DE STRADIS WALTER

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DE STRADIS WALTER

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Stigliano 25 settembre 1975

Giornalista, scrittore, ricco di molteplici interessi pure musicali, conduttore di diverse trasmissioni di emittenti locali e collaboratore di testate dedicate anche ad argomenti musicali; disegnatore di vignette pubblicate su diversi periodici.

Walter De Stradis nasce a Stigliano (Mt) il 25 settembre del 1975 da genitori originari della provincia di Matera, ma da sempre vive a Potenza.

Appassionato di musiche alternative al mainstream, muove i primi passi nella scrittura nell’ambito delle “fanzine” cartacee e dei nascenti siti di approfondimento. A fine anni Novanta fonda la “web-zine” “Reggae Time”,  il primo sito musicale del genere a trovare origine in Basilicata e sicuramente uno dei riferimenti più all’avanguardia nel panorama nazionale dell’epoca.

Sempre grazie al suo interessamento per la musica, De Stradis esordisce in radio all’inizio degli anni Duemila, dedicandosi a un genere di trasmissioni (incentrate sulle “musiche dal mondo”, ma anche su cinema, libri e fumetti) che porta avanti con successo ancora oggi, dando vita a un piccolo “unicum” nel panorama radiofonico regionale.

Inizia a scrivere recensioni e interviste per il bimestrale “RastaSnob”, unico magazine esistente in Italia dedicato alla musica afro-reggae, in distribuzione sul territorio nazionale dal 1988.

Contestualmente, in ambito giornalistico “generalista”, esordisce anche su alcune emittenti locali, a cominciare da Teleday, per poi collaborare anche con Telecento e Radiostudioweb, quest’ultima una delle prime testate multimediali a uscire in Basilicata.

Pubblicista dal 2005, nel 2006 De Stradis diviene direttore responsabile del settimanale free press “Controsenso Basilicata”, testata che due anni prima aveva contribuito a fondare e che dirige ancora oggi. Si tratta del più longevo e seguito giornale gratuito lucano, il cui editore Publicom Srl, a partire dal 2011, organizza in regione anche ben quattro edizioni (tre a Potenza e una a Matera) della “Fiera dell’Autore” (in joint-venture con la casa editrice romana Arduino Sacco). De Stradis collabora alla direzione artistica degli eventi nelle varie edizioni, caratterizzate da un approccio diretto con gli autori (la peculiarità dell’iniziativa è infatti l’allestimento di vari stand, ciascuno dedicati a un singolo scrittore, presente fisicamente in Fiera), organizzando e conducendo numerosi dibattiti e incontri.

De Stradis nel corso degli anni collabora con altre testare (Il Quotidiano, Riflessioni, Commercio Libero) e diviene giornalista professionista nel 2012.

L’esordio letterario di Walter De Stradis, fino a quel momento autore di alcuni racconti apparsi (sotto pseudonimo) sulle pagine del settimanale da lui diretto, risale al 2010, col libro, edito da Arduino Sacco Editore, “La Notte prima dell’Alba”, scritto a quattro mani con l’avvocato Piervito Bardi. Traendo liberamente spunto da alcuni fatti di cronaca giudiziaria che avevano interessato la regione negli ultimi anni, il testo -che ottiene un certo riscontro anche sulla stampa nazionale- viene definito il primo esempio di “gius-reality”, trattandosi di un racconto di fantasia con spunti realistici ambientato in un Palazzo di Giustizia (in questo caso quello del capoluogo lucano).

Nel 2011 l’editore romano Sacco chiede a De Stradis di curare un’antologia delle prime pagine di “Controsenso Basilicata”, selezionando quindi le vignette e i foto-montaggi satirici (fra i marchi distintivi della testata), nonché i suoi editoriali, tra quelli che hanno riscosso maggior successo. Il libro esce col titolo “Controsenso: 100 prime pagine da Paura”.

Sempre nel 2011 De Stradis torna al suo “primo amore”, la musica, e dà alle stampe il saggio “Bob Marley – Tutti gli Uomini del Re” (sempre per Arduino Sacco Editore): si tratta, in realtà, di un primo tentativo (e finora non ancora ripetuto) di tratteggiare una storia del reggae italiano: l’autore infatti intervista i maggiori esponenti di quel genere musicale attivi nel nostro Paese, chiedendo loro di “raccontare” il Mito giamaicano e, inevitabilmente, i propri inizi da musicisti.

L’anno successivo De Stradis, che da sempre, con lo pseudonimo di “King Buffino”, disegna le vignette che compaiono sul settimanale “Controsenso”, pubblica una raccolta di queste, con l’aggiunta di alcuni inediti. Il volume a fumetti, uscito ancora una volta per Arduino Sacco Editore, s’intitola “Politicazzi”.

