RUSSILLO GIUSEPPE

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RUSSILLO GIUSEPPE

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Rionero in Vulture 1934 – 15 aprile 2021

intellettuale, militante, meridionalista, studioso raffinato di dinamiche e processi dell’educazione permanente. Maestro generoso per generazioni di insegnanti, educatori e comunicatori”.

Con la morte di Giuseppe Russillo, il 15 aprile di quest’anno, si va inesorabilmente chiudendo il cerchio della prima scuola pedagogica barese fiorita negli anni settanta e  avviata da Gino Corallo e Gaetano Santomauro. Una scuola che ha avuto tra i maggiori esponenti Edda Ducci,Carmela Di Agresti e poi  Giovanni Massaro, Luca Gallo, Luisa Santelli, Franca Pinto Minerva, Mino Laneve, Vittoriano Caporale, Rita  D’Amelio e Daniele Giancane.

Russillo fu una figura di straordinaria finezza umana, propositore di una scuola fondata sul lavoro di gruppo e sull’impegno sociale e politico. Fece da tratto d’unione tra la pedagogia teoretica e una visione pragmatica. Lo preannunciava già nel 1971 per Marzorati in un importante saggio su L’uomo e la sua educazione, pubblicato a quattro mani con Corallo, il suo maestro. Un testo nel quale si teorizza la necessità di sganciarsi dalla tradizione e fare della pedagogia una scienza a se stante, non confusa con psicologia e sociologia. Pure allievo di Corallo, Russillo era più vicino al socialismo di Santomauro, perchè da militante introduceva nel progetto di formazione dei giovani le idee della politica e gli insegnamenti della strada. Lo chiarì in una serie di volumi editi dall’Adriatica di Vito Macinagrossa, Funzioni sociali e autonomia dell’educazione, rispetto ai grandi sistemi filosofici, del 1973 e poi L’esperienza delle 150 ore, del 1976 e nel resoconto che diede ne L’esperienza delle 150 ore in Provincia di Bari, del 1977, l’anno in cui pubblicò anche Educazione e scienze umano-sociali. Si trattava della difesa di un diritto acquisito per legge, in base al quale era possibile per i lavoratori che ne sentissero il bisogno, di seguire un corso di 150 ore retribuite. Una chiara difesa dell’alfabetizzazione degli adulti soprattutto nel Mezzogiorno arretrato. Quante tesi di laurea discusse Russillo con i giovani allievi sulla formazione scolare nelle regioni appulo-lucane, sulla scuola a Matera, a Gioia del Colle, e in provincia di Bari. Il docente non doveva chiudersi tra cattedra e studio, ma sporcarsi con la strada, con le esigenze del presente e impegnarsi nella difesa di persone afflitte dall’analfabetismo, dalle furberie istituzionali, dagli inganni di leggi scritte per i ricchi. Così scriveva in Educazione e scienze umano – sociali:

“Diciamo che la ricerca teorica e il lavoro in gruppo avranno tanta efficacia formativa quanto più gli interessati saranno in grado di collegarsi alla realtà del contesto socio – culturale, stabilendo consuetudini di scambi con il mondo scolastico, con le organizzazioni sindacali della scuola, politiche, culturali e professionali, cioè con quelle realtà vive che promuovono e in definitiva decidono dello sviluppo civile del territorio”.

Il riferimento era ai Sindacati Confederali che agivano con il movimento dei lavoratori, agli uffici scuola dei partiti democratici, ai Consigli di quartiere e di Zona, ad associazioni che agivano con una metodologia concreta e alternativa. L’aria che si respirava con don Milani, Ferrarotti, Pio Baldelli, con la scuola democratica che ispirava il CIDI.

Bisognava superare l’immagine del precettore ottocentesco e della “vestale del fuoco sacro della cultura” e offrire docenti impegnati nel mondo civile e nella formazione degli individui “che devono essere istradati verso la vita sociale e di gruppo”. Di qui la sua metodica fondata sulla socializzazione dei ragazzi e su un’idea di didattica permanente. Non a caso aggiunse alle scienze umane l’aggettivo sociale, come a dire che non c’è formazione senza incontro tra individuo e  gruppo di appartenenza.  L’io e il tu inseriti nel noi.

Era nato a Rionero in Vulture nel 1934 e insieme a Ivo Persichella costituivano parte di quella base formativa lucana che contava Ernesto Bosna, Giambattista Bronzini, Tommaso Pedio, i fratelli Scardaccione, Enzo Spera. Ricordo che un paio di volte viaggiammo insieme verso la nostra regione, aveva una sorella a Rionero, città dove Peppino tornava di rado ma dove contava l’amicizia del senatore Nino Calice, un illuminato esponente del Partito Comunista, di Enzo Cervellino, autore di vari volumi di antropologia e Lorenzo Lupo, già Direttore Didattico.

