DE LUCA DON GIUSEPPE

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DE LUCA DON GIUSEPPE

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Sasso di Castalda (PZ), 15 settembre 1898 – Roma, 19 marzo 1962

Sacerdote, editore, saggista. Studioso di Filologia e Storia, si occupa di giornalismo scrivendo per testate di ispirazione cattolica. Dotato di un poliedrico attivismo, dirige costanti attenzioni alle esigenze materiali e spirituali dei più bisognosi. Fonda la casa editrice Edizioni di Storia e Letteratura con cui pubblica opere dal tenore laico e religioso, nazionale ed internazionale nell’ottica del dialogo costruttivo con il mondo.

Don Giuseppe De Luca, sacerdote, editore e saggista, nasce a Sasso di Castalda il 15 settembre 1898. Di umili origini, la sua è una famiglia di contadini. Il papà si chiama Vincenzo, la mamma Raffaella Viscardi che purtroppo muore a poche settimane dalla nascita del figlio. Giuseppe, allora, cresce con la nonna materna che abita a Brienza, paese poco distante dal suo. Qui frequenta le scuole elementari immaginandosi, contrariamente al contesto rurale in cui prevalentemente vivono gli abitanti del borgo, un futuro diverso fatto di studio e di fede. Cresce nel culto di Sant’Alfonso Maria de’ Liguori che diventa la sua guida nel percorso di vita cristiana.

Il bambino ha uno spirito curioso e vivace, una spiccata propensione verso la conoscenza a cui tende attraverso la lettura di libri e gli studi continui. Tale indole e chiarezza di idee è determinante per il corso delle sue scelte future che lo porteranno a distinguersi negli importanti passaggi attesi nel corso del Novecento.

A undici anni entra nel seminario di Potenza per trasferirsi, in seguito, presso quello dei Gesuiti di Ferentino, località vicino Frosinone. Due anni dopo è a Roma dove frequenta prima il Seminario Minore, poi il Pontificio Seminario Romano Maggiore, conseguendo al contempo, nel 1917, la licenza al Liceo Ginnasio “Torquato Tasso”. Il periodo è cruciale per la sua formazione grazie a docenti che ne influenzano gli interessi. Tra loro vi è il sacerdote Pio Paschini, esperto di storia ecclesiastica nel corso di teologia che il ragazzo frequenta dal 1917 al 1921. Di lui ammira l’alta erudizione e il modo con cui si approccia agli studi storici, scrupolosamente analizzati secondo una visione d’insieme che predilige la società cristiana, più che i singoli. Giuseppe condivide questa impostazione e si appassiona alla Storia.

Consegue la laurea in Teologia e, nel 1921, è ordinato sacerdote da Basilio Pompilj, vicario generale per la diocesi di Roma. Il cardinale ha seguito il giovane fin dal suo ingresso in seminario avendone, presto, colto la singolarità umana ed intellettiva.

Tali caratteristiche, unite alla personalità indipendente, alla lungimiranza di vedute e all’indole riformatrice, spingono il neo-sacerdote a guardare oltre i “muri” del Vaticano considerati, per la sua realizzazione, troppo stretti. Per questo motivo, nel 1920, si iscrive alla Facoltà di Lettere dell’Università di Roma “La Sapienza” dove approfondisce gli studi filologici e storici. Al contempo, frequenta un corso di Paleografia all’Archivio Vaticano.

Nel 1923 diventa cappellano degli anziani indigenti presso la sede delle Piccole Sorelle dei Poveri, famiglia religiosa fondata da Giovanna Jugan, ubicata in San Pietro in Vincoli. Qui, don De Luca svolge quello che è, di fatto, l’unico incarico a lui assegnato, fino al 1948, gestendo in maniera scrupolosa la spiritualità sia come missione sacerdotale, sia come ricerca storica. In questa dimora, che arricchirà di una nutrita biblioteca di testi antichi e moderni, abiterà con la sua seconda mamma, Battista, che il padre ha sposato rendendo Giuseppe primogenito di numerosi fratelli. Con la sua nuova famiglia instaura un rapporto bellissimo.

Dal 1927 al 1932 è archivista presso la Congregazione per la Chiesa Orientale ed è attivamente impegnato nel movimento dell’Azione Cattolica.

