VERRASCINA FRANCO

nuova puglia d'oro_total white

VERRASCINA FRANCO

Lucania_d_oro bianco

Matera, 1961

Dal 2010 è presidente della Confederazione Produttori Agricoli-Copagri; dal 2018 al 2021 ha guidato il coordinamento nazionale di Agrinsieme ed è attualmente componente del CNEL, il Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro.

Franco Verrascina dal 2010 è presidente della Confederazione Produttori Agricoli-Copagri. Dal 2018 al 2021 ha guidato il coordinamento nazionale di Agrinsieme ed è attualmente componente del CNEL, il Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro. Ha una lunga esperienza sindacale in numerose organizzazioni legate al mondo dell’agroalimentare; è stato, fra l’altro, presidente del CEPA, il Comitato dei Piccoli Agricoltori Europei, nonché componente del Comitato Grandi Colture Arabili della Commissione Europea e membro dell’Esecutivo dell’EFFAT, la European Federation of Trade Unions in the Food, Agriculture and Tourism.

Nel settembre 2017 il Presidente nazionale di Copagri, Franco Verrascina ha avuto dall’Amministrazione comunale di Pomarico il Premio “LucaniaOro”, con il quale annualmente vengono insigniti insigni personaggi lucani che, con la loro vita e professione, assurgendo a gradi e posti di notevole prestigio, si sono distinti nei vari settori della politica, della cultura, della finanza, dell’imprenditoria, dell’Amministrazione dello Stato, ed hanno come denominatore comune la comune origine lucana.

http://puglialive.net/home/news_det.php?nid=157439

Roma – COPAGRI: IL CONSIGLIO GENERALE DA’ IL VIA ALLA STAGIONE CONGRESSUALE 2022

02/12/2021

Conclusi lavori consiliari, aperti da articolata relazione Pellegrini e chiusi da intervento finale Verrascina.

Si sono conclusi il primo dicembre i lavori del Consiglio Generale della Confederazione Produttori Agricoli-Copagri, apertisi nella giornata di ieri con una lunga e articolata relazione del vicepresidente Pietro Pellegrini, che ha aggiornato i consiglieri sullo stato dell’arte della politica agricola nazionale e comunitaria, con particolare riferimento ai contenuti della manovra di bilancio, attualmente al vaglio del Senato, della riforma della PAC, sulla quale è recentemente arrivato il via libera definitivo del Parlamento Europeo, e del Piano Strategico Nazionale-PSN, sul quale è in corso una consultazione con il Mipaaf sulla base di una bozza di testo presentata dal Dicastero stesso.

“Si sta aprendo una fase nuova per il primario, che vede nel PSN uno dei tasselli fondamentali dello sviluppo del comparto; l’altro tassello, dopo l’atteso ok al testo della riforma della PAC, sarà rappresentato dagli atti delegati messi in campo dalla Commissione Europea, con i quali si andrà a completare il quadro legislativo della Politica Agricola Comune”, ha fra l’altro ricordato Pellegrini.

“Abbiamo davanti a noi una importante fase di svolta per la nostra agricoltura e dobbiamo farci trovare pronti per poter cogliere appieno la sfida che ci viene posta dalle istituzioni comunitarie con la PAC 2023-27 e in particolare con il PSN, sul quale è in atto una proficua e intensa interlocuzione col Mipaaf”, ha spiegato il presidente della Copagri Franco Verrascina, concludendo i lavori consiliari.

Durante il Consiglio Generale, oltre alla nascita dell’associazione nazionale dei produttori biologici della Copagri, denominata ANAPROBIO e sancita nella prima giornata dei lavori, è stato approvato il nuovo regolamento con il quale di fatto è stato dato il via libera all’avvio della stagione congressuale, che si terrà nel corso del 2022 e culminerà con il Congresso Nazionale alla fine dello stesso anno.

https://copagri.org/wp-content/uploads/2021/11/Intervista_Verrascina_lEnologo_nov2021.pdf#:~:text=Franco%20Verrascinadal%202010%20%C3%A8%20presidente%20della%20Confede-%20razione,CNEL%2C%20il%20Consiglio%20Nazionale

