SARACENO MICHELE

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SARACENO MICHELE

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Atella 23 dicembre 1923 – 25 marzo 2006

Avvocato, intellettuale di grande finezza umana e disponibilità culturale, bibliofilo, promotore culturale, appassionato cultore di storia patria e memoria storica della cittadina di Vitalba e della regione del Vulture.

Bisogna partire dal gruppo “Conoscere il Vulture” fondato a metà anni Ottanta a Rionero dal francescano Carlo Palestina, per conoscere l’attività febbrile di Michele Saraceno, per gli amici Lillino, un intellettuale di grande finezza umana e disponibilità culturale. Negli anni Cinquanta Saraceno era stato sindaco centrista di Atella, cittadina nella quale era nato il 23 dicembre 1923 da Alfredo e Rosa Buccico, una famiglia antica e aristocratica trasferitasi ad Atella nel XV secolo, coinvolta nelle vicende del brigantaggio postunitario. Il bisnonno di Michele, infatti, era stato rapito dai briganti e fatto rilasciare da Crocco, in favore del quale, caso unico nella storia del brigantaggio, aveva poi deposto al processo di Potenza. I Saraceno erano e sono dunque depositari di un ricco patrimonio documentale comprendente i carteggi di Giustino Fortunato, Francesco Saverio Nitti, Zanardelli e Pedio, mappe, platee riguardanti la Valle di Vitalba e i paesi del Vulture e il territorio di Atella, (cittadina devota a San Michele al quale era intitolata una delle fiere più importanti della zona), a partire dal Cinquecento a tutto fine Novecento. Suo nonno fu sindaco della città dal 9 gennaio 1893 al 6 settembre 1913.

Il gruppo rionerese al quale aderivano oltre padre Carlo Palestina e Michele Saraceno, contava anche un giovane studioso che ha pubblicato una serie di monografie sul culto Mariano e sulla storia dell’alta Basilicata, Franco Pietrafesa e pubblicava presso lo stampatore Ottaviano la rivista “Radici”. Fu lo stesso gruppo ad organizzare la mostra documentaria sul “Brigantaggio nella zona del Vulture” presso Castel Lagopesole alla fine degli anni Ottanta. Ed è senz’altro dallo stimolo offerto da questo gruppo che Costantino Conte ha coltivato il progetto di una casa editrice a Possidente, la Pianetalibro 2000.

Avvocato e membro della Società di Storia Patria per la Lucania, Saraceno procedeva con interventi non voluminosi ma con piccoli e costanti studi che erano spesso ricerche di prima mano, pamphlet, o curatele e ristampe. Così che si era occupato del carteggio Nitti – Saraceno, pubblicato per l’inaugurazione di villa Nitti a Maratea, ma anche di vicende della propria famiglia, pubblicando con  Conte nel 1991 Il potere dei Saraceno ad Atella, al tempo dell’Illuminismo, ma aveva condotto studi sul fiorentino Niccolò Acciaiuoli, uno dei feudatari che aveva acquistato la contea di Melfi in età angioina, sui Turiello, Di un’antica e nobile famiglia di Barile, sui Durazzeschi ad Atella e aveva curato ristampe di volumi del Pedio e avviato una indagine sui guasti che aveva procurato Il terremoto nel Vulture del 1980.

Affascinato soprattutto dalle lotte per il legittimismo, Saraceno aveva esordito sul tema nel 1985 con uno studio analitico su Il brigantaggio post-unitario nella regione del Vulture, avvalendosi di molti documenti inediti conservati presso l’archivio familiare. Aveva raccontato i fatti sanguinosi della primavera 1861, con la presa di Venosa e poi di Melfi da parte di Carmine Crocco e di Ninco Nanco.

