle loro caratteristiche demografiche, le condizioni professionali, il grado di istruzione. All’interno di questa sua ricerca, Mazzarone disegnò quella nota pianta di “vicinato”, che sarebbe divenuta l’emblema del vivere nei Sassi.

Si tratta di uno studio – quest’ultimo – molto citato, ma poco conosciuto nella sostanza, che verrà ristampato in appendice agli Atti del convegno di cui ho detto poco fa. Mi auguro che si possano ristampare anche gli altri scritti di Mazzarone sulla medicina in Basilicata.

Molto altro può essere detto di Rocco Mazzarone, che ha partecipato – tra l’altro – alla fondazione dei maggiori istituti culturali della Basilicata, dalla Deputazione di storia patria per la Lucania, all’Associazione culturale “La Scaletta”, al Centro “Carlo Levi” di Matera, di cui fu anche primo presidente. Ma il tempo stringe e non posso dilungarmi.

Concludo, rinnovando i ringraziamenti al Comune di Matera per questa importante intitolazione, che coglie pienamente sia l’amore di Rocco Mazzarone verso quanti vivono nella sofferenza, sia l’apprezzamento che lo stesso Mazzarone ebbe sempre verso le opere concrete volte ad alleviarla.

 

2

Quanto è stato fatto in questi 12 anni dalla scomparsa di Rocco Mazzarone per salvaguardare la memoria e il suo patrimonio documentario.

Sono trascorsi 12 anni dalla morte del dott. prof. Rocco Mazzarone, avvenuta nella notte del 28 dicembre 2005. Medico, tisiologo, igienista, epidemiologo, docente universitario, attento testimone del suo tempo, modello di intellettuale meridionalista, è stata una delle figure illustri della Basilicata del XX secolo, oggetto di importanti attenzioni storiografiche, che hanno collocato la sua vicenda umana e scientifica nel più ampio contesto nazionale e internazionale. In questi anni molto si è fatto per salvaguardarne la memoria e la vasta documentazione afferente il suo archivio, la raccolta dei suoi libri e le opere d’arte donategli dagli stessi autori, che oggi costituiscono nel loro insieme un patrimonio dello Stato, custodito nelle più prestigiose istituzioni regionali.

Innanzitutto, la comunità scientifica, che aveva promosso un convegno su entrambi i fratelli Mazzarone, ha onorato l’impegno pubblicandone gli atti nel volume Società, politica e religione in Basilicata nel secondo dopoguerra. Il contributo dei fratelli Rocco e Mons. Angelo Mazzarone di TricaricoAtti del Convegno di studio, Matera-Tricarico, 25-26 settembre 2009, a cura di Antonio Cestaro e Carmela Biscaglia, Galatina (Le), Congedo, 2013. Il corposo volume di 567 pagine e 25 saggi di storici, archeologi, antropologi, geografi nazionali e internazionali, è stato pubblicato dall’Associazione per la Storia sociale del Mezzogiorno e dell’Area mediterranea con sede a Potenza e dal Centro di documentazione “Rocco Scotellaro e la Basilicata del secondo dopoguerra” di Tricarico, avvalendosi del contributo finanziario del Comune di Matera, del Comune di Tricarico e della Fondazione Zetema di Matera.

Considerata l’importanza del patrimonio archivistico e librario di Rocco Mazzarone, e volendolo salvaguardare e renderlo disponibile agli studiosi, le sorelle Teresa e Filomena insieme a Rosangela Rimassa, nipote del dottore da parte della moglie Tina, nel febbraio 2016 lo hanno donato all’Archivio di Stato di Matera. Questo è stato possibile dopo l’emanazione il 24 febbraio 2015 del decreto di particolare interesse da parte della Soprintendenza Archivistica della Basilicata, su richiesta di Carmela Biscaglia ispettore archivistico onorario, e del successivo decreto di Mario Guarany, direttore generale della Direzione generale degli Archivi – Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo, con cui ha autorizzato il direttore dell’Archivio di Stato di Matera ad accettare la donazione. Ciò significa che questi documenti e questi libri costituiscono oggi beni culturali tutelati dallo Stato per l’interesse che rivestono nella storia italiana del Novecento.

