PAPALEO ROCCO ANTONIO

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PAPALEO ROCCO ANTONIO

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Lauria (PZ), 16 agosto 1958

Attoreregistasceneggiatore, cantante, musicista e showman.

Antonio Rocco Papaleo, attore, regista, sceneggiatore, cantante, musicista e showman, nasce a Lauria (PZ) il 16 agosto del 1958. È figlio unico di mamma Giacomina e papà Giacomo, impiegato delle imposte. Il bambino cresce in un clima familiare sereno, circondato dall’affetto dei parenti, ed è vivace, gli piace molto scherzare. Vive, insomma, la spensieratezza dei suoi anni, impegnandosi a scuola dove si fa notare per quel saper scrivere bene che a volte, inspiegabilmente, stupisce. Inizia, inoltre, ad interessarsi della musica e, tra i 12-13 anni, acquista una chitarra insieme ad un amico. In seguito ne diventa unico proprietario grazie alla mamma che, per sopraggiunti disinteressi musicali dell’amico, riscatta l’altra metà della somma. Il gesto è dettato dal legame speciale che la signora ha con il figlio. Tra loro si stabilisce una sorta di complicità e dialogo reciproco, che è la ragione del rapporto straordinario e bello, durato tutta la vita.

Il ragazzo si appassiona, dunque, alla musica, ne esamina i linguaggi e le caratteristiche funzionali. Scopre la capacità dei suoni di inoltrare in una dimensione più spirituale e più aulica, soprattutto quando incontrano la poesia. L’intersezione di questi due mondi, dirà in futuro, apre varchi con il divino e manifesta un diverso senso della vita. Ancora da adulto sentirà sempre forte l’attrazione per la musica, verso la quale si dirige ogni qual volta ne sente i suoni.

A Lagonegro, paese poco distante, frequenta il liceo Scientifico, poi si iscrive a Roma, prima a Ingegneria poi a Matematica. Più che l’università a lui piace l’idea di andare a Roma, un desiderio comune ai ragazzi di provincia che anelano alla città e alle sue opportunità. Ed infatti, Rocco non studia molto. In compenso va al cinema, suona l’inseparabile chitarra e si fa conoscere per la spontaneità e la simpatia; ha sempre la battura pronta. Nel suo futuro tutto da inventare non c’è in programma la recitazione, tutt’al più la canzone d’autore. Un’amica, però, decide per lui e, così, Rocco si trova iscritto ad una scuola di teatro senza saperne niente. Tuttavia non si tira indietro e, al motto “ormai ci sono”, prende a familiarizzare con il palcoscenico, non immaginando i rosei sviluppi che lo attendono.

Si esibisce come cabarettista in alcuni locali della Capitale dove presto viene ammirato per il suo humor un po’ scanzonato. Il neo attore entra in empatia con il pubblico che convintamente lo segue, e si scopre sempre più attratto da questo mondo in cui può esprimere l’indole umanistica a lungo eclissata dagli studi scientifici. Abbandonata pertanto l’università, si dedica alla scrittura e alla poesia e, dalla metà degli anni ’80, inizia ad esibirsi in teatro. Sul palco scoprirà la potenza della rappresentazione rivelata dalla vitalità dell’espressione, dall’attualità del momento, dal cospetto del pubblico che, anche solo nell’ascolto, riesce ad interagire.

Nel 1984 porta in scena le proprie origini in “Lauria swing story”, una sua creatura di cui firma la regia. Negli anni a venire e, fino al 1988, recita in “2001 odissea nello spazio” regia Piero Castellacci, “Duello in piazza” e “Sussurri assurdi” del regista Salvatore Di Mattia. Quindi, “La madre” regia Claudio Frosi, “Fools” del regista Pino Quartullo, “Aspettando metrò” diretto, stavolta, da lui.

