PIERRO ALBINO

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PIERRO ALBINO

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Tursi (MT), 19 novembre 1916 – Roma, 23 marzo 1995

Professore di storia e filosofia, scrittore, poeta, compreso nella rosa di nomi da premiare per la sezione letteratura del premio Nobel.

Albino Pierro nasce a Tursi il 19 novembre 1916. La sua è una famiglia benestante, il padre è un proprietario terriero mentre la madre è maestra elementare. Vivono in palazzo situato nella Rabatana, primo nucleo abitativo della cittadina che porta i segni del passaggio dei Saraceni. La sua, però, non è un’infanzia facile. Perde la madre poco dopo la nascita e soffre di una malattia agli occhi che fa temere addirittura la perdita della vista. Anche l’adolescenza non è tranquilla. Motivi di studio lo portano a vivere in diverse città italiane. Prima a Taranto e poi a Salerno dove consegue la terza media e ha il primo incontro con la poesia e con i classici. Da qui a Sulmona per frequentare il primo anno di liceo, che dovrebbe completare ad Udine, ma così non avviene poiché lascia la scuola. Un ulteriore trasferimento lo porta a Novara e, infine, a Roma dove, nel 1939, acquisisce il diploma magistrale e si iscrive all’Università.

Nel ’42 si sposa, ha una figlia e, due anni dopo, si laurea in Pedagogia e Filosofia. Nel ‘45 ha inizio la sua lunga attività di docente di Storia e Filosofia presso vari licei romani. Nella Capitale frequenta i centri culturali, circostanza questa che va ad alimentare un sentimento romantico già svelato dal percorso introspettivo maturato in tutti quegli anni. Nasce da qui la prima raccolta poetica “Liriche” (Ed. Palatina), del 1946. È scritta in italiano così come lo sono le successive che compone nei 13 anni successivi. Nuove Liriche, (Ed. Danesi in via Margutta), ‘49; Mia madre passava, (Ed. Fratelli Palombi), ‘56; Il transito del vento, (Ed. Dell’Arco) ‘57; Poesie, (Ed. Dell’Arco), ’58. La sensibilità dei contenuti e la soavità delle espressioni, delicatamente si fanno spazio nel panorama letterario italiano.

La critica le osserva attentamente e il nome del professore prende a risuonare negli ambienti letterari. La raccolta Il mio villaggio, (Cappelli Editore) del 1959 ha la prefazione del noto antropologo Ernesto De Martino, divenuto suo grande amico. Le affinità con lo studioso napoletano sono riposte proprio nella terra lucana dove le consuetudini sono vissute come riti, la civiltà contadina è da sempre segnata da fatica e stenti, e i tormenti della vita, platealmente mostrati, trovano nel pensiero magico il loro unico argine. Albino Pierro incastona i suoi versi tra il mistico e il reale di questo mondo che pare abbia sorvolato i tempi, più che averli vissuti, decidendo di raccontarlo, d’ora in avanti, con il solo modo che più di altri può comunicare quell’atavico tormento: il dialetto. Ammetterà: “Non avevo mai pensato di scrivere in tursitano che ricordo come l’idioma della mia infanzia, anche se, ovviamente, non lo parlavo sempre. Ma il 23 settembre del 1959, a Roma, di ritorno dalla Lucania, avvertii il bisogno di esprimermi in tursitano”. È sera, e la partenza da Tursi muove in lui un senso di doloroso distacco, lo turba. “Prima di lasciare la grande casa dei miei, m’ero affacciato a uno dei balconi e avevo contemplato con commozione intensa quanto inusitata quella che sarebbe diventata per me «la terra del ricordo». Quel ricordo, al termine del viaggio, già dominava la mia interiorità e chiedeva di essere tradotto in canto”. Compone il canto in pochi mesi.

