DE LUCA LUIGI

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DE LUCA LUIGI

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Sasso di Castalda (PZ), 1907 – Roma, 1960

Editore, critico d’arte e gallerista. Fondatore, a Roma, dell’Istituto Grafico Tiberino e della Casa Editrice De Luca specializzata in volumi d’arte.

Luigi De Luca, editore e critico d’arte, nasce a Sasso di Castalda (PZ) nel 1907 da papà Vincenzo e da mamma Battista. Fa parte di una numerosa famiglia di umili origini. Suo fratello maggiore Giuseppe (v. Scheda), nato dal precedente matrimonio del padre con Raffaella Viscardi deceduta poco dopo averlo messo al mondo, si è trasferito a Roma deciso a portare avanti il suo cammino sacerdotale. Anche Luigi va a vivere giovanissimo a Roma ma non seguirà le orme del fratello, o meglio le percorrerà in parallelo poiché accomunato dagli stessi interessi.

I due, infatti, nutrono un profondo amore per la Cultura che li porta ad affermarsi come figure centrali della sua divulgazione. Negli anni Trenta, Luigi fonda l’Istituto Grafico Tiberino, non una semplice tipografia ma una vera e propria “filosofia della stampa” con cui realizza prodotti editoriali di alto profilo contenutistico ed esteticamente raffinati. La fase preparatoria non lascia nulla al caso. Ogni dettaglio viene studiato secondo una linea che attinge dalla tradizione artigiana e dalla voglia di sperimentare nuovi stili, ben visibili soprattutto nelle riproduzioni artistiche.

Il risultato è apprezzato tanto che, in breve tempo, l’Istituto Grafico Tiberino acquista prestigio nel mondo delle stamperie italiane. Tra le prime pubblicazioni vi è “Sembra letteratura” di Giambattista Vicari, libro del 1938.

L’Istituto Grafico stampa diverse riviste il cui tenore, anche internazionale, spazia dalla letteratura all’arte, dalla politica al sociale, dall’architettura alla musica. Tra le più autorevoli troviamo “Il Costume”, “Ansedonia” (in seguito “Lettere d’Oggi – Rivista mensile di letteratura“), “Lo Spettatore Italiano”, “Botteghe Oscure”, “Letteratura”, “Tempo Presente”, “Nuovi Argomenti”, “La Casa”, “Realtà del Mezzogiorno”,Ordini”, “L’Immagine”, “Commentari”, la collana “Artisti d’oggi”.  Nomi autorevoli compaiono su queste riviste a volte come direttori altre come collaboratori: Giorgio Bassani, Alessandro Bonsanti, Ignazio Silone, Alberto Moravia, Aldo Carocci, Pier Paolo Pasolini, Pio Montesi, Libero De Libero, Guido Macera, Giulio Carlo Argan Roman Vlad, Cesare Brandi, Lionello Venturi, Mario Salmi, Fortunato Bellonzi, Maurizio Calvesi, Nello Ponente, i lucani Leonardo Sinisgalli e Nicola Chiaromonte. Sono tutti esponenti dall’alto profilo culturale, alcuni dei quali trovano spazio nelle collane poetiche in cui vengono pubblicati, tra gli altri, anche versi di Giorgio Caproni, Lorenzo Viani, Libero Bigiaretti, Roberto Melli, Fausto Pitigliani.

L’Istituto Grafico Tiberino stampa altresì le Edizioni di Storia e Letteratura del fratello monsignor De Luca, che le fonda nel 1941, dirigendole sotto l’egida dell’inclusione tematica ed intellettualistica. Uomo cosmopolita, di elevato tenore culturale, don Giuseppe è un valido supporto per il fratello minore di cui segue gli sviluppi della carriera professionale. È sempre al suo fianco anche nell’inoltrarlo dentro l’ineguagliabile patrimonio artistico di Roma, che tanto affascina Luigi al punto da rendere la sua prossima casa editrice specializzata in pubblicazioni sull’arte.

Le neonate Edizioni De Luca pubblicano anche opere di Letteratura, Poesia, Storia sempre avvalendosi di grandi firme. Eppure sono quelle dei critici d’arte e degli artisti a condizionare i suoi orientamenti, quindi le sue produzioni, ed in particolare, i membri della “Scuola romana” attivi nella Capitale dagli anni Venti agli anni Quaranta. La stessa casa editrice, del resto, diventa punto di ritrovo di letterati ed artisti di spicco, i quali danno vita ad un fruttuoso scambio di idee e proposte che vivacizzano il pensiero e l’attività artistica in tutta Italia. Non è un caso che Luigi partecipa alla fondazione dei “Martedì letterari”, una delle manifestazioni romane culturalmente più evolute che, presso il teatro Eliseo, ospita i maggiori rappresentanti italiani e mondiali, dell’archeologia, architettura, arte, filosofia, religione, musica, scienze, storia e società, del teatro e del cinema.