Ma è la televisione a sancire l’ascesa artistica. Nel 1989 è il caporale Rocco Melloni nella divertente serie TV “Classe di ferro” diretta da Bruno Corbucci. Due stagioni e ventiquattro puntate trasmesse da Italia 1 fino al 1991, incollano molti telespettatori alla fiction di cui Rocco, oltre ad essere uno dei protagonisti principali, è anche sceneggiatore di alcuni episodi. La storia è quella di giovani alle prese con la leva militare. La diversa provenienza delle figure necessita una corrispettiva inflessione dialettale e, quella lucana, nel panorama cinematografico, effettivamente manca. Tale vuoto è la fortuna per Papaleo che viene chiamato a colmarlo con l’idioma lauriota, che tanto piace a Corbucci. Sicché, dopo molti esercizi teatrali spesi a ripulire la dizione, Rocco si ritrova anche sul set a parlare come ha sempre fatto, e lo farà in futuro poiché è quanto richiesto dai registi. Lo stesso regista, poi, riprende quasi interamente il cast per la serie televisiva “Quelli della speciale, commedia che va in onda sullo stesso canale nel 1993.

Parallelamente, gli impegni cinematografici si avvicendano con quelli teatrali. Dal 1989 al 1993 recita, in sequenza, nel film “Il male oscuro di Mario Monicelli, nell’opera teatrale “Gonne” dove dirige se stesso, in “Trompe l’oeil” regia di Federico Cagnoni, in “Metodo Stanislawsky” e in “Sottovoce” del regista Valter Lupo.

Alla gioia del periodo fortunato si contrappone, però, il dolore di una grande assenza. Purtroppo in quegli anni perde il papà, persona che sapeva compensare il suo parlare poco con la grande bontà di cuore.

Nel 1994 è impegnato come interprete nei film “Senza pelle” di Alessandro D’Alatri, “Con gli occhi chiusi” di Francesca Archibugi, e sul palcoscenico “Di notte non bisognerebbe andare a caso” del regista Edoardo Erba.

Nel 1995 vi è il ritorno al cinema con due importanti produzioni e registi: “Ferie d’agosto” di Paolo Virzì e “I laureati” di Leonardo Pieraccioni. Quest’ultima collaborazione inaugura il fruttuoso sodalizio artistico tosco-lucano che darà vita a personaggi surreali apprezzati al grande pubblico. Dello stesso anno è la sua partecipazione teatrale in “Radio Estetica” del regista Franco Bertini.

Nel 1996 è nel cast dei film “Il barbiere di Rio” di Giovanni Veronesi, “I virtuali” di Luca e Marco Mazzieri, “Cresceranno i carciofi a Mimongo” di Fulvio Ottaviano. Calca, inoltre, i palcoscenici di “L’inno dell’ultimo anno” del regista Maurizio Panici, e di “Forbici follia” di Valter Lupo. Nel cortometraggio “Senza parole” di Antonello De Leo, recita in dialetto nel ruolo di protagonista. La storia è quella di un ragazzo del sud giunto in città dove lavora in un ristorante. L’incomunicabilità è la nota caratteristica del film poiché, da una parte c’è Celestino che parla solo il suo dialetto, dall’altra Rosa, ragazza muta, di cui il primo si innamora. Intorno a loro un mondo che fatica a comprenderli, cosa che non vale per i due che, grazie all’amore, riescono a trovare il punto di contatto. L’opera, che rimarca l’esistenza di barriere in senso anche figurato, piace ed ottiene, nell’anno corrente, la candidatura all’Oscar come migliore cortometraggio, oltre a vincere il David di Donatello per la stessa categoria.

Il 1997 è un anno professionalmente favorevole per l’ex ragazzo di Lauria entrato, ormai a pieno titolo, nell’olimpo dei migliori attori italiani. Gira “Finalmente soli” e “Cinque giorni di tempesta” di, rispettivamente, Umberto Marino e Francesco Calogero, e calca le scene di “Che non si sappia in giro” del regista Valter Lupo. Questo titolo ha anche un’altra destinazione. Risuona, infatti, nell’album “Che non si sappia in giro” di Rocco Papaleo & Famiglia (BMG Ricordi), con cui l’attore debutta come cantante, cantautore e musicista mostrando al pubblico l’amore per i suoni che lo accompagna fin dall’adolescenza. Sono 10 brani, a cui partecipa anche come chitarrista, dove ha modo di esprimere quell’esperienza vitale, così la definisce, e illuminante che è la musica.

