VENTRE MARIELE

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VENTRE MARIELE

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Bologna, 16 luglio 1939 – Bologna, 16 dicembre 1995

All’anagrafe Maria Rachele, nasce a Bologna da genitori lucani: papà Livio è di Marsico Nuovo e mamma Maria Rotundo è di Sasso di Castalda. Musicista e direttrice di coro, fonda il Piccolo coro dell’Antoniano di Bologna e lo dirige nella rassegna canora Zecchino d’Oro per 34 anni.

Mariele Ventre, all’anagrafe Maria Rachele, nasce a Bologna il 16 luglio 1939. I suoi genitori sono lucani. Papà Livio è di Marsico Nuovo e mamma Maria Rotundo è di Sasso di Castalda. La bambina ha già una sorella di due anni più grande, Maria Antonietta (futuro da notaio) con cui instaura un bellissimo rapporto, pur avendo temperamenti diversi. Mariele è più calma e pacata anche se entrambe ottengono la stessa educazione. La famiglia è molto religiosa e poi c’è il papà che suona il violino, è appassionato di musica e trasmette questa passione alle figlie che, insieme a lui, prendono a seguire l’Opera benché, all’età di 4-5 anni, la cosa non pare essere troppo entusiasmante. Comunque, dopo qualche anno iniziano a studiare pianoforte al Conservatorio “Martini” di Bologna che raggiungono, dopo un lungo tragitto, a piedi accompagnate dal papà.

I tempi dell’immediato dopoguerra sono economicamente difficili per tutti e non si possono usare mezzi di trasporto più rapidi. La famiglia abita vicinissima al Convento dei frati minori cappuccini di Sant’Antonio e, presto, le bambine entrano a far parte della grande famiglia francescana apprendendone i valori di pace, fratellanza e solidarietà.  Dapprima vanno solo a giocare poi, crescendo, si impegnano nelle attività che qui si svolgono. Mariele diventa araldina, in seguito catechista e dà una mano alla mensa dei poveri allestita nel chiostro del convento. La mensa sarà la prima delle tante attività benefiche dell’Antoniano, istituzione nata da poco su iniziativa di padre Ernesto Caroli che, durante gli inimmaginabili stenti subiti da prigioniero nel lager nazista, ha in sogno la visione di servire i più bisognosi proprio come avviene in un ristorante. A sostenerlo nell’impresa ci sono i confratelli padre Benedetto, padre Berardo e padre Gabriele e tutti passeranno alla storia come i Quattro Moschettieri.

E intanto ogni estate la famiglia Ventre torna in Lucania. Il mese di agosto è diviso, per la prima metà, a Marsico Nuovo e, per la seconda, nella vicina Sasso di Castalda dove ad attenderla ci sono la nonna materna e la festa di San Rocco di cui seguono la processione. Questo “rituale” si sarebbe ripetuto fino agli anni ’80, quando ormai Mariele è popolarissima.

Nel 1957 la ragazza consegue gli studi magistrali e, nel 1961, si diploma in pianoforte al Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Milano. Quello stesso anno è decisivo per il percorso che prenderà la sua vita. Da due anni, a Milano, si svolge lo “Zecchino d’Oro”, manifestazione canora dedicata ai bambini, trasmessa in TV e presentata da Cino Tortorella, noto al grande pubblico come mago Zurlì. Esigenze televisive, però, impongono il trasferimento della trasmissione in un altro luogo e la scelta ricade su Bologna, dopo un incontro casuale tra il conduttore e i frati del Convento, i quali si mostrano disponibili ad ospitare la rassegna. Avendo già in mente la persona su cui contare, padre Bernardo chiede a Mariele se le va di prendere parte al progetto, scegliendo le canzoni e preparando i bambini al canto. La neodiplomata accetta più per rispetto verso il frate che per convinzione, poiché avrebbe dovuto tralasciare l’attività di concertista a cui si sta dedicando sostenendo diverse audizioni. Accetta non immaginando la portata futura di quel “sì con riserva”, che l’avrebbe condotta, senza volerlo, alla fama internazionale.

