COVIELLO CLAUDIO

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COVIELLO CLAUDIO

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Potenza, 31 dicembre 1991

Primo ballerino del Teatro alla Scala di Milano; nel 2020 ha danzato in “Verdi Suite”, nella nuova coreografia di Manuel Legris ideata per la serata “A riveder le stelle” che ha inaugurato la stagione 2020/2021 del Teatro alla Scala, Nel 2022 è Solor, uno dei protagonisti de “La Bayadère” di Nureyev in scena alla Scala.

Claudio Coviello nasce a Potenza il 31 dicembre del 1991. Qui muove i primi passi nel mondo della danza alla quale si avvicina per gioco a cinque anni, in vacanza d’estate dove si diletta nei balli di gruppo. Ritornato in città decide di voler continuare, stavolta in una vera scuola. Si iscrive all’ASD Centro Studio Danza Loncar, disciplina moderno. Quel mondo lo prende sempre di più e, capisce di aver maturato una vera passione. Nella scuola viene notato da Salvatore Capuozzi, ex primo ballerino del teatro dell’Opera di Roma, che gli consiglia di continuare gli studi nella Capitale.

E così nel 2002, a soli dieci anni, lascia, non senza dispiacere, gli affetti e gli amici per proseguire un’avventura alla quale non se la sente di rinunciare. Si trasferisce a Roma insieme ai nonni che vivranno con lui accompagnandolo in un percorso che i genitori appoggiano appieno, benché siano rimasti a Potenza per motivi di lavoro.

Quella della danza è, però, una strada in salita lastricata di sacrifici e rinunce. Alla base della formazione vi è una ferrea disciplina e tantissime ore di prove. Claudio spesso deve rinunciare ai passatempi tipici della sua età, come le feste con amici. Ma va comunque avanti spinto dal desiderio di voler danzare assolutamente. Non sa ancora dove quella strada lo porterà. Per il momento il suo unico pensiero è ballare. Quel duro impegno, tuttavia, presto viene ripagato.

Già nei due anni successivi, infatti, si esibisce alla presenza di papa Woityla, prima nel 2003 insieme alla indimenticabile Carla Fracci e, poi, nel 2004 sempre in Piazza San Pietro con l’étoile Roberto Bolle in occasione della Giornata Mondiale della Gioventù.

Intanto la scuola del Teatro dell’Opera gli consente di perfezionarsi, tra gli insegnati vi è Pablo Moret, primo ballerino al Ballet National de Cuba. Gli consente, inoltre, di relazionarsi con altre realtà del settore, prendendo parte a numerosi stage tra Italia e Spagna.

Nel 2009 consegue il diploma ed arrivano i primi riconoscimenti. Ottiene il secondo posto nel Concorso Internazionale di Danza Premio Italia, per la sezione juniores. L’anno dopo vince il Festival Internazionale di Danza di Spoleto, categoria seniores sia per il “classico” che per il “moderno”, aggiudicandosi il titolo di vincitore assoluto come Migliore ballerino.

Nel 2010 è addirittura Carla Fracci a segnalarlo per alcuni spettacoli del Teatro dell’Opera di cui è direttrice artistica. Danza, quindi, nel balletto “Graduation Ball”, coreografia di David Lichine, rivestendo il ruolo di Primo Cadetto. Interpreta, poi, il protagonista Franz in “Coppélia”, coreografia di Arthur Saint-Léon. Ottiene, inoltre, una borsa di studio per un anno presso la Scuola del Boston Ballet. Quell’anno è l’unico italiano a partecipare a un’audizione per il Corpo di Ballo dell’Opéra National de Paris, risultando undicesimo della graduatoria.

Ma le soddisfazioni per il ballerino lucano sono solo all’inizio. Un altro trasferimento lo porta a Milano e precisamente al Teatro alla Scala di cui farà parte del Corpo di Ballo. A sceglierlo è lo stesso direttore del Ballo, Makhar Vaziev. Per Claudio si sta realizzando il sogno di bambino. Quel prestigioso palcoscenico apre un capitolo nuovo nella carriera del giovane.

Con il teatro scaligero si esibirà in opere famose rivestendo ruoli di particolare rilevanza, e viaggerà tanto in tournée italiane ed internazionali. All’estero, in particolare, avrà modo di conoscere culture nuove e di confrontarsi con analoghe realtà artistiche, utili alla crescita professionale ed umana. Tra le destinazioni ci sarà Hong Kong, Parigi, Kazakhistan. Ad Istanbul ballerà nel “Il lago dei cigni” sulle coreografie di Rudolf Nureyev, a Tokyo reciterà nel ruolo di Romeo in “Romeo e Giulietta”.