Come illustratore realizza le copertine di testi di diversi altri autori.

Nel frattempo alcuni dei suoi racconti di taglio fantascientifico-satirico iniziano ad apparire sulle storiche testate “Frigidaire” e “Il Nuovo MALE” (quest’ultima è la più recente incarnazione dell’epocale testata degli anni Settanta), entrambe dirette dal noto giornalista e scrittore Vincenzo Sparagna. Questi scritti, con l’aggiunta di molti altri inediti, nel 2013 vengono raccolti nel volume “Il Racconticida e altre storie”, edito da Publicom Srl e distribuito nelle edicole lucane. Del 2015 è una riedizione del testo, riveduta e corretta per la romana Arduino Sacco Editore.

Nel 2012 De Stradis dà vita a un curioso esempio di “docu-fiction” letteraria con un suo lungo racconto, affiancato da una scrupolosa appendice bibliografica, che narra alla sua maniera le origini della canzone “Caruso”, composta da Lucio Dalla. Quest’ultimo è infatti il protagonista de “DALLA terrazza di CARUSO” (Arduino Sacco Editore), in cui realtà (il concepimento dell’intramontabile capolavoro canoro all’interno di un albergo di Sorrento) e fantasia (gli incontri notturni di Dalla col fantasma di Caruso e altre “presenze”) si fondono senza soluzione di continuità.

Lo stesso impianto narrativo verrà poi utilizzato dall’autore per il successivo “A proposito di Giovanni – Racconto ispirato alla figura di Giovanni De Blasiis” (Villani Libri, 2015), un testo dal taglio surreale, suddiviso “in atti” teatrali, che trae ispirazione dalla vicenda, umana, artistica e giudiziaria del fondatore dell’Associazione Basilicata Spettacolo, il De Blasiis del sottotitolo,  uomo di grande cultura e personalità, ma successivamente noto soprattutto per le sue denunce contro i “poteri forti” della Basilicata.

Saggistica e narrativa d’invenzione erano però volutamente separati nel precedente “Ritratti di Cinema – 1997 Fuga da New York” (2013, Arduino Sacco Editore). La prima parte del libro era infatti dedicata a un’analisi bibliografica e critica del film di fantascienza distopica diretto da John Carpenter nel 1981 (“1997 Fuga da New York”), mentre la seconda conteneva un racconto originale ispirato al film stesso, in cui De Stradis immaginava quasi un “prequel”, ovvero un precedente narrativo della celeberrima storia portata sul grande schermo.

Nel 2013 De Stradis viene nominato direttore responsabile del trimestrale di critica letteraria “L’Autore”, edito dalla Arduino Sacco Editore, sul quale compaiono anche alcuni suoi racconti brevi. Nello stesso anno cura la prefazione del saggio letterario “Abbiamo deciso che” di Aurora Di Giuseppe (uscito ancora per Arduino Sacco Editore).

Nel 2015 un suo racconto appare sul volume antologico “La Città Svelata”, curata da Paolo Albano per Universosud.

Nel 2016 un altro suo racconto (questa volta di genere horror) viene pubblicato nella serie “Penne on the road” edita da Arduino Sacco Editore.

Nel 2017 Walter De Stradis torna alla saggistica musicale, pubblicando “Nella Testa di Antonio Infantino – Viaggio multi-dimensionale col Genio di Tricarico”, il primo (e finora unico) testo mai dedicato allo “Sciamano” lucano, Infantino, che nei primi anni Settanta del Ventesimo Secolo aveva dato vita praticamente da solo al revival della “Taranta”, e che negli anni successivi veniva imitato da una pletora di artisti di fama nazionale.

Nel 2018 su “Controsenso Basilicata” pubblica a puntate una storia a fumetti sceneggiata da lui e disegnata da Giulio Laurenzi, intitolata “Creuzataràn” e incentrata su un incontro fra Antonio Infantino e Fabrizio De Andrè.

Nel 2019 in occasione dell’uscita dell’edizione in Dvd di “A Fabulous Trickster” di Luigi Cinque, film dedicato allo stesso Infantino, De Stradis viene chiamato -insieme ad altri autori del panorama nazionale- alla stesura dei testi da inserire all’interno del booklet del cofanetto.

Sempre sul fronte musicale, De Stradis si dedica alla consulenza (nonché alla stesura di prefazioni o postfazioni) di alcuni volumi, fra i quali “Balla Taranta mia” della ballerina e coreografa Marianna Nolè (2018, Villani Libri) e “In sella a una moto verso gli Alunni del Sole” del cantautore lucano Vito Lisi (2019, Villani Editore).