Nel 1998 è ancora al cinema con grandi produzioni e noti registi: “Viola bacia tutti” di Giovanni Veronesi; “Del perduto amore” e ‘Un aria di famiglia’ di Michele Placido.

Nel 1999 è nel cast dei film “La bomba” di Giulio Base e “Voglio stare sotto al letto” di Bruno Colella.

Il nuovo millennio alza il sipario di ‘Simpatico’ regia di Pietro Bontempo, e segna il suo ritorno in TV.

Nel 2000, infatti, è Andrea Castelli nei 13 episodi della fiction di Canale 5 “Giornalisti”, regia Donatella Maiorca. Quindi Omero in ‘Vola Sciusciù’ del regista Joseph Sargent, trasmessa da Rai 1, dove recita accanto a Lino Banfi.

Tra il 2001 e il 2004 è a teatro con ‘Eduardo al Kursal’, con cui si ripercorrono i primi anni dell’attività teatrale di Eduardo De Filippo attraverso i suoi atti unici: Sik-Sik – l’artefice magicoRequie a l’anema soja…La voce del padroneQuei figuri di 30 anni faPericolosamente. Lo spettacolo è un progetto che il regista Armando Pugliese ha messo a punto con Luca De Filippo, figlio del grande attore, drammaturgo e poeta napoletano.

In quegli stessi anni si avvicendano altri ruoli che lo impegnano sia al cinema che al teatro e in Tv.

Nel 2001 è fra Nicola nella fiction dedicata al Santo di Pietrelcina e trasmessa da Rai 1 Padre Pio tra cielo e terra” del regista Giulio Base.

L’anno successivo è Antonio nel film “Volesse il cielo!” di Vincenzo Salemme, e Orlando Lanzetta in “Il trasformista” di Luca Barbareschi.

Il 2003 è la volta di una nuova collaborazione con Leonardo Pieraccioni nel film “Il paradiso all’improvviso”. Vi è poi “Il pranzo della domenica”, commedia cinematografica di Carlo Vanzina, e un omaggio teatrale alla sua terra con ‘Basilicata on my mind’, di cui è coautore, regia di Pietro Bontempo.

Nel 2004 interpreta un portiere nel film “Che ne sarà di noi”, commedia di Giovanni Veronesi, e Rocco Amato nella lunga serie televisiva di Canale 5 ‘Cuore contro cuore’, regista Riccardo Mosca.

Nel 2005 è al teatro in ‘Scoppio d’amore e guerra’ di Duccio Camerini, e poi al cinema con una nuova commedia di Pieraccioni “Ti amo in tutte le lingue del mondo” dove interpreta un professore, tale Anselmi.

L’anno seguente, per la regia di Alessandro D’Alatri, interpreta Tony Muciaccia nel film “Commediasexi” quindi è Nicola nel film “Non prendere impegni stasera”, regista Gianluca Maria Tavarelli.

Nel 2007 alterna ruoli seri e divertenti in due produzioni molto diverse. Al teatro, infatti, è impegnato nel dramma “Il linguaggio della montagna” scritto dal drammaturgo e regista inglese Harold Pinter, premio Nobel per la letteratura 2005. A dirigerlo è il regista Pietro Bontempo in un’opera intensa dove si denuncia la violenza in una prospettiva internazionale. I toni cambiano decisamente nel film commedia, diretto ancora da Pieraccioni, “Una moglie bellissima” dove interpreta Pomodoro.

