DI NAPOLI ATTILIO

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DI NAPOLI ATTILIO

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Melfi, 4 giugno 1883 – 2 dicembre 1953

Avvocato e deputato

È stato per anni un influente dirigente del movimento socialista lucano, partecipando anche al 2º Governo Badoglio in qualità di ministro d’Industria e Commercio e rimase in carica sino alla Liberazione di Roma. Il prefetto di Potenza in data 24 maggio 1914, in una sua nota riservata, definì l’avv. Attilio Di Napoli di Melfi: “… elemento assai turbolento che ha acquistato un pericoloso ascendente sulle masse”».

Infatti la borghesia e gli agrari della Basilicata, più volte ebbero ad invitare il prefetto ad arrestare i capilega e i dirigenti socialisti nell’intento di stroncare il movimento contadino in intere zone.
Nel corso del 1911 e del 1912 i socialisti condussero in tutta la Basilicata, un’attiva agitazione contro la guerra, con comizi e cortei. Fra i più attivi dirigenti figuravano: Di Mase di Irsina, Reale e Pignatari nel potentino e Attilio Di Napoli nel melfese. In queste agitazioni i temi principali furono contro la guerra e per il disarmo, contro il caroviveri e per il suffragio universale. Il primo maggio 1912 si ebbero incidenti in tutta la regione, in particolare a Potenza, a Tolve e a Melfi, dove si verificarono scontri fra nazionalisti e socialisti. Con l’intervento delle autorità di polizia, vennero sciolti i cortei, sequestrate le bandiere socialiste ed arrestati alcuni manifestanti.

Attilio Di Napoli nacque a Melfi il 4 giugno 1883 da famiglia della media borghesia. Si laureò in giurisprudenza e fin dai primi anni del XX secolo aderì al PSI. Nella sua città natale divenne ben presto il massimo esponente del movimento socialista. Segretario della Lega contadina e del circolo socialista. Fondò e diresse il settimanale Il Lavoratore. Inviò spesso notizie politiche da Melfi all’Avanti! e tenne una fitta corrispondenza epistolare con Enrico Ferri ed Ettore Ciccotti. Fu un conferenziere attivissimo e nella sua oratoria non mancarono mai le questioni collegate alla polemica anticlericale. Egli fu un valido organizzatore e propagandista, specie nelle campagne interne a Melfi per conquistare i contadini all’organizzazione socialista.
Nel 1913, prima delle elezioni politiche, in Basilicata si sviluppò un consistente movimento contadino. Anima di questo movimento fu Francesco Ciccotti di Palazzo San Gervasio. Nello stesso anno i socialisti di Melfi presero in mano l’istituzione comunale ed Attilio Di Napoli, che li aveva guidati a questa vittoria, venne eletto sindaco. Poi, in pochi anni, verranno costituire e rafforzate le Leghe contadine e i Circoli socialisti nei vari paesi del melfese: a Barile, Rapolla, Venosa, Montemilone, Minervino Murge. Con l’allargamento del suffragio universale, venne offerta a Francesco Ciccotti la candidatura nel Collegio di Melfi.

