TRUFELLI MARIO

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TRUFELLI MARIO

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Tricase (Matera) 5 luglio 1929

Giornalista, scrittore e poeta, tra lui e Carlo Levi nasce una sincera amicizia; scrive per i giornali Il Popolo e Avvenire e lavora alla direzione nazionale della DC durante il segretariato di Aldo Moro; nel ‘69 è responsabile della redazione lucana della RAI; Per l’accorato e febbrile lavoro di cronaca del tragico terremoto del 23 novembre 1980 e dei successivi servizi gli viene conferito il Premio Saint-Vincent per il giornalismo 1980.

Mario Trufelli giornalista, scrittore e poeta nasce a Tricarico (Matera) il 5 luglio 1929. Qui trascorre i suoi primi 20 anni tra l’intraprendenza del ragazzino che è solito accompagnare il nonno sulla torre dell’orologio di cui è custode, e la curiosità dell’adolescente che, innamorato della scrittura, avvia gli studi magistrali e compone versi poco più che diciottenne. Tale predisposizione attira la compiaciuta attenzione del sindaco di Tricarico il quale, dopo avere letto alcune sue poesie, invita il giovane a spedirle all’indirizzo che lui stesso scrive sulla busta. Si tratta della prestigiosa rivista letteraria torinese “Momenti di Neorealismo”, di cui è una delle firme.

Le poesie vengono pubblicate nel gennaio del 1953. Quel sindaco si chiama Rocco Scotellaro ed è la persona che più influenza la formazione di Mario, insieme al medico e scrittore concittadino Rocco Mazzarone e mons. Raffaello Delle Nocche vescovo della locale diocesi. Con l’intellettuale e poeta, più grande di lui di sei anni, il giovane allaccia un rapporto fraterno. È presente nei momenti più significativi dell’intensa vita del politico difensore dei contadini. Insieme a loro lo aspetta a Tricarico quando esce dal carcere, è fra loro al suo funerale nel dicembre del ’53. In suo onore scrive “Siamo più soli” poesia nella quale c’è tutta l’amarezza per una vita spezzata troppo in fretta. A condividere il dolore della comunità tricaricese c’è anche Carlo Levi che fa una commemorazione per l’amico scomparso. Il medico e scrittore antifascista, ex confinato politico in Lucania torna a Tricarico a sette anni dal comizio che proprio qui tenne in occasione del referendum a favore della Monarchia o Repubblica. Lui era candidato alla Costituente nelle liste di “Alleanza Repubblicana”. Mario lo incrocia in quell’occasione ed è il primo di una serie di incontri che fanno nascere una sincera amicizia tra il futuro giornalista e l’autore del “Cristo si è fermato a Eboli”.

Intanto continua a scrivere poesie, sempre più apprezzate. Nel ‘55 Leonardo Sinisgalli le pubblica sulla rivista che dirige, “Civiltà delle Macchine”. Nello stesso anno è impiegato presso la segreteria provinciale della D.C. di Matera, poi lascia Tricarico alla volta di Roma per seguire la carriera giornalistica. Scrive per i giornali Il Popolo e Avvenire e lavora alla direzione nazionale della DC durante il segretariato di Aldo Moro.

Nel ‘58 debutta nella letteratura poetica con Paese giorno e notte (Ed. Rebellato), raccolta di poesie dal ‘52 al ’57 tra le quali vi è la celebre “Lucania”. La copertina è di Luigi Guerricchio. Gli anni che seguono sono quelli della svolta privata e professionale. Nel 1960 a Triste sposa Nietta, perno della sua vita, e qualche anno dopo, previa sosta a Roma, è a Potenza incaricato dalla RAI a organizzare l’informazione regionale. Nel maggio del ‘59, infatti, si è inaugurata la redazione che avrebbe trasmesso notizie locali nel dicembre successivo. Poco più che trentenne si trova a dover creare una nuova realtà e per giunta senza avere mai visto una telecamera. Tuttavia, tale accento localistico lo entusiasma perché ha la possibilità, finalmente, di raccontare dai locali di via della Pineta, la sua terra all’Italia e al mondo attraverso non solo la radio ma anche la TV.