Nel 2008 è Nicola nel film “L’amore non basta” del regista Stefano Chiantini, poi a Barcellona gira la commedia “Mejor que nunca” (Mai stata meglio) della regista Dolores Payás. In “Non c’è più niente da fare”, commedia di Emanuele Barresi, è l’avvocato Lupi, mentre al teatro porta il suo “Basilicata coast to coast” scritto con Valter Lupo di cui è il regista. È poi protagonista della serie TV “Tigri di Carta”, un noir fantasy, regia Dario Cioni.

Nel 2009 è di nuovo Pieraccioni a dirigerlo nel film commedia “Io & Marilyn” dove è Arnolfo. Hiroshi Nishitani lo dirige, invece, nel film giapponese drammatico “Amalfi rewards of the goddess”. Nello stesso anno è anche al teatro con ‘La fantasia mi consola’, sua la regia, esperimento di teatro-canzone che dà vita ad uno spettacolo divertente e non consueto, i cui pensieri sono tratti dalla vita quotidiana. Partecipa, poi, al film drammatico “Due vite per caso” del regista Alessandro Aronadio.

Il 2010 è l’anno del debutto di Papaleo come regista cinematografico. Gira nella sua terra la commedia “Basilicata coast to coast”, trasposizione dell’opera teatrale portata in scena due anni prima, dirigendo se stesso e Alessandro Gassman, Paolo Briguglia, Max Gazzè, Giovanna Mezzogiorno. Il film narra il cammino di amici dal Tirreno allo Jonio, un viaggio lento tra posti poco noti e, metaforicamente, tra le loro vite che li aiuta a rivedere progetti o riprenderli da dove si erano lasciati. L’opera è un successo di pubblico e di critica tanto da fare aggiudicare, l’anno successivo, i Premi David di Donatello, Nastro d’Argento e Globo d’oro per miglior regista esordiente. Il film ottiene anche degli importanti riconoscimenti per la colonna sonora composta da lui (autore di tutte le canzoni) insieme a Rita Marcotulli. Vince, così, il David di Donatello, il Nastro d’Argento e il Ciak d’Oro pure per la ‘Migliore Colonna Sonora’. Per lui il film è motivo di riscoperta della sua regione fino allora poco esplorata. Confessa, infatti, di essere stato prima a New York che a Matera. La voglia di andare via non gli ha permesso di interessarsi alla sua terra che ritrova, via via che il film prende corpo, tra territori morfologicamente diversi e culturalmente uguali. Attraversando l’entroterra il film, con ironia, ripercorre la storia, le tradizioni, la letteratura, l’enogastronomia di posti meravigliosi. Incontra un popolo che vive la sua quotidianità dignitosamente, senza fare troppo rumore. E nell’osservate tutto ciò, Rocco vede se stesso.

In questo periodo è anche al teatro con “Eduardo più unico che raro”, altro tributo al grande commediografo napoletano, di cui il regista Giancarlo Sepe porta in scena gli atti unici: Il Dono di NataleFilosoficamentePericolosamenteLa voce del Padrone.

Nel 2011 fa parte del cast di un altro film di successo, record di incassi, “Che bella giornata”, regia di Gennaro Nunziante, dove interpreta Nicola, papà del protagonista Checco Zalone. Nello stesso anno è impegnato nelle vesti di Lionello in un’altra commedia cinematografica “Nessuno mi può giudicare”, regia di Massimiliano Bruno, quindi in “Finalmente la felicità”, diretto nuovamente da Pieraccioni.

Il 2012 è per lui un anno professionalmente ed emotivamente intenso.  Lo vediamo recitare accanto a Luciana Littizzetto in “È nata una star?”, film commedia di Lucio Pellegrini, dove interpretano i genitori di un ragazzo alle prese con ambizioni professionali poco convenzionali. È, poi, accanto a Michele Placido nella commedia cinematografica “Viva l’Italia” del regista Massimiliano Bruno.