Inoltre, avvia da subito una stretta relazione con le mostre d’arte di enti pubblici o gallerie private di cui stampa i cataloghi. Già con l’Istituto Grafico Tiberino realizza il catalogo “Rassegna nazionale di arti figurative” della V Quadriennale Nazionale d’Arte di Roma del 1948, dando il via al lungo sodalizio con il prestigioso Ente dedicato alla promozione dell’arte contemporanea italiana che, allora, ha sede nell’ottocentesco Palazzo delle Esposizioni.

Nel 1950 Luigi De Luca fonda una propria galleria d’arte, la Galleria Palma, che espone opere di pittori italiani dell’arte contemporanea. Buona è l’affluenza dei visitatori, buone le vendite. In questi spazi espositivi vengono proposti vari artisti, perlopiù esponenti della “Scuola romana”, a cui l’editore dedica monografie nella celebre collana “Artisti d’oggi”, pubblicata a partire dall’anno prima. Tra loro vi è Giovanni Omiccioli, Franco Gentilini, Domenico Puri­ficato, Riccardo Francalancia, Rolando Monti, Mario Mafai, Afro Basaldella. Insomma, il gallerista lucano avvia una stagione di interessanti iniziative d’arte che procedono, sul piano editoriale, con altrettante interessanti pubblicazioni sulle sue riviste.

Rilevanti sono quelle realizzate per la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma con cui De Luca dà vita ad un’interessante e durevole collaborazione.

Di stima reciproca è, dopotutto, il rapporto con la direttrice Palma Bucarelli per la quale pubblicherà pregevoli cataloghi delle loro mostre d’arte. Tra tutte si ricorda l’esposizione “Pablo Picasso” del 1953, curata in catalogo dal critico e storico dell’arte Lionello Venturi.

Altro significativo legame è quello che l’editore stringe con “L’Obelisco”, galleria d’arte fondata a Roma nel 1946 dai coniugi Irene Brin, scrittrice e giornalista, e Gaspero del Corso, collezionista.

Intanto, prosegue il sodalizio con la Quadriennale Nazionale d’Arte di Roma di cui è editore, ne cura i cataloghi e i pregiati “Quaderni”. Accade lo stesso con la VI edizione del 1951.

Nel 1952 la casa editrice De Luca presenta, a cura di Lionello Venturi, il volume “Otto Pittori Italiani” che raccoglie opere di Afro, Birolli, Corpora, Moreni, Morlotti, Santomaso, Turcato, Vedova e, nel 1955, pubblica il catalogo della VII Quadriennale di Roma.

Nel 1958, presenta il volume, curato sempre da Venturi, “Pittori Italiani d’oggi”, dove ritroviamo Birolli, Afro, Santomaso, Vedova, Corpora, Turcato, e in più Mario Mafai, Fausto Pirandello, Bruno Cassinari, Toti Scialoja, Antonio Scordia.

Nello stesso anno esce il primo dei due volumi gli “Archivi del Futurismo”, la più imponente raccolta sul corrente movimento artistico – letterario che esalta la modernità e l’innovazione. Nelle 620 pagine troviamo i lavori artistici di Soffici, Sant’Elia, Funi, Severini, Rosai, Conti, Balla, Marinetti, Depero, Prampolini, Boccioni, Russolo, Sironi, Carrà. Il secondo esce quattro anni dopo.

Nel 1959 pubblica il catalogo dell’VIII Quadriennale Nazionale d’Arte di Roma ed è l’ultimo atto del suo operato.

Luigi De Luca, infatti, muore improvvisamente a Roma nel 1960, in piena attività e all’apice del successo. Grande è il dolore di don Giuseppe, che da lì a due anni si sarebbe spento anche lui. Il sacerdote lucano perde molto più che un fratello, ma il suo alter ego, al quale era significativamente connesso in virtù di quel pensiero che li aveva resi delle singolarità nel mondo della Cultura: entrambi fuori da schemi preordinati, entrambi aperti a nuovi paradigmi, entrambi dotati di perspicacia ed oculatezza.

La prova di questi assunti è nel loro modo di agire. Riguardo a Luigi, in particolare, la fama di tanti artisti del Novecento è dovuta alla sensibilità e lungimiranza di un uomo che è riuscito a “leggere” la loro arte e a farla leggere sulle sue prestigiose riviste.

Nel 1988, il critico d’arte lucano Giuseppe Appella cura per lui “Un editore come De Luca”, Edizioni della Cometa. Stampato in mille copie numerate, il libro è un omaggio a Luigi compiuto attraverso testimonianze di chi lo aveva conosciuto. Saggi di Elena Croce, Gabriele De Rosa (v. Scheda), Giorgio Caproni, Toti Scialoja, Romeo Lucchese, figurano accanto a foto dell’editore, della sua famiglia e delle copertine di alcuni libri, oltre ai suoi ritratti realizzati dagli artisti Maccari, Tamburi, Stradone, Gentilini.

E sempre per ricordarne la figura viene istituito il Premio Nazionale “Luigi De Luca” per il libro d’arte.