A causa dell’attiva propaganda avviata durante il periodo della neutralità italiana (1914) e continuata anche durante i primi anni del conflitto, “Il Lavoratore”, diretto da Di Napoli, venne sospeso nel 1917 con la motivazione: “Con la pubblicazione di detto periodico si proponeva di deprimere lo spirito pubblico nell’attuale momento politico favorendo anche le proposte di pace degli imperi centrali”»
Nel 1914 Di Napoli venne eletto consigliere provinciale di Potenza. Nel 1919 Di Napoli fu alla testa delle agitazioni nel melfese, contro i cari viveri. Nelle elezioni politiche del 1921 venne eletto deputato. Nel 1920, Di Napoli sostenne la linea espressa da Francesco Ciccotti: “la politica socialista deve consistere in un’opera di costruttive realizzazioni e di serena educazione sociale, aliena da ogni spirito di violenza materiale e morale”»
Al Congresso socialista, Di Napoli si fa portatore di questa linea, attaccando lo scissionismo della frazione comunista, che avrebbe non solo rappresentato un indebolimento delle forze lavoratrici ma, col suo insistere sulla violenza rivoluzionaria, non avrebbe fatto altro che gettare i popoli nella fame e nella miseria.
Con l’avvento del fascismo al potere, Di Napoli, più volte fu vittima di episodi di violenza squadrista. Nel 1924 gli fu impedito di tornare da Roma a Melfi. Il 20 maggio 1927 la Commissione provinciale di Potenza lo assegnò al confino, ordinandone l’arresto. A seguito di ricorso, il provvedimento venne revocato e commutato in diffida. Durante il Ventennio continuò ad essere sorvegliato dalla polizia.
Nel dopoguerra riprese l’attività politica tra le file socialiste. Nel 1944, fu Ministro dell’Industria e il Commercio nel II governo Badoglio. Non venne riconfermato nel successivo governo Bonomi ma venne nominato componente dell’Alta Corte di giustizia per le sanzioni contro il fascismo. Nel 1945 entrò nella Consulta Nazionale e fece parte della I Commissione Affari Esteri. L’anno successivo fu candidato alla Assemblea Costituente ma non venne eletto. Morì a Melfi il 2 dicembre 1953.

Bibliografia

Michele Strazza, Attilio Di Napoli, Melfi, LIbria Ed., 2015.

DI NAPOLI Attilio, avvocato deputato
http://www.cittadimelfi.it/personaggi-storici.html

Deputato e avvocato, nacque nel 1883. Fu il primo organizzatore e fondatore del movimento socialista nel meridione d’Italia. Leader della corrente intransigente del socialismo lucano, in contrapposizione a quella più riformista potentina, fu fondatore del giornale socialista “Il Lavoratore”, . Fu sindaco di Melfi dal 1911 al 1914 e ministro del lavoro e del commercio del governo di Salerno. Alle elezioni del 1921 fu eletto deputato del Melfese, con l’avvento del Fascismo, nel 1924 ritornò fra il popolo e diventò per Melfi un simbolo della lotta socialista. Durante il fascismo fu oggetto di continue vessazioni e persecuzioni da parte delle camice nere che assalirono spesso la sua abitazione, costringendolo a frequenti allontanamenti da Melfi. Il 14 settembre 1926, mentre nel teatro melfitano venivano suonati la marcia reale e “Giovinezza” per festeggiare lo scampato pericolo di Mussolini dall’attentato dell’anarchico Lucetti, Di Napoli ed il genero, Mauro Salvatore, si rifiutarono di alzarsi, provocando la reazione dei fascisti presenti e riuscendo a stento a mettersi in salvo, protetti da agenti di polizia. Arrestato nel maggio del 1927 sulla base del semplice riferimento alla sua precedente attività politica, venne assegnato al confino per anni due, provvedimento poi commutato in “diffida” con ordinanza della Commissione di Appello del 19 giugno 1927 che ne dispose la liberazione. Caduto il Fascismo, riprese l’attività politica. Personaggio di spicco del Partito Socialista, fu Ministro dell’Industria e Commercio nel II Governo Badoglio (22.04.1944-08.06.1944), non riuscendo però ad essere eletto alla Costituente nel 1946.Morì nel 1953. In sua memoria, è stata intitolata una via della città.

http://www.michelepetraroia.it/attilio-di-napoli-importante-esempio-dellantifascismo-lucano/
Attilio Di Napoli. Importante esempio dell’Antifascismo lucano!