La sua poliedricità e simpatia lo portano, inoltre, a calcare il palcoscenico italiano famoso anche nel mondo. Questa volta il sipario dell’Ariston di Sanremo si alza anche per lui che conduce, insieme a Gianni Morandi, il 62° Festival della Canzone Italiana. L’ inedita esperienza è per Rocco motivo di grande emozione, per il ruolo in se e per l’impatto con la platea con cui, in maniera divertente, interagisce amichevolmente. E poi c’è l’incontro con artisti internazionali, ma soprattutto con Lucio Dalla, il mito della musica, del quale conserverà sempre il ricordo di parole e abbracci affettuosamente scambiati. Questo è uno dei momenti più importanti della sua vita.

Reduce dal successo sanremese, torna a calcare altri teatri per portare in scena, da adesso e fino al 2016, la sua opera “Una piccola impresa meridionale” scritta con Valter Lupo che ne è anche il regista. Qui ritorna all’esperimento di teatro e musica con canzoni, racconti poetici, monologhi e gag divertenti che danno vita a spettacoli diversi ogni sera, a seconda dei pensieri annotati su un diario. I componenti della band sono tutti meridionali.

Restiamo nel 2012 per evidenziare un altro debutto dell’artista nel mondo della musica. Incide infatti “La mia parte imperfetta”, album pubblicato da Sony Music. Si tratta di dodici brani che, attraverso la poesia, indagano sul senso dell’auto accettazione, sull’utilità delle umane imperfezioni affinché le si possano tradurre in risorse e in costruttive opportunità. Dunque, un anno d’oro per Rocco che meritatamente ottiene il Premio TV – Premio regia televisiva come personaggio rivelazione del 2012.

Nell’ottobre 2013 “Una piccola impresa meridionale” diventa il titolo del film di cui l’artista lucano è coautore insieme a Valter Lupo. Si autodirige, per la seconda volta, nel ruolo di Costantino un sacerdote che, persuaso all’isolamento in un posto di mare, si trova a convivere insieme a personaggi con un passato da lasciarsi alle spalle, e un futuro da costruire al pari del faro che intendono ristrutturare. La commedia porta con sé il riscatto di un Sud che vuole ripartire con le sue forze, e la valorizzazione delle debolezze umane, qui lungi dall’essere giudicate. La musica è, ancora una volta, espressione dell’estro creativo di Papaleo che l’ha composta insieme a Rita Marcotulli.

Contemporaneamente al film esce, per la Mondadori editore, l’omonimo romanzo dove Rocco Papaleo si presenta nella veste di scrittore e, nello stesso anno, riceve il Premio nazionale Vincenzo Padula – Il Sud nel cinema.

Nel 2014 è coprotagonista con Paola Cortellesi del film “Un boss in salotto” di Luca Miniero che firma la regia anche di “La scuola più bella del mondo”, entrambi commedie. È anche coprotagonista insieme a Sergio Castellitto di “La buca”, commedia per la regia di Daniele Ciprì. Gira, poi, “Confusi e felici” commedia di Massimiliano Bruno, e lo vediamo in TV presentare insieme a Michelle Hunziker “Zelig”, noto programma comico trasmesso da Canale 5.

Nel 2015 è il personaggio principale di “La voce – Il talento può uccidere”, un thriller/noir diretto da Augusto Zucchi, in cui esce dai consueti ruoli della commedia per interpretare una parte più drammatica. Vi rientra, tuttavia, nel film di Francesca Archibugi “Il nome del figlio”.

Nel 2016 torna alla regia con il film “Onda su onda” dove, oltre a recitare il ruolo di Gegè, è coautore del soggetto, della sceneggiatura e della colonna sonora. È, poi, nel cast di “Che vuoi che sia” di Edoardo Leo, e di “Orecchie” girato in bianco e nero da Alessandro Aronadio. Le pellicole sono tutte commedie.

Nel 2017 è tra gli interpreti di “The Place” drammatico diretto da Paolo Genovese, e di “Il premio” commedia di Alessandro Gassmann, protagonista Gigi Proietti. Poi, nuovamente al teatro con “Buena onda”, regia di Valter Lupo le cui repliche si prolungano fino all’anno successivo.

