D'ELIA DON VINCENZO

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D'ELIA DON VINCENZO

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Brienza (PZ), 1874 – Potenza, 1962

Figura storica della Chiesa lucana, fondatore del Partito Popolare in Basilicata.

D’Elia Vincenzo, sacerdote, nasce nel 1874 a Brienza, borgo di origine longobarda non molto distante dal capoluogo, Potenza. In virtù della sua vena vocazionale, il giovane viene indirizzato a Roma per frequentare il seminario. Qui ha modo di studiare insieme a coloro che diventeranno esponenti delle alte gerarchie ecclestiastiche, fra cui Eugenio Pacelli, futuro papa Pio XII. Tuttavia non è il solo in famiglia a nutrire profondi sentimenti religiosi. Le sue orme, infatti, saranno percorse anche dal nipote, Giuseppe De Luca (vedi scheda) per il quale lo zio è un assoluto punto di riferimento.

Tornato in Lucania da sacerdote, don Vincenzo prende la guida della parrocchia Santissima Trinità di Potenza. Il suo vescovo è mons. Ignazio Monterisi che, dal 1900, dirige la Diocesi di Potenza e Marsico Nuovo. Il prelato entra presto in sintonia con l’arciprete lucano, entrambi condividono lo spirito riformista e moderno.

Tali qualità tornano utili per innovare luoghi, soprattutto quelli rurali, alle prese con una religiosità a metà tra il magico e il superstizioso, e analfabetismo e povertà diffusa. Il contesto è indubbiamente difficile, eppure è qui che prende a muoversi l’azione dei due religiosi che, spinti dagli stessi propositi, mettono in atto azioni concrete con cui arginare questo stato di cose. Il vescovo fa aprire, in alcuni centri della diocesi, istituti diretti da suore allo scopo di istruire ed insegnare i lavori femminili alle ragazze di tutti i ceti sociali. Migliora le condizioni dell’orfanotrofio delle Gerolomine, fonda e dirige l’Opera della Conferenza di S. Vincenzo a favore dei poveri. Istituisce opere sociali ed educative per giovani, ricreatori, circoli operai e studenteschi. Si occupa, inoltre, della formazione morale e culturale del clero che vuole più vicino ai bisogni della gente e lontano dai poteri locali, mentre incoraggia la vera vocazione, inviando i giovani in seminari di buon livello sostenendo le spese di chi non può permetterselo.

Dal canto suo, don D’Elia appoggia appieno l’operato del vescovo, a lui accomunato dall’indole pratica che lo spinge ad agire nella società con atti di immediato impatto sociale, educativo, divulgativo ed anche politico.

Nel 1908, insieme a mons. Monterisi fonda, dunque, “La Provincia”, quindicinale con sede a Potenza, di cui ne diviene il direttore. Il giornale mostra, sin dalla sua uscita, un dinamismo insolito per un’entità cattolica che opera in un contesto “intorpidito”. Toni polemici accompagnano articoli che esprimono attaccamento al territorio di cui si vuole far uscire dall’isolamento e lanciare verso il progresso. Il giornale non trascura nessun tema, sia esso di rilievo politico, economico e sociale, interno ed estero, schierandosi apertamente a favore o contro. Dalle crisi internazionali ai problemi legati all’applicazione della legge Zanardelli in Basilicata, al dissesto idrogeologico alla mancanza di servizi civili, dai bassi redditi agricoli all’emigrazione, dall’analfabetismo all’introduzione dell’insegnamento religioso. Tutto è affrontato in chiave non moralistica bensì etica e funzionale al miglioramento delle condizioni di vita della popolazione. Da queste colonne si leva la critica contro l’incuria delle amministrazioni responsabili, a loro dire, di inattività nella risoluzione dei problemi.

Nel 1913 Ignazio Monterisi muore e con lui l’esperienza editoriale. Il nuovo vescovo mons. Roberto Achille Razzoli, di diverso temperamento, ordina infatti la chiusura del giornale, da più parti considerato scomodo. “La Provincia” smette di stampare nel 1915.

