NOTARANGELO DOMENICO

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NOTARANGELO DOMENICO

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Sammichele di Bari 6 marzo 1930 – Matera 4 dicembre 2016

Pugliese di nascita, lucano d’adozione è stato giornalista e per molti anni corrispondente dalla Basilicata per il quotidiano L’Unità. In tempi più recenti è stato caporedattore di emittenti televisive; Definito un gigante della fotografia ha raccolto e documentato testimonianze di costume e di tradizioni popolari e religiose in un archivio di centomila immagini fotografiche e centinaia di ore di filmati; principalmente noto per aver realizzato delle fotografie stupende sul set del “Vangelo secondo Matteo” di Pasolini.

Nasce da una famiglia contadina in Puglia a Sammichele di Bari. A Bari entra in seminario nel 1943 e lì vive l’esperienza dei bombardamenti del 1945. Ritorna al paese nel 1946 dove la Curia lo allontana dal seminario a causa delle sue simpatie per il Comunismo.

Dopo un periodo di studio ad Amalfi giunge in Lucania nella seconda metà degli anni Cinquanta stabilendosi a Matera, la sua città di adozione. Nella Città dei Sassi ha scoperto le affinità elettive che hanno dato senso ed ispirazione ai suoi molteplici impegni.

A Matera Domenico Notarangelo si è dedicato all’attività politica e di operatore culturale. È stato giornalista e per molti anni corrispondente dalla Basilicata per il quotidiano L’Unità. In tempi più recenti è stato caporedattore di emittenti televisive.

Ha sempre accompagnato l’interesse professionale alla ricerca e allo studio della civiltà contadina, delle tradizioni popolari e della devozione, oltre alla storia politica del territorio e del giornalismo periodico delle regioni meridionali. Fino agli ultimi mesi di vita ha continuato a pubblicare saggi antropologici e libri di fotografia oltre a volumi di carattere storico.

Appassionato di fotografia ha raccolto e documentato testimonianze di costume e di tradizioni popolari e religiose in un archivio di centomila immagini fotografiche e centinaia di ore di filmati super8 e 16mm oltre ad una larga messe di documenti che oggi costituiscono uno dei più importanti archivi privati del Mezzogiorno. Insignito del riconoscimento LUCANIAORO 1992 per Comunicazione sociale da parte del Comune di Pomarico.

L’Archivio Domenico Notarangelo è stato nel 2011 dichiarato Bene storico di interesse nazionale dal ministero dei beni culturali.

(https://www.cinemaitaliano.info/pers/038968/domenico-notarangelo.html)

Su Sky Arte: Domenico Notarangelo, un fotografo di riscoprire

By Redazione  23 maggio 2021

 

LA STORIA DI DOMENICO NOTARANGELO

Notarangelo è stato soprattutto un giornalista e un dirigente politico. In questa veste, ha incontrato e aiutato Pier Paolo Pasolini a realizzare a Matera il suo Vangelo secondo Matteo, ha fatto eleggere ad Aliano la prima donna sindaco del Meridione, Maria Ippolita Santomassimo, ed è stato un amico filiale di Carlo Levi, che ha fatto tumulare come desiderava in Basilicata, dove il grande pittore e scrittore aveva trascorso da antifascista gli anni del confino.

Notarangelo ha realizzato nell’arco della sua vita 100.000 fotografie e girato centinaia di ore in Super8. Immagini straordinarie, che raccontano come eravamo più e meglio di qualunque libro di storia. La pellicola è il frutto di oltre due anni di lavoro e dello sforzo congiunto del regista David Grieco e di suo figlio Manuel, dei figli di Domenico Notarangelo, Peppe e Antonio, e di Michele Cecere, storico e antropologo.