Un nuovo cambiamento, tuttavia, lo aspetta. Lascia Roma e va a vivere a Torino dopo aver girato qui il film con la Littizzetto “È nata una star”. Due mesi di ciak sono bastati all’attore lucano per innamorarsi di una città che vede elegante, ordinata e che culturalmente offre tanto.

Nel 2018 è al cinema come protagonista di tre film commedia: “Bob & Marys – Criminali a domicilio”, regia di Francesco Prisco, “Tu mi nascondi qualcosa” di Giuseppe Loconsole, “Moschettieri del re – La penultima missione” di Giovanni Veronesi, dove interpreta Athos. Per questo film, girato in diversi luoghi della Lucania, vince il Premio Flaiano 2019 come migliore interpretazione maschile.

Lo stesso Premio, con la stessa motivazione, lo ottiene nel 2019 anche per il film drammatico “Il grande spirito”, regia di Sergio Rubini, uscito nell’anno corrente, dove è coprotagonista.

Poi, lo ritroviamo a rivestire il ruolo del Gatto in “Pinocchio”, regia Matteo Garrone. Il film, nel cui cast compaiono nomi del calibro di Roberto Benigni e Gigi Proietti, è pluripremiato: David di Donatello, Nastro d’Argento e Ciack d’oro 2020, due candidature agli Oscar per il 2021.

Sempre nel 2019 torna in TV con il programma comico-satirico di Rai 2 “Maledetti Amici Miei”, presentato da Giovanni Veronesi, dove compare insieme a Sergio Rubini, Alessandro Haber, Max Tortora e Margherita Buy. Conduce, inoltre, il “Dopofestival – the dark side of Sanremo” con Anna Foglietta e Melissa Greta Marchetto.

Tra il 2019 e il 2020 è al teatro con “Coast to coast’, regia di Valter Lupo, suo coautore di uno spettacolo dove il poliedrico artista lucano interagisce con il pubblico nel suo viaggio straordinario fatto di parole, musica, canzoni, racconti poetici e realistici, monologhi e gag surreali.

Nel 2020 Carlo Verdone porta sul grande schermo “Si vive una volta sola”, una commedia dove Rocco, coprotagonista, interpreta un medico. Giovanni Veronesi, invece, realizza “Tutti per 1, 1 per Tutti”, sequel di Moschettieri del re – La penultima missione, film TV trasmesso in prima visione su Sky Cinema nello stesso anno.

Nel 2021 gira una commedia nuovamente in Basilicata, tra Maratea e la sua Lauria, per la quarta volta in veste di regista. Il film si intitola “Scordato” e nel cast, insieme a lui coprotagonista, vi è la cantante Giorgia al suo debutto nella recitazione. È una storia di analisi ed autoanalisi che scava nella mente di un accordatore di pianoforti alla ricerca del motivo della sua vita “stonata”.

Dal 2020 e per il 2022 è in tournée teatrale dove interpreta il protagonista principale in “Peachum – un’opera da tre soldi”, regia di Fausto Paravidino, dramma ispirato a situazioni e personaggi dell’opera omonima di Bertolt Brecht.

Il drammaturgo, regista e saggista tedesco torna nell’opera di Rocco Papaleo che, in varie occasioni, lo cita per esprimere un pensiero strettamente a lui connesso. Lo fa con la poesia “Piaceri”, un elenco di cose semplici che Brecht annota nella convinzione che siano determinanti per una vita serena. “Il primo sguardo dalla finestra del mattino, volti entusiasti. Un vecchio libro ritrovato. Neve, il mutare delle stagioni, il giornale, il cane, la dialettica. Fare la doccia, nuotare, musica antica, scarpe comode, capire, musica moderna, scrivere, piantare, viaggiare, cantare, essere gentili”. Questi versi sono di qualche anno più grandi di Rocco, ma sembrano quasi averlo accompagnato nel suo diventare adulto, padre, professionista diffusamente apprezzato dal pubblico, da autorevoli registi, attori, produttori, direttori artistici con cui ha collaborato. E che riflettono la sua indole semplice, umile, autoironica tipica, d’altro canto, del popolo lucano, avvezzo alla modestia che frena facili entusiasmi, e a “quel non so che” di incompiuto che crea insoddisfazione pur davanti a lavori benfatti. Rocco si riconosce in questo “modello lucano” e, contemporaneamente, riscopre la sua terra: i suggestivi e variegati paesaggi, la mitezza di borghi antichi, la bontà dei cibi. Torna spesso in Lucania, anche adesso che la mamma non c’è più, ed è come ritornare alle origini delle sue più grandi passioni. La scrittura, mai convenzionale, esito di una vena poetica nata più dal filtro dell’immaginazione che dalla nitidezza dell’osservazione. La musica talmente connaturata in lui da renderne il lessico una parlata musicale.

