BRANCATI ROCCO

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BRANCATI ROCCO

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Potenza, 26 febbraio 1950 – Potenza, 18 aprile 2018

giornalista e scrittore.

Rocco Brancati, giornalista e scrittore, nasce a Potenza il 26 febbraio 1950. Consegue la maturità classica presso il locale liceo “Quinto Orazio Flacco” e, nel 1970, si iscrive alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli studi di Salerno. Durante questo periodo si avvicina al mondo del giornalismo. Nel ‘72 inizia a collaborare con il quotidiano “Il Mattino” di Napoli, occupandosi prevalentemente di Cultura e, l’anno dopo, si iscrive da pubblicista all’Ordine dei Giornalisti. I contatti con la sua città, tuttavia, restano ben saldi, ne segue le vicende nel giornale “Cronache di Potenza” di cui diventa collaboratore. Intanto all’Università conosce il prof. Gabriele De Rosa grazie al prof. Antonio Cestaro con il quale prepara la tesi di laurea in Storia del Mezzogiorno relative alle “Inchieste Parlamentari da Jacini a Francesco Saverio Nitti”. I due storici sono legati alla Basilicata, hanno infatti sostenuto fin dalla nascita l’Associazione per la Storia Sociale del Mezzogiorno e dell’Area Mediterranea istituita, con il nome di Centro Studi per la Storia del Mezzogiorno, prima a Salerno e, nel ’74, a Potenza. Rocco frequenta costantemente il Centro diventandone, in seguito, socio benemerito.

Si è sempre dichiarato allievo di quella scuola di studi storiografici lucano-salernitani di cui riteneva Cestaro e De Rosa i principali antesignani. Nel ‘75 riceve a Sasso di Castalda il premio “don Giuseppe De Luca” per il reportage “Sociologia sul territorio”, scritto sulla rivista monografica dedicata ai dissesti idrogeologici. Quel premio segna la svolta del suo percorso professionale, un riconoscimento che attesta la sua capacità di fare giornalismo, fornendogli la decisiva spinta per proseguire su questo percorso, per lui, dai doppi binari. Confida infatti: «Gli insegnamenti di De Rosa sulla scrupolosità e il rigore nella ricerca storica mi hanno accompagnato da sempre e sono stati determinanti nella mia scelta di privilegiare, nel lavoro giornalistico televisivo, la storia piuttosto che la cronaca. Devo a lui e al prof. Antonio Cestaro una metodologia e un impegno nella ricerca delle “fonti”, nella verifica delle notizie, nell’analisi non superficiale di un evento». Dopo la laurea, conseguita nel ‘75, continua a collaborare al quotidiano napoletano fino al ’79, quando diventa giornalista professionista ed entra nella neonata redazione lucana del Telegiornale regionale della Rai, guidata da Mario Trufelli. Nel suo lavoro la curiosità lo guida sempre. Quell’incessabile voglia di conoscere realtà nuove lo spinge ad allontanarsi da Potenza per inoltrarsi in ogni luogo della Basilicata e non, al fine di indagare sulle storie di cui viene a conoscenza. Rocco Brancati rende la sua professione giornalistica il mezzo per arrivare il più possibile vicino alla gente, annullando di fatto il distacco tra la scrivania della redazione e il territorio. Anche adesso, attraverso la televisione non smette di narrare la cultura della sua terra, approfondendone aspetti noti o svelando mondi a lungo sconosciuti. Alcuni rivivono anche in testi dove storia, arte e cultura si tessono intorno a vite ed avvenimenti temporalmente lontani eppure non avvertiti come estranei, forse per quel fascino che hanno saputo tramandare.

Nel 1997 pubblica, infatti, Tormenti, tenebre, visioni: Bios athanatos Carlo Gesualdo principe di Venosa (1566-1613), (Editore 21.mo secolo). Alla controversa vita del musicista nato a Venosa, nipote di San Carlo Borromeo e marito in seconde nozze di Eleonora d’Este, Brancati dedica questo suo primo saggio nel tentativo di riabilitarne il nome all’interno della storiografia lucana che lo ha quasi rimosso. Prova a richiamate l’attenzione sul personaggio che ha dato un significativo contributo alla storia della musica, considerato un modello da Richard Wagner, Igor Strawinsky e Giovan Battista Doni.