Alla fine degli anni Ottanta Saraceno aderisce a un movimento di ripresa culturale avviato a Melfi da Antonio Scola e Pasquale Ciliento, un movimento che si coagula intorno alla rivista “Tarsia” e che si occuperà della riscoperta del territorio e della storia dell’alta Basilicata. Nel 1985 pubblica Il brigantaggio post unitario nella regione del Vulture, seguito da I minoriti ad Atella, città per la quale nel 1995 aveva curato l’edizione di un poemetto in latino rinascimentale, La memoria ritrovata, per ricordare i cinquecento anni dall’assedio di Atella avvenuto nel 1496 durante le guerre tra francesi e spagnoli per la conquista del Regno di Napoli. Per le edizioni Libria di Melfi, fondate da Ciliento, darà vita, a partire dall’anno 2000, a una serie di curatele che definiscono il carattere analitico della sua indagine in ambito di microstoria, come Il culto micaelico a Monticchio (2003), Briganti a colori, briganti in bianco e nero, (2003), Ritratti di briganti e poi Profili di brigantesse.

Insomma uno studioso raffinato e innamorato almeno di tre età della storia, i tempi compresi tra basso Medioevo e stagione Moderna, l’Ottocento postunitario e l’età del grande Meridionalismo.

Ma l’impegno di Saraceno si era indirizzato soprattutto in direzione dello sviluppo culturale e politico del melfese. Ricordo le battaglie sostenute per ottenere il riconoscimento “Dop” al marroncino di Melfi, La castagna del Vulture (Libria,2000),i tanti interventi realizzati per  far conoscere i giacimenti archeologici e il cimitero dei mammuth, oggi raccolti ne Il bacino di Atella (Libria 2001), l’impegno profuso in ragione della terza provincia in Basilicata. Le passioni di un quarantennio sono raccolte nel volume La lunga storia della Provincia di Melfi (Libria, 2000), dove si raccontano le vicende della sottoprefettura concessa già a fine ‘800 dal Governo alla cittadina del Vulture e l’opposizione testarda e autarchica di Potenza alla nascita di un nuovo polo istituzionale, le lotte fomentate appunto dal capoluogo di regione tra Melfi e Rionero e che impedirono per anni di avviare anche un qualche dibattito parlamentare. Lotte superate solo nell’ultimo decennio del Novecento grazie alla mediazione dell’illuminato e battagliero Nino Calice e tuttavia rimaste dopo la morte prematura del senatore comunista, fondatore dell’omonima casa editrice, prive di effetti concreti per l’assenza di un politico autorevole in grado di sostenere in Parlamento le ragioni di un’area che ha una propria autonomia culturale, storica ed economica.

La morte lo ha colto in Atella il 25 marzo 2006.

http://vulturemagazine.ilcannocchiale.it/post/2507340.html Vulture Magazine 7 luglio 2010

RICORDATO MICHELE SARACENO DEL IV ANNIVERSARIO DELLA MORTE
Incontro culturale ad Atella per commemorare l’illustre concittadino.
di Michele Traficante

In occasione del IV anniversario della scomparsa Atella ha ricordato l’avv. Michele Saraceno, bibliofilo, promotore culturale, appassionato cultore di storia patria e memoria storica della cittadina di Vitalba e della regione del Vulture.

L’importante cerimonia di commemorazione, svoltasi il 25 marzo scorso, presso la Biblioteca comunale, è stata promossa ed organizzata dalla civica Amministrazione d’intesa con la famiglia dello scomparso per ricordare un uomo che, per la sua vasta cultura storica e per l’impegno profuso in tante attività di promozione culturale, ha lasciato una traccia profonda nella sua comunità e non solo.
Michele Saraceno ( Lillino per i tanti amici ed estimatori), figlio di Alfredo e di Rosa Buccico, nato il 23 dicembre 1923 e morto il 25 marzo 2006, apparteneva a ricca ed influente famiglia gentilizia di origine napoletana, giunta in Atella nel secolo XVI. I Saraceno ebbero un ruolo assai importante nella vita amministrativa di Atella con molti suoi esponenti di forte prestigio sia nel campo del diritto e sia della politica. In modo particolare, fra gli altri, si sono distinti con Mauro, notaio nel 1772, Cancelliere, Erario del Principe Torella, Sindaco di Atella dal 1782 al 1783; Lorenzo, Sindaco dal 19-12-1807 al 3-12-1808; Mauro, Sindaco dal 3-08-1837 al 19-5-1838; Pasquale, Sindaco dal 9-06- 1938 al 29-12-1839; Luigi, Sindaco dal 5-01-1883 al 5-12- 1892.
Michele Saraceno, nonno di Lillino, è stato sindaco di Atella per quasi venti anni, dal 9-01-1893 al 6-09-1913.

