DI POPPA ROCCO

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DI POPPA ROCCO

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Venosa 1916 – 22 febbraio 1994

L’ente Irrigazione per il quale lavorava gli diede la possibilità di realizzare molti progetti di laghi artificiali, l’invenzione di un serbatoio impermeabilizzato su Monte Caccia e lo schema irriguo Basento-Bradano in Basilicata. Il suo amore per la Lucania era incondizionato e nel 1975 prese corpo in una raccolta di versi che vinsero un premio organizzato dalle edizioni Terza Pagina di Rotonda, “La mia terra”.

Nato a Venosa, in Basilicata, si trasferisce nel 1961 a Bari, senza mai recidere i legami con la sua terra natìa.

Appassionato studioso di opere di raccolta e utilizzazione delle acque, nell’Ente Irrigazione di Puglia, Lucania e Irpinia, realizza molti suoi progetti di laghi artificiali, tra i quali il serbatoio impermeabilizzato di Monte Caccia, in Puglia.

Poeta tra i più rappresentativi della letteratura lucana, le sue poesie hanno ricevuto prestigiosi riconoscimenti. Ha pubblicato sette volumi di poesie.

Rocco Di Poppa

Nato a Venosa nel 1916, Rocco Di Poppa è morto il 22 febbraio 1994.  Si era trasferito a Bari ai primi anni Sessanta, durante la migrazione di massa che la Riforma Fondiaria scatenò nel Mezzogiorno non soltanto in direzione del Nord. Era animato da una passione rabdomantica e l’Ente Irrigazione per il quale lavorava gli diede la possibilità di realizzare molti progetti di laghi artificiali, l’invenzione di un serbatoio impermeabilizzato su Monte Caccia e lo schema irriguo Basento-Bradano in Basilicata.

Si preoccupava nel tempo libero di organizzare gli incontri dell’associazione Famiglia Lucana ma perlopiù era in giro per campagne e colline proiettato dalla passione- lavoro della ricerca e canalizzazione delle acque. Perché l’acqua era l’aiuto concreto che si poteva offrire ai contadini e alle terre siccitose del materano e del barese.

Il suo amore per la Lucania era incondizionato e nel 1975 prese corpo in una raccolta di versi che vinsero un premio organizzato dalle edizioni Terza Pagina di Rotonda, La mia terra. “La gente della mia terra-scriveva- porta sul volto/cicatrici di miseria”. E di quella gente ricordava la protesta antifeudale nella piazza del paese, quando si levava “Una voce sola/la terra a chi la lavora”. La poesia allora era così, colloquiale e antiermetica, rivolta a un mondo contadino in lenta e difficile trasformazione e Di Poppa descriveva un paese fatto di rondini, di campane e di silenzi, un paese popolato di galline, cicale, pioppi, lumache, la fauna e la flora dell’altopiano di Venosa. Ricordava la notte in cui era morta la mamma quando “la cera delle candele/e il pallore tremulo/del lumino fumigante/davano più angoscia al silenzio”. In una lettera a Carlo Levi, col quale la Lucania faceva allora i conti intellettuali e politici, gli ricordava che certamente Cristo non poteva essere venuto dal Nord, se il Cristo della chiesa è sinonimo di benessere e di ricchezza, valori mai giunti più giù di Eboli.

Due anni più tardi,1977, a Trebisacce vedevano la luce altre 31 poesie vincitrici del premio Riviera Jonica, Orme di sole. Rocco aveva avuto un ispiratore nel cugino Enzio Di Poppa Volture, un poeta che si era formato alla cultura dannunziana e da cui Rocco si allontanava. Ricordava la casa paterna così piccola da stare “nel palmo/di una mano” e dove “il sole entrava/soltanto d’estate:/e si curvava per passare” ma osservava anche che l’universo era cambiato, che la catena di montaggio ha fatto sì che “se si smaglia un anello/tutta la vita si ferma/e si ferma anche il tempo/inchiodato a soli artificiali”. Era un po’ dentro la modernità e un po’ fuori, in quanto legato alla memoria e al passato, ma attento al grande esodo e alla vita di fabbrica. Arrivava il benessere ma con un peso considerevole, il costo del silenzio, dello spopolamento, degli emigranti, della nascita di un popolo che aspettava i cari lontani.

