VENEZIA MARIOLINA

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VENEZIA MARIOLINA

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Matera, 1961

Scrittrice, poetessa e sceneggiatrice, nel 2019 c’è stata l’uscita della prima, e fortunata, serie televisiva trasmessa da RAI 1 “Imma Tataranni. Sostituto procuratore” di cui Mariolina Venezia collabora nella scenografia.

Mariolina Venezia, scrittrice, sceneggiatrice e poetessa, nasce a Matera nel 1961. Prestissimo mostra interesse per la lettura. Pare, infatti, che avesse imparato a leggere ancor prima di andare a scuola. Alla bambina piacciono le storie, i racconti e, crescendo, si avvicina a tutti i generi letterari a cui accede attraverso il libro, il meraviglioso oggetto che le consente di evadere con la mente arricchendola di spunti nuovi. Affermerà in seguito: “Credo che il bisogno di storie sia molto grande, è una cosa che ha sempre accompagnato l’uomo e le storie sono state sempre raccontate in vari modi, sia davanti a un fuoco primordiale vicino alle caverne, sia come vengono raccontate oggi dalla televisione. Raccontarsi delle storie è il modo di mettere ordine in quella specie di caos senza significato che sono gli avvenimenti della nostra vita, è un modo per dare un senso alla vita, un senso che diamo noi. Credo che questo sia il motivo per cui abbiamo bisogno di storie e per cui le storie non moriranno mai, che siano sotto una forma o un’altra”.

Alla piccola piacciono, inoltre, i viaggi. In macchina è attenta al paesaggio, ne osserva i dettagli davanti ai quali la sua fantasia, spinta delle emozioni suscitate, corre veloce alla volta di vicende da inventare, riferite proprio a quei luoghi, intervallati da paesi armonicamente fusi col contesto naturale. Sono antichi borghi costruiti nei secoli con gli stessi materiali del posto che assicurano la continuità visiva tra l’opera della natura e quella umana, senza stravolgimenti. Nota questo Mariolina, mentre immagazzina immagini che le tornano in mente da adulta quando, per i suoi romanzi e sceneggiature, ripenserà a quelle architetture, forme e tinte, nel tempo accostate ad altre, diversissime, imposte dalla modernità che mal si conciliano con la vera anima di questi posti.

Vive a Matera fino ai diciotto anni. Nel frattempo viaggia spesso, va a Roma, a Bologna. Qui si iscrive al DAMS, corso di laurea in discipline delle arti, della musica e dello spettacolo. Negli anni ’80 è in Francia dove esordisce come scrittrice pubblicando, nel corso del decennio e per locali case editrici, raccolte poetiche dal forte impatto visivo. La capacità innata di “stoccare” immagini ne consente la trasposizione verbale tale da creare una sorta di quadri le cui figure sono come dipinte dalle parole. Fondamentale, in questo, è la memoria a cui si approccia in maniera non solo soggettiva ma anche oggettiva, in quanto trova affascinante il suo funzionamento tipico dei meccanismi mentali.

Nel 1986 si laurea in Spettacolo al DAMS e, dall’anno successivo, in Francia, collabora alla regia e scrittura di alcune opere teatrali, e scrive documentari per la radio nazionale. Nel ‘91 si diploma in Sceneggiatura presso il Centro Sperimentale di Cinematografia e, due anni dopo, realizza un documentario sulla sua città di origine, “Matera o la memoria rimossa” che è in concorso in diversi Festival dedicati al cinema, italiani, tedeschi e francesi. Ne confeziona altri nel corso degli anni ’90 per la Rai e per associazioni culturali.

Nel ‘95 ha inizio la sua carriera di sceneggiatrice, scrive per delle serie televisive e collabora con produzioni cinematografiche. “Ho iniziato a fare la sceneggiatrice proprio perché la vocazione della mia scrittura è una vocazione visiva”, confessa.