Nel frattempo, il figlio Stefano prende le redini della casa editrice. Seguendo le orme del padre, con lo stesso rigore e spirito di innovazione traghetta l’impresa De Luca nei decenni successivi mantenendo salde le collaborazioni sia con la Galleria Nazionale d’Arte Moderna, sia con la Quadriennale di Roma. Oltre a quelli della G.N.A.M., pubblica i cataloghi delle mostre di Palazzo Venezia, della Soprintendenza Archeologica di Roma, dell’Accademia di Francia, del Gabinetto Nazionale delle Stampe, della Galleria d’Arte contemporanea “L’Attico” di Roma e della storica galleria Russo. Presenta, inoltre, le collane di “Studi di Archeologia”, i volumi del “Museo Nazionale Romano”, del “Museo Nazionale di Napoli” e di altri apprezzabili musei. Stefano De Luca vende, poi, l’Istituto Grafico Tiberino mantenendo l’area dell’editoria d’arte con cui pubblica monografie o riviste d’arte ed architettura. È inoltre compartecipe di diverse iniziative promozionali che, nel corso degli anni ’80, si susseguono in ambito artistico. Fonda, infatti, con Dario Durbè, esperto dell’arte ottocentesca italiana, l’Archivio dei Macchiaioli finalizzato alla divulgazione e valorizzazione in Italia e all’Estero, del movimento dei Macchiaioli e della pittura toscana dell’Ottocento (movimento di cui, per qualche tempo, fece parte anche il lucano Michele Tedesco, originario di Moliterno).

Con Italo Mussa e un gruppo di artisti dà vita al Centro Culturale Ausoni presso l’ex Mulino Cerere, dove vengono organizzate mostre e incontri di giovani artisti italiani e stranieri. Il centro diventa, in breve, un punto centrale della cultura artistica romana. E ancora, per l’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione realizza la collana sui “Materiali della cultura artistica”.

Negli anni Novanta la casa editrice si fonde con la Leonardo Mondadori, dando vita alla Leonardo-De Luca. L’attività amplia i suoi confini con pubblicazioni di carattere internazionale. Nel 1990 e ‘92, cura la redazione in cinque lingue, dei cataloghi di Van Gogh mostra sul centenario ad Amsterdam, di Rembrandt a Berlino, Londra e Amsterdam, e di Toulouse Lautrec a Londra e Parigi. Nel 1995 il sodalizio con Mondadori viene interrotto ma non l’attività della casa che, con la denominazione, De Luca Editori d’Arte tutt’oggi continua a pubblicare manuali di carattere storico, artistico, architettonico relativi all’intera penisola. In più, ha stretto una collaborazione con la Fondazione milanese Giulio e Giovanna Sacchetti Onlus per promuovere iniziative editoriali a favore della divulgazione del patrimonio storico, culturale e artistico della città di Roma.

Anna Mollica

De Luca, una famiglia di editori – Diacritica

 

DE LUCA, UNA FAMIGLIA DI EDITORI
di Alice Ghilardotti

Luigi De Luca, fondatore della tipografia e della casa editrice

 

Luigi De Luca, nato a Sasso di Castalda (Potenza) nel 1907, si trasferisce giovanissimo a Roma dove, negli anni Trenta, fonda l’Istituto Grafico Tiberino e in breve tempo diventa un raffinato stampatore, pubblica numerose riviste fino alla decisione di avviare una casa editrice specializzata in libri d’arte.

A Roma risiede già il fratello di Luigi, monsignor Giuseppe De Luca, sacerdote, intellettuale di spicco del contesto culturale cattolico e successivamente editore anch’egli e Luigi, anche con il supporto del fratello, avrà modo di conoscere l’ambiente romano delle lettere e delle arti, diventando ben presto un punto di riferimento della cultura artistica romana.

A titolo esemplificativo si ricordano i titoli di alcune riviste pubblicate dall’Istituto Grafico Tiberino: «Ansedonia», «Botteghe Oscure», fondata dalla principessa Marguerite Caetani, che ha come redattore Giorgio Bassani; «Tempo Presente», diretta da Ignazio Silone e Nicola Chiaromonte; «Nuovi Argomenti», diretta da Alberto Moravia e Aldo Carocci; «La Casa», diretta da Pio Montesi e Libero De Libero; «L’Immagine», diretta da Cesare Brandi; «Commentari» diretta da Lionello Venturi e Mario Salmi; «Lettere d’Oggi», in cui compaiono autori come Mario Praz, Cesare Pavese e altri.

L’Istituto Grafico Tiberino stampa le edizioni di Storia e Letteratura, dirette da monsignor De Luca (i noti, preziosi volumi concernenti storia, letteratura, economia, politica e altre collane di varia erudizione) e Luigi De Luca si afferma come uno dei più quotati tipografi d’Italia.

Lavora con i migliori stampatori artigiani, ma è attento anche alla sperimentazione tecnica, raggiungendo così, nel campo della riproduzione d’arte, un livello di perfezione ancora oggi visibile nei suoi prodotti.

Luigi De Luca, nel tempo, essendo spesso a contatto con gli artisti e i critici d’arte autori delle riviste che pubblica, viene sempre più attratto dal mondo artistico.