La perdita per la comunità non è di poco conto. Il giornale ha contribuito a mettere in moto un movimento cattolico, che sebbene in fase embrionale, ha cominciato a farsi largo sul territorio e far sentire la sua voce e le sue ragioni, proprio attraverso l’autorevolezza di un mezzo di informazione. Amareggiato, a don Vincenzo non resta che accettare la decisione imposta dall’alto. Ciò nonostante, non rinuncia ai suoi progetti, ossia impegno sociale e militanza politica.

Nel 1915 crea e presiede il Comitato regionale dell’Unione Elettorale e, fino al 1917, mantiene la reggenza della presidenza della Giunta diocesana di Azione Cattolica. Seppur ideologicamente lontano, don Vincenzo collabora con mons. Razzoli per la realizzazione di opere di soccorso. Durante la Prima Guerra Mondiale, i due prelati si interessano agli orfani dei caduti accogliendoli in un orfanotrofio sovvenzionato dai fedeli, mentre il sacerdote lucano si occupa della costruzione dell’Istituto Principe di Piemonte a Potenza.

Nel frattempo, il solco tracciato dal movimento cattolico non è stato cancellato. Nel 1919 don Luigi Sturzo incarica don D’Elia, che è suo amico, di fondare anche in Lucania il Partito Popolare. Il verbale di nascita del Partito viene redatto il 13 settembre a Potenza, nel salone della chiesa della Trinità, alla presenza dei rappresentanti delle diverse sezioni territoriali. Anche tale formazione politica aderisce al Manifesto “Appello ai liberi e forti”, stilato all’atto di fondazione del Partito Popolare. Tra i propositi vi è l’accettazione ed esaltazione del ruolo della Società delle Nazioni, la difesa delle “libertà religiose contro ogni attentato di setta”, la tutela della famiglia, della libertà d’insegnamento, dei sindacati. Vi è, inoltre, attenzione alle riforme democratiche, come l’ampliamento del suffragio elettorale anche alle donne; quindi, si avalla il decentramento amministrativo e la piccola proprietà agricola contro il latifondismo.

Il Partito Popolare non ha lunga vita. La sua presenza si estingue, infatti, con il Fascismo.

Nel 1930 a Roberto Achille Razzoli succede, alla guida della diocesi di Potenza e Marsico Nuovo, mons. Augusto Bertazzoni. Con il nuovo vescovo don Vincenzo ritrova la sintonia d’intenti. Entrambi educatori dei giovani, con lui, a Sasso di Castalda premia le iscritte alla Gioventù femminile di Azione cattolica, e si interessa della scelta del suolo dove costruire l’asilo infantile. All’arrivo dell’alto prelato mantovano, il clero lucano è notevolmente migliorato.

Formati nei seminari romani, i sacerdoti amministrano le loro parrocchie con più preparazione, fondano l’Azione cattolica, e spingono i fedeli a partecipare alla vita politica, civile e sociale delle proprie comunità in maniera più incisiva.

Nel 1943, in piena Seconda Guerra Mondiale, l’arciprete D’Elia fonda la Democrazia Cristiana lucana. In essa confluiscono buona parte dei giovani da lui stesso educati durante il rischioso periodo del regime dittatoriale, contro il quale si schiera aderendo al Comitato di Liberazione Nazionale della Basilicata. Tra loro vi è il potentino Emilio Colombo, suo chierichetto, futuro membro dell’Assemblea Costituente e Presidente del Consiglio dei Ministri della Repubblica italiana.

Mons. Vincenzo D’Elia muore a Potenza nel 1962. La città perde uno dei protagonisti della sua storia recente, il sacerdote che per cinquant’anni ha guidato la parrocchia della SS. Trinità. Educatore instancabile, si è speso per la formazione delle nuove generazioni. Di poche parole ma attivissimo nel concreto, ha operato affinché la società non fosse avulsa dai precetti del cristianesimo, che ha poi tradotto in opere sociali e nella pratica politica per il benessere di tutti. In un clima difficile, ha sollecitato iniziative in campo economico facendo nascere, sul territorio lucano, cooperative di consumo e casse rurali per venire incontro alla gente di campagna, afflitta da vera povertà. Ha promosso la nascita delle prime sezioni del Partito Popolare ad Albano, Cancellara, Grassano, Marsico Vetere, Matera, Muro Lucano, Potenza, Rotondella, Ruoti, Sasso, Terranova, Tramutola. La sua pioneristica militanza ha mirato ad un movimento cattolico capace di camminare da protagonista nella realtà, influenzando il corso degli eventi, non subendoli. “Qui le lotte in campo politico si svolgono ancora a base non di idee ma di persone; non di principi, ma di campanilismo. – parlava don Vincenzo D’Elia – Bisogna innanzitutto formare le coscienze cristiane, sfatando mille pregiudizi contro la pratica dei doveri cristiani, scuotendo l’indifferenza e l’apatia”.