Nel ‘98 esordisce nella narrativa con Altri miracoli (Ed. THEORIA), raccolta di brevi storie con cui narra le vicende di persone, abitanti di una cittadina qualunque. Ognuno di loro prende decisioni, dice cose, pensa di vivere la propria vita a sé, ignorando le conseguenze del loro agire sugli altri. Il sottofondo causa-effetto, sulle prime porta l’autrice a voler intitolare il libro “Effetti collaterali”, ad indicare lo stretto nesso tra le diverse esistenze.

Nel corso degli anni 2000 collabora alla sceneggiatura di film e serie televisive andate in onda sulle reti Rai e Mediaset tra cui “Sara May”, “Don Matteo”, “Butta la luna”, “Stiamo bene insieme”, “La squadra”. Nel contempo scrive articoli e reportage per quotidiani e riviste, e continua a scrivere libri.

“Le loro storie diventano un’unica storia. L’unica storia possibile. Una storia d’amore”. È la frase impressa sulla copertina di Mille anni che sto qui (Ed. Einaudi), il romanzo che pubblica nel 2006 e che nelle motivazioni riprende le fila di “Altri miracoli”. Qui vi è narrata la saga di una famiglia di Grottole, un piccolo comune alle porte di Matera, dall’Unità d’Italia fino alla caduta del muro di Berlino. Cinque generazioni si alternano in un racconto dai toni lirici, evocativo nel linguaggio e nei costumi, del periodo di riferimento. Sono storie di amore, di illusioni e disillusioni. Di inscindibili legami tenuti insieme da una solida catena ideale responsabile della consecutio generazionale tra i personaggi, eredi di un passato che non hanno deciso e che li ha inevitabilmente condizionati. Le loro vicende personali consentono all’autrice di narrare anche i cambiamenti della Lucania, in oltre un secolo divenuta sempre meno arcaica e sempre più pervasa da una modernità che rischia di cambiarne il volto. Il romanzo è un successo, vince, fra tanti prestigiosi premi, il Premio Campiello nel 2007. È venduto in diversi paesi del mondo e dieci anni più tardi, la band italiana Corde Oblique pubblica il singolo in vinile dal titolo appunto “Mille anni che sto qui”.

Nel 2009 la scrittrice lucana cambia genere e pubblica Come piante tra i sassi (Imma Tataranni e la storia sepolta), (Ed. Einaudi). Il romanzo inaugura la serie fortunatissima di avventure di Imma Tataranni, eccentrica sostituto procuratore della Repubblica, le cui vicende umane e professionali sono ambientate nella città di Matera. L’idea dell’autrice è ancora quella di voler continuare a narrare la sua terra dopo il 1989, cioè dopo la conclusione del romanzo precedente, ma secondo le logiche non più di una saga ma di giallo, più adatto a presentare i tempi moderni. Spiega: “Ho individuato nel giallo il modo migliore per poter raccontare alcune cose che succedono in Basilicata, non perché io voglia continuare a parlare a tutti i costi della Basilicata, ma perché penso che sia una terra dove ci sono dei contrasti talmente forti che vanno al di là del luogo stesso e che quindi raccontano un po’ tutta l’Italia”.

Del gennaio 2011 è “Rivelazione all’Esquilino”, (Ed. Nottetempo), il romanzo breve ambientato a Roma con cui l’autrice tratta la diversità, l’emigrazione e l’integrazione. I temi vengono ripresi nell’altro romanzo Da dove viene il vento (Ed. Einaudi) uscito nove mesi più tardi, corredati da intrecci in cui, le appassionate e problematiche storie dei personaggi, si misurano con un non facile presente e un risolutivo passato.

Nel 2013 tornano in libreria le indagini della singolare protagonista del giallo materano con il romanzo Maltempo (Imma Tataranni e gli inciampi del presente), (Ed. Einaudi) che vince, nello stesso anno, il premio speciale di narrativa del Premio Basilicata.

