MURO SUOR CELESTINA

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MURO SUOR CELESTINA

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Castelgrande 31 gennaio 1919 – Spoleto 4 gennaio 2010

Non si lamentava: soffriva e offriva per il bene dell’Istituto, per le vocazioni, in unione a Cristo, per il quale ha speso tutta la sua vita. Nella sua umiltà, nel nascondimento, ella ha vissuto in unione con il Signore: non ha operato cose grandiose, ma ha saputo valorizzare, impreziosire e rendere grandi quelle piccole di ogni giorno con costanza, con tenacia, con bontà e con l’umiltà che è la virtù dei forti.

Istituto Sacra Famiglia di Spoleto. “Premio una vita per gli altri”.

 

Nome da secolare: Teresa Muro, (Castelgrande, il 31. 01. 1919 – Spoleto, 04. 01. 2010), da Vito ed Elisabetta Refola, nata a Rapone.

Teresa aveva cinque fratelli, il padre fu emigrante in U.S.A., Argentina, Canada.

Giovanissima ma già determinata e forte della scelta di indossare un abito che la ponesse a “servizio di Gesù”, lasciò la propria famiglia per donarsi alla vita consacrata, pur nel vigore ed entusiasmo dei suoi diciassette anni e senza risparmio di energia.

Teresa, per dare inizio al cammino della sua vocazione dalle locali Suore Salesiane, per carenza di disponibilità presso loro case, fu indirizzata all’Istituto Sacra Famiglia di Spoleto.

Le Suore Salesiane furono un importante momento d’ispirazione spirituale per le giovani castelgrandesi, la loro presenza in paese motivò la vocazione in ben ventisette ragazze, che divennero, in maggioranza, suore salesiane. Teresa entrò in Istituto il 15 settembre 1936, fece la vestizione (noviziato) il 19 marzo 1937, la prima professione il 20 marzo 1938, quella perpetua il 20 marzo 1943.

Per regolamento la Superiora Generale attribuiva alle nuove consacrate il nome da Religiosa, ma ognuna aveva facoltà di proporne alcuni nomi. A Teresa fu attribuito il nome di Suor Celestina.

Tale regola decadde con il Concilio Vaticano II, da allora ognuna mantiene il proprio nome di battesimo.

Suor Celestina nel 1948_conseguì il diploma di taglio, svolse la sua missione sempre in piccole frazioni dell’Umbria.

Suor Celestina, fino al 1996, ogni anno trascorreva le vacanze presso i familiari di Castelgrande, in particolare a casa del nipote Nicola, impiegato comunale.

Durante l’esercizio della professione affascinata dal desiderio di essere, nel quotidiano della vita, indiscussa testimone dell’amore insegnato da Gesù, visse intensamente il carisma delle Suore della Sacra Famiglia indicato nel progetto di Dio Padre: “Fare del mondo la grande e unica famiglia dei figli di Dio”.

Profuse ogni attenzione e impegno nell’educazione delle giovani bambine e adolescenti presenti in tutte le piccole frazioni del circondario di Castel San Giovanni. Esercitò molto fascino con la sua docilità e competenza, ciò meritò anche incondizionata fiducia dalle famiglie.

L’Istituto delle Suore della Sacra Famiglia di Spoleto sorse in un piccolo paese, Cannaiola di Trevi, il 13 maggio 1888, per opera del suo zelante sacerdote diocesano e parroco, don Pietro Bonilli

(15.03.1841 – 05.01.1935) umile e poverissimo, “Preoccupato della vita spirituale della gente a lui affidata, ma contemporaneamente della loro dignità umana e delle loro necessità terrene …. Spiccando principalmente per pietà, povertà e carità”. ).

Don Pietro fu beatificato, proprio cento anni dopo avere fondato l’Istituto, da san Giovanni Paolo II, con il titolo di “Apostolo della Sacra Famiglia e della Famiglia Cristiana” ed elevato all’onore dell’altare il 24 aprile 1988. Il 12 e 13 maggio 2018, è stato celebrato il 130esimo anniversario

della fondazione dell’Istituto delle Suore della Sacra Famiglia di Spoleto.

Le Case dell’Istituto si sono diffuse: in Italia, Libia, Costa d’Avorio, Congo, India, Cile, Guatemala, El Salvador, Brasile.

Nel biennio 1982-1984, ebbi nella città di El Beida, in Libia, la mia sede di lavoro, lì appresi del servizio delle Suore della Sacra Famiglia nel locale ospedale e poi, dopo la “cacciata degli italiani” avvenuta con provvedimento del dittatore Gheddafi nell’agosto 1970, dei quarantaquattromila italiani in Libia ne restarono meno della metà.

