LACORAZZA PIERO

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LACORAZZA PIERO

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Potenza 22 maggio 1977

Impegnato in politica sin dall’età di 16 anni come responsabile del circolo della Sinistra Giovanile di Montemurro in provincia di Potenza, milita per oltre dieci anni nel movimento giovanile dell’allora Pds, divenendone segretario regionale nel 1998 (a 21 anni), poi rieletto nel 2001; giornalista e consulente di marketing politico ed elettorale, fondatore della Fondazione Appennino ETS (partner ASVIS), impresa sociale senza scopo di lucro, che ha nella sua missione progetti di sviluppo locale nelle aree interne.

Politico ed imprenditore, nasce a Potenza il 22 maggio 1977. Cresce a Montemurro (PZ) in una famiglia in cui è particolarmente sentita la vocazione politica sulle orme del nonno materno che fu anche sindaco dello stesso paese. Il giovane eredita sin da giovanissimo quella passione che lo porta a 16 anni ad essere responsabile del circolo della Sinistra Giovanile di Montemurro e a 21 segretario regionale del movimento giovanile del Pds. Nel frattempo si diploma al liceo Scientifico di Marsico Nuovo (PZ) e nel 2005 si iscrive come pubblicista all’Albo dei Giornalisti di Basilicata.

Nel 2007 diventa segretario regionale del Partito Democratico e due anni dopo, a 32 anni, è presidente della Provincia di Potenza. Su validi parametri imposta il piano a sostegno dell’edilizia pubblica ed in particolare di quella scolastica. Realizza il progetto “Scuole ecologiche in scuole sicure”, investendo sulla messa in sicurezza degli edifici che innalzano l’efficienza energetica e riducono l’emissione di CO2.

Il suo efficace approccio raccoglie presto consensi e nel 2011 Legambiente gli conferisce il riconoscimento “Miglior buona pratica”.  Lacorazza ritira il Premio in occasione della presentazione del rapporto di Legambiente su “La diffusione delle fonti rinnovabili nei Comuni italiani. Risultati e buone pratiche sulla strada di un nuovo modello energetico distribuito, efficiente e pulito”.

Tra novembre e dicembre dello stesso anno organizza il seminario su “Mezzogiorno e green economy”, tre giorni di incontri e dibattiti sui possibili modi per risolvere la crisi economica tutelando nello stesso tempo il pianeta. Il congresso si conclude nell’aula magna dell’Università di Basilicata a Potenza con la lectio magistralis dell’economista americano Jeremy Rifkin teorico della “Terza Rivoluzione Industriale” basata sull’affrancamento dall’energia fossile a favore di quella fornita dalle fonti rinnovabili.

Nel 2013 è eletto consigliere regionale della Basilicata e l’assemblea lo sceglie come Presidente, carica che ricopre per 3 anni.  È il primo firmatario di leggi importanti tra cui la proposta di legge del nuovo Statuto regionale approvato in via definitiva nel 2017 e la legge regionale che istituisce l’Osservatorio regionale sulla condizione delle persone con disabilità. È tra i principali promotori e sostenitori del Referendum del 17 aprile 2016 sulle trivelle che propone l’abrogazione della norma che estende la durata delle concessioni per estrarre idrocarburi in zone di mare – entro 12 miglia nautiche dalla costa – sino all’esaurimento della vita utile dei rispettivi giacimenti. È inoltre il primo firmatario della nuova legge elettorale che prevede l’abolizione del listino e l’introduzione della doppia preferenza di genere e di leggi che tagliano le indennità e i vitalizi dei consiglieri regionali. Così come di quella che ha istituito il fondo unico per le autonomie locali e gli ecomusei.