In un ambito quasi pionieristico per il libro d’arte, De Luca esordisce negli anni Cinquanta con i prestigiosi volumi delle collane «Otto Pittori Italiani» nel 1952 (Afro, Birolli, Corpora, Moreni, Morlotti, Santomaso, Turcato, Vedova) e «Pittori Italiani d’oggi» nel 1959 (Mafai, Pirandello, Birolli, Afro, Cassinari, Santomaso, Vedova, Corpora, Turcato, Scialoja, Scordia), entrambe curate da Lionello Venturi. Per un volume, la galleria romana La Tartaruga organizza una mostra così pubblicizzata in un pieghevole:

In occasione della pubblicazione dell’opera di Lionello Venturi “Pittori Italiani d’oggi” edito recentemente da Luigi De Luca, siamo lieti di allestire una mostra con opere degli undici pittori presentati nel libro. Sono i pittori che Venturi ha difeso con la sua attività di critico militante e con la ponderatezza del suo giudizio di storico dell’arte partecipando egli stesso alla loro battaglia per il rinnovamento del gusto pittorico italiano.

La chiara fama attuale della maggior parte degli artisti sopra elencati è stata favorita certamente dall’importanza assunta dalle pubblicazioni di Luigi De Luca.

La giovane casa editrice, fin dall’inizio, ha uno stretto rapporto con le mostre d’arte e inizia a pubblicare, con le stampe eseguite nel proprio stabilimento tipografico, i cataloghi di mostre di enti pubblici e di gallerie private in cui gli artisti espongono per vendere le proprie opere.

Editore della Quadriennale di Roma, Luigi De Luca ne cura i cataloghi e i preziosi «Quaderni» e avvia un’importante collaborazione, che sarà proseguita e consolidata dal figlio Stefano, con la direttrice della Galleria Nazionale d’Arte Moderna, dottoressa Palma Bucarelli per la quale pubblicherà dei bellissimi cataloghi delle mostre d’arte; collabora con «L’Obelisco», la galleria romana di Irene Brin e Gaspero del Corso; tra i molti cataloghi, pubblica Picasso, a cura di Lionello Venturi, nel formato di 18,5×13 cm, 69 pagine di testo e 171 tavole in bianco/nero su carta. Sempre nella tradizione di famiglia, il figlio di Luigi, Stefano De Luca, avvierà la collaborazione con la galleria Russo di Roma.

In tale clima di effervescenza artistica attorno all’Istituto Grafico Tiberino e alla casa editrice Edizioni d’Arte De Luca, Luigi De Luca, nel 1950, fonda una galleria d’arte, la Galleria Palma, dove vengono allestite personali dedicate ad apprezzati protagonisti della pittura italiana contemporanea, perlopiù esponenti della cosiddetta “Scuola romana”, con una buona fortuna espositiva e di mercato, che parallelamente si vedono consacrati attraverso la celebre collana di monografie «Artisti d’Oggi», pubblicata dallo stesso De Luca a partire dal 1949, che annovera tra i suoi collaboratori Leonardo Sinisgalli, Nello Ponente, Giulio Carlo Argan, Maurizio Calvesi, Libero De Libero, Fortunato Bellonzi.

Il lavoro della casa editrice è eseguito sotto ogni aspetto in modo responsabile e ottimale, e ne è testimonianza la perfetta esecuzione dei cataloghi, dei manifesti e dei vari stampati delle mostre. La fama della tipografia e della casa editrice nell’ambito dei funzionari pubblici e dei galleristi privati incrementa in modo determinante il numero delle aziende che si rivolgono a De Luca per le loro esigenze.

Intorno all’editore si raccoglie un cenacolo di artisti e letterati che si ritrovano presso la sede romana di via Gaeta, dando vita a uno scambio culturale e a un’attività vivacissima per l’arte romana. Gabriele De Rosa, nel saggio Ha costruito una cattedrale dedicato a don Giuseppe De Luca, così ricostruisce la collaborazione editoriale tra i fratelli Luigi e don Giuseppe, e descrive il loro essere punti focali per la Roma intellettuale dell’epoca:

I libri che uscivano dalla fucina di via Lancellotti erano sempre libri di alta ricerca, con documentazioni sorvegliatissime, con collazioni scrupolosissime. Don Giuseppe aveva studiato il formato, i caratteri, il disegno di queste collezioni pregevoli, preparate senza fretta, con un ritmo di tempo quasi artigianale, con il fratello Luigi, stampatore tra i più fini e intelligenti che Roma abbia avuto negli ultimi venti anni e che aveva trasformato la bottega di via Gaeta in un cenacolo, in un luogo d’incontri, di amicizie tra pittori, scultori e letterati: era una Roma intensa e curiosa, dove nacquero e morirono tante belle e vibranti speranze, all’ombra dell’umanità calda e della signorilità squisita di Luigi De Luca.