Intanto, il periodo universitario a “La Sapienza” si rivela fruttuoso dal punto di vista culturale. Stringe amicizie e rapporti intellettuali con vari docenti come il filologo e letterato Vittorio Rossi, gli storici Gaetano De Sanctis, Ettore Pais ed Ernesto Buonaiuti, i filosofi Giovanni Gentile e Nicola Festa. Fuori dagli ambienti accademici incontra, poi, lo scrittore e giornalista Giuseppe Prezzolini, lo storico e filosofo Benedetto Croce, il poeta e scrittore Giovanni Papini, quindi Piero Bargellini il quale, nel 1929, gli propone di collaborare alla rivista d’ispirazione cattolica da lui fondata e direttaIl Frontespizio”. Il sacerdote accetta riconoscendosi in un contesto redazionale che prova a recuperare i valori cattolici nella cultura nazionale e, nello stesso tempo, ad estendere gli orizzonti oltre le Alpi. Don Giuseppe, tuttavia, sceglie di scrivere i suoi pezzi in forma anonima ricorrendo a diversi pseudonimi. Contemporaneamente scrive recensioni ed articoli a carattere letterario sui quotidiani “L’Osservatore Romano”, “L’Avvenire” e il “Popolo” qui chiamato da don Luigi Sturzo. In pieno regime fascista il sacerdote lucano riesce, con i suoi interventi giornalistici, a far sentire la voce dei cattolici all’interno del mondo culturale. Un’attività ardita se si considera la finalità per cui la svolge, ovvero quella di formare una classe dirigente illuminata, capace di essere incisiva in ambito politico e sull’opinione pubblica. Il proposito muove dall’osservazione dei tempi, certamente cambiati, e dalla preoccupata constatazione di essere di fronte ad un cattolicesimo che ignora tutto questo.

Il 1931 rappresenta uno spartiacque nella vita di don De Luca che perde il cardinale Pompilj. La scomparsa del suo mentore è sentita come l’inizio di una fase in cui è il momento di fare scelte, anche controcorrenti. E le fa. In quello stesso anno si allontana dall’azione cattolica con cui ha maturato insanabili divergenze di vedute.

Gli anni ’30 vedono un altro esponente della famiglia De Luca emergere nel panorama culturale italiano. È il fratello Luigi (vedi scheda), anche lui trasferito a Roma giovanissimo, che si afferma nel campo dell’editoria, fondando l’Istituto Grafico Tiberino, con il quale stampa prestigiose riviste realizzate con la collaborazione di autorevoli esponenti della cultura italiana. L’Istituto ha come naturale seguito una casa editrice, le Edizioni d’Arte De Luca, che si specializzano in libri d’arte. L’avventura editoriale conta sul supporto del fratello maggiore che gli fornisce suggerimenti tecnici e lo avvicina al riguardevole patrimonio artistico romano, da lui ben noto. Luigi, dal canto suo, perfeziona le conoscenze su queste meraviglie che divulga attraverso cataloghi di mostre.

L’Istituto Grafico Tiberino stampa anche le Edizioni di Storia e Letteratura che, nel 1941, il fratello Giuseppe fonda nello storico palazzo Lancellotti. Dopo aver collaborato con la casa editrice cattolica Morcelliana, anche lui è pronto a dirigere un’esperienza editoriale tutta sua con cui diffondere volumi di storia, letteratura, economia, politica e collane di varia erudizione. L’intento è quello di far avanzare la Conoscenza pura. Lontana dalle logiche del profitto e di mercato, le Edizioni aprono le porte a chi difficilmente sarebbe stato accolto poiché “poco redditizio”: giovani alle prese con studi pioneristici; studiosi di lungo corso di cui pubblicare gli esiti di una vita di ricerche. Questo è un ambiente che non ammette muri culturali tra ciò che è sacro e laico, tra opere nazionali ed internazionali: il frutto più nobile dell’intelletto non va mai taciuto. “Un’ideale Ac­ca­demia degli spiriti che più onorano il sapere umano” è il commento che Alfredo Schiaffini, filologo e accademico della crusca, fa su questa inedita (per Italia) realtà editoriale. Le Edizioni si rivelano, però, croce e delizia per via della costante ricerca di fondi che spinge don Giuseppe a cercare sostegni su più fronti, politici ed imprenditoriali. Il primo volume esce nel 1943, in un delicato periodo di transito per l’Italia che sta giocando la difficilissima partita del Secondo Conflitto Mondiale.