Nel 2019 termina il mandato alla Regione ma non l’impegno per la tutela dell’ambiente che anzi procede per altre vie. Nel novembre dello stesso anno pubblica Il miglior attacco è la difesa. Costituzione territorio petrolio” (Ed. People). Nel saggio ripercorre la sua decennale ed intensa esperienza di amministratore del territorio lucano in cui si è misurato con i temi della Costituzione, del territorio e del petrolio in momenti considerati di passaggio per il nostro Paese: Province da cancellare e poteri locali da rimodulare. In questo contesto la società si preparava a sostenere il peso di tagli imposti, il patrimonio naturalistico richiedeva attenzione poiché messo a repentaglio dalle risorse energetiche petrolifere presenti sotto i fondali marini e maggiormente nel sottosuolo lucano. L’autore riporta quelle delicate fasi, fornendo le normative e gli atti messi in campo dall’alto e le contromisure adottate a livello locale per frenarle.

Sei mesi prima dell’uscita del libro crea la Fondazione Appennino ETS (Ente del Terzo Settore), un progetto politico, economico ed imprenditoriale nato dalla consapevolezza di vivere su un pianeta che anno dopo anno fa i conti con fenomeni naturali estremi, inquinamento ambientale, squilibri climatici, economici e sociali.  La sede è Montemurro che diventa centro propulsore di idee ed azioni a favore della valorizzazione e rivitalizzazione delle aree interne di tutta la penisola.

La Fondazione, di cui è il direttore, è senza scopo di lucro e intende tracciare un cammino dove innovazione e conservazione, utilizzo e tutela dell’esistente coesistono in un quadro di valori attenti all’ambiente, al clima, al territorio, alla storia, alle culture, alle tradizioni, all’enogastronomia nonché al benessere delle persone da realizzarsi attraverso l’ausilio di strumenti tecnologici avanzati e il potenziamento dei servizi come scuole, università, ospedali di buona qualità. In questo si ispira ai principi dell’Unione Europea e in particolare alla Convenzione Europea del Paesaggio. Nel progetto nord e sud dell’Italia si conformano non solo orograficamente ma anche secondo una linea di pensiero che coniuga il vivere quotidiano con la poesia, l’arte, la letteratura inevitabilmente influenzate da queste alture. Da qui nasce il progetto editoriale con la Casa Editrice Donzelli di Roma che, nella Collana Saggine, dà spazio ai tanti scrittori dell’Italia verticale che hanno la possibilità di narrare un genere letterario diverso da quello raccontato da chi vive in pianura. Queste voci hanno la possibilità di incontrarsi anche nell’altro progetto editoriale dal titolo “Civiltà Appennino.it”, un web magazine di cui Lacorazza è direttore, presentato nell’ambito del Festival dello Sviluppo Sostenibile 2020 promosso da Asvis, l’Alleanza per lo Sviluppo Sostenibile alla quale aderisce la Fondazione Appennino.

Il libro d’esordio è Civiltà Appennino, l’Italia in verticale tra identità e rappresentazione che esce il 30 gennaio 2020 e vince il Premio Letterario Parco Majella – premio speciale della giuria – concorso nazionale dedicato alla letteratura naturalistico-ambientale. “Già nel nome, un lettore attento al futuro e sensibile al passato potrebbe scorgere la prefigurazione di questo doppio passo. Come se al «pennino» – e alla sua proverbiale precisione descrittiva – si volesse aggiungere la forza, la velocità digitale, la capacità di sintesi di una «app»” spiega Lacorazza curatore insieme al fratello Gianni, della presentazione del volume, sicuro che da questa unione è possibile ripartire per far rinascere in maniera sostenibile luoghi, purtroppo, sempre più demograficamente vuoti.

Il saggio, sintesi di poesia e pragmatismo, rivede un mondo attraverso le analisi di due noti esponenti della letteratura italiana, Raffaele Nigro e Giuseppe Lupo, entrambi lucani d’origine, entrambi ispirati dalle atmosfere delle loro native alture. Le loro parole forniscono riflessioni su una catena montuosa, l’Appennino, dove paesaggi, borghi, risorse, riti e natura formano un’identità che si mostra con un unico volto dalle mille espressioni, rappresentato in opere artistiche e letterarie dal forte impatto emotivo. E dove le esistenze sono ancora tenacemente ancorate ad usi e costumi che la modernità non ha cancellato seppure è riuscita a risalire quelle vette.