Lillino Saraceno, uomo di grande sensibilità umana e di vasta e profonda cultura, si è dedicato con passione alle ricerche storiche del suo paese e della zona del Vulture, in particolare al fenomeno del brigantaggio sviluppatosi dopo l’Unità d’Italia. Non per niente i Saraceno di Atella, soprattutto con Mauro, bisnonno di Michele e con i fratelli Pasquale (n. il 1810) e Giuseppe (n. 1812), figli di Lorenzo Saraceno e di Vincenza Aquilecchia, furono implicati ed in un certo qual modo coinvolti nelle vicende brigantesche avendo avuto contatti con Carmine Crocco di Rionero in Vulture e con altri famosi briganti.

Michele Saraceno era, dunque. depositario di un ricco patrimonio documentale, comprendente, fra l’altro, i carteggi di Giustino Fortunato, Francesco Saverio Nitti, Giuseppe Zanardelli, Tommaso Pedio, oltre a rare e preziose mappe, planimetrie riguardanti la Valle di Vitalba e i paesi del Vulture.

Di qui l’indiscussa e vasta preparazione storica sul Risorgimento e sulla Basilicata acquisita da Michele, che gli consentì di produrre interessanti ed importanti pubblicazioni su Atella e sul Brigantaggio post-unitario.

In tempi piuttosto turbolenti per la vita politica atellana, Michele Saraceno è stato sindaco (comunista) di Atella dal 31 maggio 1952 al 9 giugno 1956.

È stato membro della Società di Storia Patria per la Lucania, molto apprezzato per le sue continue ricerche storiche che erano pubblicate con piccoli studi, pamphlet e ristampe. Il sodalizio con padre Carlo Palestina, con Franco Pietrafesa, con Costantino Conte, gli diedero la possibilità di contribuire con numerose pubblicazioni, in primis “Radici” e poi con “Gli Annali “, creatura culturale e editoriale del compianto senatore Nino Calice, allo studio e all’approfondimento della storia della nostra terra.

Sposato nel 1958 con Elena Cudone di Ruvo del Monte (testimone di nozze l’on. Emilio Colombo), figlia del notaio Pietro, esponente di ricca ed influente famiglia del luogo, Michele Saraceno è stato attento studioso della sua terra dando notevoli ed assai apprezzati contributi storici.

In particolare nel 1968, quando grazie alle sue ricerche e alle sue relazioni, il Comune di Atella si fece promotore della ristampa dei saggi di Giustino Fortunato sulla valle di Vitalba, curata dal compianto Tommaso Pedio e nel 1996, allorché vennero ricordati, con una serie di pubblicazioni e di iniziative di grande valore storico-culturale, i cinquecento anni dell’assedio di Atella del 1496.

Negli ultimi anni aveva aderito al progetto di ripresa culturale messo su da Antonio Scola di Melfi e Pasquale Ciliento con la rivista “Tarsia”. Con Ciliento, fondatore dell’editrice “Libria”, ha pubblicato pure una serie d’interessanti libretti, fra cui “Il culto micaelico a Monticchio”.

Michele Saraceno, ha pubblicato, fra l’altro, “Il brigantaggio post unitario nella regione del Vulture” (1985), “I Minoriti ad Atella tra presenza profetica e servizio culturale “, in Av.Vv., “Francescanesimo in Basilicata” (1989), “I feudi e i casali di Vitalba nei secoli XII e XIII. I Durazzeschi di Atella” (1992), “L’avventura del Cavaliere Rocco Buccico”, in Av.Vv., “Strategie familiari ed imprenditoriali fra ‘800 e ‘900”, “Il caso Basilicata” (1992), “Il castello di Lagopesole. Note storiche” (1994), Av.Vv. “Dal Casale della terra di Atella” (1996). Con Costantino Conte, “Il potere dei Saraceno ad Atella”, in Av.Vv. “Nel Secolo dei Lumi. Appunti sul Settecento lucano” (1991), “Territorio Uomini e Merci ad Atella tra Medioevo ed Età Moderna” (1996).