Nello stesso anno arrivano i primi riconoscimenti per il sacerdote lucano che, su iniziativa dell’allora mons. Giovanni Battista Montini, Sostituto della Segreteria di Stato, è insignito per i suoi alti meriti dell’onorificenza di Prelato d’onore di Sua Santità Pio XII. La benemerenza deriva dalla stima ed amicizia che il futuro pontefice, Paolo VI, nutre per don De Luca del quale sarà un convinto sostenitore, avendone ravvisato l’opera evangelizzatrice nella cultura inclusiva e nel dialogo non selettivo.

Figura poliedrica qual è, il sacerdote infatti, sa volgere lo sguardo anche oltre l’ambiente editoriale. È lui che, tra il 1942 e il 1954, alimenta contatti tra il Vaticano e il variegato mondo politico italiano con cui si relaziona attraverso i suoi maggiori esponenti: il fascista Giuseppe Bottai, il democristiano Alcide De Gasperi, i comunisti Franco Rodano e Palmiro Togliatti. È l’unico a farlo in virtù di quel pensiero che vorrebbe accumunarli tutti sotto l’egida della Cultura. Ma se da una parte si tiene lontano da un partito preciso, praticamente non si discosta dalla politica avendo manifestato, in diverse occasioni, atteggiamenti riformisti tipici, del resto, delle correnti di sinistra.

Nel 1944 pubblica il libro “Scritti su richiesta” (Ed. Morcelliana) che è una autobiografia degli anni giovanili trascorsi al seminario e, nello stesso anno, alcuni giovani intellettuali formano il partito della Sinistra Cristiana. Il prelato mostra loro vicinanza anche dopo la condanna di scomunica contro i comunisti da parte della Chiesa. È un provvedimento duro quello preso da Papa Pio XII, per nulla in linea con la visione aperta che De Luca ha sulle cose del mondo. Da attento osservatore, ha colto i venti del cambiamento sociale e politico provenienti dall’Est e si convince che, il dialogo con chi li rappresenta, è inevitabile.

Eppure, tale intento non lo distolse dal dialogare con la Democrazia Cristiana e, successivamente, con coloro che istituiscono la Repubblica. I politici non sono, tuttavia, i suoi soli interlocutori. Tra loro vi sono artisti, letterati, pittori, intellettuali che trovano in lui un fidato confidente. Prende a frequentare la Messa degli Artisti animata dall’amico mons. Ennio Francia, giornalista e critico d’arte, che l’ha fondata nel 1940. Nell’opera di evangelizzazione, don De Luca non vuole escludere nessuno. Vuole che nel cattolicesimo riecheggino tutte le voci della società nel sobrio clima dell’ascolto, e non in quello chiassoso delle divisioni e dei fatui protagonismi. Esponenti della dottrina e dell’arte, artisti ed intellettuali, nazionali ed internazionali, credenti e no, afferma, vanno uditi in quanto capaci di elevare l’animo. E la Chiesa deve riconoscere il valore della loro attività. Emblematica l’amicizia con l’artista, ateo, Giacomo Manzù il quale lo ritrae sulla “Porta della Morte” che realizza per la Basilica di San Pietro, accostando alla sua firma la dedica al sacerdote.

Nel 1951 le Edizioni pubblicano l’opera fondamentale della sua vita, il primo volume dell’“Archivio Italiano per la Storia della Pietà”, di cui scrive l’introduzione. Si corona l’ambizioso progetto dedicato alla riscoperta delle origini della devozione, fino allora rinviato per mancanza di fondi. Sempre con l’aiuto provvidenziale di mons. Montini, l’opera esce mostrando una cifra stilistica e sostanziale senza precedenti. Non è, infatti, una semplice storia delle religioni e nemmeno un’analisi delle Istituzioni ecclesiastiche. L’opera entra nei cuori delle persone per scrutare quanto è profondo il loro legame con Dio. Osserva le forme espressive, auliche e popolari, della devozione confutando le teorie a sostegno della naturale laicità degli Italiani, mettendo, invece, in risalto secoli di vicinanza Signore di cui costantemente avvertono la presenza.

