PALESTINA CARLO

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PALESTINA CARLO

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Ferrandina (MT), 23 gennaio 1930 – Rionero, 4 luglio 2022

Padre Carlo fu ordinato sacerdote nel 1954 e destinato a Nocera inferiore dove rimase fino al 1965 per poi giungere a Rionero, dove si impegno in diversi ambiti, oltre quello religioso, per attività culturali, educative, sociali e sportive, diventando un primario punto di riferimento specie tra i giovani e le fasce sociali meno abbienti; dedicò la sua attenzione alla storia locale e fondò con il meridionalista Michele Saraceno il gruppo editoriale “Conoscere il Vulture” e la rivista “Radici”; suoi importanti studi hanno riguardato alcuni centri lucani dell’area vulturina tra cui Il feudo di Lagopesole (2009) e la sua città d’origine Ferrandina, alla quale dedicò tra il 1994 e il ’96 ben cinque volumi partendo dai normanni.

Padre Carlo Palestina, all’anagrafe Carlo Palestina, nacque a Ferrandina (Matera) nel 1930 da una famiglia di umili origini e all’età di appena 11 anni lasciò il suo paese natio per seguire la strada verso la vocazione in Dio proseguendo poi il cammino degli studi religiosi presso Assisi, Montella, Sant’Anastasia, Portici e Napoli dove, presso l’Ordine Conventuale Religioso della città partenopea, fu ordinato Sacerdote nel 1954 e fu destinato, come prima tappa della sua missione sacerdotale, a Nocera Inferiore dove ci rimase fino al 1965 per poi giungere a Rionero.

Arrivò nella cittadina fortunatiana nel settembre 1965 destinato alla Parrocchia del Santissimo Sacramento dimostrando fin da subito all’interno della comunità rionerese il suo grande spirito da pragmatico innovatore impegnandosi con grande convinzione in svariati ambiti tra cui, oltre a quello prettamente religioso, anche in ambito culturale, storico, educativo, sociale, solidale, organizzativo, aggregativo, ricreativo e sportivo divenendo un punto di riferimento importante all’interno della popolazione rionerese per la sua forte vicinanza verso la gente e soprattutto ai giovani e alle fasce sociali meno abbienti del tessuto sociale cittadino.

Un particolare curioso in ambito sportivo che riguarda Padre Carlo Palestina fu la creazione sul finire degli anni sessanta della squadra di calcio parrocchiale della San Tarcisio che partecipò a numerosi campionati provinciali sfidando per vari anni la Fortitudo presieduta dal preside e politico Prof. Carlo Pesacane, fervido sostenitore dell’ideologia comunista, con le varie sfide giocate sempre con tanto agonismo e sana sportività  che portò le due società a fondersi nel 1972 dando così vita all’attuale Fortitudo San Tarcisio.

Nella sua lunga missione sacerdotale nella cittadina fortunatiana durata circa un trentennio, dal settembre 1965 al settembre 1994, lasciò il segno indelebile della sua straordinaria opera pastorale prima di trasferirsi a Potenza e poi a Melfi dove trascorse gli ultimi anni della sua vita fino alla sua morte avvenuta lo scorso 4 Luglio 2022 all’età di 92 anni.

Lo stesso Padre Carlo Palestina ricevette la Cittadinanza Onoraria rionerese in data 13 dicembre 2018 dall’allora Sindaco di Rionero Ing. Luigi Di Toro.

PALESTINA PADRE CARLO

Ricordo di Raffaele Nigro

Nato a Ferrandina in provincia di Matera il 23 gennaio 1930, da famiglia modesta, Carlo Palestina entra giovanissimo nel convento di san Francesco di Assisi, dove compie gli studi elementari.  Dopo cinque anni, dal 1941 al 1946, passa al convento di Folloni alla periferia di Montella e quindi presso il convento di Sant’Antonio a Sant’Anastasia, dove resta per completare la secondaria superiore e quindi è a Portici per la laurea in teologia. Nel 1954 viene ordinato sacerdote e come prima tappa del suo cammino sacerdotale viene assegnato al convento di Sant’Antonio di Nocera. Vi resterà fino al 1965.