Nel febbraio ‘62 realizza il primo servizio televisivo, è su Grassano. Grande è l’emozione nel vederlo in onda. Il punto di osservazione privilegiato lo mette a diretto contatto con i tanti volti della Lucania, con la sua attualità, le sue trasformazioni socioeconomiche che racconta dando corpo al neorealismo televisivo che fa scuola. I suoi servizi sono trasmessi dai telegiornali e dalle rubriche nazionali dando alla gente semplice, alle storie e alla cronaca di periferia ampia notorietà perché sono parti del vissuto e del vivere comune. Il suo è metodo induttivo che nasce dallo sguardo d’insieme sulla realtà e che matura in anni di lavoro.

Nel ‘63 si iscrive all’Ordine dei Giornalisti divenendo in seguito il primo presidente della sezione di Basilicata. Nel ‘69 è responsabile della redazione lucana della RAI, sulla sua scrivania tiene “Le odi” di Orazio, “Poesie” di Jacques Prévert e il saggio “Cattiva maestra televisione” di Karl Popper. Sono opere con le quali è facile risalire alla sua personalità non schematica, al suo animo naturalmente propenso ad andare oltre il percettibile che lascia velatamente trapelare l’alter ego del giornalista, il quale per professione è chiamato all’imparzialità e al distacco.

Per lavoro gira il mondo, intervista luminari della cultura e della scienza, tra tutti il lucano Rocco Petrone, l’ingegnere capo del lancio che portò l’uomo sulla luna. E poi Pier Paolo Pasolini, artisti ed esperti d’arte con cui allaccia amicizie e collaborazioni editoriali. Come “Cinque poesie inedite” (Ed. L’Arco) del 1973, libro d’arte di solo 8 pagine che contiene una nota di Giuseppe Appella e 5 opere di Remo Brindisi, Luigi Guerricchio, Henry Goetz, Yannis Papadakis, Antonietta Raphael Mafai. Si interessa all’astrattismo e alle avanguardie, Consagra, Maccari, Melotti, Corneille solo per citarne alcuni. Il connubio artistico-poetico prosegue nel ‘76 con due libri d’arte: Coincidenze (Ed. Svolta – Bologna) e Triangolo d’acqua pubblicato da L’Arco- Scheiwiller che, oltre a raccogliere sue poesie, riporta una ceramica di Ortega.

Nel frattempo, senza mai lasciare la Basilicata collabora a trasmissioni nazionali come “Cronache italiane” e “Check-Up” programma di medicina ideato da Biagio Agnes di cui è inviato ed intervistatore in studio. Trasmesso da Rai uno a partire dal ‘77 ne è anche conduttore nella stagione 1987-’88 e nell’edizione estiva dell’89.

L’evento che lo segna di più anche umanamente accade il 23 novembre 1980. “Grave scossa di terremoto in Basilicata!” è la concitata frase che pronuncia in diretta nazionale nell’edizione delle 19:45 del Tg2 a poco più di 10 minuti dal sisma abbattutosi tra la Campania e la Lucania, comunicando come primo dettaglio il crollo della chiesa di Balvano (PZ). Sull’accaduto riferisce poco dopo il parroco al telefono con Trufelli, è la prima testimonianza che viene trasmessa, in radio. Un paio d’ore dopo è sul posto con la troupe a documentare disperazione e macerie. Sotto le rovine della Chiesa Santa Maria Assunta ci sono i corpi senza vita di tanti fedeli che assistevano alla messa, anche bambini e adolescenti. Compone quasi di getto la poesia “Lamento per Rosetta” dedicandola ad una bambina non sopravvissuta e a tutte le giovani vittime del sisma. Per l’accorato e febbrile lavoro di cronaca che ne segue gli viene conferito il Premio Saint-Vincent per il giornalismo 1980.

Nel corso degli anni ’80 e ’90 prosegue il suo impegno letterario. Nell’83 esce Amore di Lucania. Quattordici conversazioni radiofoniche (Ed. della Cometa), interviste sulla cultura lucana che realizza insieme a Giuseppe Appella. Segue nell’85 Visita guidata (Ed. La Cometa) poesie dal 1961- 1985 e nell’89 Lo Specchio del comò (Ed. La Spiga d’Oro) libro d’arte che riporta una testimonianza di G. Raviele e G. Appella oltre ad incisioni fuori testo di R. Brindisi, E. Calabria, V. De Filippis, L. Guerricchio, M. Masi, A. Masini, J. Ortega, S. Sebaste, E. Treccani.