Anche i religiosi diminuirono ma essendo il loro servizio ritenuto indispensabile, presso gli ospedali e la cittadinanza, le sorelle poterono con maggiore facilità restare a lavorare e quelle rimaste dovettero accorparsi, per cui le suore di El Beida raggiunsero le consorelle a Derna.

A El Beida s’insediarono le Suore Orsoline del S. Cuore di Gesù di Asola (MN) coordinate da suor Lucia Bani e spesso capitava, con il giovane tecnico Livio Tarquini di Pescina (AQ), di porgere un aiuto nella manutenzione della loro Casa.

Ora sapendo che anche le suore dell’Istituto della mia illustre concittadina Suor Celestina sono state presenti a El Beida, quella volontaria collaborazione, offerta ad altre missionarie, mi rallegra ancora di più.

Fonte autentica per comprendere la preziosa opera di suor Celestina è quanto contenuto nelle testimonianze ricevute.

Testimonianza da: Associazione dei Lucani in Umbria L’intenso impegno della religiosa, nell’anno 2002, non sfuggì neanche all’attenzione dell’Associazione lucana in Umbria che, su segnalazione della vicepresidente Mariolina Savino, le assegnò all’età di ottantatre anni, il premio “Una vita per gli altri”.

Il Presidente Raffaele Nigro, originario di Melfi (PZ) e scomparso nell’aprile 2010, in occasione della premiazione e in rappresentanza di oltre cinquecento famiglie di origini lucane, presenti a Perugia, così motivò la premiazione di suor Celestina: “Ella è stata prescelta quale lucana trasferitasi in Umbria, per l’esempio di bontà e dedizione dimostrata in tutti questi anni non solo nella sua professione di maestra, ma anche di educatrice e insegnante di arti nobili come il ricamo, il chiacchierino e il tombolo e per la grande passione per il Beato Bonilli, al quale dedicò ogni anno una manifestazione articolata che fa onore ai suoi ben ottantatre anni”.

Testimonianza da: Superiora Generale dell’Istituto delle Suore della Sacra Famiglia – Madre Danila Santucci.

Roma, 5 gennaio 2010 Sorelle carissime, Vi comunico, con questa mia, che nella mattinata del 4 gennaio 2010, il Signore ha voluto con Sé la nostra carissima Sorella Suor Celestina Muro.

È deceduta a Casa Madre, dove si trovava da lungo tempo, dopo un periodo di malattia e di sofferenza, accettata e vissuta serenamente, nella docilità, senza pretese, nella gratitudine

verso quanti le prodigavano cure, attenzioni, visite, premure, specialmente Suor Pierluisa, le Suore della Comunità, il Personale della Casa Madre, i familiari. Suor Celestina era nata a Castelgrande (PZ) il 31 ottobre 1919 e aveva lasciato tutto, attratta dal Signore, che la chiamava a seguirlo più da vicino, venendo nel nostro istituto il 15 settembre 1936, con la generosità dei suoi diciassette anni.

Dopo la Professione religiosa, conseguito il diploma di taglio e cucito, si è sempre dedicata all’insegnamento di quest’arte e all’educazione dei bambini nelle nostre scuole materne a S. Angelo, S. Giovanni e Cannaiola luoghi tanto cari e vicini al nostro Istituto.

Suor Celestina era una Suora umile, semplice, volitiva e intraprendente.

Era amata e apprezzata da tutti per le sue doti e sapeva conquistare con il suo sorriso disarmante, con il suo tratto gentile e amorevole.

Nella scuola materna i bambini ascoltavano incantati i suoi racconti e accoglievano i suoi insegnamenti. Le adolescenti e le giovani alle quali insegnava con speciale competenza il ricamo, il taglio e cucito, il chiacchierino e le prime nozioni di musica e pittura, le erano tutte molto affezionate.

Alle mamme sapeva sempre infondere fiducia e speranza in Dio, che attingeva dalla sua vita di profonda fede e preghiera.

Quando la sua salute ha cominciato a destare preoccupazioni e si manifestarono i sintomi del male che la costrinse al riposo, non cessò la sua attività: a Casa Madre, nella sua cameretta,fino a quando le fu possibile, gruppi di bambine e giovanette andavano ad apprendere l’arte del chiacchierino, che lei ancora insegnava con pazienza e amabilità, lieta di poter continuare a donare agli altri, dimentica delle proprie sofferenze e dei disagi non lievi che il male le causava, e che inesorabilmente la consumava. Suor Celestina non si lamentava: soffriva e offriva per il bene dell’Istituto, per le vocazioni, in unione a Cristo, per il quale ha speso tutta la sua vita.