L’artista o, come ama definirsi, l’artigiano dell’interpretazione, è partito da lì per scalare il successo, in realtà, mai inseguito a tutti costi.  E da allora, grazie al suo costante impegno e talento, non si è fermato più.

Anna Mollica

 

 

BIBLIOGRAFIA

Papaleo Rocco Una piccola impresa meridionale, Mondadori, Segrate (MI), 2013

 

CINEMA


Il male oscuro, regia di Mario Monicelli, 1989

Senza pelle, regia di Alessandro D’Alatri, 1994

Con gli occhi chiusi, regia di Francesca Archibugi, 1994

I laureati, regia di Leonardo Pieraccioni, 1995

Ferie d’agosto, regia di Paolo Virzì, 1995

Il barbiere di Rio, regia di Giovanni Veronesi, 1996

I virtuali, regia di Luca Mazzieri e Marco Mazzieri, 1996

Cresceranno i carciofi a Mimongo, regia di Fulvio Ottaviano, 1996

Finalmente soli, regia di Umberto Marino, 1997

Cinque giorni di tempesta, regia di Francesco Calogero, 1997

Viola bacia tutti, regia di Giovanni Veronesi, 1998

Del perduto amore, regia di Michele Placido, 1998

La bomba, regia di Giulio Base, 1999

Voglio stare sotto al letto, regia di Bruno Colella, 1999

Volesse il cielo! , regia di Vincenzo Salemme, 2002

Il trasformista, regia di Luca Barbareschi, 2002

Il paradiso all’improvviso, regia di Leonardo Pieraccioni, 2003

Il pranzo della domenica, regia di Carlo Vanzina, 2003

Che ne sarà di noi, regia di Giovanni Veronesi, 2004

Ti amo in tutte le lingue del mondo, regia di Leonardo Pieraccioni, 2005

Commediasexi, regia di Alessandro D’Alatri, 2006

Non prendere impegni stasera, regia di Gianluca Maria Tavarelli, 2006

Una moglie bellissima, regia di Leonardo Pieraccioni, 2007

L’amore non basta, regia di Stefano Chiantini, 2008

Mejor que nunca, regia di Dolores Payás, 2008

Non c’è più niente da fare, regia di Emanuele Barresi, 2008

Io & Marilyn, regia di Leonardo Pieraccioni, 2009

Amalfi rewards of the goddess, regia di Hiroshi Nishitani, 2009

Due vite per caso, regia di Alessandro Aronadio, 2010

Basilicata coast to coast, regia di Rocco Papaleo, 2010

Che bella giornata, regia di Gennaro Nunziante, 2011

Nessuno mi può giudicare, regia di Massimiliano Bruno, 2011

Finalmente la felicità, regia di Leonardo Pieraccioni, 2011

È nata una star?, regia di Lucio Pellegrini, 2012

Viva l’Italia, regia di Massimiliano Bruno, 2012

Una piccola impresa meridionale, regia di Rocco Papaleo, 2013

La voce – Il talento può uccidere, regia di Augusto Zucchi, 2013

Un boss in salotto, regia di Luca Miniero, 2014

La buca, regia di Daniele Ciprì, 2014

La scuola più bella del mondo, regia di Luca Miniero, 2014

Confusi e felici, regia di Massimiliano Bruno, 2014

Il nome del figlio, regia di Francesca Archibugi, 2015

Onda su onda, regia di Rocco Papaleo, 2016

Che vuoi che sia, regia di Edoardo Leo, 2016

Orecchie, regia di Alessandro Aronadio, 2016

The Place, regia di Paolo Genovese (2017)