Anna Mollica

 

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Cento anni fa nasceva in Basilicata il partito popolare. Artefice monsignor Vincenzo D’Elia

https://basilicatanotizie.net/blog/in-box/13500-cento-anni-fa-nasceva-in-basilicata-il-partito-popolare-artefice-monsignor-vincenzo-d-elia.html

Un partito popolare con precise idee e contenuti. Il ruolo della famiglia e la libertà d’insegnamento

Cento anni fa, il 13 settembre 1919, l’allora vescovo monsignor Vincenzo D’elia, a Potenza, nel salone della chiesa della Trinità, redisse il verbale con il quale nasceva il Partito Popolare in Basilicata. Presente allo storico incontro Augusto Ciriaci, in rappresentanza della direzione nazionale del partito, Michele Padula per la sezione di Potenza, Prospero Grande per quella di Matera, Giuseppe Rautiis per la sezione Tramutola, Giuseppe Lupi per la sezione di Muro Lucano. Una formazione politica, come indico Sturzo a monsignor D’Elia, in una lettera del 7 marzo 1919, che doveva “tener distinti i metodi e le forme organizzative” dell’Azione Cattolica da quelle del Partito Popolare. Un partito popolare con precise idee e contenuti che vennero scritte nell′Appello ai liberi e forti: si accettava ed esaltava il ruolo della Società delle Nazioni, si difendevano “le libertà religiose contro ogni attentato di setta”, il ruolo della famiglia, la libertà d’insegnamento, il ruolo dei sindacati. I proponenti ponevano particolare attenzione a riforme democratiche come l’ampliamento del suffragio elettorale, compreso il voto alle donne, ed

esaltavano il ruolo del decentramento amministrativo e della piccola proprietà rurale contro il latifondismo. In Lucania Monsignor Vincenzo D’Elia, fu il punto di riferimento della nascente formazione politica e fiduciario dello stesso don Luigi Sturzo.

Un uomo, un religioso, Vincenzo D’Elia, raccontano le pagine di storia locale, mirò sempre ad educare l’uomo integrale anche in politica sostenendo un concetto fondamentale: il cattolico non deve mai rinunziare all’essere “sé stesso”. Fu un protagonista infaticabile, annota Vincenzo Verrastro, nell’opuscolo di storia sociale e religiosa, lavorando alla costruzione di questa nuova formazione politica in un clima non facile. Fu tra i protagonisti della nascita delle prime sezioni del partito ad Albano, Cancellara, Grassano, Marsico Vetere, Matera, Muro Lucano, Potenza, Rotondella, Ruoti, Sasso, Terranova, Tramutola. Fu tra quelli che sollecitò le tante iniziative in campo economico con la costituzione di cooperative di consumo tra queste erano molto affermate quelle di Venosa e Maschito. In poco tempo furono costituite casse rurali nel Materano, nel Melfese e nel Lagonegrese. Vincenzo D’elia ebbe un ruolo di primo piano nella fondazione del partito popolare in Lucania, affidandosi in molte circostanze all’avvocato Giuseppe Carriero che avviò l’inserimento delle genti lucane nell’agone politico. Bella una sua frase a proposito della lotta politica. Vincenzo D’Elia disse: “Qui le lotte in campo politico si svolgono ancora a base non di idee ma di persone; non di principi, ma di campanilismo. Bisogna innanzitutto formare le coscienze cristiane, sfatando mille pregiudizi contro la pratica dei doveri cristiani, scuotendo l’indifferenza e l’apatia”. Parole ancora di piena attualità.