Le Edizioni e l’Archivio sono i pilastri del suo pensiero, eppure mai, nemmeno per un istante sacrifica la missione presso l’ospizio di San Pietro in Vincoli dove continua, instancabilmente, ad offrire assistenza spirituale agli anziani ospitati. Per quanto grande sia il suo amore per le diverse manifestazioni della Cultura, nessuna di esse vale più di ognuno di loro.

Nel 1954 don Giuseppe conosce il cardinale Angelo Roncalli, Patriarca di Venezia, che da lì a quattro anni sarebbe asceso al soglio pontificio con il nome di papa Giovanni XXIII. Con il “Papa Buono” nasce una strettissima amicizia agevolata dalla comune passione per la Storia. Convinto assertore dell’importanza della conoscenza storica per un buon sacerdote e per un buon cristiano, già da Patriarca di Venezia, Roncalli lo aveva chiamato ad indagare sulla storia della pietà veneta. Da Papa, poi, lo nomina, nella preparazione del Concilio Vaticano II, prima consultore, e poi membro della Pontificia Commissione preparatoria degli studi e dei seminari. Sono ruoli significativi in un periodo cruciale per la Chiesa che, grazie a questo papa, intende aprirsi al mondo al fine di intraprendere un cammino nuovo nella e per la società del mondo. De Luca, da tempo allineato a questo pensiero, vede nel pontefice finalmente l’opportunità per un vero cambio di passo verso la modernizzazione dell’Istituzione che, forte della sua essenza, non teme di misurarsi con il futuro.

A determinare l’importanza storica di questo papa contribuisce anche un episodio di portata internazionale. Nel 1961 Roncalli riceve un messaggio di auguri per il suo ottantesimo compleanno da Nikita Chruščëv, allora segretario generale del Partito Comunista dell’Unione Sovietica. Il gesto, che stupisce il mondo, avviene grazie all’intermediazione di Palmiro Togliatti ispirato in tal senso, prima della sua partenza per Mosca, proprio dal sacerdote lucano che, in linea sempre con la sua inclinazione al dialogo, auspica una distensione dei rapporti tra Santa Sede e URSS, due mondi estremamente lontani.

L’anno successivo il sacerdote viene ricoverato d’urgenza all’ospedale Fatebenefratelli per sottoporsi ad un intervento chirurgico. L’amico Papa Giovanni XXIII gli fa visita in ospedale. Una settimana dopo quell’incontro che gli dona un’ultima grande gioia, don Giuseppe De Luca muore. È il 19 marzo 1962.

Nello stesso anno esce la sua “Introduzione alla storia della pietà”, un volume pubblicato dalle Edizioni di Storia e Letteratura. Nel 1963 la Biblioteca Apostolica Vaticana prende le consegne della Biblioteca di Mons. Giuseppe De Luca insieme ai carteggi e alcuni manoscritti posseduti dal sacerdote. Notevole è la dote. Si stima che la raccolta comprenda tra i 120.000 e 150.000 volumi. Lì vi è il portato dei suoi infaticabili studi, che, curiosamente, non si conclusero nella laurea in Lettere. Affermava, ad ogni modo, che “Dedicarsi nella solitudine allo studio puro sembra chi sa che stoltezza; è invece timore di Dio, è inizio di sapienza. … Ci siamo dimenticati che l’anima non la salviamo senza impegnare a fondo l’intelligenza.” Forte di questa convinzione ha, dunque, guardato ai libri come esseri “vivi” in virtù di quell’umanità riflessa che si portano dentro. Persone del passato e del presente che hanno testimoniato, attraverso tali scritti, la loro contemporaneità.

Intanto le Edizioni di Storia e Letteratura stampano i suoi scritti tutti incentrati sulla filologia, letteratura italiana, cristianesimo e teologia.

Nel 1965 esce “Don Giuseppe De Luca et l’Abbé Henri Bremond (1929-1933)”, nel 1967 “Meditazioni e preghiere”, e l’anno dopo “Commenti al Vangelo festivo”.