PRIMO PIANO

FRANCO VERRASCINA, PRESIDENTE COPAGRI

RICONOSCERE L’AGRICOLTORE CUSTODE DELL’AMBIENTE E DEL TERRITORIO

La Confederazione Produttori Agricoli-Copagri è la più giovane tra le organizzazioni di tutela e rappresentanza degli agricoltori italiani, ma può vantare su una solida rete di sedi regionali, provinciali e zonali, grazie alle qualità voce alle istanze di oltre 650 mila associati. La Copagri punta sull’associazionismo quale strumento di valorizzazione e rappresentanza delle diverse componenti della società, con l’obiettivo primario di tutelare gli interessi economici, professionali e sociali di tutte le aziende agricole, dei lavoratori autonomi e dei produttori agricoli, attraverso il dialogo continuo con il Parlamento e il Governo del Paese e la partecipazione attiva ai principali tavoli politici inerenti al comparto primario. Abbiamo voluto intervistare il presidente Verrascina, per avere le sue opinioni su diversi argomenti in primo piano nel nostro comparto.

 

Da anni la Copagri porta avanti una campagna di sensibilizzazione per riconoscere a livello nazionale la figura dell’agricoltore quale custode dell’ambiente e del territorio, che sembra stare lentamente dando i suoi frutti. Cosa ci vuole dire in proposito?

Era l’ormai lontano 2015 quando la Regione Marche legiferò per tutelare e sostenere la biodiversità e la salvaguardia del territorio sotto il profilo culturale, ambientale ed economico attraverso il riconoscimento della figura dell’agricoltore custode, cui venne demandato il compito di mantenere viva la tradizione agricola locale e di valorizzarne le produzioni, andando al contempo a contrastare lo spopolamento delle aree rurali e contribuendo alla tutela delle formazioni vegetali monumentali, alla manutenzione del territorio attraverso la cura dell’assetto idraulico e idrogeologico e alla difesa da avversità atmosferiche e incendi. La nostra campagna di sensibilizzazione prese avvio diverso tempo prima, ma vide quell’anno una sensibile accelerata; la legge regionale delle Marche, infatti, fece in qualche modo da apripista facendo sì che si cominciasse a ragionare su iniziative legislative analoghe anche in altre Regioni. Oggi finalmente la questione è arrivata sui tavoli della politica nazionale; dopo diversi altri riconoscimenti regionali, già perfezionati o in dirittura d’arrivo, è all’esame della Commissione Agricoltura del Senato un Disegno di legge recante disposizioni in materia di riconoscimento della figura di agricoltore custode dell’ambiente e del territorio. Come rappresentanti dei produttori agricoli non possiamo che sposare pienamente una simile iniziativa, che va a mettere nero su bianco la fondamentale importanza dell’agricoltore, la cui attività è imprescindibile non soltanto nel mondo del primario, ma anche in quello ambientale ed ecosistemico. Tale assunto è rappresentato in maniera esemplare dal settore vitivinicolo, che è un ottimo esempio di sostenibilità ambientale ed ecosistemica; basti pensare alla viticoltura eroica, solo per fare un esempio. Stiamo parlando, quindi, di una proposta decisamente innovativa, che oltre a certificare l’importanza del lavoro degli agricoltori va nella direzione di tutelare l’ambiente e garantire maggiore sostenibilità al comparto, intercettando perfettamente quelli che sono i più recenti orientamenti comunitari in materia.

 

Ha toccato un altro punto di cui si parla molto negli ultimi tempi. Qual è la posizione della Copagri sui recenti orientamenti comunitari in materia di sostenibilità?

Quella della sostenibilità è una questione che ci sta particolarmente a cuore, in quanto da essa dipende in larga parte il futuro della nostra agricoltura. Quando ci si approccia a questo discorso crediamo sia fondamentale sgombrare il campo da equivoci e chiarire che quando si parla di sostenibilità non si può che partire dalle tre anime nelle quali essa si articola, ovvero quella economica, quella ambientale e quella sociale. Lo abbiamo detto molto chiaramente in occasione dei recenti lavori del G20 Agricoltura di Firenze: lo sviluppo di tali anime, che sono strettamente interconnesse, deve necessariamente andare di pari passo. Parlare di produttività significa però anche riflettere sulla redditività; a tal proposito, voglio ricordare che la drammatica emergenza pandemica con la quale stiamo combattendo ormai da mesi ha avuto ripercussioni non indifferenti sull’intera economia e sull’agroalimentare in particolare, con evidenti ricadute anche in termini di povertà alimentare e, di conseguenza, di inclusione sociale. Basti pensare che, a livello mondiale, la pandemia ha fatto sì che ben cento milioni di persone in più si trovassero in condizioni di insicurezza alimentare. Puntare sul rilancio dell’agroalimentare diventa quindi anche un obbligo e un dovere morale, da perseguire tutelando il reddito dei produttori agricoli, andandone a salvaguardare l’imprescindibile ruolo e tutelandone l’operato, che li rendi i primi custodi dell’ambiente e del territorio. A tal proposito, non posso quindi che concordare pienamente col Ministro delle Politiche Agricole Stefano Patuanelli quando afferma che senza sostenibilità ambientale non c’è futuro per l’agricoltura, ma allo stesso tempo è necessario che la medesima attenzione venga garantita anche alla sostenibilità economica.