Nove mesi dopo Donzelli Editori pubblica anche il libro “Le vie dell’Acqua. L’Appennino raccontato attraverso i fiumi”. Laura Bosio, Guido Conti, Donatella Di Pietrantonio, Carlo Grande, Giuseppe Lupo, Raffaele Nigro, Laura Pariani dedicano i loro elaborati all’elemento naturale che più di altri genera la vita: l’acqua. Le scrittrici e gli scrittori rianalizzano il loro vissuto inscindibilmente legato ai luoghi in cui il fiume passa. Allargano lo sguardo ai contesti storici, artistici, letterari, geografici dove in qualche modo il richiamo all’acqua, sia essa sorgente, fiume, canale o lago, torna come un sottofondo musicale tutto proprio, capace di cambiare toni e ritmi a seconda delle fasi di quiete o di piena. Immissari di un unico filone narrativo, accompagnano il lettore in abitudini e stili di vita tipici degli abitanti di quelle sponde fino all’abbraccio del fiume al mare, dove altri suoni ed altre voci si odono dalle rive. Sono quelle dell’attualità che si declina nelle speranze di chi cerca approdo sui pacifici suoli dei diritti umani garantiti, dopo aver solcato le stesse rotte percorse dai popoli per secoli. È la vita che si muove in analogia con l’eterno ciclo dell’acqua: dalla sorgente al mare, al cielo, il ritorno alla terra.

A giugno 2020 l’allora segretario nazionale del PD Nicola Zingaretti lo nomina vice responsabile organizzazione nazionale, con lo specifico compito di occuparsi di Sud e Isole.

Anna Mollica

LACORAZZA, IL TALENTO E QUELL’ARIA DA SAPUTELLO

Lettere Lucane

Piero Lacorazza è stato nominato responsabile organizzativo del Pd merdionale. Avrà il compito assai importante di riorganizzare un partito uscito sfiancato da anni di correntismi e di scontri tra notabili in perenne lotta per avere candidature. Un altro problema che dovrà affrontare sarà quello di capire come armonizzare sui territori la collaborazione tra Pd e M5S, che sinora si regge sulla necessità di ostacolare il centro-destra. Piero Lacorazza è un dirigente che fa politica sin da giovanissimo, e che ha sempre dimostrato abnegazione lavorativa e attenzione programmatica. E’ stato, negli anni, segretario del Pds, dei Ds, Presidente della Provincia di Potenza e Presidente del Consiglio regionale. Poi, clamorosamente, non è stato rieletto alle ultime regionali.

Ora la segreteria Zingaretti ha deciso giustamente di affidargli questo incarico, perché è utile che un partito valorizzi tutti quei dirigenti senza ruolo che hanno dimostrato negli anni capacità organizzativa e conoscenza approfondita dei problemi territoriali. Tuttavia un problema c’è, e riguarda non soltanto Lacorazza, ma molti quadri dirigenti della sinistra lucana. Questo problema ha a che fare con una certa difficoltà da parte di questi quadri di risultare umili e simpatici.

Lacorazza, per esempio, che pure stimo per lo studio approfondito che ha sempre dedicato ai problemi della Basilicata, spesso ha quell’aria da primo della classe che francamente può indisporre. Ma sono certo che dopo anni di lavoro egregiamente svolto e dopo la pausa di riflessione alla quale è stato costretto – le batoste purtroppo ci fanno bene – saprà approcciarsi agli altri non più con quell’aria da saputello che pensa di saperne più degli altri, ma con una maggiore umiltà e maturità. Solo così emergerà fino in fondo il suo talento politico, che meritatamente gli è stato riconosciuto anche al di fuori della Basilicata.

diconsoli@lecronache.info

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