Anche la poesia trova la propria collocazione nel catalogo di Luigi De Luca con la collana che raccoglie i versi di Giorgio Caproni, Lorenzo Viani, Libero De Libero, Libero Bigiaretti, Roberto Melli, Fausto Pitigliani e tanti altri.

Egli partecipa anche alla fondazione di una delle manifestazioni romane culturalmente più avanzate, i “Martedì letterari” al teatro Eliseo.

Al momento della tragica scomparsa, nel 1960, Luigi De Luca è una delle figure più rappresentative di Roma nell’ambito culturale e artistico, pronto ad appoggiare con partecipazione e fattivamente chiunque abbia iniziative da proporre, purché diano garanzie di qualità e decoro culturale. Una testimonianza in tal senso, utile a comprendere la figura di De Luca, è quella del poeta Giorgio Caproni, di cui riportiamo un estratto:

Chi non ha venduto un quadro a De Luca, chi non ha visto curar da lui in persona un catalogo agognato o i quinterni d’una rivista o l’impaginazione d’un libro di versi (e sempre con un gusto tipografico degno d’un antico stampatore) alzi la mano. Quand’io capitai a Roma sprovveduto di tutto, e col pianto in gola vedendo il mio piede smarrirsi in tale scarpa troppo grossa per me, fu l’amico Bigiaretti a portarmi lì, in via Gaeta, da De Luca. Nel buio di quegli uffici pieni di quadri e di fumo, e nel disordine apparente delle carte, De Luca era seduto dietro il suo grande tavolo ingombro di bozze (lo stesso che gli è servito fino a ieri l’altro), sorridente davanti alla mia aria scoraggiata; e non gli occorsero molte parole perché io, quando ne uscii, già mi sentii un altro; non più tanto povero e solo, e sicuro d’aver trovato meglio che un editore (mi stampò subito “Finzioni”), un amico […].

Le parole del poeta, piene di riconoscenza ed ammirazione, sono state pronunciate alla Fiera Letteraria di Roma il 6 marzo 1960, pochi giorni dopo la scomparsa dell’editore, e delineano la straordinaria personalità di un eclettico sempre disponibile verso gli artisti e sempre appassionato del proprio lavoro.

Un piccolo e prezioso libro, Un editore come De Luca, a cura di Giuseppe Appella ed edito nel 1988 dalle Edizioni della Cometa in mille copie numerate, rende molto bene l’idea della personalità di Luigi De Luca e l’immenso e sincero dispiacere per la sua scomparsa improvvisa e prematura. In esso sono raccolti sia saggi sia ritratti dell’editore disegnati da diversi artisti. I saggi sono i seguenti: Elena Croce, L’amico dei libri (in «Il Mondo», 22 marzo 1960), Gabriele De Rosa, La lealtà di De Luca (lettera alla moglie di De Luca del 18 febbraio 1960), Giorgio Caproni, Il sorriso di De Luca (in «La Fiera Letteraria», 6 marzo 1960), Toti Scialoja, La grande forza di De Luca (discorso del 5 giugno 1987 alla Pinacoteca Provinciale di Matera in occasione del Premio nazionale “Luigi De Luca” per il libro d’arte), Romeo Lucchese, Biografia (il libricino è dotato di un’importante iconografia; insieme ai saggi sono riportati, oltre a diverse foto dell’editore, della sua famiglia e delle copertine di alcuni libri, i ritratti di Luigi De Luca eseguiti dai seguenti artisti: Mino Maccari, Roma 1938; Tamburi, Roma 1943; Stradone, Roma 1947; Stradone, Roma 1956; Gentilini, Roma 1959; Gentilini, Roma 1960).

Riportiamo in Appendice i ritratti elencati di questi artisti famosi, a dimostrazione degli stretti rapporti professionali e di amicizia che l’editore ha saputo stringere nel tempo con l’ambiente intellettuale romano. Riportiamo anche una foto, tra le molte presenti nel libro, di Monsignor Giuseppe De Luca con la mamma Battista, perché significativa dei suoi rapporti famigliari; molto uniti tra loro, insieme «per caso», distanti per erudizione ma stimati in egual modo dagli intellettuali che frequentano la loro casa.

 

Don Giuseppe De Luca: sacerdote, intellettuale, editore

Giuseppe De Luca nasce a Sasso di Castalda nel 1898 da una famiglia di contadini. Primo figlio di Vincenzo, rimane orfano di madre a poche settimane di vita.

Viene ordinato sacerdote il 30 ottobre 1921, nella cappella del Laterano, dal cardinale Pompilj. Quando il padre si risposa con Battista, Giuseppe avrà uno splendido rapporto con lei e con i numerosi fratelli che arriveranno, tra i quali Luigi, il futuro editore d’arte; la mamma seguirà don Giuseppe a Roma e vivranno sempre insieme nella casa presso San Pietro in Vincoli.

Giuseppe De Luca inizia gli studi teologici presso il seminario di Ferentino, prosegue a Roma e si laurea in Teologia negli anni Venti del Novecento.