DOMENICO NOTARANGELO, UN GIGANTE DELLA…

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18 ago 2020 — Notarangelo è principalmente noto per aver realizzato delle fotografie stupende sul set del “Vangelo secondo Matteo” di Pasolini, ma il suo …

DOMENICO NOTARANGELO, UN GIGANTE DELLA FOTOGRAFIA

Lettere lucane  18 Agosto 2020

Tra i ricordi più belli di quando realizzai il documentario “Mater Matera” conservo l’incontro con il fotoreporter Domenico Notarangelo (1930-2016). Quel giorno, a casa sua, ebbi la fortuna di visionare un filmato inedito che mi commosse fino alle lacrime: le immagini del funerale di Carlo Levi ad Aliano nel 1975. Notarangelo lo conoscono in pochi, in Basilicata, ma ogni giorno di più la sua figura cresce, e diventa indispensabile per chi ha ancora a cuore la nostra memoria. Perché Notarangelo – anzitutto come corrispondente de “L’Unità” – ha fotografato per decenni la Basilicata, tanto da accumulare un archivio di 150mila fotografie e di migliaia di filmati in 8 e 16 mm. Notarangelo è principalmente noto per aver realizzato delle fotografie stupende sul set del “Vangelo secondo Matteo” di Pasolini, ma il suo immenso lavoro – sempre attento alla vita concreta, alle lotte contadine e operaie, ai riti popolari – è ancora tutto da studiare.

Grazie al figlio Antonio, che sta lavorando su questo patrimonio, è ora possibile visionare a Bernalda alcuni suoi lavori nella mostra “K’rspett”. L’aspetto che più mi colpisce dell’arte di Notarangelo – il nostro Cartier-Bresson – è che fonde mirabilmente antropologia, cronaca e impegno politico. Ma il suo sguardo era così lucido e severo, così nitido e partecipe, che questo realismo ha ormai assunto caratteristiche di classicismo. Quel giorno, a casa sua, Notarangelo – già costretto su una sedia a rotelle – accolse la mia inquietudine e mi disse: “Quella Matera che tu cerchi non c’è più. I Sassi sono un’altra cosa. Non ostinarti a cercare un passato che ormai è sepolto”. Mi auguro che nei prossimi anni a questo gigante venga dedicato un museo, dei libri, un archivio importante. Sempre che la memoria abbia ancora un senso in questo tempo di superficialità, edonismo e pensiero debole.

diconsoli@lecronache.info

https://www.huffingtonpost.it/entry/a-matera-un-archivio-di-100mila-foto-da-pasolini-a-levi-e_it_5cefe84ee4b07e067d8a3670

CULTURE 30/05/2019

A Matera un archivio di 100mila foto, da Pasolini, a Levi e…

E’ l’eredità di Domenico Notarangelo, giornalista, fotografo, attivista politico scomparso nel 2016. Ora i suoi tesori sono raccontati in un film di David Grieco ‘Notarangelo Ladro di anime’

By Angela Mauro

ANSA Enrique Irazoqui e Pier Paolo Pasolini in un famoso scatto di Domenico Notarangelo

sul set del film ‘Il vangelo secondo Matteo’, girato a Matera nel 1964

Lo raccontava prima di morire: “Ho un archivio di 100mila scatti più o meno in bianco e nero…”. E lì dentro c’è un vero e proprio tesoro che ora il film di David Grieco ‘Notarangelo ladro di anime’, presentato quest’anno al Bifest a Bari, riporta alla luce almeno in parte. Domenico Notarangelo è uno di quei fotografi poco conosciuti a livello nazionale, che però ha lasciato una mole di materiale (non solo foto, ma anche libri, molti pubblicati in vita, altri già pronti da dare alle stampe) degno delle migliori cronache nazionali. Pierpaolo Pasolini, Carlo Levi e tutti i ‘gioielli’ della Basilicata degli anni 60-70, di Matera e i suoi Sassi: nelle foto di questa specie di incrocio nostrano tra Cartier-Bresson e Salgado ci sono i ‘vip’  e i quelli che mai avrebbero pensato di poterlo diventare, i contadini, le loro feste e i funerali, le manifestazioni di protesta o le scene di vita quotidiana nei quartieri antichi, quando erano solo miseria e non patrimonio mondiale dell’Unesco, ‘anni luce’ prima che Matera diventasse capitale europea della cultura 2019.