Nel 2011 al Teatro Bol’šoj debutta nel ruolo di Oberon in “Sogno di una notte di mezza estate”, con le coreografie di George Balanchine. Esibirsi in quello che è considerato il tempio della danza gli procura un’emozione enorme. Alla Scala prende parte al balletto “Trittico Novecento” ed interpreta “Le spectre de la rose”, coreografia Michail Fokin in occasione del Gala des étoiles. Lo spettacolo viene replicato anche in Brasile.

Nel balletto “Raymonda” è Béranger, coreografie di Marius Petipa. Il ballerino lucano è, oramai, lanciatissimo. La critica lo apprezza e, infatti, riceve il “Premio Danza&Danza” come artista emergente per la stagione 2011.

Nel 2012 debutta alla Scala in “Giselle”, nella versione di Yvette Chauvirè, dove interpreta Albrecht. Il ruolo lo sottopone ad uno studio meticoloso poiché richiede alti livelli interpretativi.  Giselle” è un balletto che lo affascina molto per via del suo contenuto narrativo, ed è il primo che danza da protagonista. È poi tra gli interpreti principali di “Concerto DSCH” di Alexei Ratmansky, presentato sempre alla Scala in prima europea. Debutta, inoltre, nel ruolo di Lenskij in “Onegin” (romanzo in versi di Aleksandr Puškin), con le coreografie di John Cranko.

Nella ripresa di “Raymonda” interpreta Jean de Brienne ed entra a far parte dei solisti del corpo di ballo scaligero. Partecipa a “Roméo et Juliette” nella versione di Sasha Waltz, con cui viene inaugurata la nuova stagione del balletto. Nello stesso anno arriva per lui un ulteriore riconoscimento. Vince i “GD Awards” per la categoria Giovani Talenti.

Nel 2013 Claudio è già una stella. Terminata l’opera “Giselle”, il maestro Vaziev lo nomina primo ballerino della compagnia del Teatro alla Scala. Il giovane, poco più che ventenne, sente il peso di una responsabilità grande che lo porta ad impegnarsi ulteriormente per essere all’altezza del ruolo davanti ai maestri, ai colleghi e al pubblico.

Da adesso in poi affronta il palco con una più matura consapevolezza che lo allontana dalle ansie delle prime esibizioni, donandogli maggiore padronanza della scena, e tanta gioia. Ed è con questo spirito che interpreta, alla Scala, Quasimodo nel ballettoNotre-Dame de Paris” (romanzo di Victor Hugo), sulle coreografie di Roland Petit.  Nello stesso anno vince il Premio “Positano – Léonide Massine”, edizione n°41, per migliore danzatore italiano dell’anno, votato dai più autorevoli studiosi e critici italiani ed internazionali.

Nel 2016, alla Scala, interpreta il Principe de “Lo Schiaccianoci” sulle coreografie di Nacho Duato.

Nella stagione 2016-2017, la Scala manda di nuovo in scena “Romeo e Giulietta” con le coreografie, stavolta, di Kenneth MacMillan. Claudio è Romeo, un ruolo a cui è particolarmente legato poiché il protagonista è straordinariamente simile a lui. Questo è il balletto che più ama.

Nel 2017 è nella sua città natale, Potenza, per esibirsi, al Teatro Due Torri, nel Gala di Danza organizzato dall’ASD Centro Studio Danza Loncar per i suoi trent’anni d’attività. Claudio torna, si può dire, alle origini, in quella scuola che gli ha aperto le porte di questo bellissimo mondo. Al pubblico lucano si presenta con gli allievi del Centro danza potentino e cinque ballerini del teatro scaligero. Si compie, così, il suo desiderio di portare la danza classica nella sua città, cosa che avrebbe tanto voluto fosse stato fatto quando lui era bambino. Tiene molto all’idea che le persone si avvicinino alla danza affinché possano anche loro ammirarne la bellezza e comprenderne il duro lavoro.

Nella stagione 2017 – 2018 alla Scala debutta nel balletto “La Dame aux caméliasdove è Armand Duval. Le coreografie sono di John Neumeier. Per lui è un vero onore poter interpretare il ruolo principale in un balletto che considera tra i più belli, vuoi per le eccezionali coreografie, vuoi per l’intensità del racconto e per il carattere del personaggio, a tratti simile al suo.

Nel 2018 il maestro Vaziev lo sceglie per interpretare Basilio nel balletto “Don Chisciotte”, versione di Rudolf Nureyev. Il Teatro alla Scala vuole rendere omaggio ad uno dei più grandi ballerini e coreografi del ‘900 nell’ottantesimo anniversario della nascita e nel venticinquesimo della scomparsa.