Con Carlo Palestina e Franco Pietrafesa ha curato “Il terremoto nel Vulture. Immagini e ricordi di ieri e di oggi” (1883). “Apprezzo della terra di Atella e suo Casale Rionero dal Tavolario Honofrio Tanga nell’anno 1642 a’ 14 giugno”. È stato anche apprezzato collaboratore del “Notiziario Ruvese”, periodico bimestrale del Comune di Ruvo del Monte, di cui siamo, da quasi un decennio, direttore responsabile.

Alla manifestazione di commemorazione, nel corso della quale è stato presentato il volume” “L’uomo dei briganti, ricordo di Lillino Saraceno” (In verità un titolo piuttosto riduttivo poiché Michele Saraceno nel suo vasto impegno culturale si è interessato proficuamente anche di altri aspetti storici) a cura di Costantino Conte, edito dal Centro U.N.L.A. come 13° Quaderno delle Edizioni TARSIA di Melfi, erano presenti, fra gli altri, le figlie Antonella e Milena, numerosi amici, estimatori e uomini di cultura. La moglie di Lillino, Elena Cudone, non era presente per gravi motivi di salute. L’altra figlia di Lillino, Rosanna, era rimasta a Napoli ad assistere la madre.
Il pregevole volume, corredato di alcune illustrazioni e significative fotografie, raccoglie le testimonianze di affetto, di amicizia e di collaborazione culturale di Costantino Conte, dell’ex sindaco di Atella Michele Zaccagnino, di Raffaele Nigro, di Edoardo Borzatti von Lowenstern, di Franco Pietrafesa, di Valeria Verrastro, di Antonio Capano, di Antonella Pellettieri, di Annamaria Bocchetti, di Luisa De Rosa, di Antonio Federico Scola. Sono intervenuti all’interessante appuntamento culturale magistralmente coordinato dallo studioso e responsabile della locale Biblioteca comunale Costantino Conte, portando il loro intelligente contributo per illustrare la figura e l’opera dell’intellettuale scomparso, il sindaco di Atella Roberto Telesca, Valeria Verrastro, direttrice dell’Archivio di Stato di Potenza che ha richiamato il forte legame di amicizia fra Michele Saraceno e Vincenzo Verrastro (“E’ importante, ha sostenuto Valeria, fare memoria del passato per la salvaguardia della nostra identità”), Antonio Federico Scola, dirigente dell’UNLA di Melfi, (“Lillino è stato un amico affettuoso e prezioso compagno di ricerche storiche”), Antonio Capano, direttore del Museo Archeologico Nazionale di Grumento Nova, ( ha fra, l’altro, proposto l’istituzione di un “ Premio letterario storico da intitolare a Michele Saraceno, oltre ad intestargli una strada di Atella), Anna Maria Bocchetti, già sindaco di Atella, (ha, fra l’altro, messo in evidenza in particolare la forte passione civile di Lillino Saraceno quale saggio ed integerrimo amministratore comunale), Antonella Pellettieri, dirigente di ricerca dell’IBAM-CNR., (ha ricordato l’impegno dell’intellettuale scomparso nelle ricerche storiche non solo sulla sua Atella ma anche sulla regione del Vulture).

Michele Saraceno in definitiva è stato uno studioso raffinato di grande umanità e generosità, sempre pronto a mettere a disposizione dei giovani e degli studiosi il suo immenso patrimonio di documenti e, soprattutto, il suo sapere. Egli ha lasciato una traccia profonda nel campo della conoscenza storica e culturale non solo della sua Atella ma dell’intera Basilicata e non solo.

Noi che abbiamo avuto il piacere e il privilegio di conoscerlo personalmente, di godere della sua amicizia, di apprezzare le elevate doti di mente e di cuore, la sua squisita signorilità e totale disponibilità, avvertiamo il vuoto che ha lasciato la sua scomparsa e gli saremo sempre profondamente riconoscenti per i suoi autorevoli contributi culturali.

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