Nel 1971 pubblica “Il Cardinale Bonaventura Cerretti, una biografia dell’alto prelato pubblicata dall’Istituto Grafico Tiberino in forma anonima già nel 1939 e di cui don De Luca, qualche mese prima di morire, confessa di esserne l’autore.

Nel 1972 escono i libri “Mater Dei. Bollettino dell’Opera «Mater Dei»” e “Scritti sulla Madonna”, nel 1974 “Intorno al Manzoni” e, dopo un anno, il libro “John Henry Newman. Scritti d’occasione e traduzioni”.

Nel 1981 è la volta di “L’anno del cristiano” e, nel 1983, di “Sant’Alfonso il mio maestro di vita cristiana” in onore del vescovo napoletano Alfonso Maria de’ Liguori di cui ha seguito gli insegnamenti fin da bambino.

Nel 1985 esce “Luigi Maria Grignion da Montfort. Saggio biografico” e l’anno seguente “Sant’Agostino. Scritti d’occasione e traduzioni”.

Nel 1990 le Edizioni pubblicano “Commento al vangelo quotidiano: dal mercoledì delle ceneri al sabato in albis”, nel 1994 “L’annuario del parroco. 1955-1962” e, nel 1999, “Elogio di don Orione con altri scritti e commenti su di lui”.

Nel 1998 è invece la casa editrice Curto a pubblicare una sua monografia, “Ballata alla Madonna di Czestochowa”.

Nel 2000 escono, nuovamente per le Edizioni di Storia e Letteratura, i libri “Bailamme. Ovverosia pensieri del sabato sera” e “Madre Cabrini, la santa degli emigrati”.

Nel 2021 le Edizioni pubblicano postumo il libro “Ai confini del regno. Vita di don Giuseppe De Luca attraverso le lettere” scritto da don Giovanni Antonazzi, uno dei discepoli e collaboratori più fedeli del sacerdote lucano. Curato da Paolo Vian, viceprefetto dell’Archivio Apostolico Vaticano, il volume, finanziato dalle amministrazioni comunali di Sasso di Castalda e di Brienza e dalla Regione Basilicata, presenta la vita e le opere di don Giuseppe De Luca attraverso le tappe più salienti del suo percorso terreno. Il testo ci restituisce il ritratto di questa figura poliedrica che, nell’amore totalizzante verso Dio e la Chiesa, è riuscito a fare sintesi tra i diversi interessi che muovevano il suo animo perennemente in cammino. Guida spirituale, sacerdote, studioso, scrittore, editore, il testo presenta l’uomo sia nella concretezza d’agire che nel meditativo raccoglimento, momento questo in cui emergevano dubbi e fragilità.

Moltissime sono, inoltre, le corrispondenze che don De Luca era solito scambiare con amici intellettuali laici ed ecclesiastici. Giuseppe Prezzolini, Giuseppe Bottai, Antonio Baldini, Paolo VI, Piero Bargellini, Carlo Bo, Fausto Minelli, Loris Francesco Capovilla, Angelo Giuseppe Roncalli, Massimiliano Majnoni, Benedetto Croce, Romana Guarnieri, Giovanni Papini, Maria Bordoni di cui la sua casa editrice ha pubblicato i carteggi dal 1975 al 2020.

Le Edizioni, d’altronde, non hanno mai smesso di operare. Tutt’ora la barca che ne rappresenta il simbolo, continua a navigare nei mari dell’editoria culturale italiana ed internazionale spaziando dalla filologia, classica e umanistica, alla storia medievale, moderna e contemporanea; dalle scienze documentarie alla filosofia; dalla storia religiosa alle letterature europee. Spinta dal vento dell’oggettività, segue la rotta segnata dal suo fondatore, uomo di discernimento, capace di leggere i segni dei tempi dai quali ha saputo dedurre gli sviluppi futuri, tenendo conto di quelli passati. Un futuro che, era sicuro, poteva essere promettente a patto che si fosse sgombrato il campo da scomodi pessimismi e ci si fosse affidati, per la sua progettazione, a studi accurati e alla provvidenza di Dio.