Nel ’79 usciva Controluce, una raccolta premiata al concorso Città di Marigliano. I versi per i calanchi di Aliano richiamavano un poeta che fu sempre caro a Rocco, Leonardo Sinisgalli, ma spiegavano la ragione per cui egli scarpinava tra i luoghi deserti, portare erba e fiori dove c’era solo un destino di siccità. Descriveva nuovamente nei versi Venosa, una città che gli si annunciava per il campanile, “Venosa, mia lucciola/tra mucchi di giorni spenti”, la città dell’infanzia “le serate trascorse con la luna,/gremite di giochi,/tra i ruderi del Castello…tra le rovinose scalate/alle vecchie mura della Trinità”. E proprio a Venosa le edizioni Osanna di Antonio Vaccaro gli avrebbero pubblicato nel 1986 le quaranta poesie de Il balcone della memoria. Si aprivano con una lettera in versi, un peana per Sinisgalli “ogni incontro si colmava di ore/strappate al sonno. Le tue parole chiare/come acqua di fonte/cavalcavano spazi siderali”. Se fosse diventato più complicato spostarsi per via dell’età, il balcone della memoria avrebbe aperto ora al poeta spazi infiniti di colori e di luce. Si aprivano davanti alla mente i colli sparsi tra i fiumi Noce e Melandro, le mura di Acerenza. E ancora Venosa gli accoglieva presso l’editrice Appia 2, nel 1990 I sogni dell’anima. La Basilicata che descriveva era quella fiaccata dal terremoto dell’80, la memoria di piazza Orazio, la casa dell’infanzia “la soglia di casa/luccica ancora di lacrime/nascoste tra le ciglia”. E’ una poesia memoriale, che celebra gli affetti familiari, le ombre lucane, i ricordi di gioventù e che non riesce più a suggere linfa dal presente. Lo stesso sentimento che cogliamo ormai nei versi di Sulle ali del tempo e poi di Oltre l’azzurro due raccolte edite da La Vallisa di Daniele Giancane nel 1992 e nel 1994. Qui sono versi per la nipotina Gemma, per la moglie, per la mammola secca che nelle pagine di un libro gli ricordano qualcosa e poi la constatazione del tempo che fugge e per le inquietudini dell’età, amara, “Cerco l’equilibrio della stagione/che avanza lentamente/senza strappi né cordate… Forse non so invecchiare”.

Raffaele Nigro

https://roccodipoppapoesie.wordpress.com/info/

Rocco Di Poppa

Rocco Di Poppa (1916-1994) nato a Venosa, in Basilicata, poeta tra i più rappresentativi della letteratura lucana, è stato appassionato studioso di opere di raccolta e utilizzazione delle acque. Suoi molti progetti, per l’Ente Irrigazione di Puglia, Lucania e Irpinia, di laghi artificiali, tra i quali il serbatoio impermeabilizzato di Monte Caccia, in Puglia (che è tra le prime opere nel mondo di raccolta d’acqua su roccia carsica) e lo schema irriguo Basento-Bradano in Basilicata.

Le sue poesie hanno ricevuto prestigiosi riconoscimenti. Le raccolte La mia terra, Orme di sole, Controluce, riunite nel 1980 in un unico volume edito da Laterza, con il patrocinio del Comune di Venosa, sono risultate rispettivamente vincitrici del Premio Letterario «Agosto rotondellese 1975», «Riviera Jonica 1977» e «Città di Marigliano 1979» e pubblicate a spese e a cura degli stessi concorsi. La sua quarta raccolta. Il balcone della memoria, Edizioni Osanna (1986), è stata vincitrice nel 1987, del premio letterario «Primavera Strianese». Nel 1990 pubblica I sogni dell’anima, con la prefazione di Raffaele Nigro presso Appia 2. Ma il volume più maturo è Sulle ali del tempo per i tipi La Vallisa di Bari (1992), presso la quale pubblicherà anche l’ultima sua raccolta. Oltre l’azzurro (1994).

A ROCCO, RABDOMANTE DELLA POESIA

Nel nome di Orazio, molte volte ci siamo intrattenuti a dialogare, nel nome di Roberto Maranta, di Tansillo, di La Vista, di Venosa.