E così, nel 1961, l’Antoniano di Bologna trasmette la terza edizione dello “Zecchino d’Oro”. Nei due anni successivi l’incertezza permane nella neo-insegnante che, tuttavia, si dedica scrupolosamente alle lezioni dei bambini, all’inizio a casa sua con la mamma che prepara loro la merenda. L’Antoniano non dispone di pianoforte e di spazi adeguati. Ma poi ogni dubbio è fugato. Anzi, Mariele nel frattempo elabora un delizioso progetto musicale comprendente un gruppo di supporto alle voci soliste. Nasce così il “Piccolo coro dell’Antoniano”, nome ispirato dall’età cantanti e dall’esiguità del numero. Nasce anche perché Mariele, in quella che diventerà una vera e propria scuola di canto, non è ammesso, come lei stessa dice, il divismo. Sono le canzoni non i bambini ad essere in gara, e tra loro deve esserci amicizia, aiuto, solidarietà, uguaglianza. È convinta che il cantare in coro, cosa più difficile del cantare da soli, insegna a stare insieme, a camminare uniti e vincenti verso lo stesso obiettivo. In questo la musica è una reale scuola di vita e lo è ancor di più se è accompagnata da un testo contenente messaggi significativi, utili al buon andamento della società. Pensiamo alla famosa “44 gatti” la quale dice ai bambini che bisogna fermarsi ad aiutare quel “resto di due” rimasto indietro.

E la maestra è attenta in questo, sceglie i testi e si preoccupa affinché le musiche siano adatte alla voce dei bambini, che sono davvero piccoli, dai 3 ai 12 anni al massimo. È un lavoro che la prende totalmente. Nei 38 “Zecchini” che segue collaborerà con gli autori dai quali riceverà sempre grande rispetto. Ufficialmente scriverà solo due canzoni.

Ma il “Piccolo coro” non è destinato a rimanere piccolo. Numericamente infatti cresce, cosa che gratifica la maestra a cui dispiace mandare indietro i bambini che arrivano da tutta Italia desiderosi di cantare. E loro si affezionano a questa maestra esile ed elegante che sa misurare dolcezza e rigore, pazienza e tenacia nel corso delle lezioni di canto. Durante l’esibizione televisiva, poi, non la perdono d’occhio. Ne seguono le indicazioni impartite da dietro la telecamera dove la maestra risiede per disposizioni dei registi. Per loro dirigere un coro è poco telegenico. E per diverse edizioni, infatti, non compare in video fino a che Cino Tortorella, per soddisfare la curiosità di quanti chiedono chi guardano i bambini mentre cantano, decide di far inquadrare la signorina Mariele. Da quel momento quel sorriso entra nelle case della gente e cresce la popolarità e l’affetto per questa donna dolcissima, grazie alla quale il “Piccolo coro dell’Antoniano” diventa famoso, è richiestissimo da altre trasmissioni televisive, e scala le classifiche musicali.

Il primo successo discografico è “Nella vecchia fattoria”, canzone del 1949 lanciata dal Quartetto Cetra e che Mariele reinterpreta per i suoi ragazzi. Inoltre, è presente nella sigla del programma musicale della RAI Canzonissima ‘68, nella famosa Zum zum zum.

Anche il mondo imparerà a conoscerlo. Si organizzano tournée in Israele, Belgio, Svizzera, Spagna, Norvegia, Polonia, Bulgaria. Il Piccolo coro e la loro maestra incontrano papi, illustri esponenti della musica e delle Istituzioni. Una foto a lei particolarmente cara immortala la piazza di Cracovia con 250.000 persone. Una fama planetaria, dunque, e Mariele inizia a collezionare premi e riconoscimenti mai ostentati, convinta, dice, di fare solo il suo dovere: Ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana, Dama dell’Ordine del Sorriso – Świdnica, Croce d’Oro della Commenda di Terra Santa, Premio Internazionale San Valentino d’Oro, Premio della Critica discografica italiana per ragazzi, membro del Senato accademico dell’Accademia Medicea, Medaglia del Sorriso. Nel 1979, nel corso della 22a edizione dello Zecchino d’Oro, il periodico TV Sorrisi e Canzoni le assegna il Telegatto – Gran Premio Internazionale dello Spettacolo.

Tiene molto al giudizio del padre e dopo le puntate dello Zecchino gli chiede: “Allora babbo come è andata?” E lui celava nelle risposte apparentemente distaccate e poco attinenti, il grande orgoglio e felicità per quella figlia che con convinzione afferma in casa: “Io non sono una diva”. Ma intanto tutti le scrivono, tante missive da persone influenti e no, a cui risponde sempre, chiedendo ogni volta di pregare per lei. 