La ricchissima e specialistica biblioteca del dott. Mazzarone, di cui è stato predisposto un catalogo, è suddivisa nel Fondo librario e nel Fondo periodici, da cui si evince una consistenza di 3.265 volumi ordinati in 25 categorie, e di 1.462 periodici afferenti a 283 titoli, per un totale di 4.727 unità bibliografiche, che rimandano agli ambiti di studio e di lavoro del dott. Mazzarone e ai suoi interessi storico-letterari. Il corposo e complesso archivio si articola, a sua volta, in VI Sezioni per un totale di 1.845 fascicoli, conservati a loro volta in 103 faldoni, 8 scatole e 5 raccoglitori cilindrici. Il suo inventario, curato da Carmela Biscaglia e dall’archivista Michela Ginnetti, è prossimo alla pubblicazione da parte della Deputazione di Storia Patria per la Lucania. Questo archivio privato comprende una vasta documentazione afferente la vita, il lavoro e la produzione scientifica di Mazzarone, da cui emergono, tra l’altro, le più ampie vicende della storia regionale con particolare riferimento alla sanità lucana nel contesto nazionale e internazionale.

È seguita nel maggio dello stesso 2016 la donazione al Museo nazionale d’arte medievale e moderna della Basilicata, da parte di Filomena Mazzarone e Rosangela Rimassa, di 65 opere d’arte appartenute a Rocco Mazzarone. Ciò è stato possibile a seguito del decreto n. 137/2016 di Ugo Soragni, direttore generale della Direzione generale Musei – Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo, con cui la donazione è stata accettata ed è diventata patrimonio dello Stato italiano. Le opere donate comprendono importanti dipinti di Carlo Levi, di Luigi Guerricchio, di Mauro Masi e la scultura in gesso “Ritratto di Anna Peck”, la figlia dell’antropologo americano George Terhune Peck, opera firmata da Giuseppe Antonello Leone e datata 1952. Comprendono anche diverse sculture in terracotta realizzate dallo stesso Mazzarone e alcuni suoi ritratti, due dei quali eseguiti nel 1975 da Stefano Levi e Guido Sacerdoti, nipoti di Carlo Levi, come pure la scultura in terracotta del busto di Mazzarone, realizzata nel 2003 dall’artista Vincenzo De Filippis di Grottaglie, da cui è stato tratto il bronzo, che le sorelle Mazzarone hanno donato all’Ospedale distrettuale di Tricarico, al cui interno è oggi collocato.

                                                                                                                      Carmela Biscaglia

A 12 anni dalla scomparsa archivi, biblioteca e opere d’arte di Rocco Mazzarone donate dall’Archivio di Stato di Matera ed al Museo Nazionale dell’arte medievale e moderna della Basilicata.

 

In un articolo pubblicato il 28 dicembre 2017 sul sito (https://www.oltrefreepress.com) viene ricordata la scomparsa da 12 anni del dott. Prof. Rocco Mazzarone, Medico, tisiologo, igienista, epidemiologo, docente universitario, attento testimone del suo tempo, modello di intellettuale meridionalista.

E’ stata una delle figure illustri della Basilicata del XX secolo, oggetto di importanti attenzioni storiografiche, che hanno collocato le sue vicende umane e scientifiche nell’ampio contesto nazionale ed internazionale.

E’ stato ricordato che molto è stato fatto per salvaguardare la memoria e la vasta documentazione afferente il suo archivio, la raccolta dei suoi libri e le opere d’arte donategli dagli stessi autori, che oggi costituiscono nel loro insieme un patrimonio dello Stato custodito nelle più prestigiose istituzioni regionali…….(..)