Nel 1943 fonda le “Edizioni di Storia e Letteratura” dopo una lunga collaborazione con la casa editrice cattolica Morcelliana, la quale si proponeva di dar voce a un’originalità cristiana nella riflessione e celebrazione di tutte le dimensioni dell’umano, con l’obiettivo di superare l’ambito locale e di aprire la cultura cattolica italiana alle suggestioni del cattolicesimo europeo. Personaggio eclettico, sacerdote, intellettuale, ha l’ambizione di creare una nuova cultura cattolica.

Nel 1929 monsignor De Luca si reca a casa dello scrittore Giovanni Papini, a Roma in via Gian Battista Vico, dove la domenica lo scrittore è solito accogliere gruppi di amici intellettuali. È presente nella casa anche Piero Bargellini, che rimane colpito dalla cultura di questo “pretino”, tanto più che all’inizio viene quasi preso in giro dai partecipanti, ma quando De Luca inizia a parlare tutti rimangono meravigliosamente attratti dalla sua cultura. Bargellini si fa dare l’indirizzo e il giorno successivo lo va a trovare, proponendogli la collaborazione alla rivista «Il Frontespizio».

«Il Frontespizio», rivista letteraria e artistica di ispirazione cattolica, che nasce a Firenze nel 1929 su iniziativa di Bargellini ed edita da Vallecchi, è orientata all’inserimento del pensiero cattolico nella cultura nazionale, e si avvale di contributi di scrittori sia di orientamento cattolico e conservatore, come lo stesso Papini, sia di una nuova generazione, e di critici impegnati nell’elaborazione di un nuovo messaggio letterario di respiro europeo. Da quel momento nasceranno una profonda amicizia tra i due e una proficua collaborazione.

Don Giuseppe subordina la propria collaborazione al «Frontespizio» alla condizione di poter scrivere in maniera anonima, con degli pseudonimi. La sua proposta viene accolta, con grande soddisfazione di Bargellini; sotto i più diversi e fantasiosi nomi, De Luca scriverà moltissimi articoli e soprattutto sarà dai due intellettuali, Papini e Bargellini, enormemente stimato.

Dal punto di vista politico, monsignor De Luca è consapevole che in ambito culturale è inevitabile considerare la politica: il suo atteggiamento è, dunque, apartitico ma non apolitico.

La sua politica mira al rinnovo della cultura cattolica. Don Giuseppe avrà rapporti strettissimi con i migliori intellettuali della sua epoca, documentati in molti epistolari e in particolare un suo importante interlocutore sarà Giovanni Battista Montini, il futuro papa Paolo VI.

Carlo Bo definirà le Edizioni di Storia e Letteratura una casa editrice senza paragone nel panorama italiano dell’epoca, per l’eccellenza di alcuni titoli ma soprattutto per la vastità degli interessi e la larghezza dell’accoglienza.

Numerose le collaborazioni di don Giuseppe a riviste e quotidiani: è uno scrittore prolifico e, oltre agli articoli per «Il Frontespizio», scriverà sulla terza pagina del «Popolo», chiamato da don Luigi Sturzo, e sull’«Osservatore romano» nella rubrica La parola eterna.

Tra i suoi scritti più importanti abbiamo Introduzione alla storia della pietà e la sua corrispondenza con personaggi di spicco della cultura non solo cattolica.

De Luca diventa anche un grande collaboratore di Giuseppe Bottai, in un ambito distaccato dalla politica; con Bottai coltiva soprattutto i rapporti con il cattolicesimo, tanto che l’amicizia tra i due durerà oltre il crollo del fascismo.

De Luca ama molto il proprio lavoro di editore e considera i libri opera dell’autore ma anche frutto del lavoro dell’editore, che risulta indispensabile per raggiungere un elevato livello di qualità. Per la realizzazione tipografica si affida all’Istituto Grafico Tiberino del fratello Luigi che, come sempre, produce opere di raffinata qualità. Don Giuseppe è ovviamente anche consulente della giovane casa editrice del fratello.

Appassionato bibliofilo, ha lasciato una cospicua biblioteca oggi conservata presso Palazzo Lancellotti a Roma, dove don Giuseppe aveva la sede della propria casa editrice fin dal dopoguerra, in un appartamento datogli in affitto dalla famiglia Lancellotti, assieme a un archivio denso di scambi epistolari tra De Luca e diversi intellettuali.

Monsignor Giuseppe muore a Roma, pochi giorni dopo un intervento chirurgico, il 19 marzo 1962, a poca distanza dalla tragica scomparsa del fratello minore Luigi che l’ha profondamente addolorato.

Al suo capezzale riceve la visita di Papa Giovanni XXIII, con il quale ha stretto un rapporto di amicizia e collaborazione. La Porta della Morte della Basilica di San Pietro, realizzata dallo scultore Giacomo Manzù, reca la dedica A don Giuseppe De Luca Giacomo Manzù 1963.

 

Stefano De Luca, editore d’arte dagli anni Sessanta del Novecento ad oggi

L’eredità di Luigi De Luca, prematuramente scomparso nel 1960, è stata raccolta dal figlio Stefano il quale, non ancora ventenne, ha saputo mantenere e innovare la casa editrice dagli anni Sessanta ad oggi con successo e con lo stesso alto livello di qualità perseguito dall’editore Luigi.