È straordinaria per quel metodo tutto suo con cui insegna, e in breve tempo, le canzoni ai bambini. Li ascolta attentamente, ne corregge le imperfezioni di pronuncia laddove ve ne sono, trasmette gioia, riesce persino a far cantare in italiano i bimbi stranieri che partecipano allo “Zecchino”. Tra lei e loro il rispetto è reciproco.

Nel 1988 lo Zecchino d’Oro e il Piccolo Coro conquistano il Disco di platico con oltre 300.000 copie vendute.

Il coro, comunque, ha un limite d’età, i suoi componenti non possono superare i 12 anni. Ma è difficile uscire da quel mondo che continua a richiamare sempre più giovani. Un’idea di Mariele e di padre Ernesto Caroli, porta nel 1989 ad un’altra soluzione vincente, “Le verdi note dell’Antoniano”, coro inizialmente diretto da lei, il quale avvierà un promettente percorso artistico-musicale.

Anche la Basilicata omaggia colei che sente sua cittadina a tutti gli effetti. Nel 1991 l’Amministrazione Comunale di Pomarico (MT) le conferisce il Premio Lucania d’Oro per il Sociale.

L’Antoniano, intanto, prosegue nelle attività benefiche intraprese fin dalla sua fondazione. Opera con azioni di solidarietà in Italia e all’estero a favore dei bambini che vivono in Paesi in difficoltà a causa di crisi politiche o di condizioni economiche svantaggiate. Mariele in questo dà sempre il suo contributo, e lo fa anche nel 1995 quando, l’Istituto bolognese, decide di occuparsi della costruzione di un ospedale pediatrico a Makoua in Congo. Con dedizione totale segue i preparativi della rassegna canora e il progetto, anche stavolta nonostante stia combattendo da tempo contro la malattia.

La 38ª edizione dello Zecchino d’Oro si svolge dal 23 al 26 novembre di quello stesso anno. È l’ultima con la sua maestra.

Mariele Ventre muore a Bologna il 16 dicembre del 1995. Qui riposa. Solo allora la famiglia prende veramente atto della sua notorietà per via dei tantissimi messaggi di affetto e vicinanza che riceve.

I frati dell’Antoniano scrivono: “Mariele Ventre per decenni ha incarnato quegli ideali etici e pedagogici che l’Antoniano ha posto a fondamento delle sue attività musicali, ricreative e sociali per i più piccoli. Alle doti indiscusse di grande musicista e di educatrice, Mariele univa certe caratteristiche del suo temperamento – lo sguardo magnetico, il piglio dolce e autorevole, il rigore, la tenacia, il valore del sacrificio e la capacità di saper apprezzare le piccole cose della vita, uniti ad una fede radicata e vissuta – che l’hanno resa straordinariamente popolare e vicina al cuore della gente.”

Dopo soli quattro giorni RAI 1 le dedica uno speciale dove l’amico Cino Tortorella traccia il percorso umano e professionale della storica maestra, attorniato dagli alunni ed alunne, molti dei quali diventati grandi. In quell’occasione si annuncia che l’ospedale di Makoua porterà il suo nome. Porterà il suo nome anche il Piccolo Coro la cui direzione passa all’allieva Sabrina Simoni.

Dal 1996 in tutta Italia si moltiplicano le iniziative in sua memoria. Il Comune di Bologna le conferisce l’onorificenza il “Nettuno d’Oro”, l’Antoniano le intitola le raccolte fondi realizzate tramite il “Fiore della solidarietà”, a lei viene dedicato il piazzale antistante la chiesa di Sant’Antonio a Bologna.

E ancora le vengono intitolati luoghi e scuole in tutta Italia, mentre l’Associazione Artenota istituisce a Bagnara Calabra (RC) la prima edizione del Premio “Mariele Ventre”, concorso nazionale per bambini da subito accolto, riconosciuto dall’Antoniano di Bologna e dalla Fondazione “Mariele Ventre”.

La Fondazione, presieduta dalla sorella Maria Antonietta, viene costituita nel 1997 per volere della famiglia Ventre per tutelare l’immagine di Mariele, per coordinare le varie iniziative che subito dopo la sua morte sono nate, e soprattutto per divulgare il suo messaggio educativo tra chi insegna musica e canto.

