CERVELLINO VINCENZO

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CERVELLINO VINCENZO

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Venosa 9 aprile 1919 – Rionero 20 marzo 2005

detto “Enzo”, docente e propulsore di istituzioni scolastiche delle quali il territorio è carente

Enzo Cervellino nasce a Venosa il 9 aprile del 1919 da Carmine Cervellino e Giuseppina Sirabella, ischitana. Lì trascorre la sua infanzia con i fratelli Francesco, Teodoro e Pasquale.
Completati con profitto gli studi del grado inferiore, inizia il percorso ginnasiale presso il Convitto San Felice, seminario liceale interdiocesano di Venosa; persegue anche il percorso scolastico per diventare maestro e trovare subito lavoro e consentirsi il proseguimento degli studi universitari.
Da seminarista approda nel Convitto di Potenza per approfondire gli studi classici, ma sente di non essere vocato al sacerdozio.
Completa il Ginnasio nel 1937-38 presso l’Ateneo Giovanni Pascoli di Salerno e, nell’anno successivo, anche il terzo corso Magistrale Superiore “con lodevole profitto”. È portato per l’insegnamento e aiuta negli studi gli studenti più deboli.
Conseguita la maturità inizia ad insegnare nella Scuola elementare di Venosa, si sposa con Stefania Gay e si iscrive alla Facoltà di Lettere Classiche presso l’Università di Roma. Per facilitare la frequenza universitaria si trasferisce con la moglie ad Anticoli Corrado, vicino Roma, dove ottiene un insegnamento; diventa fiduciario dell’istituzione scolastica e precettore di Luigi Pirandello, nipote del noto omonimo drammaturgo, poeta e scrittore, e di Jacopo, figlio del pittore genovese Pietro Gaudenzi; a Jacopo Gaudenzi dedica il libro pubblicato nel 1960 “Anticoli Corrado nella storia e nelle tradizioni”.
Il 1945 è un anno importante per Enzo Cervellino, il 17 Aprile consegue l’agognata laurea in Lettere Classiche con una tesi di matrice antropologica “Venosa e le sue tradizioni” e ritorna a Venosa dove nasce la figlia Giuseppina.
Nello stesso anno, il conterraneo Raffaele Ciasca, che insegna Storia moderna all’Università di Genova, presidente del Comitato per l’istituenda Scuola media di Rionero in Vulture, lo chiama per avviarla e dirigerla. Cervellino lo fa con passione e dedizione ed assume l’incarico di preside e di docente di Lettere.
Due anni dopo dà avvio all’istituzione del Ginnasio superiore annesso alla scuola media appena costituita, in seguito intestata a Michele Granata, patriota giacobino impiccato in Piazza Mercato a Napoli nel 1799; al Ginnasio prende ad insegnare il greco classico.
Assume in modo naturale il ruolo di propulsore di istituzioni scolastiche delle quali il territorio è carente ed è tra i fondatori dell’Istituto magistrale che avvia la sua attività nel 1950. Da quell’istituto nasce la classe di maestri che insegneranno a leggere e scrivere a generazioni di bambini delle scuole elementari di Basilicata e d’Italia.
Nello stesso periodo Cervellino aderisce al Movimento Federalista Europeo di Altiero Spinelli e ne diventa consigliere nazionale e sindaco della circoscrizione regionale di Basilicata.
Nell’ansia di affrancamento dalla povertà, dalla miseria, dalla sottomissione della classe rurale del Meridione, si impegna nella politica attiva e aderisce alla Democrazia Cristiana, nel 1953 ne diventa Segretario provinciale. Vive intensamente la politica e viene eletto nel Consiglio della Provincia di Potenza e, nel 1955-60, ricopre l’incarico di assessore provinciale alla Pubblica Istruzione e al Turismo.
Sono anni di grande impegno per la trasformazione della Basilicata e Cervellino si adopera per intensificare la viabilità in un territorio privo di infrastrutture, quando non c’era ancora la Sovrintendenza avvia campagne per il recupero dei beni archeologici a Vaglio, Pietragalla e Venosa e dà impulso alla costruzione della funivia dei laghi di Monticchio nel tentativo di sviluppare il turismo.
Intensifica anche il suo impegno nel Movimento Federalista Europeo dove è nominato membro del Comitato Direttivo Nazionale dal 1955 al 1957. Conosce Alcide De Gasperi e stringe con lui rapporti di amicizia e di affetto.
Resta sempre legato al mondo della chiesa, è presidente dell’Unione Uomini di Azione Cattolica e del Nucleo Laureati Cattolici dal 1946 per oltre un ventennio, presidente della Diocesi di Melfi e Rapolla nel 1954, presidente regionale dell’Unione Cattolica degli Insegnanti Medi dal 1950 fino alla sua morte, impegnandosi per un coerente progetto di evangelizzazione culturale.
Anche il suo impegno per l’istruzione non viene mai meno, tra il 1961 e 1965, da preside, promuove l’apertura di scuole medie pubbliche a Barile, Atella e San Fele.
È eletto sindaco di Rionero in Vulture nel 1966, resta in carica fino al 1970, e trova nuova linfa per il suo impegno civile. Promuove l’istituzione nella sua città del Ginnasio statale, del Liceo statale, dell’Istituto d’Arte e di una sezione dell’Istituto Professionale per l’industria e l’Artigianato di Melfi. Lo anima la passione politica come servizio alla collettività e dà avvio alla costruzione dell’ospedale, al processo di tipizzazione dei vini del Vulture e all’acquisto del palazzo Fortunato, acquisendo alla proprietà pubblica anche il patrimonio bibliotecario di Giustino Fortunato.
Cessato il mandato di sindaco, partecipa al processo di nascita dell’ente Regione Basilicata. Nel 1971 è eletto consigliere regionale e diventa il primo assessore alla cultura della regione. Precorre i tempi sostenendo una riforma in toto della scuola, il diritto allo studio opposto al concetto statalistico di assistenza scolastica. Su suo impulso il Consiglio regionale, subito dopo l’insediamento, approva un disegno di legge, da inviare al Parlamento, sull’istituzione dell’Università in Basilicata e nel 1973 ne articola la proposta operativa.
Ritorna nella carica di sindaco nel 1980 e finalmente l’ospedale, che stentava a decollare, trova la sua destinazione specialistica e diventa il C.R.O.B., centro di eccellenza e di riferimento interregionale per la cura delle malattie tumorali. Nel 1981, nell’immediato post-terremoto, opera per l’allocazione di un campus, dono degli americani, che diventa fulcro vitale di quella scuola istituita nel 1950.
Promuove un Centro per disabili ed istituisce nel 1998 l’Università delle tre età alla quale dedica ogni energia fino alla sua morte, avvenuta a Rionero il 20 marzo 2005.
Oggi l’Università della Basilicata è una realtà e quella delle tre età di Rionero, a lui dedicata, continua ad essere polo di cultura sul territorio sotto la guida della sua unica figlia Giuseppina, docente di lettere classiche e preside come lui.