Memorabile la sua adesione da ricercatore, al movimento di noi studenti che nel sessantotto e dintorni provvedevamo ad occupare la facoltà. Peppino era con noi, consapevole che come pendolari non ce l’avremmo mai fatta a mantenere occupata l’Ateneo. Voleva che i giovani si autogestissero e si facessero attori del proprio futuro. Come, mutuando da Sartre, ebbe a scrivere in un volumetto del 1984, per l’Adriatica, Cambiamento e processo educativo. “Si deve arrivare ad una riorganizzazione dell’istituzione scolastica, come luogo specifico deputato alla piena valorizzazione del potenziale umano, in tutte le sue diverse espressioni e come momento di pieno sviluppo della creatività individuale e collettiva, che si ponga come antidoto all’alienante massificazione  del nostro tempo, per uscire dalla serialità e produrre soggetti capaci di conquistarsi con la propria identità  il senso di una partecipazione costruttiva alla vita di gruppi, sempre più attivi e operanti in vista di traguardi civili di affrancamento dell’uomo da vecchie e nuove insidie di sfruttamento e oppressione”. Ci leggevo alla distanza persino Gramsci e Berlinguer, che ritrovai nel 1997 ne   Il primato dell’educazione edito da Palomar. Ordinario di Pedagogia, tra il 1976 e il ’79 fu Direttore dell’Istituto e responsabile presso l’IRRSAE dei servizi di aggiornamento docenti.

Oggi ritengo sia un giusto epitaffio ciò che di lui hanno dichiarato alla stampa i colleghi nel giorno del suo trapasso ”Giuseppe Russillo fu intellettuale, militante, meridionalista, studioso raffinato di dinamiche e processi dell’educazione permanente. Maestro generoso per generazioni di insegnanti, educatori e comunicatori”.

                                                                                                          Raffaele Nigro

https://www.siped.it/wp-content/uploads/2021/04/2021-04-18-SIPED-Fiorucci-Presidente-Ricordo-del-Prof.-Russillo.pdf

 

Ricordo del Prof. Giuseppe Russillo

 

La Comunità pedagogica italiana e dell’Università di Bari partecipano commosse alla perdita del Professor Giuseppe Russillo, Ordinario di Pedagogia Generale fuori ruolo che ci ha lasciato il 14 aprile 2021. Pe molti anni Docente di Pedagogia Generale, Pedagogia sociale ed Educazione degli Adulti presso la Facoltà di Magistero prima e, successivamente, il Dipartimento di Scienze dell’educazione dell’Università degli Studi di Bari “A. Moro”.

Già Direttore dell’Istituto di Pedagogia e poi del Dipartimento di Scienze dell’Educazione, Componente del Consiglio di Amministrazione dell’Università di Bari, ha profuso il suo impegno istituzionale e accademico nella riservatezza e pacatezza del suo stile.

Vari i suoi campi di ricerca, tra gli altri ricordiamo: la Pedagogia generale e le Scienze dell’Educazione, il senso dell’educazione in un contesto culturale in rapida evoluzione e le condizioni necessarie ad una teoria dell’educazione in tutta la sua complessità, le forme organizzative idonee per rispondere all’estrema diversificazione della domanda e celerità delle risposte richieste dalla esplosione del sapere e dalla realtà sempre più convulsa, la problematica della Pedagogia sociale, l’Educazione degli Adulti e l’esperienza delle 150 ore, i temi di una scuola rinnovata e l’attenzione al territorio.

Autore di diverse pubblicazioni, tra le quali ricordiamo: Problematica e problematicità della pedagogia sociale, Adriatica Bari 1971, Funzioni sociali e autonomia dell’educazione, Adriatica Bari 1973, Educazione e scienze umano‐sociali, Laterza Bari 1978, Bisogno di scuola, Dedalo Bari 1980, Il processo educativo, voll.I‐II, Adriatica Bari 1984‐1990, Il primato dell’educazione, Palomar Bari 1997.

Ha diretto la Rivista di Scienze ed esperienze educative “Laboratorio Educativo Meridionale per l’Europa”, F.lli Laterza Editori Bari. “Intellettuale militante, impegnato in diverse battaglie sociali e culturali, sempre aperto al confronto, ha anticipato temi e problemi della ricerca pedagogica calata sempre nelle diverse realtà.   Meridionalista, studioso raffinato di dinamiche e processi dell’educazione permanente. Maestro generoso per generazioni di studenti, insegnanti ed educatori”.

GRAZIE prof. Russillo.

 

Ai familiari tutti vanno le sentite condoglianze della Comunità Pedagogica della SIPED e dell’Università di Bari.

                                                                                           Luca Gallo e Giuseppe Elia

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