Il ballerino lucano è alle prese con un’interessantissima sfida che lo porta a dare il meglio di sé in una coreografia tecnicamente complessa e in una interpretazione lontana dal suo modo di essere, poiché con il protagonista non ha lati caratteriali comuni. La riservatezza che lo contraddistingue deve, stavolta, cedere il passo alla spavalderia del personaggio che impara a conoscere con un intenso lavoro di documentazione sui testi delle opere e sui video di altre interpretazioni. È uno studio che vale per ogni opera con cui si confronta e che gli permette di calarsi nei ruoli su cui, ad ogni modo, lascia sempre una traccia di sé.

Nel 2019 – 2020 apre la stagione del Teatro alla Scala interpretando Aminta in “Sylvia” sulle coreografie di Manuel Legris. Ritorna, poi, a rivestire il ruolo del principe Albrecht in “Giselle”, personaggio che lo rese primo ballerino del Piermarini.

Nel 2020 danza in “Verdi Suite”, nella nuova coreografia di Manuel Legris ideata per la serata “A riveder le stelle” che inaugura la stagione 2020/2021 del Teatro alla Scala.

Nel 2022 è Solor, uno dei protagonisti de “La Bayadère di Nureyev in scena, ancora, alla Scala.

“Una gemma pura” è il giudizio espresso da Roberto Bolle su Claudio Coviello, il quale a sua volta parla dell’étoile come: “il mio modello, il mio mito irraggiungibile”. È a lui che, il bambino silenzioso e timido, guardava nella speranza che un giorno avrebbe percorso i suoi stessi passi. E passi da gigante li ha compiuti il ballerino lucano, diventando in breve tempo uno dei protagonisti della danza classica italiana. E questo grazie all’innato talento, alla costanza e alla determinazione di riuscire sempre al meglio. Il palcoscenico è la fonte delle sue emozioni che si rinnovano ad ogni interpretazione, ad ogni replica. Nel tempo è diventata la sua casa. È qui che si sente totalmente realizzato. Dichiara: «Ballare per me è la mia più grande “distrazione”: mi fa stare bene, non mi fa pensare ad altro. È solo ballando che riesco ad esprimere tutto me stesso».

Anna Mollica

 

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Si è inaugurata con sedici minuti di applausi la nuova stagione di balletti al Teatro alla Scala di Milano con La Dame aux camélias di John Neumeier, opera ispirata al celebre romanzo di Alexandre Dumas figlio La dama delle camelie, in scena per dodici recite dal 17 dicembre al 13 gennaio con les étoiles, gli artisti, gli ospiti e gli importanti debutti per gli interpreti scaligeri.

Il primo ballerino Claudio Coviello debutterà nel ruolo principale di Armand Duval, accanto a Emanuela Montanari, nella recita che si svolgerà oggi pomeriggio e che andrà in scena anche nelle sere del 29, del 30 dicembre e del 4 gennaio.

Coviello, classe 1991, è nato nel capoluogo lucano dove ha incominciato gli studi di danza, si è diplomato presso la scuola di danza del Teatro dell’Opera di Roma nel 2009, poi il giovane artista ha raccolto una serie di prestigiosi riconoscimenti.

Ormai il ballerino potentino è uno dei più grandi talenti della scena internazionale della danza: «Il talento più evidente che abbia visto, una gemma pura da coltivare» per dirla con l’étoile Roberto Bolle.

Il primo ballerino del Teatro alla Scala di Milano Claudio Coviello, photo Brescia-Amisano.

Quello che mi ha colpito dall’inizio, da quando ho avuto occasione di incontrati, è stata la tua passione genuina per la danza che ti accompagna nel percorso di crescita e di formazione. Nelle performance di ballo peraltro già il pubblico riesce ad intercettare quel lavoro, quegli sforzi che nel tuo caso sono stati ripagati, e, forse, a comprendere i sacrifici per raggiungere simili livelli. Sei riuscito a portare la bandiera lucana al top, perché ballare per te è…

Ballare per me è la mia più grande “distrazione”: mi fa stare bene, non mi fa pensare ad altro. È solo ballando che riesco ad esprimere tutto me stesso.

 Il tuo curriculum è fatto di formazione, di ruoli, di premi e di viaggi, ma come nasce un talento così?

Sicuramente alla base di tutto questo ci sono grandi sacrifici, l’appoggio di una famiglia meravigliosa che è sempre stata dalla mia parte, tanta determinazione e un duro e costante lavoro.

Qual è il tuo maestro o modello di riferimento? Oltre alla volontà personale e all’appoggio della tua famiglia, avrai sicuramente una fonte di ispirazione e ammirazione…

Ogni artista deve, a mio parere, avere più punti di riferimento per ampliare la propria conoscenza e personalità.

In questo momento della mia carriera, ad esempio, un punto di riferimento per me molto importante è Massimo Murru: un’artista eccezionale, nonché ora mio maestro, grazie al quale sto crescendo molto.

