Matera, 30 ottobre 1930 – Roma, 30 dicembre 1994
PARISI VINCENZO
PARISI VINCENZO
Prefetto, Capo della Polizia, Direttore Generale della Pubblica Sicurezza dal 23 gennaio 1987 al 27 agosto 1994.
Nato a Matera nel 1930, si laurea all’Università di Napoli in Giurisprudenza e Scienze politiche).Nel 1951 entra nel Ministero di grazia e giustizia come cancelliere volontario.
Nel 1955 passa al Ministero dell’interno come vicecommissario aggiunto. Il 19 agosto 1956 sposò Maria Mazzocco, dalla quale ebbe cinque figli (Gianfranco, Maria Rosaria, Paola, Marcello e Antonella). Nel 1960 diviene commissario a Volterra e dal 1961 al 1969 è capo di gabinetto della questura di Arezzo. Nel 1971 è chiamato nella segreteria dell’allora capo della polizia Angelo Vicari. Divenuto vicequestore nel 1971, è promosso questore nel 1977.
Dal 1980 viene chiamato al Servizio per le Informazioni e la Sicurezza Democratica (SISDe) e il 27 aprile è nominato vice direttore. Nel marzo 1984 è promosso prefetto e il Consiglio dei Ministri lo nomina direttore del SISDe.
Il 23 gennaio 1987, con il secondo governo Craxi e ministro dell’Interno Oscar Luigi Scalfaro, diventa capo della polizia, succedendo a Giuseppe Porpora.
Istituisce l’Ufficio organizzazione e metodo della direzione generale e di Pubblica Sicurezza, varando anche una serie di riforme.
Nel 1980 è alla vicedirezione del Sisde e dopo lo scandalo P2 assume di fatto la carica di direttore del servizio civile, incarico formalizzato nel 1984 insieme alla sua nomina a prefetto.
Il 2 febbraio 1987 è nominato capo della Polizia dall’allora ministro dell’Interno Luigi Scalfaro.
Nei primi anni del mandato crea e rafforza le strutture interforze: Interpol, Servizio centrale antidroga e Dia. Istituisce il nucleo centrale anticrimine (oggi Servizio Centrale Operativo) per le indagini sulla mafia e sulla criminalità economica. Tra i successi investigativi l’arresto del boss mafioso Nitto Santapaola.
Lavora con sei ministri dell’Interno e durante il suo incarico l’Italia vive alcune delle pagine più dolorose della storia recente, con i feroci attacchi della mafia alle istituzioni attraverso le stragi Falcone e Borsellino, in cui persero la vita anche i poliziotti delle loro scorte. Ma anche le autobombe per gli attentati di Firenze, Milano e Roma che uccisero dieci persone, ferendone 95 e causando anche ingenti danni al patrimonio artistico e religioso. Si dimise il 27 agosto 1994. Nominato consigliere di Stato, Parisi continuò a prestare la sua opera come ispettore generale di amministrazione. Quattro mesi dopo, nella notte tra il 30 e il 31 dicembre dello stesso anno, muore a Roma a sessantaquattro anni per un infarto. Nello stesso giorno, il presidente Scalfaro gli conferisce la medaglia d’oro al merito civile.
Onorificenze e riconoscimenti
Medaglia d’oro al merito civile | |
«Nel corso dell’intera carriera, con eccezionale abnegazione ha assolto costantemente ogni più delicato incarico rendendo altissimi servizi allo Stato. Luminoso esempio di virtù civiche, di grande senso dello Stato e di fedele dedizione alle Istituzioni, ha contribuito con la sua opera ad assicurare alla comunità nazionale condizioni di sicurezza e pacifica convivenza, a garanzia delle libertà democratiche e dei valori di legalità e giustizia. 1955 -1994.» — Roma — 31 dicembre 1994 |
Nel 1990, l’Amministrazione comunale di Pomarico (MT) gli conferisce il premio
Link
https://it.wikipedia.org › wiki › Vincenzo_Parisi
https://www.poliziadistato.it/articolo/vincenzo-parisi
https://www.treccani.it/enciclopedia/vincenzo-parisi_(Dizionario-Biografico)/