Il 3 settembre 1965 torna in Basilicata e gli viene assegnata la sede di Rionero in Vulture, presso il convento del Santissimo Sacramento, dove ha la possibilità di esplicare la sua passione più grande, la formazione dei giovani. Con loro forma il “Circolo 73” ospitato nelle sale del convento. Resterà per circa trent’anni a Rionero, impegnandosi nelle opere caritative e nella formazione dei giovani.

Affianco alla sua attività monastica, più fervida diventa l’attenzione per la storia locale, che lo convince a dedicarsi alle vicende del brigantaggio postunitario e alla storia della diocesi lucane. Con il giovane Franco Pietrafesa e con il meridionalista Michele Saraceno fonda il gruppo editoriale “Conoscere il Vulture” e la rivista “Radici”.

La giovinezza da scavezzacollo gli dettò nel 2008 il libro autobiografico Il diavolo va in convento, ma la sua attività storiografica comincia con Il terremoto nel Vulture: Immagini e ricordi di ieri e di oggi, un libro collettaneo uscito nel 1983 a Napoli. Due anni dopo vede la luce Il brigantaggio in immagini, cui fecero seguito la curatela delle Lettere di Giustino Fortunato a Giuseppe Catenacci, la storia del Francescanesimo in Basilicata nel 1989, nel 1990, lo studio sul Mondo rurale nella valle di Vitalba e nel 2011 Il Vulture dall’Unità al Brigantaggio. Memorabile la mostra documentaria sul brigantaggio organizzata a Napoli e portata successivamente a Padova. Padre Carlo portava la rivoluzione del francescanesimo nella storia laica, additava il brigantaggio come una rivolta sociale, una reazione non solo ai conquistatori sabaudi ma al feudalesimo meridionale. La povertà prodotta dagli aristocratici è un peccato, non solo di fronte alla storia ma di fronte a Dio.

Fecero seguito studi importanti su alcuni centri lucani dell’area vulturina tra cui Il feudo di Lagopesole (2009) e sulle comunità fondate intorno al Vulture dagli albanesi fuggiti nel Cinquecento dietro la minaccia dei turchi. Ovviamente non poteva mancare l’interessamento per Ferrandina, sua città d’origine, a cui dedicherà tra il 1994 e il ’96 ben cinque volumi, dai tempi normanni, con la fondazione del castello di Uggiano all’età aragonese, e dal Quattrocento fino a oggi.

Intanto padre Carlo cominciava a occuparsi dei monasteri realizzati dai frati del suo ordine e lavorava a un volume che avrebbe visto la luce nel 1989: Francescani in Basilicata, una indagine sulle Esperienze minoritiche in Basilicata durante le soppressioni del XIX secolo e uno studio che prosegue le indagini condotte da Giustino Fortunato su La Badia di San Michele in Monticchio, uscito nel 1990. Alla fine del millennio padre Carlo viene trasferito a Potenza ed è qui che si fionda nello studio dell’archidiocesi del capoluogo lucano, studi su Marsico Vetere e su Muro lucano. Tra il 2000 e il 2001 escono i risultati di quegli studi, ben quattro corposi volumi. A cui fecero seguito a partire dal 2006 uno studio su Il convento di San Francesco nella storia di Potenza e un lavoro su Monticchio, il cenobio, la badia, il convento.

Nel 2007,trasferito da Potenza alla diocesi di Melfi, padre Carlo pubblica uno studio su  Melfi e i Francescani Conventuali, seguito l’anno dopo dal volume Melfi e il convento di Sant’Antonio e poi dagli studi su San Donato di Ripacandida e San Rocco pellegrino. A chiudere questa serie di studi su luoghi e aspetti della fede intorno al Vulture, padre Carlo pubblica nel 2012 Il Tabor di Melfi, otto secoli di storia sulla casa dei Cappuccini e nel 2013 Il Carmine nella storia di Melfi. Fino all’ultimo volume curato all’età di ottantacinque anni sul monastero di San Bartolomeo. Un convento che il giorno 6 dicembre 2016 ha ratificato pubblicamente il passaggio di proprietà tra il Ministero dei Beni Culturali e il Comune di Melfi. Il Convento di San Bartolomeo è anche conosciuto come ex carcere. Fondato alla fine del ‘400 per accogliere le suore Clarisse, il convento venne distrutto dai terremoti e restaurato a fine Cinquecento dal vescovo Gaspare Cenci e nuovamente destinato ad accogliere le nobildonne del circondario votate alla vita conventuale. Con l’arrivo delle truppe napoleoniche tra fine Settecento e primi dell’Ottocento, le suore furono temporaneamente allontanate ma tornarono ad abitare il convento con il ripristino della monarchia borbonica.