Nel ‘91 è la volta di Prova d’addio. (Ed. Scheiwiller) anche questa, raccolta poetica dal 1951-1991 sulla cui copertina è raffigurato il suo volto. Curato da Franco Vitelli il testo presenta anche le lettere inedite di Betocchi, Caproni, de Libero, Palazzeschi, Luzi e Sinisgalli, vince l’anno dopo il Premio Flaiano e il Premio Nazionale Rhegium Julii entrambi per la poesia.

Nel ‘94 raggiunge il pensionamento ma continua a collaborare nel programma “Check Up Salute” passato su Telemontecarlo dove conserva la conduzione.

Da questo momento si apre per lui una stagione nuova sul piano letterario e professionale.  Nel ‘97 esce L’erbavento (Ed. Rocco Curto) antologia di scritti vari degli anni 1952 – 1996 curata da Antonio Sanchirico e pubblicata in occasione della cittadinanza onoraria concessa dal comune di Montemurro (PZ). Nel 2000 è nominato amministratore unico dell’Azienda di Promozione Turistica della Basilicata – APT – incarico che detiene fino al 2006. La narrativa ritorna nel 2003 con l’opera a cui è più affezionato e che dedica alla moglie Nietta, L’ombra di Barone. Viaggio in Lucania (Ed. Osanna) con cui vince il Premio Carlo Levi di Aliano (MT) nel 2005. Itinerari geografici ed emozionali si intrecciano in questo resoconto a tratti divertente dove l’autore “va a trovare” i personaggi più insigni di questa terra personalmente o idealmente conosciuti. Leonardo Sinisgalli ingegnere e poeta che lo riceveva nella casa di Montemurro “senza sospetto”, precisa indicandolo come maestro prima ancora che amico. Albino Pierro poeta di Tursi conosciuto a Roma con il quale instaura un rapporto di amicizia schietta e sincera. E poi Dinu Adamesteanu l’archeologo, Fred Harting l’entomologo, il poeta Orazio di Venosa, la poetessa Isabella Morra di Valsinni, Carlo Levi ed ovviamente Rocco Scotellaro.

Il filo della memoria conduce poi a Quando i galli si davano voce (Ed. della Cometa) che scrive nel 2013. Gli accenti autobiografici attraversano il romanzo in cui troviamo il suo cuore e la sua mente intrecciare realtà e fantasia al fine di raccontare gli anni della giovinezza. “Dopo essere stato testimone attento e protagonista militante di quanto avvenuto nella nostra regione dagli anni ’50 in avanti, ho avvertito la necessità di raccontare in modo più disteso, proprio nella stagione dell’esistenza in cui si vuole guardarsi indietro”. Giustifica in questo modo il ritorno a quei difficili tempi di cui, tra pietas e una punta di ironia, narra fatti e personaggi veri, come Francesco Saverio Nitti che ha realmente visto a Tricarico.

“Con la poesia anche il passato si precisa” assicura Trufelli, riconoscendo al mezzo espressivo dell’anima la stessa funzione del ricordo che in qualche modo “aggiusta le cose”. Dopo 30 anni, infatti vi ritorna nel 2020 con L’indulgenza del cielo (Ed. Osanna) raccolta poetica di editi e inediti, curata da Franco Vitelli che contiene il suo bagaglio esperienziale dagli esordi al presente.

Non smette mai di essere giornalista Mario Trufelli e lo dimostra tutt’ora nei suoi interventi da relatore. Lo sguardo è sempre attento sulla realtà fedele a quella meticolosità professionale che ha saputo “colorare” di provocazione, come nella divertente intervista ad Adriano Celentano del 1992 a Cinecittà sul set del film “Jackpot”. Ha sempre messo la cultura al primo posto credendo “nella cultura non solo come un’esigenza interiore di completamento, ma anche come stimolo essenziale per il progresso del popolo”, dichiara. Nella sua lunga carriera colleziona diversi riconoscimenti, tra i quali il Premio LucaniaOro per il Giornalismo nel 1987, il Premio internazionale “Guido Dorso” per l’impegno meridionalistico, il Premio Torre d’Argento nel 1991, il Premio Heraclea nel 2019.