Enzo Cervellino è anche prolifico scrittore con la silloge di dieci libri: Lucania antica; Anticoli Corrado nella storia e nelle tradizioni; Il Proverbio; Analfabetismo e cultura in Lucania; Lucania Tradizionale; Reliquie viventi del dramma sacro in Lucania; Lucania 1799; Paremiologia Lucana; Rionero in Vulture: Album Epigrafico; Regio Vulturis, 2 tomi con introduzione di Giampaolo D’Andrea che afferma «una storia…dove si combinano l’amore per la propria terra e fine sensibilità dello studioso».
Ampia è la pubblicistica con periodici da lui diretti o coordinati: Nuove Cronache Lucane; L’Informatore del Vulture; L’Osservatore del Vulture (1983-88).
Molteplici le benemerenze: Premio Cultura conferito dalla Presidenza dei Ministri nel 1962; Medaglia d’oro, conferita nel 1966 dal Commissario Prefettizio Pasquale Locuratolo ad “Enzo Cervellino Scrittore ed educatore”; Medaglia di bronzo con Diploma di benemerenza conferita dal Commissario Straordinario Giuseppe Zamberletti a testimonianza dell’opera svolta per i terremotati del 1980; Diploma di benemerenza di 1^ classe per la Scuola, la Cultura e l’Arte, conferito dal M.P.I nel 1989; Medaglia d’oro come Benemerito della Cultura e dell’Arte conferita nel 1988 dal Presidente della Repubblica Cossiga, Medaglia del Consiglio Regionale della Basilicata nel 1991.
Rilevanti gli incarichi ricoperti di Ispettore onorario delle antichità ed opere d’arte nel 1952; membro della Delegazione Lucana di Storia Patria; membro della Consulta Nazionale per gli Enti Locali nel 1958; delegato regionale lucano della Fiera del Levante nel 1963 e anni seguenti; presidente del Centro Studi Meridionalistici “Giustino Fortunato” di Rionero dal 1986 al 1990.
La Scuola Media “Granata”, memore dell’operato per la sua istituzione e per il quarantennio di presidenza, ha scoperto nel 2011 un bassorilievo con la sua effigie, sito all’ingresso, accanto alla lapide commemorativa di Michele Granata.
L’Amministrazione Comunale gli ha intitolato il piazzale dove si erge il busto di Michele Granata.
Nell’Auditorium del C.R.O.B. una targa è stata apposta dal Presidente della Regione per intitolarlo ad Enzo Cervellino.
La sua vita trova ricostruzione storica nel testo Humanitas, Fides et Cultura in E. Cervellino di Giuseppina Cervellino, edito da Calice Editori, 2015.

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