In ambito cinema avvia una collaborazione con Cinecorriere, diretto da Renato Marengo.

In ambito letterario è giurato per due edizioni (2015 e 2016) alle selezioni regionali del Premio “La Giara” bandito dalla Rai, e in quello musicale partecipa in qualità di membro della giuria o di ideatore/presentatore a numerosi eventi tenutisi in Basilicata.

Attualmente è al lavoro sulla sua nuova fatica letteraria, mentre la sua seguita rubrica d’invertiste “Indovina chi viene a Pranzo?”, nata sulle pagine di “Controsenso”, gode ormai anche di una versione televisiva, in onda su Lucania Tv.

Su Radio Tour continua a condurre il programma “I Viaggi di Gulliver”-Musiche e Culture

dal Mondo”, al quale è abbinato anche un seguito, omonimo blog.

 

 

Video

Il giornalista Walter De Stradis ricorda il maestro Antonio …

YouTube · trmh24

31 gen 2018

Antonio Infantino..

http://www.lazonamorta.it/lazonamorta2/?p=42228

WALTER DE STRADIS… TRA GIORNALISMO “POP”, MUSICA REGGAE E SF

Walter De Stradis torna in libreria con il saggio-intervista dedicato al musicista visionario Antonio Infantino dal titolo “Nella testa di Antonio Infantino (Edizioni Villani, 2017). Walter vive e lavora a Potenza, è un valido giornalista, curioso e attento alle dinamiche sociali e politiche non soltanto della sua realtà regionale. È anche un fantasioso autore che riesce a spaziare nella saggistica e nella narrativa fantastica e mainstream, oltreché un dinamico presentatore radiofonico esperto, come pochi, di musica reggae e popolare. Sabato 9 dicembre Walter ha presentato, con l’editore Franco Villani, alla “Fiera della piccola e media editoria” – nel futuristico Roma Convention Center “La Nuvola” all’Eur -, il suo ultimo e apprezzato lavoro sul geniale musicista lucano Antonio Infantino, appartenente al mondo della world music, che nella metà degli anni ‘70 fondò il noto gruppo di musica popolare “I Tarantolati di Tricarico” e che purtroppo è venuto a mancare qualche giorno fa. Nel testo De Stradis traccia un’ampia biografia del poliedrico artista, presentando anche una lunga e puntuale intervista oltre che varie interessanti testimonianze tra cui quelle preziose di Eugenio Bennato, dei 99 Posse e Teresa De Sio. Abbiamo conversato con il giornalista-scrittore potentino, addentrandoci nei suoi molteplici interessi culturali e artistici.

WALTER, SEI ANZITUTTO UN GIORNALISTA. COME E DOVE NASCE QUESTA TUA PASSIONE CHE POI È DIVENUTO IL TUO LAVORO?

È la passione di una vita. Da bambino non riuscivo a immaginare un futuro diverso, per me. Concretamente, però, ho avuto modo di iniziare dalla musica. Ho iniziato con una webzine dedicata al reggae (modestamente, una delle prime), che era ricca di recensioni e interviste. Poi sono passato alla radio locale, e poi – cominciando a occuparmi di cronaca, costume e politica – alla tv (sempre locale) e poi alla carta stampata.

L’ESPERIENZA PIU’ IMPORTANTE È QUELLA, CHE PORTI AVANTI TUTT’ORA, DEL SETTIMANALE “CONTROSENSO BASILISICATA”, CE NE VUOI PARLARE?

È il più longevo e il più letto free press lucano. Su quel settimanale, di cui sono direttore responsabile, ormai da tempo immemorabile, abbiamo sperimentato con successo varie formule, a cominciare dal “giornalismo pop” (come lo chiamo io), ovvero la pubblicazione di notizie con richiami all’immaginario collettivo del cinema, della musica e dei fumetti.  Una delle nostre caratteristiche più riconoscibili, ad esempio, è rappresentata dalle prime pagine con “riadattamenti” di celebri locandine cinematografiche, rimontate con i “volti noti” della politica lucana e nazionale. E’ il nostro “format” più copiato. Abbiamo poi cercato di reinventare anche la formula dell’intervista, con la fortunata serie delle “Interviste a Pranzo”, che – non lo dico certo io – sembra essere diventata il “Porta a Porta” lucano. Al primo posto, naturalmente, c’è la rigorosa ricerca delle notizie e una scrupolosa e onesta analisi delle stesse, grazie al grande coraggio di un editore infaticabile e la preziosa collaborazione di giornalisti e opinionisti molto pepati e preparati.