L’anno successivo è la volta di “La volpe meccanica”, (Ed. Bompiani), un noir che si presenta all’attenzione del pubblico dopo l’uscita degli altri libri. Il manoscritto è, infatti, antecedente agli altri, ha uno stile giovanile e i toni dell’estremizzazione, dell’assoluto, del totalizzante che lasciano poco spazio alla mitigazione, presente, invece, in momenti elaborativi più maturi.

Nel 2018 e 2019 vengono licenziati gli altri romanzi del sostituto procuratore lucana in, rispettivamente, Rione Serra Venerdì (Imma Tataranni e le trappole del passato) e Via del Riscatto (Imma Tataranni e le incognite del futuro), (Ed. Einaudi).

Il 2019 è anche l’anno di uscita della prima, e fortunata, serie televisiva trasmessa da RAI 1 “Imma Tataranni. Sostituto procuratore” di cui Mariolina Venezia collabora nella scenografia. Prende corpo così, seppur con fisionomie modificate rispetto al libro, lo stravagante personaggio da lei inventato. Anticonformista negli stili e insofferente alle mode, Imma è legatissima ai valori della giustizia e della famiglia. È moglie, madre e figlia attenta e scrupolosa, e con altrettanto rigore guida e risolve casi di cronaca, ambientati in Basilicata, grazie all’intuito infallibile e ad una memoria senza uguali.  Donna forte e risoluta, dal carattere brusco temperato da slanci di empatia, Imma incarna i tratti caratteriali della donna lucana, concreta nella soluzione dei problemi, resistente alle avversità della vita. “Io non penso che il sud si debba riscattare, io penso che il sud debba andare per la sua strada, svilupparsi, un po’ come fa la stessa Imma senza guardarsi intorno, e senza farsi giudicare dagli altri”, è la convinzione di Mariolina Venezia che individua nel suo personaggio, la stessa autenticità della propria terra, che va preservata nonostante gli inevitabili cambiamenti dei tempi. “Trovo che la Basilicata sia una terra molto interessante da raccontare, perché è una terra di grandi contrasti, dove le cose sono avvenute e avvengono in maniera più esagerata, potrei dire, che altrove. Quindi i segni sono più netti. Mi spiego meglio: in Basilicata avviene in maniera più estrema ciò che avviene in tutta Italia; quindi, mi sembra una terra portatrice di grandi valori metaforici”.

Anna Mollica

https://blog.graphe.it/2012/10/25/mariolina-venezia-suoi-libri-il-campiello-lamore-la-letteratura

Posted 25 Ottobre 2012 by Patrizia Violi in Mondolibri

Mariolina Venezia, i libri, il Campiello e l’amore per la letteratura

La scrittura è da sempre protagonista nella vita di Mariolina Venezia: è autrice di poesie, racconti, romanzi e sceneggiature televisive. Nel 2007 ha vinto il Campiello con Mille anni che sto qui (Einaudi), saga familiare ambientata a Grottole, vicino a Matera, che racconta la storia di cinque generazioni: dall’Unità d’Italia alla caduta del Muro di Berlino.

Dopo il successo di questo romanzo, che ha avuto dodici edizioni, c’è stata una svolta nei temi della sua scrittura. Diversamente da tanti autori che cavalcano l’onda sfornando sequel o libri fotocopia del loro bestseller, Mariolina Venezia ha avuto il coraggio di cambiare completamente registro narrativo. Il suo libro successivo è, nel 2009, un giallo Come piante tra i sassi (Einaudi), sempre ambientato in Basilicata, ma ai giorni nostri, con una protagonista femminile, un’investigatrice, Imma Tataranni, Pubblico Ministero dalla forte personalità, ironica, eccentrica e allergica alle convenzioni della Procura dove lavora. Poi la scrittrice ha voltato ancora pagina e nel 2011 è uscito Da dove viene il vento (Einaudi), un romanzo molto colto e poetico che parla di sentimenti, del desiderio e delle passioni che animano il cuore degli uomini e li accomunano anche in situazioni lontanissime nel tempo e nello spazio.