Stefano De Luca, in una delle prime iniziative dopo la tragedia, si propone alla Direttrice della Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma (GNAM), Palma Bucarelli, come editore innovatore di cataloghi d’arte, sia per il colore che per il formato, e inizia così, vista l’eccellente qualità dei suoi prodotti, un’intensa collaborazione con la GNAM che durerà decenni. Oltre ai cataloghi della GNAM pubblica i cataloghi delle mostre di Palazzo Venezia, della Soprintendenza Archeologica di Roma, dell’Accademia di Francia, del Gabinetto Nazionale delle Stampe e di altri importanti musei.

Per quanto riguarda la committenza privata, la casa editrice pubblica anche i cataloghi delle gallerie d’arte romane Russo e L’Attico (di Fabio Sargentini), continuando così a mantenere saldi quei rapporti, nati negli anni Trenta e consolidati nel secondo dopoguerra, di collaborazione intellettuale proficua tra editoria d’arte e gallerie private.

Stefano De Luca successivamente vende lo stabilimento tipografico Istituto Grafico Tiberino, origine dell’attività del padre negli anni Trenta e mantiene l’area dell’editoria d’arte. Alla fine degli anni Ottanta, fonda, assieme a Italo Mussa e ad altri artisti, il Centro Culturale Ausoni all’ex Mulino Cerere, dove si svolgono mostre e incontri di giovani artisti italiani e stranieri. Il centro diventa in breve un punto focale della cultura artistica romana.

Nel 1997 Stefano De Luca, assieme ad altre società, riesce ad avviare i primi spazi di vendita di libri nei musei del Polo Museale Romano, successivamente regolamentati dalla legge Ronchey del 1993 (gli attuali bookshop).

Coerentemente con la tradizione famigliare, l’attuale amministratore delegato è Luigi, il figlio di Stefano, che negli ultimi due decenni ha affiancato il padre nella conduzione della casa editrice.

 

La Galleria Nazionale d’Arte Moderna e la casa editrice De Luca

La Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea (oggi denominata “La Galleria Nazionale”) nasce a Roma nel 1883 per rappresentare l’arte nazionale del nuovo Stato unitario. Alla Galleria, destinata a ospitare le collezioni dell’Ottocento e del Novecento, viene assegnata inizialmente un’area del Palazzo delle Esposizioni; successivamente, a causa del conflitto tra le esigenze della Galleria con le sue collezioni permanenti e le mostre temporanee allestite nel Palazzo delle Esposizioni, nel 1911 la Galleria viene ospitata in quella che sarà la sua sede definitiva, il Padiglione delle Belle Arti in viale delle Belle Arti n. 131 (Roma, area di Valle Giulia), progettato da Cesare Bazzani per l’Esposizione Internazionale del 1911 celebrativa del Cinquantenario dell’Unità d’Italia. Inaugurazione il 31 marzo 1911.

Nel 1933 l’edificio viene ampliato, sempre su progetto del Bazzani. Si forma, nel tempo, una cospicua collezione; in particolare con la direttrice della Galleria, la già citata Palma Bucarelli, nominata nel 1942 e rimasta in carica per trentacinque anni, si effettuano numerosi acquisti direttamente dagli artisti, a volte criticati relativamente alla qualità delle opere.

Palma Bucarelli inizia nel 1938 a lavorare come ispettrice alla Galleria; sarà poi soprintendente dal 1942 al 1975. Con la sua direzione, oltre ad ampliamenti delle collezioni e alla loro sistemazione secondo criteri museali innovativi, la Galleria diventa un vitale punto d’incontro di addetti ai lavori, pubblico e artisti.

Caratteristica peculiare dell’operato di Palma Bucarelli sarà l’allestimento di importanti mostre temporanee dedicate ad artisti a livello internazionale, come ad esempio l’esposizione su Pablo Picasso del 1953, mostre che avranno grande successo di pubblico e nell’ambiente artistico dell’epoca.

La direzione di Palma Bucarelli, che si prodiga incessantemente durante la guerra per salvare le opere con trasferimenti a Palazzo Farnese a Caprarola e a Castel Sant’Angelo, e che sull’edificio di Valle Giulia ha vegliato per circa quarantacinque anni poiché era anche la sua abitazione, sicuramente è molto attenta alla comunicazione, all’epoca esplicitata soprattutto tramite oculati inviti in occasione di nuove mostre.

In un documento del suo archivio, da lei stessa donato all’Archivio di Stato, una lista di inviti stilata dalla Bucarelli per una grande festa che organizza per Nina Kandinskij (vedova del padre dell’astrattismo), compare anche l’editore Luigi De Luca, assieme a letterati, artisti e altri personaggi, laddove ogni nome racconta un libro, un giornale, un quadro, una galleria, sicuramente un ambiente di livelli elevati di conversazione tra persone molto diverse fra loro per professione, cultura e formazione.