E POI HAI PUBBLICATO VARI LIBRI, TRA CUI L’ANTOLOGIA “IL RACCONTICIDA E ALTRE STORIE” (PUBLICOM, 2013) CHE PARTE DA QUESTIONI QUOTIDIANE E SI IMMERGE NELLA FANTASCIENZA, NELL’HORROR, IN STORIE POLIZIESCHE E IN VARIE ALTRE AMBIENTAZIONI BIZZARRE…

La raccolta uscì inizialmente in abbinamento proprio al settimanale “Controsenso Basilicata” e poi è stata ripresa dalla Arduino Sacco Editore. In quel libro ho raccolto racconti scritti in vari periodi (alcuni erano apparsi sul “Frigidaire” di Vincenzo Sparagna), sono andato a ruota libera, ma se li guardi bene, ci sono personaggi e ambientazioni che ritornano nelle storie (così come in mie altre produzioni letterarie). Ci sono vari spunti per alcuni romanzi, che nella mia testa è come se fossero già usciti, ma nella realtà no. Anche da piccolo mi divertivo a disegnare fumetti su una qualche vecchia agenda, senza partire da un vero “inizio”, ma come se fossero serie già avviate e conosciute dal “pubblico”.  Molti dei racconti presenti nel libro – per quanto autoconclusivi e perfettamente comprensibili – in realtà nella mia mente appartengono ciascuno a una “serie” specifica, che – chissà – prima o poi potrebbe anche vedere la luce. Ad esempio, il personaggio dell’oscuro e potente politico Remigio Palombo è già riapparso in alcune mie altre cose….

IL TUO RACCONTARE È ANCHE UN MODO PER FARE DELLA SATIRA SOCIALE…

Ho sempre visto la fantascienza – che non a caso in America si chiama anche “speculative fiction” – come una raffinatissima forma di satira politica e sociale. Sono uno di quelli che ritiene “1984” di George Orwell un romanzo di fantascienza. Che cos’è – se non satira – saper prevedere, prevenire e stigmatizzare le derive socio-tecnologiche cui si sta avviando l’umanità? I miei racconti di fantascienza vanno sicuramente in questa direzione. Come anche quelli horror.

SEI UN ESPERTO DI CINEMA FANTASTICO, TANTO DA AVER DEDICATO AL FILM CULT “1997: FUGA DA NEW YORK” DI JOHN CARPENTER UN TUO SAGGIO. QUAL E’ STATO L’INTENTO DI QUESTO VOLUME? CHE TAGLIO GLI HAI DATO?

Quel volume è nato con l’intento da parte della Arduino Sacco Editore di dar vita a un’intera collana (“Ritratti di Cinema”) che avevo ideato con quel mio vecchio editore, in cui ogni libro sarebbe stato dedicato a un film specifico. Ogni volume avrebbe dovuto contenere un saggio sul film trattato e un racconto ispirato a esso. In questo primo volume (non saprei dire se ne sono usciti altri), mi occupai appunto del capolavoro di Carpenter. In particolar modo, mi sono divertito a scrivere il racconto (anche qui di fantascienza), immaginando una sorta di “prequel” apocrifo di “1997 – Fuga da New York”. Il mio personaggio – un farabutto al pari di Jena Plissken, forse di più – si chiamava “Tesla” Concklin. Fu un’operazione fatta con grande rispetto e grande amore per il film di Carpenter. Avevo già pronta una mia versione particolarissima dei vari “Frankenstein contro Dracula” …

PASSIAMO A UN’ALTRA ATTIVITA’ CREATIVA DI CUI TI OCCUPI, LA RADIO. A “RADIO POTENZA CENTRALE” CURI UNA RUBRICA MOLTO SEGUITA CHE VIENE TRASMESSA IL LUNEDI’ SERA TRA LE 20 E LE 21,30, INTITOLATA “I VIAGGI DI GULLIVER – MUSICA E CULTURE DAL MONDO”. E’ UNA MANIERA DI VIAGGIARE NELLA MUSICA E NELLA LETTERATURA. HAI UN GENERE PRECISO DI BRANI MUSICALI E LIBRI CHE PRESENTI? COME LI SCEGLI E COME GIUDICHI QUESTA ESPERIENZA?