Intervista a Mariolina Venezia

Abbiamo incontrato Mariolina Venezia per parlare del mestiere di scrivere, di letteratura, di premi e dei suoi prossimi progetti.

Partiamo dal premio prestigioso che ti ha fatto conoscere al grande pubblico. Il Campiello è stato un traguardo importante, come ha cambiato la tua vita?

Mi ha reso molto felice ma anche fatto riflettere. Soprattutto sul fatto che a tutti piace la storia di Cenerentola, la favola che racconta di un avvenimento che sconvolge e rende sfavillante l’esistenza. È stato quello ma non solo. Ha rappresentato anche il coronamento di un lungo percorso di cui però alla fine si nota solo la tappa finale. Sono stata fortunata di essere nel posto giusto al momento giusto. Ho capito che nel mondo della letteratura questo è fondamentale. Il talento è necessario, se non si hanno santi in paradiso, ma l’incastrarsi favorevole delle circostanze lo è altrettanto. Poi riconoscere di essere stata premiata, ha legittimato il mio lavoro, il mio impegno. Perché è sempre difficile definirsi “una scrittrice” sembra di peccare di presunzione.

 

Allora cosa c’è scritto sulla tua carta d’identità, alla voce “professione”? Sceneggiatrice? Sì, perché sceneggiatrice sembra più pratico, meno astratto e intellettuale.

Ma scrivere sceneggiature è un buon allenamento per scrivere libri o sono tecniche completamente diverse?

Non vorrei scandalizzare nessuno ma credo che scrivendo sceneggiature si possano imparare snodi narrativi interessanti anche se poi lo stile è completamente diverso.

 

 

 

 

Come è nato il tuo amore per la letteratura? Sei cresciuta in mezzo ai libri?

La voglia di raccontare storie mi è venuta ascoltando mia nonna che era formidabile, veramente capace di incantare chi l’ascoltava. Era bravissima, coinvolgente: faceva tutte le voci dei diversi personaggi e proprio dalle sue narrazioni è nata l’idea di Mille anni che sto qui. Poi mio padre ha sempre avuto una biblioteca molto vasta e sin da piccola ho letto moltissimo.

Il tuo romanzo più recente “Da dove viene il vento” è molto destrutturato e ha uno stile intimo e poetico, questo viene dalle tue passate esperienze professionali?
Sì, la cosa positiva dello scrivere è che tutte le esperienze, le emozioni, della nostra vita tornano utili. Il mio primo libro, pubblicato tantissimi anni fa in Francia, dove mi ero trasferita dopo l’università, era di poesie e in questo romanzo ho potuto riproporne in parte lo stile. Sempre in quegli anni, successivamente avevo lavorato alla radio, a France Culture, facendo dei documentari. Uno di questi sulla diversa percezione dell’identità in contesti differenti e anche quest’idea l’ho poi sviluppata in Da dove viene il vento.

Questo romanzo ha una storia molto complessa e riferimenti molteplici, scriverlo deve aver implicato moltissima ricerca. Nell’era di Google come trovi le tue fonti e come fai verifiche per i tuoi romanzi?

Internet ha naturalmente facilitato molto il lavoro di chi scrive, ma preferisco fare le mie ricerche nel modo più tradizionale: attraverso altri libri, magari anche andando in biblioteca e soprattutto cercando le testimonianze di chi ha visto vive nei luoghi che descrivo. Uso Facebook [Mariolina ha quasi raggiunto il numero massimo consentito di amici/fan n.d.r.] per mettermi in contatto con chi mi potrebbe aiutare. Da dove viene il vento è ambientato in parte a Padova e grazie alla consulenza di una ragazza della città, contattata sul social network, ho aggiunto dettagli inaspettati e interessanti che hanno arricchito la storia del romanzo.

Se si scrive meglio di quello che si conosce, le pagine possono essere spesso autobiografiche?