Prove in sala del balletto La Dame aux Camélias, ballerini Coviello e Montanari

Sei partito dal capoluogo lucano, poi sei arrivato nella Città Eterna, e a Milano; è iniziata la tournée a Istanbul, a Hong Kong e in Costa Mesa, poi hai recitato nel ruolo di Romeo a Tokyo, hai seguito il gruppo in Kazakihstan e a Parigi.  

Cosa apportano al tuo lavoro di ballerino questi viaggi?

Mi portano a conoscere diversi stili di vita, diverse culture, e questo è un aspetto molto importante, non solo per la crescita artistica, ma anche per quella personale, per cui mi ritengo davvero fortunato ad aver viaggiato tanto con il Teatro alla Scala e ad aver danzato in così tante parti del mondo.

In giro per il mondo hai quindi impersonato diversi ruoli, fra cui quello di Oberon in Sogno di una notte di mezza estate di Balanchine, quello di Albrecht in Giselle, e, ancora, di Quasimodo, Romeo, Basilio, eccetera. Hai anche ballato nel ruolo del Principe de Lo schiaccianoci, ma c’è un personaggio che più di tutti hai sentito tuo?

Sicuramente Romeo, che è sempre stato uno dei miei ruoli preferiti, ma più cresco e più scopro caratteri di altri ruoli che mi affascinano e in cui mi ritrovo, anzi, a volte, mi stimola e mi appaga tanto anche interpretare ruoli che sono ben diversi dalla mia personalità: è un modo attraverso cui scopro lati del mio carattere che non conoscevo prima.

Questo aspetto trovo sia davvero interessante: è un confronto con “l’altro” che non può che essere illuminante.  

Ma torniamo a Milano, cosa vuoi dirci su questo debutto, nel balletto La Dame aux camélias, nel ruolo di Armand?  

La Dame aux Camelias di John Neumeier è uno dei più bei balletti che io abbia mai visto e che abbia avuto la possibilità di interpretare. Mi ritengo davvero fortunato ad interpretare Armand, perché questo balletto, oltre ad essere un capolavoro coreografico, è straordinario soprattutto sul lato narrativo: sembra di essere all’interno di un set cinematografico e si legge chiaramente, passo per passo, il romanzo di Dumas a cui è ispirato.

Ho anche la fortuna di essere accompagnato, in questo debutto, da Emanuela Montanari, artista di grande sensibilità e meravigliosa interprete che anche in sala prove riesce a trasmettermi tanto riuscendo così a creare quel feeling importantissimo per l’interpretazione di questi balletti

Prove in sala prima del debutto di Claudio Coviello e di Emanuela Montanari nel balletto La Dame aux Camélias.

 

Com’è il tuo personaggio? 

Quello di Armand è un personaggio complesso, sensibile e insicuro, ma al tempo stesso forte e determinato.

C’è qualcosa che vi accomuna?

 Sì, ci sono molti lati che ci accomunano, li sto scoprendo ogni giorno in sala prove e spero di riuscire a portare in scena tutto ciò che sto scoprendo e vivendo su questo straordinario personaggio.

Non v’è dubbio che lo farai Claudio. Ogni debutto è una nuova emozione? Cosa rappresenta per te? 

Direi che ogni spettacolo è una nuova emozione… anche le repliche di uno stesso spettacolo non sono mai una uguale all’altra. Certo i passi, la coreografia e la storia non cambiano, ma i sentimenti e le emozioni che si provano al momento non sono mai le stesse ed è questo che fa la differenza e che rende vivo uno spettacolo. Ogni debutto è anche una crescita artistica, perché ogni ruolo, ogni personaggio, richiede un lavoro diverso per cui ogni debutto serve ad arricchire e a rafforzare la propria personalità.

http://www.teatroallascala.org/it/stagione/2017-2018/balletto/la-dame-aux-camelias.html

Valeria Gennaro

Giornalista, insegnante, fashionista e cultrice della materia in storia del cinema con la passione per la moda, i bijoux e la social communication. Laureata magistrale in Teoria e filosofia della comunicazione e laureanda in Scienze filosofiche. Neuro Linguistic Programming Master Practitioner. Collabora con “La Gazzetta del Mezzogiorno”, Cinematographe, Fashion Life, ed è caporedattore del giornale “Alpi Fashion Magazine” e del relativo supplemento sul lusso Luxury Style Mag.

CLAUDIO COVIELLO (Primo Ballerino del Teatro alla Scala di Milano) a Comacchio in Danza x “LA SCALA”. 170 views170 views. Jan 21, 2022.

YouTube · Comacchio in Danza · 21 gen 2022

 

Claudio Coviello a solo Nureyev Sleeping Beauty – YouTube

https://www.youtube.com › watch

YouTube · braga144 b · 10 ott 2020

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