In quanto alla Basilicata non sono mancate iniziative in suo onore. Nel 2013 a Potenza, presso il Museo Archeologico Nazionale della Basilicata ‘Dinu Adamesteanu, l’Associazione per la storia sociale del Mezzogiorno e dell’area mediterranea organizza un convegno nazionale di studio per ricordarne la figura a cinquant’anni dalla morte. Inoltre, il gruppo culturale del Seminario Maggiore Interdiocesano di Basilicata, con sede a Potenza, dedica a lui il blog inserito nel proprio sito internet.

Nel 2006, anche Sasso di Castalda, suo paese natale, gli rende omaggio allestendo, nell’antico palazzo di famiglia, il Parco Letterario Don Giuseppe De Luca. Promosso in collaborazione con la Fondazione Nievo, il Parco vuole essere un contenitore di eventi e strutture culturali ispirate ai luoghi, ai personaggi, ai percorsi intellettuali dell’universo letterario di De Luca. “La casa dove nacqui è in un paese montano, sul margine di faggete eterne che mai nessuno ha traversato, nel cuore più nascosto della Basilicata” si legge su un’epigrafe presente nell’atrio del palazzo, tratta dal testo “Ballata alla Madonna di Czestochowa” scritto appena un mese prima della sua scomparsa.

Poche volte aveva fatto ritorno nel delizioso borgo che presenta già nel nome la sua suggestiva caratteristica. Quei sassi, quei monti, quei valloni, quei boschi li ha sempre portati dentro ed hanno segnato il portato del suo credo legato a Sant’Alfonso e alla genesi delle pietas. Proprio lì, in un paese piccolo tra la gente semplice dalla fede granitica come la pietra che la circonda, ha posto le basi del suo illuminato pensiero divenuto universale tra i dotti del mondo. Proprio lì, come lui stesso dichiarò, ne “Il paese dei ricordi, dove si sta, non ci si va. Io sono rimasto sempre lì, per quel che conta di me”.

Anna Mollica

 

 

BIBLIOGRAFIA

Giuseppe De Luca Scritti su richiesta, Morcelliana Edizioni, Brescia, 1944

Giuseppe De Luca Introduzione alla storia della pietà, Storia e Letteratura Edizioni, Roma, 1962

Giuseppe De Luca, Henri Brémond, Don Giuseppe De Luca et l’Abbé Henri Bremond (1929-1933), Storia e Letteratura Edizioni, Roma, 1965

Giuseppe De Luca Meditazioni e preghiere, Storia e Letteratura Editore, Roma, 1967

Giuseppe De Luca Commenti al Vangelo festivo, Storia e Letteratura Edizioni, Roma, 1968

Giuseppe De Luca Il Cardinale Bonaventura Cerretti, Storia e Letteratura Edizioni, Roma, 1971

Giuseppe De Luca Scritti sulla Madonna, Storia e Letteratura Edizioni, Roma, 1972

Giuseppe De Luca Mater Dei. Bollettino dell’Opera «Mater Dei», Storia e Letteratura Edizioni, Roma, 1972

Giuseppe De Luca Intorno al Manzoni, Storia e Letteratura Edizioni, Roma, 1974

Giuseppe De Luca John Henry Newman. Scritti d’occasione e traduzioni, Storia e Letteratura Editore, Roma, 1975

Giuseppe De Luca L’anno del cristiano, Storia e Letteratura Editore, Roma, 1981

Giuseppe De Luca Sant’Alfonso il mio maestro di vita cristiana, Storia e Letteratura Editore, Roma, 1983

Giuseppe De Luca Luigi Maria Grignion da Montfort. Saggio biografico, Storia e Letteratura Edizioni, Roma, 1985

Giuseppe De Luca Sant’Agostino. Scritti d’occasione e traduzioni, Storia e Letteratura Edizioni, Roma, 1986

Giuseppe De Luca Commento al vangelo quotidiano: dal mercoledì delle ceneri al sabato in albis, Storia e   Letteratura Edizioni, Roma, 1990

Giuseppe De Luca L’annuario del parroco. 1955-1962, Edizioni di storia e letteratura, Roma, 1994

Giuseppe De Luca Ballata alla Madonna di Czestochowa, Curto Editore, Napoli, 1998

Giuseppe De Luca Elogio di don Orione con altri scritti e commenti su di lui, Storia e Letteratura Edizioni, Roma, 1999

Giuseppe De Luca Bailamme. Ovverosia pensieri del sabato sera, Storia e Letteratura Editore, Roma, 2000

