LIBONATI FRANCESCO

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LIBONATI FRANCESCO

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Rotonda 1° dicembre 1920 – 15 dicembre 2017

Emigrato lucano, minatore in Belgio poi scultore di opere bronzee, insegnante al rientro in Italia all’Istituto statale d’arte di Potenza e successivamente nelle Accademie di Belle Arti di Frosinone, L’Aquila e Roma; di lui Il critico Duccio Trombadori ha scritto: ‘Robusto come Michelangelo, conciso come Desiderio da Settignano, puro come Brancusi e visionario come Fontana, egli sogna e fa sognare ad occhi aperti’”.

Francesco Libonati era un fabbro come il padre, il nonno ed il bisnonno e ben presto entrò in fucina ad imparare il mestiere tra fuoco, polvere e scintille. Era bravo come artigiano e ben presto fu nata la sua abilità nel disegno e nel lavorare sculture in ferro.

Durante la guerra mondiale, chiamato alle armi, fu mandato a lavorare nelle miniere sarde di Carbonia. Come tanti giovani lucani nati in umili famiglie con un lavoro duro e mal pagato, fu costretto ad emigrare per fare uno dei mestieri più duri, il minatore.

Forte fu la sua passione per l’arte che spinse il giovane a lavorare di notte nella miniera ‘L’Esperance’, nel Borinage, per poi, finito il turno, percorrere sei chilometri a piedi per andare a scuola ad imparare l’arte del disegno presso la Reale Accademia di Belle Arti di Mons”. Pur lavorando a 800 metri nel sottosuolo riuscì a prendere il diploma a pieni voti.

Aveva del miracoloso quello che il fabbro lucano era riuscito a compiere e la notizia si diffuse anche tra i minatori. Il direttore dell’Istituto minerario della provincia di Mons, Paul Culot, gli commissionò un primo busto, cui fece seguito quello del presidente dei deputati della Regione dello Hainaut, Richard Stievenart. Francesco divenne così in breve tempo il simbolo degli emigrati italiani nelle miniere del Belgio.

Pur non lasciando la miniera di notte scavava e di giorno scolpiva, riuscendo a legare le due atticità, ossia ebbe l’idea di scolpire la dura vita delle viscere. Acquistò un blocco di pietra di quattro tonnellate, dal quale fece uscire una opera d’arte di due metri e sessanta come  simbolo del minatore tenace nel suo lavoro e nella sua energia; lavoro umile ma degno di rispetto. Libonati chiamò l’opera il ‘Minatore di tutti i Paesi’ che venne presentata a Quaregnon nel 1954 alla presenza di ben sei ministri del governo belga di allora.

Divenne un simbolo per tutti gli italiani del Belgio. Anche il già campione mondiale dei pesi massimi Primo Carnera, un altro emigrante e simbolo per gli italiani di tutto il mondo, durante una tournè mondiale decise di andare ad ammirare ‘Il minatore di tutti i Paesi’ deponendovi assieme a Libonati una corona di fiori a ricordo di tutti gli sfortunati minatori vittime del lavoro.

Libonati realizzò altre sculture da un blocco di pietra di 11 tonnellate scolpì il ‘Lavoratore Universale’, inaugurata il 16 ottobre 1962 dall’ambasciatore d’Italia e presentata poi al re Baldovino. Nel 1958 Libonati fu invitato dal console Camillo Giuriati a rappresentare l’Italia all’Esposizione universale di Bruxelles con il trittico scultoreo ‘La concentrazione’.

Libonati poi ritornò in Italia ad insegnare prima all’Istituto statale d’arte di Potenza e successivamente nelle Accademie di Belle Arti di Frosinone, L’Aquila e Roma e si affermò come artista. Il critico Duccio Trombadori ha scritto di lui : ‘Robusto come Michelangelo, conciso come Desiderio da Settignano, puro come Brancusi e visionario come Fontana, egli sogna e fa sognare ad occhi aperti’”.

Al Vittoriano sculture in sintonia con l’universo (abitarearoma.it)

Al Vittoriano sculture in sintonia con l’universo

La Sala Giubileo fino al 17 ottobre ospita i bronzi del maestro Libonati

di Patrizia Miracco – 4 Ottobre 2010

La Sala Giubileo del Complesso del Vittoriano dedica il suo spazio espositivo alle sculture dell’artista contemporaneo Francesco Antonio Libonati. La mostra personale “Amore dell’Universo. Sculture di Francesco Antonio Libonati” propone dal 1° al 17 ottobre 2010 le opere bronzee del Maestro ricche di una particolare energia cosmica.

Francesco Antonio Libonati è uno scultore lucano con una lunga storia di sacrificio, volontà e vittoria. Nato nel Potentino nel 1920, inizia a lavorare come fabbro seguendo l’esempio del nonno e del papà, ma presto emigra in Belgio e lì la notte fa il minatore mentre il giorno frequenta l’Accademia di Belle Arti. Proprio il suo temperamento forte gli permette di seguire con successo il suo talento. E’ stato insegnante di plastica Ornamentale presso l’Accademia di Belle Arti di Roma e presso l’Accademia di Belle Arti de l’Aquila. L’artista ora novantenne vive e lavora a Roma.
“Robusto come Michelangelo, conciso come Desiderio da Settignano, puro come Brancusi e visionario come Fontana, egli – scrive il critico Duccio Trombadori – sogna e fa sognare ad occhi aperti chi osserva il suo disegno e il suo modellato. Forze cosmiche e forze mobili della materia sintonizzano il cuore della Terra con i ritmi siderali dell’Universo. Un concentrato di energie suscita figure inusitate e antropomorfe che sembrano amuleti e al tempo stesso eventi di natura. In questa visione antropocentrica e planetaria Francesco Libonati afferma lo spettacolo di una scultura senza tempo che trasmette un sentimento ‘primitivo’ di adesione al ciclo vitale-naturale dell’universo”.
“Egli – conclude Trombadori – segue le linee di forza della materia ma nel disegno osserva una tessitura molecolare dalle proporzioni instabili traducendone l’organica mobilità. Risultano tensioni di corpi, accenni antropomorfi, e fisionomie umanoidi che non abitano né inferno né cielo, ma prospettano una massa animata che dice al di là delle parole ciò che il corpo vuole: l’istanza di una permanente vibrazione, di una eternità implicita nella forza dell’universo”.