Nel 2011 sono state celebrate due importanti ricorrenze per la Galleria: il centenario della sede attuale e il centotrentesimo anniversario della sua menzione in un atto ufficiale dello stato italiano, il Regio Decreto 12 maggio 1981 n. 225. Nel 2011, dopo un periodo di chiusura per circa tre mesi, la Galleria, il 20 dicembre, ha riaperto con il nuovo allestimento permanente. Evento legato all’apertura, nel maggio 2010, del Museo delle Arti del XXI secolo, il MAXXI, con il conseguente passaggio di testimone sull’arte “vivente”.

Un elenco esemplificativo dei cataloghi della Galleria Nazionale d’Arte Moderna editi dalla casa editrice De Luca nel rapporto trentennale che ha caratterizzato sia l’istituzione sia l’editore è visibile sul sito web della GNAM.

Nell’elenco compaiono le diverse denominazioni societarie dell’editore che si sono succedute negli anni ovvero Editore De Luca (dalla fondazione della casa editrice a cura di Luigi De Luca), Mondadori Editore/De Luca Editore (negli anni Novanta, associazione durata circa un decennio), De Luca Editori d’Arte (l’attuale denominazione societaria).

 

Cataloghi notevoli

La produzione dei cataloghi, come abbiamo visto, è strettamente legata al percorso di studio che ha come esito la mostra. Nell’ambito della cospicua produzione della casa editrice, tra i cataloghi per la GNAM e i prodotti recenti consultabili sul sito web della stessa, vogliamo ricordarne alcuni che meglio rappresentano l’evoluzione negli anni e ricordano le più importanti mostre:

  • Il Seicento Europeo, Realismo, Classicismo, Barocco, Catalogo della mostra che si è svolta a Roma, al Palazzo delle Esposizioni, da dicembre 1956 a gennaio 1957, I ed., introduzione di Luigi Salerno, premessa di Mario Salmi, Roma, Editore De Luca, 1957, pp. 284, tavole in bianco/nero n. 96;
  • Il Settecento a Roma: mostra promossa dall’Associazione Amici dei Musei di Roma. Realizzata sotto gli auspici del Ministero della Pubblica Istruzione e del Comune di Roma, 19 marzo-31 maggio 1959. Palazzo delle Esposizioni, I ed., Roma, De Luca Editore, 1959, pp. 566, tavole in bianco/nero n. 80;
  • Pietro Paolo Rubens. 1577-1640 (Catalogo a cura di D. Bodart). Mostra Itinerante: Padova-Palazzo della Ragione, dal 25 marzo al 31 maggio 1990, Roma-Palazzo delle Esposizioni, dal 13 giugno al 26 agosto 1990, Milano-Società per le Belle Arti ed Esposizione permanente, da settembre a ottobre 1990, Roma, Editore De Luca, 1990, pp. 319, tavole in bianco/nero e a colori n. 135.
  • Vincent Van Gogh Dipinti Disegni (Catalogo a cura di Evert van Uitert, Louis van Tilborg, Sjraar von Heugten per i dipinti e a cura di Johannes van der Wolk, Ronald Pickvance, E. B. F. Pey per i disegni). Mostra in due volumi (dipinti e disegni) che si è tenuta al Rijksmuseum Vincent Van Gogh di Amsterdam (dipinti) e al Rijksmuseum Kroller-Muller di Otterlo (disegni), Milano-Roma, Editori Mondadori/De Luca, 1990.

I primi tre cataloghi sono ricordati dall’editore Stefano De Luca per l’aspetto scientifico derivante da diversi fattori: il gruppo dei curatori, professori ed esperti, la meticolosa progettazione che intende la mostra come esito di un percorso di studio e non come mero accostamento di opere. Il catalogo, dunque, ha la finalità di “congelare” i risultati della mostra (la sua chiave di lettura), e fornire uno strumento di consultazione agli studiosi.

L’ultimo catalogo sopra indicato dedicato a Van Gogh, nato nell’ambito della collaborazione con la casa editrice di Leonardo Mondadori e ricordato dall’editore Stefano De Luca come un prodotto di grandissimo successo, riesce a vendere ben quattrocentoventimila copie e viene tradotto in cinque lingue.

Sempre negli anni Novanta la casa editrice fonda una struttura specificatamente dedicata all’organizzazione delle mostre e realizza importanti cataloghi con la doppia funzione di produttore della mostra ed editore.

Sono molte le collane editoriali attuali, oltre alla parte dominante relativa ai cataloghi di mostra, e spaziano dall’archeologia all’architettura, dalla moda al design e ovviamente alla storia dell’arte antica, moderna e contemporanea. Attualmente la casa editrice gestisce anche l’organizzazione degli eventi espositivi e dei servizi aggiuntivi per il Complesso museale di Villa d’Este a Tivoli.

 

Appendice

Ritratti di Luigi De Luca, dal libro Un editore come De Luca, a cura di Giuseppe Appella,

Roma, Edizioni della Cometa, 1988, copia n. 396.

Figura 1: disegno di Maccari, Roma 1938

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