Anche la Basilicata le rende omaggio. A Marsico Nuovo, paese del papà, edifica una statua bronzea e le intitola la strada dove c’è la casa di famiglia, mentre L’Associazione “Civitas Marsicana” chiama la sezione musicale, “Marsico per Mariele”. Sasso di Castalda, paese della mamma, chiama come lei il teatro e la famiglia dona il proprio palazzo Ventre-Rotundo al Comune con la clausola di farne un centro di educazione musicale per i bambini.

Nel 1999 esce il CD “Omaggio a Mariele”. I brani sono eseguiti dal Piccolo Coro e dalle Verdi Note insieme ai bambini di Case Accoglienza del Sud America che portano il suo nome.  Il CD, edito dall’Antoniano e distribuito dalla Warner Music, contiene sette canzoni che parlano di lei, tra cui “Ele” cantato dai due cori nel corso della 39ª edizione dello Zecchino d’Oro.

Nel 2005, durante 48° Zecchino d’Oro, viene eseguita la canzone “Mariele chi è?”

Nel 2011 il francescano padre Berardo Rossi, tra i fondatori dell’Antoniano e biografo ufficiale di Mariele Ventre, presenta domanda di beatificazione della maestra all’Arcidiocesi di Bologna e, due anni dopo, viene avviato il processo.

Nel 2015, per il 20° anniversario dalla scomparsa, esce un’altra canzone “Il segreto (per Mariele)” incisa da Cristina D’avena, già piccolissima interprete dello Zecchino, insieme al Piccolo Coro e le Verdi Note dell’Antoniano.

Nello stesso anno il Piccolo Coro e la loro maestra Sabrina Simoni sono in Lucania, a Viggiano (PZ), invitati a cantare nel 50° anniversario della elevazione, ad opera di Papa Paolo VI, del Santuario della Madonna del Sacro Monte di Viggiano a Basilica Pontificia.

L’occasione consente ai bambini di recarsi anche nella vicina Marsico Nuovo per rendere omaggio alla statua di Mariele edificata nei giardini pubblici.

Sempre nel 2015 esce il libro “Lettere da Mariele… Oltre le note dello Zecchino d’Oro” pubblicato a cura della Fondazione omonima, che raccoglie alcune delle oltre 30.000 lettere inedite da lei inviate in ogni parte del mondo.

Nel 2016 nasce il coro “Vecchioni di Mariele” costituito dagli ex allievi ormai adulti che, dal 2019, diventa l’Associazione Culturale a promozione sociale “Vecchioni di Mariele APS”. Il fine è di mantenere vivo il ricordo dell’insegnante e il repertorio musicale storico dell’Antoniano.

Nel 2019 la RAI trasmette il film “I ragazzi dello Zecchino”, regia Ambrogio Lo Giudice, che racconta la nascita del Piccolo Coro dell’Antoniano (di cui il regista ha fatto parte da bambino) con Matilda De Angelis nel ruolo di Mariele Ventre, “splendida figura di artista e di educatrice cristiana”, come l’aveva definirla il cardinale Giacomo Biffi, Arcivescovo di Bologna. Nota al mondo, Mariele ha tratto dalla sua profonda spiritualità la linfa vitale della sua energia e della sua dolcezza. La gratuità ha esaltato lo spirito generoso di questa donna che, da laica, ha abbracciato i valori francescani, trasfondendoli in opere di bene (devolveva metà dello stipendio nell’aiuto agli altri) e nella formazione di generazioni di bambine e bambini i quali, grazie al suo metodo mai cambiato, hanno imparato a cantare e a responsabilizzarsi giocando. Con loro si scriveva spesso.

Un repertorio di oltre 1.400 brani è il patrimonio musicale inciso su vinili e, alcuni, nella memoria collettiva di milioni di appassionati a quel “festival di Sanremo” dei piccoli che continua tutt’oggi sotto la sua aurea. Alla creazione di quel repertorio, Mariele ha seriamente contribuito, forte della formazione classica mai abbandonata e che spesso traferiva ai bambini, insegnando loro un brano di musica classica. Vi è uno che amava particolarmente, l’”Ave Verum Corpus” di Mozart, inno eucaristico che celebra la presenza del corpo di Gesù nel sacramento della comunione. Coro e orchestra si fondono in un brano dalle atmosfere rispettose, semplice ed essenziale, eppure carico di espressività che affiora dai contenuti del testo e dalla melodia eseguita quasi sottovoce. In queste caratteristiche ritroviamo Mariele. Ritroviamo il suo sorriso.

Anna Mollica

 

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