Anna Mollica

Mario Trufelli presenta a Tricarico il libro di poesie “L’indulgenza del cielo”

8 Luglio, 2021

 

Sabato 10 luglio 2021 alle ore 19 nel salone del museo archeologico di Palazzo Ducale di Tricarico sarà presentato “L’indulgenza del cielo”, volume di poesie di Mario Trufelli, a cura e con postfazione di Franco Vitelli, Osanna Edizioni, 2020. All’incontro, coordinato dal giornalista Vito Sacco, interverranno, per i saluti, la direttrice del museo archeologico di Tricarico Maria Antonietta Carbone, il sindaco di Tricarico Vincenzo Carbone, la capodelegazione del Fai “Tricarico e la Lucania interna” Sabrina Lauria e il vicepresidente della Pro Loco Rocco Stasi. Il libro sarà presentato da Franco Vitelli, dell’Università degli studi “Aldo Moro” di Bari con la presenza dell’autore.

Con la pubblicazione dell’Indulgenza del cielo – scrive Franco Vitelli nella seconda di copertina – Mario Trufelli fornisce al lettore un quadro completo delle sue poesie, integrando il precedente volume Prova d’addio in una duplice direzione. In primis, dando struttura e forma al consistente materiale inedito prodotto dal 2005 a oggi, a conferma della lunga e fruttuosa vitalità poetica concessa in sorte. In seconda istanza, procedendo a un più sistematico recupero delle poesie della “prima stagione” che certo risentono del clima del tempo e per questo hanno una sicura rappresentatività storica. Comunque, su di esse vale sempre il pregnante giudizio di Mario Luzi: «vive senza alterazioni arbitrarie, la vita esile e profonda del “paese” che certo non è solo il suo». Il pubblico degli affezionati, su cui da sempre Trufelli può contare, troverà modo di riconoscere in questo libro la consueta peculiare cifra espressiva ma anche una nuova linea di tendenza che porta a sperimentare speciali registri linguistici, forme di poesia civile, prove feconde di letteratura ecologica.

https://www.francavillainforma.it/2020/06/29/lindulgenza-del-cielo-raccolta-di-poesie-di-mario-trufelli/

 

L’Indulgenza del cielo – raccolta di poesie di Mario Trufelli –

29 Giugno 2020 Nicola Vitola

Mario Trufelli

La Lettera ventidue dell’Olivetti dopo “Anni nell’ombra / ma quasi in agguato. /…” ha ripreso il suo lavoro di trascrizione su carta dei sentimenti concepiti e così a distanza di circa trent’anni dal volume di poesie Prova d’addio, vede la luce la nuova raccolta di Mario Trufelli –L’indulgenza del cielo – Osanna Edizioni.

Il libro articolato in tre sezioni, I CAVILLLI DELLA MEMORIA (2005-2020), MALATERRA (1952-1953), È MORTO IL CANTASTORIE (1952-1954), “fornisce al lettore – come scrive Franco Vitelli nella sua presentazione al libro – un quadro completo delle sue poesie in una duplice direzione. In primis, dando struttura e forma al consistente materiale inedito prodotto dal 2005 ad oggi… in seconda istanza procedendo a un più sistematico recupero delle poesie della ‘prima stagione’ “.

L’indulgenza del cielo, con le sue 153 poesie, ha il merito di condurre il lettore in un viaggio unico con l’autore, lungo il suo straordinario e pluriennale percorso poetico e culturale, dalla indimenticabile “Lucania” la più nota delle sue poesie (Io lo conosco / questo fruscio di canneti / sui declivi aridi / contesi alla frana…) alla presente raccolta.