Attilio Di Napoli, nasce a MELFI (PZ) il 4 giugno 1883, si laurea a Bologna e al suo rientro in Basilicata, da avvocato si pone al servizio dei braccianti, dei contadini e delle fasce popolari più umili. E’ tra i principali artefici delle lotte sociali e politiche nell’area del Vulture-Melfese promosse dalla Camera del Lavoro e dalla Sezione Socialista, e tra le diverse personalità di quel periodo si incrocia più volte anche con Giuseppe Di Vittorio a Minervino Murge, a Lavello, ad Atella e in altre manifestazioni che precedono la Prima Guerra Mondiale. Sindaco socialista di MELFI, pacifista e fervente sostenitore degli ideali di uguaglianza e giustizia sociale, entra in conflitto con la borghesia locale ma prosegue il proprio impegno a vari livelli a sostegno dei lavoratori e dei diseredati. Vittima di più agguati e atti intimidatori, vessazioni e tentativi di delegittimazione, Attilio Di Napoli si schiera apertamente contro il fascismo, condanna il delitto Matteotti e sconta continui controlli di polizia che in più rapporti lo identificano come sovversivo ed elemento pericoloso con un forte ascendente sulle masse popolari. Pur bloccato dai controlli serrati, Attilio Di Napoli, rimarrà uno dei principali riferimenti per l’antifascismo lucano, tanto è vero che dopo la caduta di Mussolini è tra i Ministri del Governo Badoglio, e successivamente rappresentante nell’Alta Corte di Giustizia in cui si occupa tra le altre vicende del Prefetto di Roma che passò l’elenco di parte dei fucilati alle Fosse Ardeatine. Presso l’Archivio Centrale dello Stato sono custoditi materiali e documenti preziosi su questa esemplare figura della Basilicata, da annoverare tra i protagonisti che guidarono l’Italia nel periodo più delicato della transizione dal fascismo alla democrazia dall’8 settembre al varo della Carta Costituzionale. L’anniversario della sua nascita può spronare tutti a riscoprire la coerenza, i valori e gli ideali di Attilio Di Napoli per trarne spunto anche in queste settimane dominate da crisi, preoccupazioni e timori per il futuro.
Melfi, 5 giugno 2020

Attilio Di Napoli, nasce a MELFI (PZ) il 4 giugno 1883, si laurea a Bologna e al suo rientro in Basilicata, da avvocato si pone al servizio dei braccianti, dei contadini e delle fasce popolari più umili. E’ tra i principali artefici delle lotte sociali e politiche nell’area del Vulture-Melfese promosse dalla Camera del Lavoro e dalla Sezione Socialista,  e tra le diverse personalità di quel periodo si incrocia  più volte anche con Giuseppe Di Vittorio a Minervino Murge, a Lavello, ad Atella e in altre manifestazioni che precedono la Prima Guerra Mondiale. Sindaco socialista di MELFI, pacifista e fervente sostenitore degli ideali di uguaglianza e giustizia sociale, entra in conflitto con la borghesia locale ma prosegue il proprio impegno a vari livelli a sostegno dei lavoratori e dei diseredati. Vittima di più agguati e atti intimidatori, vessazioni e tentativi di delegittimazione, Attilio Di Napoli si schiera apertamente contro il fascismo, condanna il delitto Matteotti e sconta continui controlli di polizia che in più rapporti lo identificano come sovversivo ed elemento pericoloso con un forte ascendente sulle masse popolari. Pur bloccato dai controlli serrati, Attilio Di Napoli, rimarrà uno dei principali riferimenti per l’antifascismo lucano, tanto è vero che dopo la caduta di Mussolini è tra i Ministri del Governo Badoglio, e successivamente rappresentante nell’Alta Corte di Giustizia in cui si occupa tra le altre vicende del Prefetto di Roma che passò l’elenco di parte dei fucilati alle Fosse Ardeatine.  Presso l’Archivio Centrale dello Stato sono custoditi materiali e documenti preziosi su questa esemplare figura della Basilicata, da annoverare tra i protagonisti che guidarono l’Italia nel periodo più delicato della transizione dal fascismo alla democrazia dall’8 settembre al varo della Carta Costituzionale. L’anniversario della sua nascita può spronare tutti a riscoprire la coerenza, i valori e gli ideali di Attilio Di Napoli per trarne spunto anche in queste settimane dominate da crisi, preoccupazioni e timori per il futuro.

Melfi, 5 giugno 2020

Michele Petraroia

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