Il premio, regia di Alessandro Gassmann, 2017

Bob & Marys – Criminali a domicilio, regia di Francesco Prisco, 2018

Tu mi nascondi qualcosa, regia di Giuseppe Loconsole, 2018

Moschettieri del re – La penultima missione, regia di Giovanni Veronesi, 2018

Il grande spirito, regia di Sergio Rubini, 2019

Pinocchio, regia di Matteo Garrone, 2019

Si vive una volta sola, regia di Carlo Verdone, 2020

Tutti per 1, 1 per Tutti, regia di Giovanni Veronesi, 2020

 

TEATRO

Lauria swing story, regia di Rocco Papaleo, 1984

2001 odissea nello spazio, regia di Piero Castellacci, 1985

Duello in piazza, regia di Salvatore Di Mattia, 1985

Sussurri assurdi, regia di Salvatore Di Mattia, 1986

La madre, regia di Claudio Frosi, 1986

Aspettando metrò, regia di Rocco Papaleo, 1987

Fools, regia di Pino Quartullo, 1988

Gonne, regia di Rocco Papaleo ,1990

Trompe l’oeil, regia Federico Cagnoni, 1991

Metodo Stanislawsky, regia di Valter Lupo, 1992

Sottovoce, regia di Valter Lupo, 1993

Di notte non bisognerebbe andare a caso, regia di Edoardo Erba, 1994

Radio Estetica, regia di Franco Bertini, 1995

L’inno dell’ultimo anno, regia di Maurizio Panici, 1996

Che non si sappia in giro, regia di Valter Lupo, 1997

Un aria di famiglia, regia di Michele Placido, 1998

Forbici follia, regia di Valter Lupo, 1996

Simpatico, regia di Pietro Bontempo, 2000

Eduardo al Kursal, regia di Armando Pugliese, 2001/02/03/04

Basilicata on my mind,regia Pietro Bontempo, 2003

Scoppio d’amore e guerra, regia di Duccio Camerini, 2005/06

Il linguaggio della montagna, regia di Pietro Bontempo, 2007

Basilicata coast to coast, regia di Valter Lupo, 2008

La fantasia mi consola, regia di Rocco Papaleo, 2009

Eduardo più unico che raro, regia di Giancarlo Sepe, 2010/11

Una piccola impresa meridionale, regia di Valter Lupo, 2012/13/14/15/16

Buena onda, regia di Valter Lupo, 20017/18

Coast to coast, regia di Valter Lupo, 2019/20

Peachumun’opera da tre soldi, regia di Fausto Paravidino, 2020

Peachum, Stagione teatrale 2021/2022

 

TELEVISIONE

Fiction

 

Classe di ferro, regia di Bruno Corbucci, 1989/90
Quelli della speciale, regia di Bruno Corbucci, 1991
Giornalisti, regia di Donatella Maiorca, 2000
Padre Pio tra cielo e terra, regia di Giulio Base, 2001
Vola sciusciù, regia di Joseph Sargent, 2003
Cuore contro cuore, regia di Riccardo Mosca, 2004

 

Presentatore

 

Festival di Sanremo, 2012
Zelig, 2014
Dopofestival – the dark side of Sanremo, 2019
Maledetti Amici Miei, 2019

MUSICA

 

Album Che non si sappia in giro, BMG Ricordi, 1997
Album La mia parte imperfetta, Sony Music, 2012

 

LINK

https://www.filmauro.it/shared/download/area-stampa/pressbook/pressbook_Si_vive_una_volta_sola.pdf

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