Nell’articolo vengono citate le diverse donazioni curate dai familiari dello scomparso, le sue sorelle Teresa e Filomena insieme a Rosangela Rimassa, nipote del dottore da parte della moglie Tina.

https://www.osannaedizioni.it/prodotto/rocco-mazzarone-e-il-suo-archivio/

Rocco Mazzarone e il suo archivio

20,00 €    2019 CARMELA BISCAGLIA e MICHELA GINNETTI (a cura di)

(C. Fonti e studi per la storia della Basilicata vol. XII)

Descrizione

Un volume, questo, che, attraverso il prezioso, accurato, inventario dell’Archivio di Rocco Mazzarone, preceduto dal denso saggio introduttivo di Carmela Biscaglia e dall’intervento dell’Accademico dei Lincei Cosimo Damiano Fonseca, ben rappresenta ed evidenzia lo straordinario spessore socioprofessionale e culturale di un protagonista di primo piano della Basilicata democratica e repubblicana, qual è stato Rocco Mazzarone.

Una figura eccezionale, la sua, da tempo al centro di varie analisi e letture che, per gli ambiti di più diretta e specifica trattazione, ne hanno posto in significativo rilievo la profonda e lineare dimensione umana, connotata da spiccata sensibilità per l’altro, l’intenso impegno sociale, non solo come medico, l’attività scientifica e didattica in campo universitario, il sempre generoso impegno civile, non solo a livello istituzionale. E ciò nel quadro di una peculiare visione e pratica riformista modernizzante, che ha caratterizzato, in e dalla Basilicata, una rilevante stagione di propositivo dinamismo culturale, che ha avuto in lui un protagonista di prima fila, in fraterno sodalizio con Carlo Levi, Rocco Scotellaro e Manlio Rossi Doria, in una fitta trama di relazioni, nazionali ed internazionali, con altre personalità di prim’ordine, quale, ad esempio, Friedrich George Friedmann […]. A. L.

Archivio di Mazzarone

Quando feci visita a Rocco Mazzarone, nella sua casa di Atrio Consolato, nel centro storico di Tricarico, mi sorpresero la ricca biblioteca e l’archivio nei quali mi accolse. Qua e là c’erano busti suoi e di Rocco Scotellaro, sculture in terracotta e ritratti realizzati dallo stesso Mazzarone, da Stefano Levi e Guido Sacerdoti nipoti di Carlo Levi oltre ad opere di Ginetto Guerricchio, Mauro Masi, Giuseppe Antonello Leone e di altri pittori materani, delle foto scattate da Henry Cartier Bresson e fotografie di famiglia appese ai muri o sistemate sui mobili. Tutto questo è stato convogliato dal medico, prima della sua morte, all’Archivio di Stato di Matera nei primi del nuovo millennio e ha ricevuto una sistemazione definitiva da Carmela Biscaglia e Michela Ginnetti che hanno realizzato una puntuale pubblicazione per Osanna edizioni di Venosa, con sostegno della Deputazione di Storia Patria per la Lucania. Un mastodontico volume che raccoglie notizie sulle 1845 cartelle in cui sono radunate lettere e documenti privati, articoli, manoscritti di varia natura, Rocco Mazzarone e il suo archivio.

Mazzarone nacque a Tricarico da famiglia borghese il 17 agosto 1912. Studi liceali a Nocera Inferiore e laurea in Medicina a Napoli. Si specializzò in Tisiologia a Milano e in oncologia a Novara e nel 1945 sposò Tina Rimassa, una ragazza genovese conosciuta a Potenza dove si era rifugiata con i suoi per sfuggire alla guerra. Ulteriore specializzazione in Pediatria a Bari con Bruno Trambusti, che gli permise di condurre studi sulla mortalità infantile a Matera tradottisi in una serie di pubblicazioni e l’ammissione nel Consiglio nazionale per la Federazione contro la Tubercolosi. Nel 1982 gli fu conferita la medaglia d’oro “Carlo Forlanini” del Presidente della Repubblica.