Un genio, quello di Carlo Gesualdo, anticipatore della musica dodecafonica e compositore di pregevoli opere, fra le altre, i sei libri di Madrigali, i due di Sacrae Cantiones e il libro di Responsoria.

Dal 1999 è vice caporedattore vicario della TGR Basilicata e, nello stesso anno, pubblica Ritratto di poeta: Albino Pierro, Intrigo a Stoccolma, (RCE Edizioni). Il libro esce nel quarto anniversario dalla morte del poeta tursitano conosciuto nel 1973. Qui si ripercorrono, in compagnia di testimoni della storia e della cronaca, i momenti lieti e tristi che hanno consacrato l’opera di don Albino, più volte candidato al Premio Nobel per la letteratura. È un omaggio all’uomo solitario che, pur con il suo arcaico dialetto, il dialetto della sua infanzia, è riuscito a comunicare e farsi comprendere da una vasta platea la quale ha ammirato quella lingua viva di parole e suoni, capace di trasmettere il suo mondo perduto.

Nel 2000 esce Stizz’cheja, Giovanni de Gregorio 1579-1656, (RCE Edizioni), dedicato al pittore lucano attivo nel Regno di Napoli, più noto con il nome di “Pietrafesa”, così si firmava in onore del suo paese d’origine che, nel tempo, ha cambiato denominazione in Satriano di Lucania.

 

Nel 2001 diventa docente a contratto di Teorie e Tecniche del Linguaggio Radiotelevisivo del corso di laurea in Scienze della Comunicazione all’Università degli studi della Basilicata e, l’anno successivo, è di nuovo in libreria con il saggio Quel cafone di Parmenide, (RCE Edizioni). La ragione di fondo del libro è legata alla conversazione avuta con Fredrich Georg Friedmann nel corso di una sua visita al castello federiciano di Lagopesole. In quell’occasione, il filosofo e storico della cultura tedesco, parlò del suo saggio «The world of “la miseria”» in cui parlava della società contadina lucana esaltandola per quella sua capacità di conservare un alto grado di dignità nonostante lo stato di indigenza. Una società, a suo dire, “giusta e bella” da considerare addirittura il centro dell’Umanità. L’assunto genera nel giornalista una riflessione sul paradosso povertà-benessere che sviluppa, poi, nel libro. 

Nel 2003 è la volta di Telesolipsismo, Teorie e tecniche dei linguaggi della radio e della televisione, (RCE Edizioni), saggio su cui verte il suo insegnamento all’Università che termina nel 2013. Nello stesso anno esce Il caso Marconi. Cronaca di un falso storico, in “Un’orma non lieve.

L’azione riformatrice di Pietro Lacava tra italianità e meridionalismo”, (Dibuono Edizioni). Nel libro l’autore è alle prese con un’indagine storico-giornalistica tesa a smentire un episodio clamorosamente falso. Il fatto ha come protagonista il patriota risorgimentale lucano on. Pietro Lacava, tacciato di scarsa lungimiranza per aver scartato, ai tempi in cui era ministro delle Poste e Telecomunicazioni, la richiesta di finanziamento avanzata da Guglielmo Marconi per il suo telegrafo senza fili. Il presunto diniego, che spinge l’inventore a rivolgersi in Inghilterra dove la sua invenzione ha successo, fa il giro delle testate giornalistiche dove alberga l’incredulità per tale leggerezza. Una leggerezza che, però, a Brancati convince poco e proprio per questo si inoltra nella difesa dello statista ed avvocato lucano, noto per la sua indole riformatrice, smontando le accuse, punto per punto.

 

Nel 2014 termina la sua avventura in RAI, dopo 35 anni di servizio.