All’inizio del 1960 esce A terra d’u ricorde, (Il Nuovo Belli Edizioni), esordio poetico nel dialetto che è anima della sua terra e, analogamente, specchio della sua. La reazione del mondo letterario è sorprendente. Tra gli estimatori si annoverano Giuliano Manacorda, Carlo Salinari, Gianfranco Contini, Francesco Zambon, Tullio De Mauro, Gianfranco Folena e Carlo Levi che lo dipinge in un ritratto. Tutti ammirano quella lingua d’altri tempi, le sconosciute sonorità, la forte timbrica, l’essere straordinariamente “viva” nel far percepire pensieri, esperienze ed emozioni di vita vissuta nella Tursi dalla quale il poeta si è dovuto, dolorosamente, staccare. In quella lingua vi è dell’inedito, qualcosa mai realizzata prima e che non ha modelli a cui rifarsi. Albino Pierro, magistralmente, traduce in testi le sue radici, attribuisce loro dignità poetica.  Da adesso in avanti il dialetto caratterizza, prevalentemente, le sue opere, anche non abbandona l’italiano. I due idiomi si alternano in poesie cariche di sentimento.

Sempre nel ’60 pubblica la raccolta Agavi e Sassi, (Ed. Dell’Arco) e, quella in dialetto, Metaponte, (Ed. Il Nuovo Cracas). Dal ’63 e, nei quattro anni successivi, dà vita a I’nnammurète, Appuntamento, e Nd’u piccicarelle di Turse, (Ed. Laterza).  Nel 1969 esce la raccolta Eccò ‘a morte?, (Ed. Laterza), nel ‘71 Famme dorme, (Ed. Scheiwiller) e nello stesso anno termina la sua carriera di insegnante poiché viene nominato ispettore ministeriale. Nel ’73 è la volta di due raccolte poetiche: Incontro a Tursi. Lettere di Betocchi a Pierro, poesie, testi critici vari e Curtelle a lu sòue, (Ed. Laterza), mentre nel ’75 esce Nu belle fatte, (Ed. Mondadori). L’anno seguente vince il “premio Carducci” per la poesia e, l’altro ancora, pubblica Com’agghi’ ‘a fe?, (Edizioni 32).

Gli anni ’80 rappresentano per Albino Pierro la consacrazione mondiale del suo nome ma anche un caso letterario ed umano dai risvolti, purtroppo, amari. All’inizio del decennio pubblica Sti mascre, (L’Arco Ed. d’Arte) e nell’81 Dieci poesie inedite in dialetto tursitano, (Ed. Pacini).

L’anno dopo esce Poesie inedite in omaggio a Pierro, (Ed. Lacaita) e Ci uéra turnè, (Ed. del Girasole) mentre nell‘83 Si pò nu jurne, (Ed. Gruppo Forma). Nell’85 pubblica Poesie tursitane, (Ed. del Leone) e accetta l’invito dell’Università di Stoccolma che lo vuole in sede per leggere le sue opere. Il poeta tursitano ha, oramai, raggiunto fama internazionale, le sue raccolte poetiche fanno il giro del mondo, sono tradotte in tante lingue. Per la Svezia, poi, si tratta di un ritorno in quanto vi era già stato qualche anno prima ospite dell’Istituto italiano di cultura. Nel paese scandinavo il poeta tursitano è notissimo grazie a Ingvar Björkeson, uno dei massimi interpreti svedesi. Ha tradotto Dante, Foscolo, Virgilio, Pasolini, Petrarca, Tasso, ed ora anche Pierro a cui si interessa volontariamente a partire dal 1985. Traduce alcune delle sue opere che poi vengono pubblicate da un importante editore locale. L’autorevolezza di Björkeson nella scelta delle opere e degli autori è alla base della decisione dell’Accademia di Stoccolma, assegnataria del Premio Nobel, di inserire nella rosa di nomi da premiare per la sezione letteratura, anche quello di Albino Pierro. Una scelta che ripete per i successivi cinque anni. La candidatura è una notizia eclatante e le reazioni non sono unanimi. Alla piacevole sorpresa dell’interessato si affiancano le perplessità di una parte di critica e di stampa italiana che ravvedono in tale fatto, dell’insolito e del pilotato. Si rincorrono, infatti, insinuazioni circa presunte ingerenze politiche sulla scelta del nome, attribuite ad Emilio Colombo, già Ministro degli Esteri, corregionale del poeta. Il caso mediatico, per quanto del tutto infondato, fa scalpore e getta un’ombra sulla nomina di Albino Pierro che, infatti, nonostante le ripetute nomine, non riceve il prestigioso premio. Alla vicenda è dedicato il saggio Intrigo a Stoccolma (Ed. RCE) del giornalista lucano Rocco Brancati (v. Scheda) al quale il poeta, nel commentare la spiacevole vicenda, aveva ribattuto in un’intervista: “I premi passano, l’opera resta”.