L’indulgenza del cielo di Mario Trufelli

 

Ad un lettore attento non possono sfuggire alcuni temi sottesi all’interno della prima sezione della raccolta. Se ne propongono a discrezione alcuni, con un certo numero di poesie correlate. Il ricordo dei tempi passati, tra cui Il sillabario (Il sillabario ritrovato / in un posto impreciso della casa / …), La minuscola riva (… Di qui è passata la mia giovinezza. / …), A moscacieca ( … di quando si giocava a moscacieca / nel delirio dell’adolescenza.), Neve (…Guardi la scena dal balcone / e affondi nell’infanzia.). Il tempo che passa ineluttabile, tra cui Ansia del futuro (A novant’anni / sono un sognatore / vittima dei ricordi che tornano alla mente / …), Il calendario (La giustizia del tempo. / Non lo guardo con sospetto / lo interrogo, / lo analizzo / gioco con lui. / …), Ricorrenza (… Nella memoria / disegno volti e figure / degli amici irrequieti / che mi fanno festa. / …). Affetti familiari, tra cui il ricordo della madre con Visione (… Mi riappari in sogno nell’abito da sposa. / Visione superba, madre mia / …), del padre con Sussulto (Giocavi a carte e vincevi / contro la vecchiaia…), del nonno con Ansia del futuro, del figlio mai nato con Illusioni (… Lo ami / a dispetto delle somiglianze / che non ti appartengono. / …). Gli amori, tra cui Primo amore (… i ragazzi innamorati / al primo bacio.), Malizia (… tu sola / parli con la malizia / della camicetta a fiori), Sapori (… sul tuo seno cerco sapori / mai più materni). Le città amate, Le scale di Potenza (… Le scale di Potenza… / Un continuo dissidio / tra cielo e terra.

La Matera dei Sassi (… La Matera dei Sassi / è un simulacro.). Personalità, al pittore Luigi Guerricchio L’eco delle grotte, a Leonardo Sinisgalli Fuochi fatui, a Carlo Levi La favola dei calanchi, a Rocco Mazzarone Grovigli d’ombra, a Dinu Adamesteanu nel tumulto dei millenni, a Rocco Scotellaro Una rete di ombre, a Pier Paolo Pasolini Il figlio del dubbio, ad Aldo Moro L’espediente degli assassini, alle vittime della mafia Epigrafe. Ecologia, tra cui A vista d’occhio (… Lontano il tempo in cui / tutto era paesaggio, a vista d’occhio. / …), Oltre il fiume (… Il nostro fiume l’hanno / messo in quarantena. / …), Incendio (…straziano l’anima gli alberi / massacrati dalle fiamme. / …), Il mare di Pitagora (… Lo Ionio è triste visione / quando invade / l’universo della Magna Grecia / …), Nell’insonnia del vento (… Nella sua solitudine il pastore / ingenuo don Chisciotte / snuda la rabbia / contro i mulini a vento / che hanno messo in croce le montagne.).

Le poesie delle sezioni successive di MALATERRA (1952-1953) e di È MORTO IL CANTASTORIE (1952-1954), esprimono “una coralità d’ambiente – come scrive Franco Vitelli nella sua presentazione al libro – che rispecchia il clima del secondo dopoguerra in un Mezzogiorno proteso sulla difficile via del cambiamento”.

Mario Trufelli

L’ultima poesia Ombre presente in quarta di copertina è stata scritta appena due mesi fa, nel pieno della tragedia sanitaria del Covid-19. Essa è figlia dell’intreccio delle due anime presenti in Trufelli, quella del poeta e quella del giornalista, già d’altra parte per anni collaboratore fisso della trasmissione televisiva sulla salute “Check-up”. Da questo connubio nascono i versi che riescono a combinare due mondi apparentemente così distanti della poesia e della scienza.

OMBRE

Cammino a vista nella città

segnata dal silenzio.

Ho chiuso bocca e pensieri

per non farmi ossessionare.

Vedo ombre dappertutto

ma sono i monumenti degli eroi

ormai padroni del campo.

Non solo guerre e terremoti

fanno morire gli uomini indifesi.

Li sta cancellando il virus

incognito alla scienza

il farmaco che manca.

Laboratori insonni

a fronteggiare il covid-19.

È sconvolta la scena del mondo.

Rischia il naufragio l’arca di Noè?

Le Cronache Lucane

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I NOVANTA ANNI DI MARIO TRUFELLI: UNA PROPOSTA

29 Luglio 2019 Leonardo Pisani Mario Trufelli, poesia, Trufelli

di Giampiero D’Ecclesiis

Non so davvero come possa essermene dimenticato, questa mattina non so dir bene come, forse un accenno ad un evento a Tricarico, forse un provvidenziale contatto dei miei neuroni e mi è venuto in mente: Mario Trufelli quest’anno ha fatto 90 anni. Ho cercato subito conferma e, infatti, è nato il 5 luglio 1929.