 

Nel 2016 cura la pubblicazione Gerardo Guerrieri. Presagi di un teatro nuovo. Le cronache per “L’‟Unità” 1945-1950, (Giuseppe Barile Editore). Questo lavoro è la prova del forte legame e stima che l’autore nutre nei confronti del regista e drammaturgo di fama internazionale, il materano Gerardo Guerrieri. Qui viene riportata solo una parte dell’imponente sua opera, quella riconducibile all’attività di critico teatrale che ha condotto per diverse testate giornalistiche fra cui “L’‟Unità”. A lui dedica anche il documentario “Gerardo Guerrieri un antropologo dietro le quinte”.

Questo non è l’unico cortometraggio che firma. Tra i tanti, dal tenore etnografico, storico, culturale, biografico, vi è “Il futuro ha un cuore antico”, realizzato in occasione dei 40 anni dalla morte di Carlo Levi, e “Dalla Lucania arcaica alla Basilicata contemporanea tra Macro Regioni e Matera 2019″. L’elevazione di Matera a Capitale Europea della Cultura rappresenta, secondo Brancati, l’occasione giusta per far nascere una vera rete tra le realtà culturali presenti in regione, che metta fine all’improficua logica dei “compartimenti stagni”, responsabile di individualismi poco valorizzanti il nostro considerevole patrimonio culturale.

Rocco Brancati muore il 18 aprile 2018, a Potenza, nella sua casa.

Nel 2019 esce postumo il libro Visti da vicino, (Osanna Edizioni), curato da Luciana Fatone, la compagna della sua vita. Un lungo elenco di nomi compone questo saggio a metà tra storia e cronache di un passato recente. Oltre quaranta ritratti di donne e di uomini, lucani d’origine o di cuore, tutti insigni esponenti della Cultura italiana e mondiale. In questo libro troviamo l’essenza della personalità di un professionista attento a tutto ciò che può essere qualificato come “lucano”. Una sorta di benevolo marchio da inseguire al fine di far conoscere i talenti che la nostra terra ha saputo generare o accogliere. Esponenti del giornalismo, della televisione, del teatro, del cinema, della fotografia, della musica, della letteratura, della poesia, della storia, dell’archeologia, dell’antropologia, della magistratura, della politica che Rocco ha conosciuto ed intervistato. E che propone in una chiave originale, inserendo aneddoti sulle loro esistenze e affiancando l’analisi sulla società, l’economia, la politica e la storia a loro contemporanea, in una dimensione comparativa con il presente. Con ognuno di loro l’autore ha stretto rapporti di vera amicizia e di reciproca stima durate nel tempo; con tutti ha una foto che li ritrae insieme. Il libro è anche una galleria di immagini che ripercorrono la vita dell’autore, la sua professione, i momenti spensierati.

Questo è l’ultimo lavoro della sua intensa carriera a cui ha affiancato l’impegno a favore di altre realtà culturali della regione. È stato, infatti, componente della Deputazione di Storia Patria per la Lucania, membro della giuria di saggistica del Premio Letterario Basilicata, della giuria del Premio “Carlo Levi” di Aliano e del Cda della Fondazione “Leonardo Sinisgalli”. È stato, inoltre, presidente onorario del circolo culturale “Il Portale” di Pignola, del Club Unesco del Vulture, direttore responsabile della rivista medico-scientifica “La Lucania medica” dell’Ordine dei Medici Chirurghi ed Odontoiatri della Provincia di Potenza e direttore responsabile del Bollettino Storico della Basilicata.

Ha ottenuto vari riconoscimenti quali: il Premio Pulce d’argento 2010 conferito dal concorso “La pulce letteraria”, il Premio Torre d’Argento, il Premio giornalistico nazionale “Alberto Jacoviello”, il Premio Heraclea, di cui è stato peraltro il presidente onorario, attribuito questa volta alla memoria.

I comuni di Aliano e Tursi hanno a lui conferito la cittadinanza onoraria.

Altri premi sono stati istituiti in suo nome o a lui intitolati.