Quello di ritrovare l’autore nelle pagine dei suoi libri è un po’ un’ossessione dei lettori. In Mille anni che sto qui, molti hanno cercato di identificarmi in Gioia, in Da dove viene il vento in Dora, la protagonista femminile, e in Come piante fra i sassi addirittura in Imma Tataranni. Questo mi ha fatto ridere e anche un po’ offeso: io non metterei mai i completini zebrati, molto kitsch che ama lei! Nei miei libri ci sono pensieri e sensazioni personali, ma preferisco tenerli più celati, magari nascosti dietro a personaggi più improbabili.

Quali sono i progetti per il prossimo futuro?

Un romanzo che sto finendo di scrivere uscirà in aprile, sempre per Einaudi, un nuovo giallo che riprenderà proprio le avventure di Imma Tataranni.

BIBLIOGRAFIA

 

  • Mariolina Venezia Altri miracoli, Edizioni Theoria, Roma, 1998
  • Mariolina Venezia Mille anni che sto qui, Edizioni Einaudi, Torino, 2006
  • Mariolina Venezia Come piante tra i sassi (Imma Tataranni e la storia sepolta), Edizioni Einaudi, Torino, 2009
  • Mariolina Venezia Rivelazione all’Esquilino, Nottetempo, Roma, 2011
  • Mariolina Venezia Da dove viene il vento, Edizioni Einaudi, Torino, 2011
  • Mariolina Venezia Maltempo (Imma Tataranni e gli inciampi del presente), Einaudi, Torino, 2013
  • Mariolina Venezia La volpe meccanica, Edizioni Bompiani, Milano, 2014
  • Mariolina Venezia Rione Serra venerdì (Imma Tataranni e le trappole del passato), Edizioni Einaudi, Torino, 2018
  • Mariolina Venezia Via del Riscatto (Imma Tataranni e le incognite del futuro), Edizioni Einaudi, Torino, 2019

 

LINK

 

Mariolina Venezia – Imma Tataranni protagonista della nuova fiction di Rai 1

In libreria il nuovo romanzo, Via del Riscatto

Il 22 settembre è andata in onda su Rai 1 la prima puntata di Imma Tataranni – Sostituto procuratore, la nuova crime fiction ispirata al personaggio di Mariolina Venezia, ambientata nella bella e calda Matera: un «boom di ascolti che, con oltre 5 milioni 100 mila spettatori e il 23,3% di share, stravince la prima serata» (Ufficio Stampa Rai, link).

Imma, interpretata da Vanessa Scalera, è una donna determinata, forte, preparata e decisamente fuori dagli schemi: «Porta con sé la forza dei deboli che credono in se stessi, è una donna che si autodetermina, che sceglie come rapportarsi eroticamente. Pur non essendo la bellona di turno ha una vita erotica, si gusta l’esistenza insieme al marito, si esprime con i colori e non si castra» (Mariolina Venezia a «Io Donna – Corriere della Sera»).

Questa stagione è basata sui primi tre romanzi dell’autrice: Come piante tra i sassiMaltempo e Rione Serra venerdì. «Incorruttibile, dissacrante ma anche ironica e capace di gesti di grande compassione, Imma indaga circondata da un gruppo di personaggi curiosi, destreggiandosi con abilità tra il Procuratore capo, il bell’appuntato Calogiuri, un polemico anatomopatologo, i coloriti marescialli di zona, la suocera, il marito e la figlia. Il risultato finale? Un giallo sui generis, con la regia di Francesco Amato, che diventa anche l’occasione per un divertente e a tratti pungente ritratto dell’Italia di oggi» (Francesco Canino, «Panorama»).

Il trailer

Il 24 settembre è uscito nelle librerie Via del Riscatto, la nuova avventura della «Piemme tacco 12», questa volta alle prese con una femme fatale dal profumo conturbante, due fratelli coltelli, una simpatica vecchia canaglia e il cadavere di un agente immobiliare che giace tra le mura di palazzo Sinagra. Chi ha ucciso Antonello Ribba? Difficile essere sicuri di qualcosa, in un luogo popolato di antichi fantasmi come i Sassi di Matera.

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