È nato lo stesso anno di mio padre, il tempo di rammaricarmi di non essermene accorto il giorno del suo compleanno e mi sono sfilati nella mente versi. Io lo conosco questo fruscìo di canneti sui declivi aridi contesi dalla frana … Chi di noi, poeti di collina, non si è specchiato nella sua Lucania lasciandosi cullare piano dalla dolcezza dei versi, da quella nostalgia amaricante che si strugge nel ricordo. Rosetta ha la faccia di cera minuscola memoria nell’inferno di Balvano. La pietra non riposa sulla soglia della Chiesa… Il ricordo del terremoto del 1980, lui testimone narrante del dolore del distacco dei lucani in fuga dai paesi schiantati, ci espose il corpo di Rosetta, piccolo, impolverato, tra pietre che emergente alla luce dalla polvere dei crolli. Impossibile non tremare di commozione, essendo padri, pensando all’uomo doloroso che accarezza e bacia sotto lo sguardo vergognoso di angeli di pietra indifferenti. La potenza della poesia di Mario Trufelli è stupefacente così come la sua dolcezza, la delicatezza del racconto.

Il poeta della Lucania ha novant’anni, ricordo con un filo di commozione il piacere intellettuale di ascoltarlo raccontare Rocco Scotellaro e i suoi ricordi, una Basilicata diversa, passata, una fonte limpida e rinfrescante di ricordi.

Ad Avigliano alla presentazione del libro di poesie “Quattro Stagioni Potentine”

Eravamo ad Avigliano a presentare un libro scritto a quattro mani con Gianfranco Blasi, Leonardo Pisani e Bonaventura Tancredi, un dialogo tenero, seducente, accattivante tra lui, un po’ curvo, elegantissimo e Paolo Albano che lo interrogava con lo sguardo carico di ammirazione, anzi no, meglio, di devozione. È da allora che ci penso, ci ho anche provato, ne ho parlato, mi sono riproposto di farmi parte dirigente, per organizzare una serata dedicata a Mario Trufelli, il meraviglioso decano di tutti noi poeti di collina, sublime e dolce, per godercelo, ascoltarlo raccontare le migliaia di anedotti, dal pioniere del trapianto cardiaco Barnard, ai ricordi di scienziati, politici, poeti, uomini di cultura che ha intersecato nella sua lunga e proficua vita di giornalista. Approfitto allora delle pagine delle Cronache Lucane per lanciare l’iniziativa, lo dico al Sindaco Mario Guarente, lo dico al Presidente della Provincia Rocco Guarino, al presidente del Consiglio regionale della Basilicata Carmine Cicala, al Governatore Bardi, lo dico ad amici, ad estimatori, festeggiamo il più grande poeta potentino vivente, festeggiamolo perché lo abbiamo ancora con noi e per noi, festeggiamolo perché 90 anni di Trufelli sono un grande regalo alla città di Potenza e a quest’uomo la nostra terra deve moltissimo. Ieri, pensando ai suoi 90 anni, ho chiuso gli occhi ed ho volato sulle ali dei suoi versi e, ho scritto per Lui questi versi che sono sgorgati spontanei, improvvisi dal cuore, per fare gli auguri al Maestro Mario Trufelli.

A Mario.

Mi sussurra la ginestra,

gialla di sole,

e la timida gaggìa

il tuo nome.

Le crepe dei muri

a Balvano

e il richiamo della podolica

al pascolo, al limite dei boschi.

Al sole acceso di luglio

il fruscio della serpe

e del ramarro

tra vecchie pietre

mute del dolore dell’abbandono.

90 anni di Mario

parole scolpite nella carta e

nel cuore, sussurro di sottane nere,

urlo muto di calanchi.

Dalla pietra arenaria

delle grotte di Castelmezzano,

dalle crepe ai piedi

della rabata,

nella tua Tricarico,

un soffio di vento s

ussurra il tuo nome,

poeta gentile

di Lucania.

Con gratitudine e profonda ammirazione.

Video

stupenda intervista di Mario Trufelli a Leonardo Sinisgalli

YouTube · entgalaxy

30 gen 2020

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