La Società Dante Alighieri, Comitato di Potenza, in collaborazione con l’Università degli Sudi di Basilicata, ha indetto il Premio di Cultura “Rocco Brancati”, mentre la rassegna Premio Letterario Basilicata ha chiamato con il suo nome Il Premio Città di Potenza.

Ha dialogato con tutti Rocco. Con insigni eruditi e con persone comuni circostanza quest’ultima nella quale risaltava, più che in altri momenti, la sua capacità di ascolto, il segreto della sua crescita umana e professionale. Persona generosa e a modo, ha lasciato che l’indole socievole indirizzasse i suoi passi, per lui restavano fondamentali i momenti conviviali trascorsi insieme agli amici di sempre. Rappresentano le spensierate istantanee del suo piccolo universo privato che è riuscito tuttavia a far espandere al punto tale da contenere svariati interessi: musica, cinema, tecnologia. Rocco Brancati è e rimarrà esempio di amore per la Cultura che, come ha dimostrato, va sempre condivisa. Perché era, giustamente, convinto, che “in una terra dove c’è Cultura, l’anima di un popolo non muore mai…”

Anna Mollica

PUBBLICAZIONI

  • Rocco Brancati Tormenti, tenebre, visioni: Bios athanatos Carlo Gesualdo principe di Venosa (1566-1613), Editore 21.mo secolo, Milano, 1997
  • Rocco Brancati Ritratto di poeta: Albino Pierro, Intrigo a Stoccolma, RCE Edizioni, Napoli, 1999
  • Rocco Brancati Stizz’cheja, Giovanni de Gregorio 1579-1656, Napoli, RCE, 2000
  • Rocco Brancati Quel cafone di Parmenide, RCE Edizioni, Napoli, 2002
  • Rocco Brancati Telesolipsismo, Teorie e tecniche dei linguaggi della radio e della televisione, RCE Edizioni, Napoli, 2003
  • Rocco Brancati ll caso Marconi. Cronaca di un falso storico, in “Un’orma non lieve. L’azione riformatrice di Pietro Lacava tra italianità e meridionalismo”. Dibuono Edizioni, Villa d’Agri di Marsicovetere, 2013
  • Rocco Brancati (a cura di) Gerardo Guerrieri. Presagi di un teatro nuovo. Le cronache per “L ‟Unità” 1945-1950, Giuseppe Barile Editore, Irsina, 2016
  • Rocco Brancati Visti da vicino, Osanna Edizioni, Venosa, 2019

http://www.controsensobasilicata.com/attualita/3659-la-basilicata-piange-rocco-brancati-giornalista-distintosi-per-la-sua-humanitas.html

LA BASILICATA PIANGE ROCCO BRANCATI, GIORNALISTA DISTINTOSI PER LA SUA “HUMANITAS”

Antonella Sabia giovedì, 19 aprile 2018

Lutto nel mondo del giornalismo lucano. È venuto a mancare all’età di 68, Rocco Brancati, vice caporedattore della sede Rai per la Basilicata fino al 2014.

La Basilicata perde un grande uomo di cultura, professionista vero, un punto di riferimento per il giornalismo lucano. Nella sua lunghissima carriera, Brancati si è occupato prevalentemente di cultura, dapprima nella redazione del quotidiano Il Mattino, successivamente alla Rai.

Attraverso Premi letterari e personaggi influenti, Rocco Brancati ha sempre cercato di raccontare al meglio la storia della nostra Basilicata, dove è stato anche docente a contratto di Teorie e Tecniche del Linguaggio Radiotelevisivo al corso di laurea in Scienze della Comunicazione.

È stato inoltre un encomiabile componente della Deputazione di Storia Patria per la Lucania, nonché cittadino onorario di Tursi e Aliano, presidente onorario del circolo culturale “Il Portale” di Pignola, direttore responsabile del Bollettino Storico della Basilicata, presidente del Club Unesco del Vulture. I funerali si sono tenuti questa mattina presso la Chiesa San Giovanni Bosco di Potenza, muovendo dalla camera ardente allestita presso l’Associazione della Stampa in Via Mazzini 23.