Pochi sanno, per esempio, che è di Domenico Notarangelo la famosissima foto di Enrique Irazoqui e Pier Paolo Pasolini sul set del ‘Vangelo secondo Matteo’, durante le riprese nei Sassi nel 1964. E non solo quella, naturalmente. Fotografo e corrispondente a Matera per l’Unità, Notarangelo era uno di quelli che non smetteva mai di scattare e documentare, non smise nemmeno quando diventò segretario di Federazione del Pci a Matera. Pasolini lo aveva individuato come utile ‘guida alla città’, diciamo così. Un contatto prezioso per trovare i volti adatti a fare da comparsa nel suo film. Notarangelo glieli trovò nella sezione del Pci, tra i braccianti dai volti scuri, duri e con le rughe. Pasolini li prese tutti e prese anche lui, il fotografo, che quando era libero dal suo ruolo di centurione si divertiva a scattare.

Addio a MIMI’ NOTARANGELO, FOTOGRAFO DEL “VANGELO” DI PASOLINI

6 DICEMBRE 2016

Domenica 4 dicembre 2016 se ne è andato via anche Mimì. Mimì sta per Domenico e a Matera, città di adozione, non occorre altro per capire che si parla del fotografo, scrittore, giornalista battagliero, studioso di storia locale, che di cognome faceva Notarangelo.

Grande uomo, d’altri tempi, capace di conciliare rigore politico, pacatezza signorile, umanità profonda e garbata, che in lui, uomo del sud dimenticato, era velata da un filo di malinconia. Ha lavorato al fianco di tanti artisti, ma nel cuore gli brillava soprattutto il ricordo di Pasolini, conosciuto nel 1964 durante le riprese del Vangelo tra i Sassi. Da quella esperienza ricavò una serie di straordinarie fotografie “rubate” sul set, dove Mimì, che, da capo comunista, doveva limitarsi a organizzare solo il servizio di protezione del regista, finì invece anche per fare la parte (piccola) di un centurione. Fu occasione fortunata, comunque, che gli permise di aggirarsi indisturbato in mezzo alla troupe e di scattare foto stupende, che poi hanno fatto il giro del mondo e ora sono parte di un preziosissimo archivio.

Di Pasolini, però, gli erano rimaste anche altre cose, tutte legate alla cultura popolare dell’amata Lucania. Ad esempio, amava ricordare l’acceso dibattito politico con Pasolini, che in qualche raro momento libero ritagliato dal lavoro non mancava di mettere in guardia lui e i giovani del posto dal rischio del “progresso senza sviluppo” che avrebbe potuto deturpare irrimediabilmente l’antico scrigno contadino di Matera e stravolgerne i valori in nome di un benessere economico di facciata. Mimì, allora, aveva vivacemente contrastato quella ipotesi, contrapponendo al poeta le “magnifiche sorti” del futuro che si sarebbero invece aperte anche per il sud più diseredato e lo avrebbero potuto liberare dall’atavica miseria. «Altro che – disse in seguito con l’amarezza del senno di poi e la coscienza di ben altre delusioni- Aveva ragione lui».

Mimì era una miniera di racconti, episodi, aneddoti, riflessioni, come questa, ed era anche un gran signore della conversazione. E, ora che non c’è più, è un privilegio pensare di averlo conosciuto nella sua casa ospitale, piena di libri, quadri, fotografie, carte, e di averne incontrato lo sguardo ironico e mite. (angela felice).