Scomparso il minatore-scultore lucano Francesco Libonati | www.comunicazioneinform.it

Scomparso il minatore-scultore lucano Francesco Libonati

LUNEDÌ, 18 DICEMBRE, 2017 IN NOTIZIE INFORM

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È stato un simbolo degli emigrati italiani nelle miniere del Belgio

Mollica: “Ci ha lasciati il Michelangelo dei minatori. Con la sua scomparsa la Basilicata perde oltre ad un grande artista uno dei suoi figli migliori”

POTENZA – “Ci ha lasciati il Michelangelo dei minatori, con la scomparsa di Francesco Libonati la Basilicata perde oltre ad un grande artista ed uno dei suoi figli migliori. La sua storia sembrerebbe da romanzo, ma in realtà è la storia di quei tanti lucani che con tenacia e talento hanno tracciato una scia luminosa nel mondo”. Così il presidente del Consiglio regionale della Basilicata Francesco Mollica.

Mollica traccia un ricordo dell’artista: “Nato a Rotonda il primo dicembre 1920, Francesco Libonati era un fabbro come il padre, il nonno ed il bisnonno e ben presto entrò in fucina ad imparare il mestiere tra fuoco, polvere e scintille. Era bravo come artigiano e ben presto si notò anche la sua abilità nel disegno e nel lavorare sculture in ferro. Il suo talento corse il pericolo di fermarsi durante la guerra mondiale, quando fu chiamato alle armi e mandato a lavorare nelle miniere sarde di Carbonia. Sembrava che il suo destino fosse quello di tanti giovani lucani nati in umili famiglie: lavoro duro e mal pagato. Libonati fu presto un emigrante e fece uno dei mestieri più duri, il minatore. Il suo estro sembrava dovesse essere sepolto in una miniera belga, ma qui la fiamma della passione per l’arte diventò tanto forte da dare energie quasi sovraumane al giovane Francesco: il futuro Michelangelo dei minatori di notte lavorava nella miniera ‘L’Esperance’, nel Borinage, poi finito il turno percorreva sei chilometri a piedi per andare a scuola ad imparare l’arte del disegno presso la Reale Accademia di Belle Arti di Mons”.A parere di Mollica “la vita e la storia del maestro Libonati sono un esempio per tutti i lucani ed in particolare per le nuove generazioni, alle quali è direttamente rivolto il suo messaggio: la passione e la dedizione allo studio sono essenziali per poter concretizzare le proprie aspirazioni. Pur lavorando a 800 metri nel sottosuolo riuscì a prendere il diploma a pieni voti. Aveva del miracoloso quello che il fabbro lucano era riuscito a compiere e la notizia si diffuse anche tra i minatori. Il direttore dell’Istituto minerario della provincia di Mons, Paul Culot, gli commissionò un primo busto, cui fece seguito quello del presidente dei deputati della Regione dello Hainaut, Richard Stievenart. Francesco divenne così in breve tempo il simbolo degli emigrati italiani nelle miniere del Belgio. Ma non lasciò la miniera; di notte scavava e di giorno scolpiva. Poi ebbe l’idea scolpire di la dura vita delle viscere e acquistò un blocco di pietra di quattro tonnellate, dal quale fece uscire una opera d’arte di due metri e sessanta, il simbolo del minatore tenace nel suo lavoro e nella sua energia; lavoro umile ma degno di rispetto. Libonati chiamò il ‘Minatore di tutti i Paesi’ la sua opera, che venne inaugurata a Quaregnon nel 1954 alla presenza di ben sei ministri del governo belga di allora.

Divenne un simbolo per tutti gli italiani del Belgio. Anche il già campione mondiale dei pesi massimi Primo Carnera, un altro emigrante e simbolo per gli italiani di tutto il mondo, durante una tournée mondiale decise di andare ad ammirare ‘Il minatore di tutti i Paesi’ deponendovi assieme a Libonati una corona di fiori a ricordo di tutti gli sfortunati minatori vittime del lavoro. Libonati, in seguito, scolpì da un blocco di pietra di 11 tonnellate il ‘Lavoratore Universale’, scultura che fu inaugurata il 16 ottobre 1962 dall’ambasciatore d’Italia. Il giorno successivo venne presentata al re Baldovino. Nel 1958 Libonati fu invitato dal console Camillo Giuriati a rappresentare l’Italia all’Esposizione universale di Bruxelles con il trittico scultoreo ‘La concentrazione’. Libonati poi ritornò in Italia ad insegnare prima all’Istituto statale d’arte di Potenza e successivamente nelle Accademie di Belle Arti di Frosinone, L’Aquila e Roma e si affermò come artista. Il critico Duccio Trombadori ha scritto di lui : ‘Robusto come Michelangelo, conciso come Desiderio da Settignano, puro come Brancusi e visionario come Fontana, egli sogna e fa sognare ad occhi aperti’”.(Inform).

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