Tanti i messaggi di cordoglio giunti alla famiglia di Rocco Brancati, dalle istituzioni al mondo della cultura e dell’informazione. Di seguito alcune delle tante dimostrazioni di affetto e stima per un uomo di alto profilo umano e scientifico-culturale, che ci ha lasciati troppo presto.
Il Presidente della Regione Basilicata, Marcello Pittella: “Brancati, è stato un illustre testimone del nostro tempo che non si è mai concesso alla superficialità, anche nel tempo difficile dei social media. Nei suoi servizi riusciva a dare profondità a qualsiasi tema, soprattutto a quelli culturali di cui è stato uno dei maggiori interpreti. Con lui abbiamo conosciuto anche le facce più nascoste dei grandi intellettuali, soprattutto meridionali, di passaggio in Basilicata offrendo sempre originali punti di vista. Brancati, infatti, ha portato la sua profondità e la sua straordinaria voglia di conoscenza e di analisi anche in diversi spazi della cultura come, solo per citarne uno, il premio Basilicata che ha sempre seguito da vicino con la curiosità tipica dei grandi giornalisti. In un tempo in cui la comunicazione viaggia veloce e si ferma alla superficie se non proprio al falso la testimonianza di Brancati assume un valore ancora più significativo di cui tutti noi e, soprattutto, le nuove generazioni di giornalisti dovremmo sempre tenere come punto di riferimento etico, sociale e culturale”.

Il Presidente del Consiglio Regionale Vito Santarsiero: “Se ne va un pezzo importante della nostra informazione. Rocco Brancati, professionista che si è sempre speso nel garantire una corretta informazione, è stato testimone e narratore di tantissimi eventi nonché uomo di grande cultura. Lascia un vuoto non solo nel mondo dell’informazione ma anche nelle istituzioni verso cui ha sempre dimostrato grande rispetto e correttezza deontologica”.

Lucana Film Commission: “E’ stato punto di riferimento per molti studenti dell’Unibas per cui non fu solo un docente di tecniche cinematografiche e audiovisive ma un mentore e spesso un amico.

Più volte partecipe delle iniziative della fondazione ci lascia – si legge ancora – un patrimonio immenso di testimonianze e reportage che va assolutamente recuperato agli archivi regionali. Ma ci lascia soprattutto un vuoto che difficilmente riusciremo a colmare senza la sua sapiente e cinefila conoscenza. Piangiamo un grande lucano”.

Comunità di Aliano: “Oggi non solo Aliano, ma l’intera Regione perdono, un grande scrittore giornalista ma soprattutto un grande uomo che ha speso la sua esistenza per far conoscere al mondo le Nostre Comunità. Il suo lavoro non sarà vano, poiché insieme alla famiglia e alla moglie Luciana continueremo l’opera con lui iniziata. Ciao Rocco ci mancherai”.

Il Circolo Silvio Spaventa Filippi esprime, con una nota, il più profondo cordoglio per la scomparsa di Rocco Brancati. “Giornalista e intellettuale, nel corso degli anni ha dato un apporto rilevante sia al Premio Basilicata in veste di giurato e di presentatore, sia alle varie iniziative locali e nazionali promosse dall’associazione alle quali non ha fatto mai mancare la sua attenzione. Gentile, umile e preparato, ha posto al centro della sua vita la diffusione della cultura, rendendo tutti partecipi della sua intensa attività professionale. Sempre pronto al dialogo e al coinvolgimento degli altri membri del sodalizio, si è distinto – conclude la nota – per la sua “humanitas””.

Il Presidente, il Consiglio Direttivo, i Deputati ed i Soci della Deputazione Lucana di Storia Patria, profondamente addolorati per l’improvvisa ed immatura perdita del Deputato Rocco Brancati, ne ricordano, insieme con l’alto profilo umano e scientifico-culturale, l’intensa attività pubblicistica profusa in direzione della valorizzazione e fruibilità di aspetti, momenti e protagonisti del profilo storico-identitario e del complessivo patrimonio culturale della Basilicata e delle Comunità locali.

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