La trasmissione è dedicata principalmente alla musica, ma spesso e volentieri mi piace dare spazio a libri e fumetti. Quando ho a che fare con i libri e con i loro autori, scelgo principalmente su tre basi. La prima, è il fattore “Basilicata” (o perlomeno “Sud”: cerco di dare spazio e visibilità in primis ai miei conterranei, perché essere scrittori qui da noi non è facile), e poi – certo – mi regolo in base agli argomenti che prediligo: “musiche dal Mondo”, fantascienza, horror… Questa esperienza la giudico molto positivamente: trovo divertente, utile, innovativo e stimolante – ad esempio – far in modo che gli autori leggano in diretta dei passi dei loro libri, col sottofondo musicale adeguato. L’autore di fantascienza, ad esempio, leggerà i suoi brani su una soundtrack di un film fantascientifico, oppure su un pezzo elettronico. E così via.

COME SI E’ SVILUPPATA NEGLI ANNI LA TUA COLLABORAZIONE CON LA RADIO E COM’E’ CAMBIATO NEL TEMPO L’APPROCCIO DEL PUBBLICO VISTO CHE VIVIAMO IN UNA SOCIETA’ NELLA QUALE I SOCIAL NETWORK HANNO SEMPRE PIU’ ATTENZIONE?

Hai centrato in pieno. Faccio radio ormai da quindici anni, e noto che i social hanno soppiantato – quasi di sana pianta – la “messaggeria” della radio. Una decina di anni fa – anche nel corso di programmi piuttosto “di nicchia” come i miei – arrivavano decine di sms, se non centinaia. Oggi sono molto diminuiti. Una volta era la radio –specie quella locale o interregionale – il vero “social network”. La gente si “ritrovava” e comunicava lì, attraverso i messaggini letti dallo speaker. Oggi, se vuoi dare un adeguato seguito al tuo programma, devi anche tu connetterti e rilanciare – più volte – quello che fai, sui social. Ci sono i vantaggi, però: uno stesso contenuto lo puoi far “rivivere” tutte le volte che vuoi. Mentre prima, a trasmissione finita, chi aveva sentito, aveva sentito…

SEI ANCHE UN AMATORE DELLA MUSICA REGGAE E HAI DEDICATO SAGGI E INTERVISTE A IMPORTANTI PERSONAGGI DI QUESTO GENERE MUSICALE…

Come dicevo, è partito tutto da lì. Scrivo da sempre su “Rastasnob” (il più longevo e rispettato magazine “cartaceo” italiano dedicato al reggae) e anni fa pubblicai un mio libro su Bob Marley (“Tutti gli uomini del Re” – Arduino Sacco Editore), nel quale intervistavo i maggiori esponenti della scena reggae italiana. Spingendoli a parlare di Bob, in realtà, li spingevo, inevitabilmente, a parlarmi dei loro inizi. Ne venne fuori, pertanto, un libro sulla scena reggae italiana.

E, NEL SOLCO DELLA MUSICA SI INSERISCE IL TUO ULTIMO LIBRO. IL TESTO E’ DEDICATO AL MUSICISTA E FILOSOFO ANTONIO INFANTINO, GRANDE VISIONARIO E FONDATORE DELLO STORICO GRUPPO DI MUSICA POPOLARE “I TARANTOLATI DI TRICARICO”. QUAL È IL CONTRIBUTO CHE INFANTINO HA DATO ALLA MUSICA POPOLARE?

In realtà Infantino, più che altro, ha fondato un vasto movimento socio-culturale-musicale che va ben oltre i nostri confini (in Salento il Maestro ce lo invidiano), attraverso una sua personalissima forma di espressione e ribellione culturale basata sul ritmo e il cantico del Sud (dell’Italia, ma anche del mondo). La sua non è taranta, non è tarantella, non è folk: è tutto questo e molto altro, musica tribale, ancestrale e sperimentale. La musica regionale e nazionale gli deve moltissimo, e tutti i big intervistati nel libro “Nella testa di Antonio Infantino” l’hanno riconosciuto e ammesso con gioia: lo stesso movimento “Tarantapower” ideato da Eugenio Bennato è fortemente debitore delle intuizioni di Infantino.

I TUOI IMPEGNI ATTUALI E PROSSIMI?

Sono sempre al lavoro col giornale e il programma in radio. Continuo a scrivere racconti. Per quanto riguarda i libri, beh, quando sto per pubblicarne uno nuovo, in preda alla stanchezza dico sempre “Questo è l’ultimo”. Ma poi… mi rimetto sempre al lavoro. Pertanto, come si dice, restate sintonizzati.

SENZALTRO! E LO FAREMO ANZITUTTO SEGUITANDO AD ASCOLTARE I TUOI FANTASIOSI VIAGGI RADIOFONICI DI “MUSICA E CULTURE DAL MONDO!”

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