SPERANZA ROBERTO

nuova puglia d'oro_total white

SPERANZA ROBERTO

Lucania_d_oro bianco

Potenza, 4 gennaio 1979

Consigliere ed Assessore del Comune di Potenza, Deputato dal 2013 e dal 5 settembre 2019 Ministro della Salute nel governo Conte II prima, nel governo Draghi poi; da Ministro della Salute, Speranza affronta l’emergenza sanitaria causata dalla pandemia di COVID-19.

1997 Diploma di maturità scientifica Liceo “Galileo Galilei” Potenza

Università Luiss “Guido Carli” Roma

Erasmus all’Università di Copenaghen

London School of Economics

2001 Laurea in Scienze Politiche – Voto: 110/110 con lode Università Luiss “Guido Carli” Roma

2004 Barilla Spa – Internship nell’Area Risorse Umane

2005 Summer School – International Economics London School of Economis

2006 Dottorato in Storia dell’Europa Mediterranea Università degli Studi della Basilicata

2004- 2009 Consigliere comunale Comune di Potenza

Presidente Commissione Servizi Sociali – Sanità

2007  Presidente Nazionale della Sinistra Giovanile

2009 – 2020 Assessore al Comune di Potenza

Dal 2013 Deputato della Repubblica Italiana (XVII e XVIII legislatura):

  • Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica
  • Commissione Affari Costituzionali della Presidenza del Consiglio e Interni
  • Commissione Affari esteri e comunitari

2013 – 2015 Capogruppo del Partito Democratico (PD) alla Camera dei Deputati nella XVII legislatura,    dal 19 marzo 2013 al 15 aprile 2015

Dal 2015 Speranza è sposato con Rosangela Cossidente, e ha avuto due figli: Michele Simon ed Emma Iris.

2017 Segretario Nazionale del Partito Articolo Uno, partito di cui è stato prima coordinatore nazionale (dal 2017 al 2019) e ancor prima fondatore…

Dal 5 settembre 2019 Ministro della Salute nel governo Conte II prima, nel governo Draghi poi; da Ministro della Salute, Speranza affronta l’emergenza sanitaria causata dalla pandemia di COVID-19

https://www.regione.basilicata.it/giunta/site/giunta/detail.jsp?otype=1012&id=3053338

 

Riceviamo e pubblichiamo una riflessione del deputato lucano Roberto Speranza su Matera Capitale europea della Cultura, inviata attraverso una nota dell’Ufficio Stampa di Articolo Uno-Mdp della Basilicata.

 

Dal 19 gennaio 2019 Matera sarà Capitale europea della Cultura. È un evento straordinario, che credo meriti una riflessione capace di andare ben oltre i confini del legittimo orgoglio di chi è figlio di quel pezzo di Sud.

Negli anni immediatamente successivi alla seconda guerra, Matera fu considerata una vera e propria “vergogna nazionale”. Le pagine del “Cristo si è fermato ad Eboli” di Carlo Levi offrirono una dimensione non più solo locale alle drammatiche condizioni di vita in cui versava una parte del nostro Paese. Fa effetto rileggere oggi quelle parole che sembrano collocate in un tempo molto più lontano: “Dentro quei buchi neri dalle pareti di terra vedevo i letti, le misere suppellettili, i cenci stesi.

Sul pavimento erano sdraiati i cani, le pecore, le capre, i maiali. Ogni famiglia ha in genere una sola di quelle grotte per abitazione e ci dormono tutti insieme, uomini, donne, bambini, bestie. Di bambini ce n’era un’infinità. Nudi o coperti di stracci. Ho visto dei bambini seduti sull’uscio delle case, nella sporcizia, al sole che scottava, con gli occhi semichiusi e le palpebre rosse e gonfie.

Era il tracoma. Sapevo che ce n’era quaggiù: ma vederlo così nel sudiciume e nella miseria è un’altra cosa”. Parole dure come pietre, da leggere e rileggere per capire la nostra storia, chi siamo e da dove veniamo.

La storia non si cancella. E della storia non ci si vergogna. E’ una lezione continua che serve a costruire il futuro. Le parole di Levi offrono una fotografia realista degli anni della ricostruzione e delle enormi contraddizioni della stagione di passaggio verso la modernità della civiltà contadina nel Mezzogiorno.

Proprio queste parole stimolarono le forze politiche di allora a farsi carico della vicenda Matera come simbolo della questione meridionale.

Oggi questi “Sassi”, da vergogna sono diventati lustro per tutto il Paese. Patrimonio dell’Unesco già dal 1993, e ora Capitale Europea della Cultura, un traguardo ambizioso e impensabile solo pochi decenni fa. È un messaggio potente e meraviglioso.

È un canto di riscatto e di rinascita che riguarda non solo la Basilicata, ma tutto il Sud Italia e tutti i Sud del mondo. È l’idea che il destino non è già scritto e che il futuro di una comunità dipende sempre dalla visione e dall’impegno degli uomini che la vivono.

POTREBBE INTERESSARTI