 

Muore Domenico Notarangelo: si spegne lo sguardo di Pasolini su Matera
di David Grieco

www.globalist.it – 5 dicembre 2016

Conoscevo e ammiravo Domenico Notarangelo, ma ho avuto la fortuna di incontrarlo soltanto un mese fa. Mi aspettava in un letto di ospedale. Ci eravamo organizzati con i figli Mario, Toni e Peppe per registrare una conversazione tra me e lui sulla sua collaborazione con Pier Paolo Pasolini quando il regista capitò a Matera nel 1963 per realizzare Il Vangelo secondo Matteo.
Nel 1963, Pasolini tornava dalla Palestina dove aveva deciso di girare il suo film. Ma la Palestina, sfigurata esteriormente da un’edilizia selvaggia e devastata interiormente dalle tensioni tra palestinesi e israeliani, lo lasciò di sasso.

Il regista non aveva più la pallida idea di dove ambientare il film. Qualcuno gli suggerì Matera, e Pasolini ci andò. Per prima cosa, si recò alla locale sezione del Pci per chiedere collaborazione e protezione. Erano tempi in cui Pasolini, ormai famoso, veniva spesso aggredito in strada da fascisti e omofobi. In quei tempi, Matera era un luogo abbandonato da dio e dagli uomini. Era stata definita dall’Italia democristiana «la vergogna d’Italia».

Il segretario della sezione del Pci di Matera era Domenico Notarangelo. Ma Domenico era anche una persona molto più importante e complessa del ruolo politico che ricopriva. Domenico era un artista, un antropologo, un sociologo. Esattamente come Pier Paolo Pasolini. Aveva fatto decine di migliaia di foto, tutte significative, tutte straordinarie, per raccontare la sua terra e tutti coloro che continuavano ad abitarla in una vita fatta di stenti.

Quello di Notarangelo è un mondo di fotografie dal valore inestimabile e lui era un fotografo del calibro di Salgado e di Cartier Bresson. Le sue foto saranno materia di studio universale nei prossimi anni, decenni, secoli. Infatti, grazie a Pasolini e a Notarangelo, la “vergogna d’Italia” è diventata nel frattempo capitale della cultura europea. Perché Matera rappresenta probabilmente il più antico insediamento umano che si conosca, risalente a più di centomila anni fa.Quando Peppe, Toni e Mario mi hanno concesso il privilegio di consultare l’archivio di Domenico Notarangelo, sono rimasto folgorato. Ho rivisto in quelle foto innumerevoli inquadrature del Vangelo secondo Matteo e ho avuto modo di capire, con sommo stupore, che Domenico è stato a tutti gli effetti il coautore del Vangelo secondo Matteo, così come Sergio Citti (al quale ho dedicato il film La Macchinazione sugli ultimi mesi di vita di Pasolini) fu il coautore dei primi due film di Pier Paolo Pasolini, Accattone e Mamma Roma.
«Pier Paolo mi fece fare il centurione nel film -racconta Domenico Notarangelo- una comparsa parlante. Con le macchine fotografiche in mezzo alle gambe, nascoste sotto la corazza, potei fare molte foto sul set del Vangelo secondo Matteo». Hanno fatto il giro del mondo. Ora fanno parte del mio archivio storico, fatto di fotografie, giornali, quadri, giornali, tessere di partito, manifesti, documenti che dappertutto si offrono di ospitare, tranne che a Matera».

Questa dichiarazione così pasoliniana, da nemo propheta in patria, risale al 2013. Domenico Notarangelo non è riuscito a parlare con me. Voleva farlo ad ogni costo, ma non ne aveva più la forza. In quell’ospedale, ho preso la sua mano tra le mie e ci siamo scambiati sguardi e sorrisi che non potrò mai dimenticare. Anche perché il suo sguardo diceva molto più di mille parole. Era uno sguardo felice, uno sguardo d’amore, privo di qualunque angoscia, nonostante la fine annunciata. Era lo sguardo di un uomo che ha dato tanto agli altri. Noi italiani sappiamo essere incredibilmente egoisti ma altrettanto incredibilmente altruisti.

Matera è Matera grazie a te, Domenico. Lo sanno in tutto il mondo, e persino a Matera. Se qualcuno ancora non lo ha capito, vedrai, non tarderà ad accorgersene.

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