Nel 1861 l’esercito piemontese decise nuovamente di espellere dal convento le suore. Una descrizione di quanto avvenne con i conventi femminili è nel romanzo di Carlo Alianello, L’eredità della priora, dove la priora ricostruisce la vicenda occorsa a suor Giocondina Del Zio, una donna di grande temperamento che si oppose per tre quattro anni alle decisioni dei savoiardi ma che alla fine fu costretta a cedere alle imposizioni. Il convento di San Bartolomeo ospitò negli anni immediatamente ssivi all’Unità i briganti fatti prigionieri dai soldati piemontesi. Vi furono imprigionati esponenti della banda Volonnino, i capobriganti Caruso e Giuseppe Schiavone, successivamente fucilato sulla piazza dei Morticelli di Melfi, davanti a una chiesa del Cinquecento distrutta in parte dal terremoto del 1930 e completamente cancellata dalle speculazioni edilizie del secondo dopoguerra. Ciò che non avevano rovinato i terremoti lo rovinarono i costruttori degli anni Cinquanta e sessanta! La struttura conventuale fu trasformata in caserma militare e con l’arrivo dei fascisti divenne carcere mandamentale. Solo a fine anni Ottanta del Novecento la struttura fu abbandonata perché la popolazione delinquenziale fu trasferita nel supercarcere edificato proprio in quella stagione in altro quartiere. L’ex convento è attualmente disabitato e il passaggio di proprietà dal Ministero al Comune prevede secondo le decisioni dell’attuale giunta l’ubicazione, dopo i restauri necessari dell’immobile, di una biblioteca e di un museo d’arte contemporanea.

Trasferito ancora una volta da Melfi a Rionero, il 13 dicembre 2018 gli fu attribuita la cittadinanza onoraria di quella città. E fu lì che si spense il 4 luglio 2022.

Rionero ricorda Padre Carlo Palestina ad un mese dalla sua morte 5 agosto Chiesa Madre – BasNews

Rionero ricorda Padre Carlo Palestina ad un mese dalla sua morte

Si svolgerà venerdì 5 agosto con inizio alle ore 19:00 presso la Chiesa Madre San Marco Evangelista di Rionero un convegno di notevole interesse in ricordo di Padre Carlo Palestina (1930-2022) ad un mese esatto dalla sua scomparsa.

L’evento sarà preceduto da una Santa Messa di Suffragio Trigesimale prevista per le 18:30 presso la Chiesa Madre San Marco Evangelista e celebrata dal Vescovo della Diocesi di Melfi-Rapolla-Venosa Mons. Ciro Fanelli.

Padre Carlo Palestina, all’anagrafe Carlo Palestina, nacque a Ferrandina (Matera) nel 1930 da una famiglia di umili origini e all’età di appena 11 anni lasciò il suo paese natio per seguire la strada verso la vocazione in Dio proseguendo poi il cammino degli studi religiosi presso Assisi, Montella, Sant’Anastasia, Portici e Napoli dove, presso l’Ordine Conventuale Religioso della città partenopea, fu ordinato Sacerdote nel 1954 e fu destinato, come prima tappa della sua missione sacerdotale, a Nocera Inferiore dove ci rimase fino al 1965 per poi giungere a Rionero.

Arrivò nella cittadina fortunatiana nel settembre 1965 destinato alla Parrocchia del Santissimo Sacramento, dimostrando fin da subito all’interno della comunità rionerese il suo grande spirito da pragmatico innovatore impegnandosi con grande convinzione in svariati ambiti tra cui, oltre a quello prettamente religioso, anche in ambito culturale, storico, educativo, sociale, solidale, organizzativo, aggregativo, ricreativo e sportivo divenendo un punto di riferimento importante all’interno della popolazione rionerese per la sua forte vicinanza verso la gente e soprattutto ai giovani e alle fasce sociali meno abbienti del tessuto sociale cittadino.