Nella sua umiltà, nel nascondimento, ella ha vissuto in unione con il Signore: non ha operato cose grandiose, ma ha saputo valorizzare, impreziosire e rendere grandi quelle piccole di ogni giorno con costanza, con tenacia, con bontà e con l’umiltà che è la virtù dei forti.

Ci ha lasciate alla vigilia del “dies natalis” del P. Fondatore: insieme a lui interceda per l’Istituto amato abbondanti grazie, benedizioni e vocazioni generose, che lo incrementino, a gloria della S. Famiglia.

Madre Danila Santucci Superiora Generale

https://www.lavoce.it/premio-una-vita-per-gli-altri-a-suor-celestina-muro/

Premio “Una vita per gli altri” a suor Celestina Muro

L’associazione Lucana in Umbria premia la suora della Sacra Famiglia di Spoleto

By La redazione –

20/12/2002

L’associazione Lucana in Umbria ha proposto il Premio “Una Vita per gli altri”, assegnato a suor Celestina Muro. Questo è il primo di una serie di riconoscimenti che ogni anno saranno assegnati a chi, per meriti particolari e anche grazie all’ origine lucana, avranno dato lustro alla propria regione. Don Agostino Rossi ha celebrato la messa che ha preceduto la premiazione in Castel Ritaldi. Celestina Muro giunge in Umbria a 17 anni e inizia il suo lavoro di maestra fra Cannaiola di Trevi e Castel San Giovanni. Sono numerose le generazioni di famiglie che già dalla nonna al figlio al nipote, ricordano la buona suora come la propria maestra. Suor Celestina ha poi avuto grandi sofferenze fisiche ed è stata anche sul punto di morire, ma ancora una volta, grazie anche alla sua grande voglia di vivere, è riuscita a superare quel momento estremo ricaricandosi ancora di più di una forza morale e fisica che ha spiazzato tutti.

Ora vive presso la Sacra Famiglia a Spoleto, istituto fondato dal beato Bonilli al quale Celestina è molto devota ed ogni anno lei dedica tutta una cerimonia al Fondatore insieme alle bambine del circondario di Castel San Giovanni, che portano in mostra i lavori di tombolo, chiacchierino, dipinto e ricamo. Sì perché Celestina alla bella età di 83 anni, ancora svolge tutti i lavori a mano e senza occhiali. Proprio grazie alla sua energia ed alla sua ironia, riesce ad avere al seguito tante famiglie, che affidano i loro pupilli alla cura della suora.

La storia di Celestina commuove profondamente sia il religioso che l’uomo della strada, tanta fede, tanto amore verso gli altri non dovevano passare inosservati non fosse altro per l’esempio che Celestina ha dato al mondo. La decisione del direttivo dell’Associazione lucana in Umbria, di premiare la suora, è stata poi comunicata a suor Alma, superiora di suor Celestina, ed ancora al Sindaco di Castel Grande (Pz) paese originario della piccola suora, al Sindaco di Castel Ritaldi paese dove Celestina ha dato per sessanta anni, il meglio di sé per un periodo insieme a suor Bertilla (circa 18 anni).

L’entusiasmo è cresciuto con il passare dei giorni anche perché don Paolo Biasi, il nuovo parroco di Castel Ritaldi, ha immediatamente dato disponibilità della chiesa e del Santesae per festeggiare la Suora. Purtroppo il rammarico della sig. Savino e dell’associazione ALIU, é stato quello di non poter organizzare tutto a Castel San Giovanni dove esiste un Castello bellissimo in pianura e l’asilo dove sr. Celestina ha svolto la sua attività di maestra, e ciò a causa dei lavori di restauro ancora in corso. La manifestazione é stata stupenda ed uno dei momenti più alti é stato durante la lettura di una poesia dettata da suor Celestina ad una delle sue alunne più di sessant’anni fa, riguardante il papà di questa bambina ora sessantenne. I ringraziamenti di sr. Celestina sono stati letti invece dalla sig. Anna Rita Micanti, da sempre grande estimatrice e sostenitrice di sr. Celestina che con voce chiara ha trasmesso a tutti il messaggio della suora troppo emozionata per poter leggere quel messaggio di pace e di riconoscenza verso gli organizzatori del premio.

AUTORE: Mariolina Savino

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