Giuseppe De Luca Madre Cabrini, la santa degli emigrati, Edizioni di storia e letteratura, Roma, 2000

 

 

Carteggi 

Giuseppe De Luca – Giuseppe Prezzolini Carteggio (1925-1962), Edizioni di Storia e Letteratura, Roma, 1975

Giuseppe De Luca – Giuseppe Bottai Carteggio (1940-1957), Edizioni di Storia e Letteratura, Roma, 1989

Giuseppe De Luca – Antonio Baldini Carteggio (1929-1961), Storia e Letteratura Editore, Roma, 1992

Giuseppe De Luca – Paolo VI Carteggio (1930-1962), Studium Edizioni, Roma, 1993

Giuseppe De Luca – Piero Bargellini   Carteggio (1929-1932). Vol. 1, Storia e Letteratura Edizioni, Roma, 1998

Giuseppe De Luca – Carlo Bo Carteggio 1932-1961, Storia e Letteratura Edizioni, Roma, 1999

Giuseppe De Luca – Fausto Minelli Carteggio 1. 1930-1934, Storia e Letteratura Edizioni, Roma, 1999

Giuseppe De Luca – Fausto Minelli Carteggio 2. 1935-1939, Storia e Letteratura Edizioni, Roma, 2000

Giuseppe De Luca – Fausto Minelli Carteggio 3. 1940-1946, Storia e Letteratura Edizioni, Roma, 2001

Giuseppe De Luca – Capovilla Loris Francesco, Roncalli Angelo Giuseppe Carteggio 1933-1962, Storia e Letteratura Edizioni, Roma, 2006

Giuseppe De Luca – Majnoni Massimiliano, Storia e Letteratura Edizioni, Roma, 2007

Giuseppe De Luca – Benedetto Croce Carteggio 1922-1951, Storia e Letteratura Edizioni, Roma, 2010

Giuseppe De Luca – Romana Guarnieri, Tra le stelle e il profondo. Carteggio (1938-1942), Morcelliana Editore, 2010

Giuseppe De Luca e Giovanni Papini Carteggio II.1 1930-1932 Storia e Letteratura Edizioni, Roma, 2015

Giuseppe De Luca e Giovanni Papini Carteggio II.2 1930-1932 Storia e Letteratura Edizioni, Roma, 2015

Giuseppe De Luca e Giovanni Papini Carteggio II.3 1930-1932 Storia e Letteratura Edizioni, Roma,
2016

Barbara Faes, Una specie … di terra arsa, ecco l’anima mia: Don Giuseppe de Luca e Maria Bordoni, Archivio Italiano della Storia della Pietà, Edizioni di Storia e Letteratura, Roma, 2020

 

Link

https://www.treccani.it/enciclopedia/giuseppe-de-luca_%28Dizionario-Biografico%29/

https://it.wikipedia.org/wiki/Giuseppe_De_Luca

https://www.storiaeletteratura.it/

https://www.romasette.it/don-giuseppe-de-luca-i-poveri-la-cultura-e-la-storia-della-pieta/

https://www.seminariomaggioredibasilicata.org/don-giuseppe-de-luca

https://www.talentilucani.it/giuseppe-de-luca/

https://www.basilicata.beniculturali.it/il-prete-lucano-don-giuseppe-de-luca-1898-1962-a-cinquantanni-dalla-morte/

https://www.letture.org/ai-confini-del-regno-vita-di-don-giuseppe-de-luca-attraverso-le-lettere-giovanni-antonazzi-paolo-vian

www.storiaeletteratura.it

https://diacritica.it/storia-dell-editoria/de-luca-una-famiglia-di-editori.html

http://www.pontetibetanosassodicastalda.com/la-storia.html

http://www.lavocedifiore.org/SPIP/article.php3?id_article=1164

https://www.vaticanlibrary.va/it/news/in-evidenza/fondo-de-luca.html

https://www.rainews.it/tgr/basilicata/notiziari/index.html?/tgr/video/2021/12/ContentItem-b7efdc4a-b53c-47d0-8f8e-c8a088f25f35.html

https://www.avvenire.it/agora/pagine/don-giuseppe-de-luca-attraverso-le-lettere-giovanni-antonazzi

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