Un particolare curioso in ambito sportivo che riguarda Padre Carlo Palestina fu la creazione sul finire degli anni sessanta della squadra di calcio parrocchiale della San Tarcisio che partecipò a numerosi campionati provinciali sfidando per vari anni la Fortitudo presieduta dal preside e politico Prof. Carlo Pesacane, fervido sostenitore dell’ideologia comunista, con le varie sfide giocate sempre con tanto agonismo e sana sportivita’ che portò le due società a fondersi nel 1972 dando così vita all’attuale Fortitudo San Tarcisio.

Nella sua lunga missione sacerdotale nella cittadina fortunatiana durata circa un trentennio, dal settembre 1965 al settembre 1994, lasciò il segno indelebile della sua straordinaria opera pastorale prima di trasferirsi a Potenza e poi a Melfi dove trascorse gli ultimi anni della sua vita fino alla sua morte avvenuta lo scorso 4 Luglio 2022 all’età di 92 anni.

Lo stesso Padre Carlo Palestina ricevette la Cittadinanza Onoraria rionerese in data 13 dicembre 2018 dall’allora Sindaco di Rionero Ing. Luigi Di Toro.

In ricordo del grande sacerdote, uomo ed amico di tutti che fu appunto Padre Carlo Palestina si svolgerà a Rionero, come già detto in data 5 Agosto con inizio alle ore 19 presso la Chiesa Madre San Marco Evangelista, un convegno di notevole interesse dal titolo “Padre Carlo Palestina – Sacerdote, Uomo, Amico” a cui prenderà parte un parterre di relatori di primissimo piano.

Infatti, dopo i saluti istituzionali del Sindaco di Rionero Avv. Mario Di Nitto, interverranno come relatori del dibattito portando inoltre la propria testimonianza personale sulla figura di Padre Carlo Palestina anche il Presidente del Circolo 73 Prof. Angelo Nardozza, il Presidente del Centro Comunale Anziani Ins. Antonio Giansanti, il figlio dell’indimenticato preside Pesacane nonché ex atleta della Fortitudo San Tarcisio Avv. Piero Pesacane, il Dirigente Tecnico MIUR Dott. Gerardo Antonio Pinto, il medico e storico Dott. Franco Pietrafesa, il membro dell’O.F.M. Conventuali di Napoli Padre Leonardo Mollica, l’Arcivescovo Emerito della Diocesi Brindisi-Ostuni S. E. Mons. Rocco Talucci, il Vescovo della Diocesi di Melfi-Rapolla-Venosa Mons. Ciro Fanelli che interverrà in conclusione del dibattito mentre il giovane Storico dell’Università di Potenza Dott. Antonio Cecere svolgerà il ruolo di coordinatore e moderatore del convegno.

L’evento è stato promosso ed organizzato dall’Archeoclub del Vulture “Giuseppe Catenacci” di Rionero presieduto dal Dott. Antonio Cecere in stretta sinergia con il Comune di Rionero e la Diocesi di Melfi-Rapolla-Venosa e con la collaborazione dell’O. F. M. Conventuali di Napoli, l’Associazione Libera presidio Vulture Alto Bradano, l’ufficio Pastorale Sociale e Legalità della Diocesi di Melfi-Rapolla-Venosa ed altri Enti e associazioni locali come Parrocchia San Mauro Evangelista, Parrocchia Santissimo Sacramento, Parrocchia Santissima Annunziata, Associazione Nazionale Combattenti e Reduci, Scuola di Musica Orsomando, Circolo 73, Unione Nazionale Lotta Analfabetismo, Fortitudo San Tarcisio Rionero, Confraternita Maria SS del Carmelo, Comitato Festa Maria SS del Carmelo, Casa di Riposo “Virgo Carmeli”, Centro Comunale Anziani e TG7 Basilicata.

Una manifestazione di notevole risalto che richiamerà sicuramente un elevato numero di presenti per ricordare la figura di questo umile frate francescano che ha scritto una pagina importante nella storia della comunità rionerese.

Francesco Preziuso

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