 

Sul versante della sostenibilità ci sono però ancora ampi margini di crescita. Cosa può fare l’agricoltura in tale ambito?

Certamente si può e si deve sempre continuare a lavorare per migliorarsi; in particolare come Copagri riteniamo che si debba mettere a sistema il valore aggiunto dei sistemi agroalimentari, puntando sulla innegabile qualità delle produzioni italiane. Un percorso di valorizzazione serio e strutturato non può che partire dalla necessità di fare sistema, puntando su accordi di filiera che vadano a coinvolgere tutti gli attori in gioco. Bisogna superare il dualismo attualmente esistente tra gli interessi della produzione e quelli del consumo, privilegiando un approccio olistico e di sistema che guardi agli interessi di tutti gli attori in gioco, con il fine ultimo di garantire la sicurezza alimentare e tutelare i consumatori, senza dimenticare la salvaguardia della redditività delle produzioni. Quello che in altre parole riteniamo importante è che si vada a creare un patto di sistema tra tutti gli attori della filiera agroalimentare e tra questi ultimi e i consumatori, così da andare a riconoscere il giusto prezzo a tutti gli anelli della filiera e garantire al contempo la qualità delle produzioni. Del resto, anche questo significa ragionare in termini di sostenibilità economica. La nota dolente di questo ragionamento è legata al fatto che agli agricoltori si chiedono impegni ancora più stringenti in materia di sostenibilità ambientale, a fronte dei quali vengono però previste risorse inferiori rispetto al passato. In questo senso, parlare di sostenibilità significa partire dai recenti orientamenti comunitari che privilegiano in maniera sempre più decisa l’ambiente e il rispetto delle risorse e della biodiversità; sulla PAC, sul Green Deal, sulla Farm to Fork e sulla strategia per la biodiversità ci sarebbe molto da dire, così come sui contenuti del PNRR, ma mi limiterò a un’unica e semplice riflessione: non si può pensare che il costo della sostenibilità ambientale vada a ricadere unicamente sulle spalle dei produttori agricoli, con un conseguente e insostenibile aggravio in termini economici.

 

Come si stanno preparando le aziende per assicurare che vengano raggiunti gli obiettivi comunitari in materia di sostenibilità?

Posto che gli obiettivi di rispetto degli ecosistemi agrari e di tutela della salubrità dei prodotti dovranno comunque tenere conto della necessità di soddisfare il fabbisogno alimentare mondiale e non potranno pertanto portare a ridurre le rese di coltivazioni fondamentali per l’alimentazione umana, con il rischio di spostare il problema del consumo di suolo dai paesi più sviluppati a quelli poveri, quello che le aziende stanno cercando di fare è, in prima battuta, aumentare la produttività agricola; per fare ciò bisogna introdurre colture variegate, puntando quindi sulla diversificazione agricola, ma anche tecniche innovative, così da consentire di incrementare il raccolto e ridurre la perdita di derrate alimentari, andando al contempo a migliorare la gestione delle risorse idriche attraverso sistemi efficienti di raccolta delle acque e irrigazione. In ogni caso, voglio ribadire che gli agricoltori sono in prima linea per contrastare il cambiamento climatico, per assicurare ai consumatori un cibo salutare, per salvaguardare la sostenibilità, la biodiversità e l’ambiente. Fanno questo convintamente e consapevolmente e lo fanno già da tempo; basti pensare ai numerosi esempi in materia di agricoltura 4.0, quali l’agricoltura di precisione, l’uso di tecniche irrigue rivolte al risparmio idrico, le lavorazioni minime o conservative o anche al sempre più frequente ricorso alle energie rinnovabili.

POTREBBE INTERESSARTI