Oreste Roberto Lanza

Ricordato a Potenza mons. D’Elia a cent’anni della nascita del partito popolare

 

DI GIOVANNI BENEDETTO IL 27/10/2019 POLITICA & SOCIETA’

Ricordato ieri sera presso il circolo di via Angilla Vecchia a Potenza la figura storica di mons Vincenzo D’Elia a 100 anni dalla nascita del Partito Popolare in Basilicata di cui fu il promotore. Don Vincenzo D’Elia appartiene alla storia della chiesa lucana ed in modo particolare alla storia della città di potenza. Aver ricordato la memoria è una iniziativa che fa giustizia all’uomo che si è speso per la formazione delle nuove generazioni e per tenere alti i valori cattolici in politica. Si è anche auspicato il recupero del busto di mons. D’Elia attualmente soggetto ad incuria in un salone della SS Trinità chiusa da anni auspicando una sua riapertura al culto dopo gli imminenti lavori di restauro finanziati recentemente anche dalla regione Basilicata. Fu proprio Don D’Elia, nel salone della chiesa della Trinità, a redigere – come ha ricordato Oreste Roberto Lanza sul sito Basilicata Notizie net- il verbale con il quale nasceva il Partito Popolare in Basilicata. Presente allo storico incontro Augusto Ciriaci, in rappresentanza della direzione nazionale del partito, Michele Padula per la sezione di Potenza, Prospero Grande per quella di Matera, Giuseppe Rautiis per la sezione Tramutola, Giuseppe Lupi per la sezione di Muro Lucano. Una formazione politica, come indico Sturzo a monsignor D’Elia, in una lettera del 7 marzo 1919, che doveva “tener distinti i metodi e le forme organizzative” dell’Azione Cattolica da quelle del Partito Popolare. Un partito popolare con precise idee e contenuti che vennero scritte nell′Appello ai liberi e forti: si accettava ed esaltava il ruolo della Società delle Nazioni, si difendevano “le libertà religiose contro ogni attentato di setta”, il ruolo della famiglia, la libertà d’insegnamento, il ruolo dei sindacati. I proponenti ponevano

particolare attenzione a riforme democratiche come l’ampliamento del suffragio elettorale, compreso il voto alle donne, ed esaltavano il ruolo del decentramento amministrativo e della piccola proprietà rurale contro il latifondismo.

In Lucania Monsignor Vincenzo D’Elia, fu il punto di riferimento della nascente formazione politica e fiduciario dello stesso don Luigi Sturzo.  Nel ricordo a suo tempo fatto da Vincenzo Verrastro, primo presidente della regione Basilicata, Don Vincenzo D’elia fu tra l’altro protagonista di tante iniziative sociali, tra le quali la costituzione di cooperative di consumo tra queste erano molto affermate quelle di Venosa e Maschito.

In poco tempo furono costituite casse rurali nel Materano, nel Melfese e nel Lagonegrese. A proposito della lotta politica. Vincenzo D’Elia disse: “Qui le lotte in campo politico si svolgono ancora a base non di idee ma di persone; non di principi, ma di campanilismo. Bisogna innanzitutto formare le coscienze cristiane, sfatando mille pregiudizi contro la pratica dei doveri cristiani, scuotendo l’indifferenza e l’apatia”. Parole- annota Lanza- ancora di piena attualità.  Giovanni Benedetto

https://www.regione.basilicata.it/giunta/site/Giunta/detail.jsp?otype=1012&id=599157

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DOMANI CONVEGNO STUDI SU MONS.D’ELIA E DON VINCENZO DE LUCA

BAS “Il Circolo culturale ‘Silvio Spaventa Filippi’ di Potenza – si legge in una nota – ha organizzato un convegno sulle figure di monsignor D’Elia e sul nipote, il prete romano, De Luca. Domani 13 ottobre, nell’Auditorium dell’Immacolata del Seminario Minore a Potenza, a partire dalle 9,30 si terrà un’intera giornata di approfondimento, suddivisa in due sessioni, sui due intellettuali lucani.

La prima sessione è dedicata a “Don Giuseppe De Luca. Prete e intellettuale”.

La seconda sessione comincerà alle 16,00 e sarà incentrata su “Don Vincenzo D’Elia, apostolo di amore e di libertà”.

 

L’iniziativa rientra tra le attività organizzate in occasione della celebrazione della 41ª edizione del Premio letterario di Basilicata, che anche quest’anno ha visto una grande partecipazione di scrittori e case editrici di assoluto rilievo nazionale.

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