Mio caro Rocco, come scappano le ore quando io ti parlo delle Accademie della tua città e tu mi racconti della tua amicizia con Sinisgalli, dei tuoi rapporti con tuo cugino Enzo Di Poppa Volture, oggi purtroppo dimenticato nonostante i suoi tanti versi.

E ti si illuminano gli occhi quando scivolando sulle avventure dei miei libri ci concediamo qualche scorribanda per le terre scoscese della Basilicata, per la murgia siticulosa della Puglia. Allora tu hai un argomento che ti veste come un cappotto, una sorta di medaglia al valore civile: l’acqua.

Come un rabdomante hai cercato per decenni fiumi sotterranei, hai indicato dove una falda stava certamente nascosta. L’hai snidata, o hai fatto in modo che un qualche avvallamento sassoso si trasformasse in un invaso ricco di umori e di vita. Tu sai le voci e i colori della natura. Sai i segreti degli insetti e le ragioni del mutismo abissale delle nuvole, quello delle piante e delle pietre. Ora io non mi meraviglio che tu racconti con madrigali piani e con epigrammi delicatissimi questi segreti. Sei l’uomo che si perse tutta la vita tra le campagne, sei l’uomo che cercò il dialogo con la terra e con le mille forme di vita che popolano i maggesi e le colture.

E non mi sorprende che tu scriva versi, che tu, abituato al concreto dei progetti, decida di affidare alla pagina i tuoi umori. E il bisogno di tornare con la memoria e in una versificazione colloquiale prima di tutto con te stesso, al tempo passato, alla giovinezza lontana e agli affetti di oggi e di sempre. La tua poesia è poesia della solarità, una poesia del minimalismo agreste. E in questa arca in cui accogli le creature e i sogni che furono e continuano ad esserti familiari, tornano immagini dolcissime di amori svaniti. Ora, niente ti inquieta più. La tempesta delle passioni si è ammutolita e una serenità fiduciosa, qua e là venata di nostalgia, accompagna le riflessioni e i ricordi, e accompagna le nostre passeggiate verso la difficile porta del secolo che viene.

Raffaele Nigro

https://seiran1972.blogspot.com/2014/03/movimento-internazionale-donn

MOVIMENTO INTERNAZIONALE “DONNE E POESIA” Rocco Di Poppa Poeta (1916-1994)


MOVIMENTO INTERNAZIONALE “DONNE E POESIA”

29° anno in collaborazione con

 SINDACATO NAZIONALE SCRITTORI – SEZIONE “PUGLIA – BASILICATA”
Membro European Writers’ Council
Giornata Mondiale della Poesia
World Poetry Day

 

Rocco Di Poppa

Poeta (1916-1994)

Incontro sull’opera poetica nel ventennale della scomparsa

Interventi

Prospero De Franchi

Andrea Filippetti

Anna Santoliquido

Rocco Di Poppa (19161994), nato a Venosa, in Basilicata, si trasferisce nel 1961 a Bari, senza mai recidere i legami con la sua terra natìa. Appassionato studioso di opere di raccolta e utilizzazione delle acque, nell’Ente Irrigazione di Puglia, Lucania e Irpinia, realizza molti suoi progetti di laghi artificiali, tra i quali il serbatoio impermeabilizzato di Monte Caccia, in Puglia.  Poeta tra i più rappresentativi della letteratura lucana, le sue poesie hanno ricevuto prestigiosi riconoscimenti.
Ha pubblicato sette volumi di poesie.

 

 

…Da sempre Di Poppa ha privilegiato una poesia antiermetica, un lirismo minimalista sostanziato di arredi propri della civiltà rurale. La lezione di Sinisgalli illumina il percorso di quest’esperienza letteraria che privilegia il frammento, la soluzione epigrammatica e che unisce nell’unica voce della poesia, la parola, il silenzio e la vita.

Raffaele Nigro

Lettura di poesie tratte dai libri dell’Autore a cura delle poetesse del Movimento.
Immagini di sfondo SABATO 22 MARZO  2014 – ore 18.00 “Ritratto di Rocco Di Poppa” “Oltre l’azzurro: il Campanile Via F. S. Abbrescia, 47 – BARI della Cattedrale di Venosa” Opere di Andrea Filippetti.

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