Per suo impegno e sotto la tutela di Scotellaro, allora sindaco e del vescovo Raffaello Delle Nocche che mise a disposizione un’ala del palazzo vescovile, sorse il Centro sanitario di Tricarico, il terzo in Basilicata, dopo Potenza e Matera. Mazzarone scrisse molti saggi di medicina, partendo dall’esperienza condotta sul campo, sull’endemia malarica, ritenuta una “vera maledizione per il contadino dell’Italia meridionale”, uno sulle malattie che nei secoli hanno maggiormente colpito gli abitanti di Matera, chiusi nei bassi e a contatto costante con le bestie e gli abitanti dell’intera Basilicata. importanti furono per la sua formazione in ambito igienico – sanitario gli stage effettuati nel 1951 in Danimarca e nel 1954 negli Stati Uniti, su invito dell’Ambasciata americana a Roma.

Ma l’importanza di Mazzarone si palesa nel suo impegno intellettuale. L’archivio denuncia infatti il suo costante rapporto con Manlio Rossi Doria, Carlo Levi e Rocco Scotellaro, mentre la biblioteca personale è ricca di importanti testi del ‘700, come Il Regno di Napoli in prospettiva del Pacichelli, Il Voyage pittoresque del Saint Non o manoscritti come l’Inventario seu descriptione, un codice manoscritto che racconta la cronaca di Tricarico compilata da Pietrantonio Corsuto nel 1585.

La sua vicinanza a Rossi Doria lo portò nell’orbita della Scuola di Portici, che era collegata all’Università di Napoli e che accolse le teorie sociologiche americane portate in Italia da George

Friedman, Donald Pirkin, George Peck, Edward Banfield. A Portici si studiava agronomia e sociologia e in parallelo alle scuole di Comunità avviate da Olivetti pose il mondo contadino lucano al centro delle riflessioni e degli studi. Così il medico di Tricarico entrò nella Commissione voluta dall’Unrra Casas per lo studio della città e dell’agro di Matera e che nel 1954 dimostrò come 15.000 persone abitassero nelle grotte di Matera in condizioni igienico sanitarie disastrose. Ma fu l’amicizia con Scotellaro a portare il nome di Mazzarone al centro degli interessi della cultura letteraria e sociologica italiana. Rocco ricorreva al suo medico di fiducia per ogni circostanza e a lui chiese aiuto quando nel 1953 scoprì a Portici di essere vicino ai suoi ultimi giorni.

Di tutto questo si trova traccia nell’archivio donato a Matera e nell’interessante elenco costruito e messo a disposizione da Biscaglia e Ginnetti, così che oggi io posso dire che se fu diligente e lungimirante Mazzarone a conservare traccia di ogni documento, altrettanto brave sono state queste due studiose di archivistica. Perché grazie a loro oggi sono conservate e classificate memorie lucane e meridionali comprese tra il 1918 e il 2005, anno in cui Rocco è morto. E a seguire, altre carte postume datate fino al 2016. Dunque un secolo di storia nazionale vista dall’angolo di una piccola regione.

Un patrimonio di grande ricchezza che dà lustro alla storia di una regione ricca di figure e di eventi. Si pensi alla Fondazione Sinisgalli a Montemurro, alla Biblioteca Scotellaro di Tricarico, ai Parchi Letterari dedicati a Isabella Morra, Albino Pierro, Mario Pagano, Federico II, Carlo Levi e Francesco Lomonaco. E confesso che stessa attenzione avrei voluto venisse prestata all’archivio personale di Tommaso Pedio, un intellettuale che ha avuto rapporti col mondo intero e del cui epistolario, dopo la sua  morte e dopo quella della moglie Rosa Diamante, si sono perse le tracce.

                                                                                                         Raffaele Nigro (2021)

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