Tali vicissitudini, comunque, non ne fermano la vena poetica. Nell’86 pubblica Tante ca pàrete notte, (Ed.Manni) e Un pianto nascosto, (Ed. Einaudi) e i riconoscimenti continuano ad arrivare.

Nel 1992, mentre esce Nun c’è pizze di munne, (Ed. Mondadori), l’Università degli Studi della Basilicata gli conferisce la laurea honoris causa e, l’anno seguente, la Scuola Normale Superiore di Pisa organizza un incontro con il poeta.

Albino Pierro muore a Roma il 23 marzo 1995, riposa nel suo paese natale. L’anno dopo il Consiglio Comunale proclama Tursi “Città di Pierro” e intitola a lui l’Istituto Comprensivo della scuola Materna, Elementare e Media. Nel 2010 viene istituito il Parco Letterario “Albino Pierro” quale naturale esito del suo cammino umanistico il cui suolo è stato proprio Tursi. L’ente ne conserva e promuove la memoria e le opere, il patrimonio storico, culturale e linguistico del paese, attraverso ripubblicazioni anastatiche, organizzazione di eventi, manifestazioni e visite guidate tra i luoghi frequentati dal poeta.

Il parco è gestito dal Centro Studi Albino Pierro Onlus nato il 31 agosto 2007 per la salvaguardia e valorizzazione del patrimonio librario ed archivistico. Ha, tra i suoi fondatori, la figlia Maria Rita Pierro. La sede del Parco è nello storico palazzo della famiglia Pierro, dove vi è la biblioteca, e sono custodite la collezione personale e le opere del poeta. Vi è, inoltre, la riproposizione dello studio della casa romana, oltre alla consistente documentazione, e la pinacoteca con una mostra permanente di dipinti di artisti lucani come Nino Tricarico e Antonio Masini, ispirati dalle liriche pierriane. La sua casa è diventata un museo.

L’opera dell’indimenticabile professore torna nelle librerie nel 2012 con Tutte le poesie, edizione critica a cura di Pasquale Stoppelli, (Ed. Salerno). L’edizione raccoglie l’intera opera poetica pubblicata, 244 poesie in italiano e 403 in dialetto tursitano tradotte dall’autore.

Innumerevoli sono i convegni che parlano di lui. Fra tutti si ricorda quello tenutosi nel novembre 2016 che la Società Dante Alighieri organizza a Tursi a 100 anni dalla nascita. Conferenze, rappresentazione teatrali, documentari, presentazioni di alcune ristampe perriane vengono proposte con la partecipazione di rappresentanti delle istituzioni civili, religiose, accademiche e giornalistiche. Per l’occasione viene presentato il libro, uscito il mese prima, E non mi fermo di Albino Pierro contenente le illustrazioni di Mara Cerri. Il testo, pubblicato dalla Orecchio Acerbo, casa editrice nata per i bambini, riporta una dozzina di poesie in cui animali, oggetti, luoghi, personaggi raccontano la terra del poeta e i sentimenti che, tramite lui, su di essa aleggiano.

“Che cosa è stata, infatti, per me la Lucania, durante le mie ricerche, se non la terra del ricordo, la patria cercata che mi difendeva dalla minaccia di restare apolide, senza né campanile, né filo d’erba, né volto umano in un paesaggio domestico, né voce amica, né nulla che avesse potenza di memoria o invito di prospettiva? […]” confessa Albino Pierro, legandosi, tramite questo sentire, ai conterranei Rocco Scotellaro e Leonardo Sinisgalli, anche loro noti poeti. E continua: “Coloro che non hanno radici, che sono cosmopoliti, si avviano alla morte della passione e dell’umano: per non essere provinciali occorre possedere un villaggio vivente nella memoria, a cui l’immagine e il cuore tornano sempre di nuovo”.

Anna Mollica

PUBBLICAZIONI

  • Albino Pierro Liriche, Palatina Edizioni, Roma, 1946
  • Albino Pierro Nuove Liriche, Edizioni Danesi in via Margutta, Roma, 1949
  • Albino Pierro Mia madre passava, Fratelli Palombi, Roma ,1956
  • Albino Pierro Il transito del vento, Edizioni Dell’Arco, Roma, 1957
  • Albino Pierro Poesie, Dell’Arco Editore, Roma, 1958
  • Albino Pierro Il mio villaggio, Cappelli Editore, Bologna, 1959
  • Albino Pierro A terra d’u ricorde, Il Nuovo Belli Edizioni, Roma, 1960
  • Albino Pierro Agavi e Sassi, Edizioni Dell’Arco, Roma, 1960
  • Albino Pierro Metaponte, Il Nuovo Cracas Edizioni, Roma, 1960
  • Albino Pierro  I’nnammurète, Laterza Edizioni, Bari, 1963
  • Albino Pierro Appuntamento, Laterza Edizioni, Bari, 1967.
  • Albino Pierro Nd’u piccicarelle di Turse, Laterza Edizioni, Bari, 1967.
  • Albino Pierro Eccò ‘a morte? Laterza Edizioni, Bari, 1969
  • Albino Pierro  Famme dorme, Scheiwiller Edizioni, Milano, 1971
  • Albino Pierro Incontro a Tursi. Lettere di Betocchi a Pierro, poesie, testi critici vari, Laterza Edizioni, Bari, 1973
  • Albino Pierro Curtelle a lu sòue, Laterza Edizioni, Bari, 1973
  • Albino Pierro Nu belle fatte, Mondadori Editore, Milano, 1975
  • Albino Pierro Com’agghi’ ‘a fe?, Edizioni 32, Milano, 1977
  • Albino Pierro Sti mascre, L’Arco Ed. d’Arte, Roma, 1980
  • Albino Pierro Dieci poesie inedite in dialetto tursitano, Pacini Edizioni, Lucca 1981
  • Albino Pierro Poesie inedite in omaggio a Pierro, Lacaita Edizioni, Manduria, 1982
  • Albino Pierro Ci uéra turnè, Edizioni del Girasole, Ravenna, 1982;
  • Albino Pierro Si pò nu jurne, Gruppo Forma Edizioni, Torino, 1983
  • Albino Pierro Poesie tursitane, Edizioni del Leone, Venezia, 1985;
  • Albino Pierro Tante ca pàrete notte, Manni Editore, Galatina, 1986
  • Albino Pierro Un pianto nascosto, Einaudi Editore, Torino, 1986
  • Albino Pierro Nun c’è pizze di munne, Mondadori Editore, Milano, 1992
  • Albino Pierro Tutte le poesie, edizione critica a cura di Pasquale Stoppelli, Salerno Editrice, Roma, 2012

Albino Pierro E non mi fermo, Orecchio Acerbo Editore, Roma, 2016

https://ladante.it/categoria-attualita/territorio-e-parchi-letterari/1437-centenario-della-nascita-del-poeta-albino-pierro.html

CENTENARIO DELLA NASCITA DEL POETA ALBINO PIERRO

Pubblicato: 16 Novembre 2016

 

Venerdì 18 e sabato 19 novembre nel Parco Letterario di Tursi (Matera) si ricorda il poeta che per due volte “sfiorò” la vittoria del Premio Nobel per la Letteratura.

 

Ascoltiamo Pierro e la sua straordinaria poesia dialettale:

Il programma della due giorni a Tursi:

ore 18.30. Sala Conferenze Benedetto XVI Presentazione del volume “E non mi fermo” di Albino Pierro edito da Orecchio Acerbo Editore

A seguire (conduce Eva Bonitatibus) Associazione CREA – Compagnia Teatrale KATZENMACHER

Jaramme, omaggio a Don Albino di Vito Valente e Francesco Gallo con Voce recitante Maurizio Cardillo, Regia di Marco Manchisi

sabato 19 novembre

ore 18,00. Cattedrale dell’Annunziata. Santa Messa

ore 19,00. Sala Conferenze Benedetto XVI

interventi di Francesco Ottomano, Presidente Parco Letterario Albino Pierro e Salvatore Cosma, Sindaco di Tursi

Presentazione delle ristampe “N’du picciarelledi Turse”, 1967; “Eccò a morte2, 1969; “Famme dorme”, 1971

“L’amico Albino Pierro”, a cura del giornalista Rocco Brancati

Parteciperanno; Prof. Cosimo Damiano Fonseca, Prof. Franco Trifuoggi; Prof. Giorgio d’Elia, Mons. Gerardo Pierro e Mons. Vincenzo Orofino

Intermezzi musicali a cura di Antonio Labate Interverranno rappresentani delle istituzioni

Conduce Eva Immediato

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